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Doriana Goracci : lettera inviata ai giornali sul terremoto

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aetti e Rosanna Tartaglia hanno condiviso il post di Doriana Goracci . Doriana Goracci 23 ore fa · Prima di queste nuove scosse del 18 gennaio, sapevate che la gente era senza luce viveri medicinali aiuti da giorni, per la neve che li stava soffocando e imped endo di uscire partire chiedere aiuto. Prima di queste nuove scosse sapevate la disperazione degli allevatori fossero 20 o 200 capre o 10 o 100 mucche, sapevate che quelle povere bestie, compresi asini e galline, erano esposte alla tormenta mancavano di foraggio, senza ricoveri e stalle, poi anche gli allevatori hanno capito che era in pericolo la loro vita e non sappiamo che fine hanno fatto quei poveri animali. Sapevate che in certe regioni d' Italia l' inverno nevica, anche se il terremoto è arrivato d' estate e poi in autunno, sapevate che dovevate trovare un ricovero, presto. per Umani e per i loro Animali.  Voi sapevate e siete tornati a dire mai più, non vi lasceremo soli, avete fa

Occupazione israeliana: da Hebron il grido “rompiamo il muro del silenzio”

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l 16 gennaio a Hebron l'incontro del Coordinamento dei vescovi per la Terra Santa (Hlc) con Yehuda Shaul, co-fondatore dell’ong israeliana “Breaking the Silence”, che ha lo scopo di far conoscere ciò che accade nei Territori Occupati, la routine dell’occupazione militare, fatta di abusi, molestie, percosse, arresti arbitrari e umiliazioni ai danni dei palestinesi, anche bambini. Nell'unica città palestinese che nel suo centro ha un insediamento ebraico di poche centinaia di coloni - dunque specchio dell'occupazione israeliana - Shaul ha raccontato la sua esperienza di veterano e spiegato come "rompere il muro del silenzio" sull'occupazione può aiutare la soluzione del conflitto che è tutta nelle mani di palestinesi e israeliani Ragazzini palestinesi abbattuti, schiaffeggiati, segregati per ore, molestati e intimoriti fino al punto di farsi la pipì addosso. Piccoli ma abbastanza grandi da essere ritenuti “fiancheggiatori dei terroristi”. A

Shoah, una memoria da applicare al presente

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Shoah, una memoria da applicare al presente | AgenSIR È qualcosa di nuovo oggi nell’aria, anzi d’antico. Il poeta lo avrebbe forse descritto così questo pensiero che ritorna e avvicina due realtà in sé molto lontane. E non solo nel tempo. Il fatto è che di fronte alle immagini che vengono dai tg, rispunta… agensir.it Ogni tanto una voce si leva: migranti, nuovo olocausto. Voci criticate. A partire dalle stesse comunità ebraiche. Il giudizio verrà dalla storia, ma i nostri occhi sanno quello che hanno visto: uomini implorare cibo, alloggio, aiuto, vita ad altri uomini. Accolti in modo straordinario a volte. Respinti altre. E così, in barba ai ragionamenti, si mescolano le immagini delle file di ieri, di quelle di oggi. Di mani protese dai treni come dai barconi. Di corpi gettati e di corpi riemersi È qualcosa di nuovo oggi nell’aria, anzi d’antico. Il poeta lo avrebbe forse descritto così questo pensiero che ri

Terra Santa: vescovi Hlc, “occupazione militare scandalo cui mai abituarci”

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              Terra Santa: vescovi Hlc, “occupazione militare scandalo cui mai abituarci” | AgenSIR (Dall'inviato Sir a Betlemme) L’occupazione che da 50 anni (1967-2017) colpisce la Cisgiordania e Gerusalemme-Est, il blocco di Gaza in atto da 10 anni, “violando la… agensir.it Dall’inviato Sir a Betlemme) L’occupazione che da 50 anni (1967-2017) colpisce la Cisgiordania e Gerusalemme-Est, il blocco di Gaza in atto da 10 anni, “violando la dignità umana sia dei palestinesi sia degli israeliani, è uno scandalo cui non dobbiamo mai abituarci”. Lo scrivono i vescovi di Ue, Usa, Canada e Sud Africa (Hlc) nel comunicato finale della loro tradizionale visita di solidarietà in Terra Santa (14-19 gennaio). Quest’anno il pellegrinaggio, cui hanno partecipato 12 vescovi, monsignor Duarte da Cunha, segretario generale del Ccee, e padre Peter-John Pearson, per i presuli del Sud Africa, è svolto tra Gaza (12 e 13 gennaio), Jaffa, Betl

Striscia di Gaza: la testimonianza del parroco, i cristiani sono decisi a restare nella loro terra |

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      Striscia di Gaza: la testimonianza del parroco, i cristiani sono decisi a restare nella loro terra | AgenSIR Quando si varca il grande portone di ferro della parrocchia latina della Sacra Famiglia, a Gaza, è facile pensare al passo evangelico del capitolo 12 di Luca… agensir.it | Di dall'inviato Daniele Rocchi     Dai 2.000 di 4 anni fa ai poco più di 1.000 di oggi, su 2 milioni di abitanti. I cristiani di Gaza, tra loro solo 135 cattolici, per quanto discriminati come minoranza, sono comunque decisi a restare nella loro terra. A raccontare le difficoltà e la fede di questo "piccolo gregge" ai vescovi del Coordinamento per la Terra Santa (Hlc), è il parroco latino della Striscia, il missionario brasiliano padre Mario Da Silva Padre Mario Da Silva, parroco della parrocchia latina della Sacra Famiglia, Gaza Quando si varca il grande portone di ferro della parrocchia latina della Sacra Famiglia, a Gaza, è facile pensare

Il buio di Gaza non è finito

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      Il buio di Gaza non è finito In arrivo i fondi del Qatar per pagare l’acquisto del gasolio necessario per il funzionamento della centrale elettrica. Ma il problema della mancanza di energia non è risolto e la popolazione protesta con forza anche contro il governo di Hamas shar.es/1Ot4sd Gerusalemme, 18 gennaio 2017, Nena News – Oscurata da settimane di schermaglie diplomatiche e dalla tensione a Gerusalemme per l’intenzione di Donald Trump di riconoscere tutta la città capitale di Israele, la crisi energetica nella Striscia di Gaza è passata (quasi) inosservata . I disagi per la popolazione causati dalla penuria di corrente elettrica sono enormi. E non è motivo di particolare sollievo la buona notizia che i governi di Qatar e Turchia, fronte alle immagini di donne e bambini esposti al freddo, si sono attivati con finanziamenti per diversi milioni di dollari per garantire il funzionamento della centrale elettrica di Gaza. Ogni

Robert Fisk : Il corrispondente dall’estero nell’epoca di Twitter e di Trump

Il corrispondente dall’estero nell’epoca di Twitter e di Trump 6 gennaio 2017 Che opinione avrebbe avuto di Donald Trump, Clare Hollingworth, che è morta questa settimana? O del mondo di Twitter? Ogni volta che una persona della nostra categoria se ne va, prevediamo la fine del corrispondente estero. Soltanto 40 anni fa, una delle prime intervista radiofoniche che ho accettato – per un stazione radio irlandese, mi ricordo, comprendeva un dibattito non sul futuro della nostra professione, ma sulla data della sua fine. Quando la televisione ci portò reportage  fotografici via satellite, di solito ci domandavano: a che cosa serve “sfornare” parole per descrivere ciò che il mondo ha già visto sullo schermo? La morte della  Hollingworth a 105 anni, un’età in cui la gioia per la sua straordinaria longevità, deve soffocare il dolore , certamente ci  avvierà verso  su un altro necrologio prematuro del lavoro che amava e per il quale viveva e del quale ancora desi

Terra Santa: mons. Pizzaballa (patriarcato), “ci sono segni di morte fisica e etica ovunque”

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        Terra Santa: mons. Pizzaballa (patriarcato), “ci sono segni di morte fisica e etica ovunque” | AgenSIR (Dall'inviato Sir a Gerusalemme) “Ci sono segni di morte dovunque e in tutte le forme di violenza di cui… agensir.it (Dall’inviato Sir a Gerusalemme) “Ci sono segni di morte dovunque e in tutte le forme di violenza di cui siamo testimoni. Non solo di morte fisica ma anche etica. Conosciamo bene la violenza che strappa le vite in questa Terra, santa e difficile”: dalla basilica del Santo Sepolcro, l’amministratore apostolico per il patriarcato latino di Gerusalemme, monsignor Pierbattista Pizzaballa, ha invitato a contrastare la cultura di morte affidandosi alla Resurrezione di Cristo. Celebrando questa mattina a Gerusalemme con il Coordinamento dei vescovi di Terra Santa, l’arcivescovo ha ribadito che proprio “da questo Luogo i credenti cristiani devono imparare a essere testimoni della vita che è più potente di ogni fo

Uri Avnery: La soluzione dei due Stati è l’unica possibile

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Uri Avnery: La soluzione dei due Stati è l’unica possibil Uri Avnery La riflessione del grande statista e pacifista a poche ore dalla Conferenza di Parigi. Tollerando Hamas e considerando Abbas un nemico, il Governo israeliano ostacola dei veri negoziati di pace. Indire delle Conferenze popolari per superare gli aspetti più spinosi della futura convivenza israelo-palestinese. Tel Aviv (AsiaNews) – A 24 ore dall’apertura della Conferenza internazionale di Parigi sulla pace in Medio oriente , lo statista pacifista israeliano Uri Avnery indica quale sia l’unica via percorribile per giungere ad un accordo di pace: la Soluzione dei due Stati. E’ convinto che uno Stato indipendente palestinese possa avvenire solo attraverso la collaborazione tra le forze di pace di entrambe le parti. Per questo propone l’istituzione di Conferenze mensili sostenute dal basso che affront

Rapporto OCHA 27 dicembre- 9 gennaio 2017

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          Rapporto OCHA 27 dicembre- 9 gennaio 2017 – Zeitun Rapporto OCHA 27 dicembre- 9 gennaio 2017 TOPICS:CisgiordaniaGazaintifadaGerusalemmecoloniarea Cscontri Posted By: carlo gennaio 12, 2017 L’8… zeitun.info L’8 gennaio, un 28enne palestinese ha guidato un camion contro un gruppo di soldati israeliani radunati sulla passeggiata panoramica vicina all’insediamento colonico di Talpiot Est, in Gerusalemme Est, uccidendo tre soldatesse e un soldato e ferendone altri 15. L’autore, proveniente dalla vicina zona di Jabal al Mukabber, è stato ucciso sul posto e il suo corpo è stato trattenuto dalle autorità israeliane. Il Coordinatore Speciale delle Nazioni Unite per il Processo di Pace in Medio Oriente, Nickolay Mladenov, ha fortemente condannato l’attacco. Ancora in Gerusalemme Est (al checkpoint di Qalandiya), il 30 dicembre, le forze israeliane hanno sparato e ferito una 35enne palestinese che, secondo fonti israe

Gideon Levy: State attenti, giardinieri e commesse di Gaza

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TOPICS: Israele Haaretz Gaza Hamas Shin Bet Margine Protettivo Hass gennaio 12, 2017 Il calvario di un onesto appaltatore di un’agenzia delle Nazioni Unite dimostra il potere che Israele esercita su chiunque a Gaza. La colpa è solo di Hamas Amira Hass, 11 gennaio 2017 Haaretz Waheed al-Bursh, un appaltatore del Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite, tornerà a casa sua nella Striscia di Gaza giovedì, sette mesi dopo essere stato arrestato al checkpoint di Erez. E’ una sconfitta per il servizio di sicurezza dello Shin Bet, che ha tentato di incastrarlo con una serie di accuse di aver aiutato Hamas per anni. E’ una situazione inbarazzante anche per l’accusa, che è uscita dall’immagine in cui lo Shin Bet l’ aveva dipinta ed ha raggiunto un patteggiamento con l’avvocato di Bursh, Lea Tsemel. Ed è un tacito ammonimento di come i media israeliani, che in agosto hanno tranquillamente pubblicato falsi rapporti basati su informazioni distorte, h