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Visualizzazione dei post da settembre, 2011

MINACCE ALLA COMUNITÀ ISLAMICA DI VENEZIA: “SIETE GENTE SENZA DIO”

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“ Brucerete all’inferno, infedeli! Siete gente senza Dio, una massa di satanisti pedofili. ” Sono alcune delle minacce contenute in una missiva recapitata alla sede del Movimento per la tutela dei diritti dei musulmani, presso la moschea di Venezia ad opera di un sedicente gruppo cattolico praticante. Il grave episodio, è da collegare probabilmente con la decisione  dell’Imam Hammad, di citare il Vangelo in moschea durante la preghiera collettiva del venerdì, aderendo così all’iniziativa lanciata dal Movimento cui era seguita quella analoga di Don Cerruti, parroco di Cantù. Questi, è bene ricordarlo, era stato etichettato di apostasia e di eresia dal parlamentare europeo, Magdi Allam, per aver promosso la conoscenza reciproca leggendo in chiesa alcuni versetti del Corano. Nella busta, oltre alla lettera, c’erano anche una decina di periodici cattolici ripiegati e contenenti salmi, canti e parabole di Gesù. “ Non buttate questi fogli domenicali della Santissima Messa o sare

Capodanno ebraico: Cisgiordania chiusa, Gerusalemme blindata

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 Anno nuovo, vita vecchia. Israele è in massimo stato d’allerta per i festeggiamenti del Nuovo Anno Ebraico, cominciati ieri sera e in programma fino alla mezzanotte di sabato. La conseguenza? La Cisgiordania è stata chiusa, Gerusalemme è blindata. L’esercito israeliano ha dichiarato ieri la Cisgiordania area chiusa, annunciando uno stato di emergenza di quattro giorni, dalla sera di ieri alla mezzanotte di sabato, per garantire la sicurezza delle celebrazioni del Nuovo Anno Ebraico. In breve, i checkpoint da e per Israele sono chiusi a tutti i palestinesi, con e senza permesso. Ingresso riservato solo a internazionali e membri di organizzazioni non governative. Aumentato anche il numero di soldati presso i checkpoint di tutta la Cisgiordania e della Striscia di Gaza e quelli di stanza nelle strade principali dei Territori Occupati e al confine con l’Egitto, considerato ancora dopo l’attacco di Eilat zona calda. Gerusalemme è una città semi blindata: polizia di frontiera ed es

Nuova bypass road a Beit Ummar, confiscati 800 dunam di terra

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Dopo l’annuncio delle oltre mille nuove unità abitative per coloni nell’imponente insediamento di Gilo, il Sud della Cisgiordania è sotto una nuova minaccia: una bypass road nel villaggio di Beit Ummar e la conseguente confisca di 800 dunam di terre palestinesi.Ad annunciare all’agenzia palestinese WAFA il nuovo progetto delle autorità israeliane nel villaggio a Nord di Hebron è Mohammed Awad, portavoce del Comitato Nazionale contro il Muro e le Colonie: Tel Aviv ha notificato ieri alla cittadinanza del villaggio di Beit Ummar un ordine militare per la costruzione di una bypass road (una strada di collegamento interna alla Cisgiordania utilizzabile solo da israeliani e coloni) che partirebbe dall’insediamento di Kefar Etzion e attraverserebbe in pieno il campo profughi di Al-Arrub e il villaggio di Beit Ummar. Il progetto, naturalmente, sarebbe portato avanti attraverso la confisca di terre agricole appartenenti al villaggio e ad una scuola di agraria. Si parla della confisca di almen

Parlamento Europeo:la richiesta di riconoscimento dello Stato palestinese è "legittima"

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I deputati considerano legittima la richiesta di riconoscimento dello Stato palestinese e, in una risoluzione approvata giovedì, chiedono ai governi dell'UE di assumere una posizione comune al riguardo. I deputati ritengono, tuttavia, che il riconoscimento debba essere il risultato di negoziati in seno all'Assemblea Generale ONU. Il testo approvato afferma "l'indiscutibilità tanto del diritto del popolo palestinese all'autodeterminazione e a un proprio Stato sovrano quanto del diritto di esistenza dello Stato d'Israele entro frontiere sicure". Confini del 1967 e Gerusalemme capitale Il Parlamento ha ribadito il sostegno per la soluzione dei due Stati sulla base dei confini del 1967, con Gerusalemme capitale di entrambi gli Stati, e chiesto la ripresa senza indugi dei negoziati. La risoluzione sottolinea che "non dovrebbero essere accettate modifiche ai confini precedenti al 1967, anche per quanto riguarda Gerusalemme, se non quelle concordate tra

VIK: UNA SENTENZA GIA’ SCRITTA di GILBERTO PAGANI*

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  Gaza, 29 settembre 2011, Nena News – Giovedì 22 settembre, dopo alcune traversie e un viaggio abbastanza avventuroso, sono a Gaza. Il processo inizia alle 10. Per arrivare alla Military Permanent Court costeggiamo la spiaggia e il campo profughi «Beach Camp», dove abita il presidente del governo di Gaza. L’aula è piccola, sporca , spoglia. Nessuna scritta nessun simbolo politico o religioso. Lo scranno del Tribunale è molto sopraelevato, per il pubblico ci sono delle panchette, le persone presenti sono una trentina, molti gli italiani. I banchi dell’accusa e della difesa sono uno di fronte all’altro, la cattedra della Corte è perpendicolare a loro; il banco dei testimoni è di fronte ai giudici, il teste volta le spalle ad avvocati e pubblico. Sulla destra la gabbia, nella quale vengono fatti entrare i quattro imputati. Un militare in tuta mimetica, barbuto come tutti, ricopre la funzione di usciere, è lui che batte con forza il palmo della mano sul banco dei testimoni e la

Anna Momigliano:Israele sempre più isolata. Perché Obama continua a difenderla?

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  Da un lato le critiche di Europa e Stati Uniti alle colonie, dall’altro il sostegno delle potenze economiche emergenti Cina, India e Brasile allo Stato Palestinese. Sono giorni molto difficili per  Israele, sempre più isolata dal punto di vista internazionale , che ormai sembra preparata a subire uno schiaffo morale alle Nazioni Unite. Infatti venerdì mattina (verso le 10, ora americana) il  Consiglio di Sicurezza  si riunisce per una prima discussione sulla domanda presentata dai Palestinesi, che chiedono di essere riconosciuti come  Paese membro dell’Onu e, dunque, come nazione indipendente . Per ottenere questo status, la Palestina deve ottenere due cose:  una maggioranza di nove seggi su 15, ed evitare che uno dei membri permanenti ponga il veto . Il ministro degli Esteri palestinese Ryad al-Maliki ha  dichiarato  di avere ottenuto garanzia che otto membri sosterranno la causa palestinese:  Cina, Russia, India, Brasile, Sud Africa  (ovvero i cosiddetti  Paesi  BRICS ), olt

Vittorio Arrigoni: risposta a Silvana De Mari da parte dei familiari e degli amici di Vittorio.

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Cara Silvana De Mari, leggiamo e rileggiamo quanto ha scritto nella sua “Lettera della Domenica” pubblicata da Informazione Corretta il 25 Settembre (http://www.informazionecorretta.it/main.php?mediaId=115&sez=120&id=41573). Rileggiamo (più volte, lo confessiamo) per essere certi che quanto scorre sotto i nostri occhi sia realtà e non un brutto scherzo delle nostre menti. Rileggiamo, nonostante il “taglio editoriale” di Informazione Corretta ci sia ben noto e non dovremmo, quindi, affatto stupirci. Cara Silvana, come Vittorio, anche noi crediamo fermamente che la libertà di espressione sia una delle grandi conquiste di questo tempo, almeno per qualche fortunato angolo del pianeta, e che ognuno di noi abbia quindi il sacrosanto diritto di esprimere le sue opinioni. Voltaire, come certamente ben saprà, saggiamente diceva: “Non condivido la tua idea, ma darei la vita perché tu la possa esprimere”. E noi con lui. Ma, cara Silvana, di fronte a gravissime affermazioni c

Gli scenari dopo la sfida di Mahmoud Abbas all’ONU

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  Si è consumato la scorsa settimana il tanto atteso confronto alle Nazioni Unite tra il presidente palestinese Mahmoud Abbas ed il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Abbas ha sottoposto la sua richiesta di piena adesione all’ONU di uno Stato palestinese entro i confini del 1967, con Gerusalemme Est come capitale. Ma,  come ci si aspettava , i contenuti di tale richiesta saranno ora esaminati da una commissione del Consiglio di Sicurezza – un processo che potrebbe protrarsi per settimane, se non per mesi. Nel frattempo, il primo tentativo sarà quello di ricondurre la “riottosa” leadership palestinese al tavolo dei negoziati, pur in assenza di qualsiasi spiraglio che lasci presagire uno sbocco positivo al cosiddetto “processo di pace”, in realtà morto da tempo. Il Quartetto (Stati Uniti, Unione Europea, Russia e ONU) si è già attivato con un’iniziativa per rimettere in moto il negoziato, la quale però non prevede alcun congelamento degli insediamenti né riconosce i confini d