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Visualizzazione dei post da maggio, 2012

Israele :ISRAELE, IL RAZZISMO VIOLENTO DEI RAGAZZINI

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Il futuro d’Israele si fa fosco, se già i minorenni si dilettano a dar la caccia al nero. I REATI -   Aggressioni in gruppo , compiute usanto spranghe di ferro, bastoni e altre armi improvvisate, aggressioni spesso seguite dal furto dei miseri avere degli aggrediti. I fatti si sono verificati a Tel Aviv, già teatro nei giorni scorsi di proteste e tentativi di pogrom ai danni dei migranti irregolari e non, che ha portato anche alla distruzione di alcuni negozi. Immigrati che il governo definisce con il termine di “infiltrati” e che indica all’opinione pubblica come una minaccia per il paese. Tanto che una deputata è arrivata a definire gli immigrati africani, che sono poche migliaia, come un cancro per il paese. IL RAZZISMO DILAGA:  Insieme ai minori sono stati arrestati anche due appena maggiorenni, che li accompagnavano nelle loro imprese, ma è evidente che fenomeni del genere non sono figli del caso e nemmeno dell’impulso di qualche singolo adulto, ma di un clima razz...

Gideon Levy : il razzismo di Israele e gli immigrati

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Sintesi personale Il governo punta  con  questa campagna di paura, come con  le altre  campagne intimidatorie , a  distogliere  l'attenzione e l'indignazione dell'opinione pubblica dalle proprie  responsabilità. Non diversamente  dalle dittature oppressive incanala  la rabbia contro il diverso con accuse false o esagerate  La  politica dell'immigrazione è non-politica, si mette  la testa nella sabbia e  si piange quando tutto esplode . Israele  effettua un  esperimento di massa sugli  esseri umani  consentendo  loro di restare qui, ma non di lavorare ,non si  preoccupa   dei  loro diritti fondamentali  e si sorprende per i  pochi atti criminali  commessi dagli immigrati.   Quando si tratta di immigrati  tutte le maschere sono strappate . Il razzismo è la nuova politica di Israele. Milioni di russi sono venuti  qui, circa la metà dei qual...

Terremoto: Il campo che vive tra cous cous e pollo halal

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A San Possidonio le Misericordie si misurano con l’integrazione «Qui il 95% degli sfollati è extracomunitario». A parlare è Federico Bonechi, responsabile della Sala Operativa Regionale che lavora al campo della Regione Toscana di San Possidonio. «Qui le Misericordie collaborano con i volontari di tutte le componenti del CORV (Comitato Operativo Regionale Volontariato)», spiega Bonechi, «e direi che la collaborazione è vitale viste le difficoltà che ci troviamo ad affrontare». Ma a Possidonio il problema non è la paura o il caldo, come per gli altri accampamenti. Qui il problema è che dei 185 ospiti della Protezione Civile 180 sono migranti. «È un bel rebus. Sono per lo più indiani e nord africani. Ma non posso essere preciso perché stiamo cominciando nel riuscire a comunicare solo da poco». A fare da traduttori improvvisati altri ospiti del campo, tra gli sfollati e tra i volontari. Ma che problemi dovrebbero sorgere, al di là della questione linguistica? «Uno in particolare: il cib...

Paola Caridi :Di musica shaabi, di raid preventivi e altre storie ( invisiblearabs )

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Sarà il caso di non perdere il polso della  pop culture  araba, perché è quella che – poi – fa vedere più chiaramente anche le grandi ‘sorprese’ politiche dell’ultimo anno e mezzo. Se le rivoluzioni sono scoppiate, insomma, è perché la  pop culture  ha avuto una vita propria, e invisibile. Nelle pieghe della cultura popolare egiziana, un ruolo importante ce l’ha la musica  shaabi , musica popolarissima, la musica che si suona ai matrimoni, la versione egiziana della diffusione del neomelodico a Napoli. Canzonette diremmo noi, ma poi mica tanto (la  foto  è di musica shaabi a un matrimonio). Nel senso che c’è anche una dimensione politica che va considerata. Non per niente, quando Alaa Abdel Fattah, uno dei più importanti blogger egiziani, venne arrestato la prima volta, or sono circa cinque anni fa, scoprì in cella – assieme agli altri ragazzi che si opponevano al regime Mubarak – che uno dei legami tra i ragazzi delle diverse culture ...

Giorgio Bernardelli :Il volto oscuro di Tel Aviv

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«Non maltratterai la vedova o l’orfano. Se tu lo maltratti, quando invocherà da me l’aiuto, io ascolterò il suo grido, la mia collera si accenderà e vi farò morire di spada: le vostre mogli saranno vedove e i vostri figli orfani» ( Esodo  22, 21-23). Non sono parole di tutti i giorni quelle che l’Assemblea degli ordinari cattolici della Terra Santa ha messo come epigrafe alla sua dichiarazione «in margine agli episodi avvenuti il 23 maggio a Tel Aviv». Che cos’è capitato? Nella zona sud della grande città costiera israeliana - nei quartieri dove si concentra in maggior numero la presenza degli immigrati sudanesi ed eritrei - si è scatenata una vergognosa caccia all’africano. Il tutto è avvenuto al termine di una manifestazione organizzata dalla destra contro la presenza dei clandestini. E dopo che dal palco una parlamentare del  Likud  - Miri Regev - aveva gridato che gli immigrati illegali sono «un cancro da estirpare». Ci sono stati immigrati assaliti, bambini a...

Futuro incerto per le famiglie cristiane palestinesi

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Sono sempre meno numerose. E molte sognano di emigrare per garantire un futuro migliore ai propri figli. Oggi le famiglie arabo-cristiane dei Territori palestinesi, rappresentate da un piccolo drappello al Family Day 2012  (Milano, 30 maggio-3 giugno), sono circa 15 mila, per un totale di 50 mila fedeli. Si tratta di famiglie che stanno vivendo, in questi anni, una situazione di crescente difficoltà. «I problemi che devono affrontare pur essendo collegati tra loro, sono di due ordini diversi – racconta Bernard Sabella, professore di sociologia all'Università di Betlemme (nel tondo) e autore di molti saggi sui cristiani arabi -. Da una parte c’è l’occupazione israeliana, le cui conseguenze i palestinesi cristiani condividono con la maggioranza musulmana; dall’altra il numero dei cristiani arabi diminuisce costantemente in termini relativi, e questo mette a rischio la sopravvivenza stessa della loro comunità». Nella città di Gerusalemme, ad esempio, nel 1988 i cristiani erano 1...

Afghanistan: armare i droni italiani?

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Dopo la polemica sui caccia quella sugli aerei senza pilota. Il Wall Street Journal ha pubblicato la notizia ieri: proprio nel giorno in cui, in Italia, si sono moltiplicati gli appelli per annullare la parata militare del 2 giugno. Articolo di: Giuliano Battiston - lettera22.it Foto di newguernica.blogspot.com         Il Wall Street Journal ha pubblicato la notizia ieri: proprio nel giorno in cui, in Italia, si sono moltiplicati gli appelli per annullare la parata militare del 2 giugno. Inutile, costosa e soprattutto inappropriata, di fronte alle sofferenze della popolazione colpita dal terremoto in Emilia Romagna. Con i soldi risparmiati annullando la parata - ha scritto Giulio Marcon, portavoce della campagna Sbilanciamoci! -, si potrebbero soccorrere oltre 5mila sfollati. Sulla richiesta proveniente da un’ampia fetta della società civile italiana, il governo per ora tace. Come fa sulla notizia resa pubblica dal giornale statunitense: “l’amm...

La Terza Intifada alle porte? di Sergio Yahni

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AIC - Alternative Information Center 30.05.2012 http://www.alternativenews.org/italiano/index.php/topics/11-aic-projects/3617-la-terza-intifada-alle-porte La Terza Intifada alle porte? di Sergio Yahni Nell’ultimo fine settimana l’esercito israeliano ha aggredito e attaccato le manifestazioni palestinesi contro il Muro e le colonie. Le autorità di Tel Aviv continuano a confiscare terre e a impedire alla popolazione palestinese di costruire, mentre le colonie si espandono. La Terza Intifada è alle porte?                       Venerdì 25 maggio, decine di residenti del villaggio palestinese di Bil’in e attivisti internazionali hanno subito gli effetti dei gas lacrimogeni lanciati dai soldati israeliani che hanno attaccato la manifestazione settimanale non violenta contro il Muro di Annessione israeliano e le colonie.  Dopo la preghiera di mezzogiorn...

GERUSALEMME EST, PIOGGIA DI MILIONI SUI COLONI

Quattro milioni di shekel stanziati dal Comune di Gerusalemme e dal Ministero del Turismo a favore del sito archeologico “Città di David”, gestito dall’associazione di coloni Elad. A scapito della popolazione palestinese del quartiere di Silwan: confische e demolizioni per giudaizzare la Città Santa. EMMA MANCINI Gerusalemme, 31 maggio 2012, Nena News – Quattro milioni di shekel (800mila euro) ai coloni di Gerusalemme Est dalle autorità israeliane per completare l’opera di espropriazione delle proprietà palestinesi e quella di giudaizzazione della città santa. Prosegue a ritmo serrato, annaffiato da una pioggia di denaro, il progetto del sito archeologico “La Città di David”, controverso e criticato per le traballanti basi storiche su cui si fonda, ma soprattutto per il saccheggio che sta compiendo a danno del quartiere palestinese di Silwan, a Gerusalemme Est, proprio sotto la Spianata delle Moschee. A riportare la nuova tranche di finanziamenti – per la costruzione di un ...