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Visualizzazione dei post da febbraio, 2014

L'Aipac e l'effetto distorto sulla politica Usa del Middle East

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    Richard Silverstein  Sintesi personale The Israel Lobby’s Distortion Effect on U.S. Middle East Policy Oggi ho parlato con il Democratic Club Seattle Metropolitan   e con Dick Blakney sulla politica USA verso l'Iran. Il mio discorso ha  affrontato gli ultimi sviluppi del tentativo della lobby israeliana di sabotare l'iniziativa diplomatica dell'amministrazione per risolvere l'impasse nucleare. Dal momento che questi erano gli attivisti del Partito Democratico ho anche provato a suggerire come potrebbero contrastare l'impatto del massiccio afflusso di lobby israeliana di denaro a favore di Israele nel processo politico .   Nelle primarie presidenziali democratiche donatori pro-Israele d anno fino al 40 % del denaro che i candidati ottengono e  forniscono ben il 20 % di coloro che votano, mentre gli ebrei in generale sono circa il 2 % della popolazione degli Stati Uniti. Questo provoca un effetto di distorsione nel port

Amira Hass : L' Amministrazione Civile israeliana ha confiscato attrezzature di gioco donate dal governo italiano alla scuola beduina di Khan al- Amar

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Una ragazzina beduina palestinese guarda le  macerie di tende e baracche distrutte dall'esercito israeliano vicino alla città cisgiordana di Tubas . 17 FEBBRAIO 2014 . Foto by AP   17 FEBBRAIO 2014 . Foto by AP Sintesi personale L' Amministrazione Civile  israeliana   ha confiscato attrezzature di gioco  donate dal governo italiano alla  scuola beduina di Khan al- Amar . Un rappresentante del Consolato italiano ha accompagnato  due camion : uno trasportava il cemento e l'altro un altalena a tre posti e uno scivolo con un tunnel e due scale . I bambini  erano entusiasti  ,ma gli ispettori dell'Amministrazione Civile ,affermando che l'istallazione era illegale, hanno sequestrato tutto il materiale. Il rappresentante del Consolato ha cercato inutilmente di  ribaltare la decisione .La scuola di gomma è stata  costruita  nel 2009 , è una struttura ecologica fatta di fango e vecchi pneumatici che mantiene una temperatura stabile nelle aule sia in inverno  che i

AmiraHass:State confiscates Bedouin playground equipment donated by Italy

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ARTICOLO ORIGINALE State confiscates Bedouin playground equipment donated by Italy The Civil Administration has issued demolition orders against dozens of structures in the encampment, including the local school. By  Amira Hass | Feb. 28, 2014 | 2:07 AM File photo: A Palestinian Bedouin girl looks at rubble of tents and sheds destroyed by the IDF near the West Bank town of Tubas. Feb. 17, 2014. Photo by AP The Civil Administration on Thursday confiscated playground equipment that the Italian government had donated to a school at the Khan al-Amar Bedouin encampment east of Jerusalem. A representative of the Italian Consulate accompanied the delivery, which came in two trucks, one carrying cement and the other a three-seat swing set and a slide with a tunnel and two ladders. The children barely had a chance to get excited about the equipment when Civil Administration inspectors appeared and announced they were seizing the two trucks and their contents, on the grounds that t

HANAN ASHRAWI CONDANNA CON FORZA I “DELITTI D'ONORE” IN PALESTINA

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Ramallah, 25 febbraio 2014 Hanan Ashrawi, componente dell'Esecutivo dell'OLP, ha dichiarato la urgente necessità di adottare il codice penale redatto da istituzioni della società civile, incluse organizzazioni delle donne e altre parti interessate: “ La legge deve in modo inequivocabile penalizzare i colpevoli di femminicidio e deve garantire che venga approvato il massimo della pena per questi crimini odiosi” Hanan Ashrawi ha condannato con fermezza l'assassinio a Jabalia di una giovane di 18 anni da parte del padre; che ha coinciso con l'uccisione di un'altra ragazza di 18 anni da parte di suo fratello a Khan Younis. Nel 2013 il numero delle vittime di femminicidio è stato in totale di 28 donne: “Questo aumento di uccisioni di donne deriva dall'assenza di una legge che garantisca sicurezza e protezione delle donne, dalla mancanza di meccanismi e quadro giuridico adeguati a rendere i criminali responsabili dei loro crimini, e dalla mitezza delle sentenz

Tre ragioni per rigettare una richiesta senza senso di Mustafa Barghouti – Maariv

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di Mustafa Barghouti – Maariv Ramallah, 27 febbraio 2014, Nena News  – Quando la gente mi chiede perché i palestinesi non possono riconoscere Israele come la patria nazionale del popolo ebraico, rispondo che si tratta di una richiesta artificiale. Tale richiesta, inventata dal primo ministro Benjamin Netanyahu, non è altro che un ostacolo creato al fine di impedire ogni progresso nei negoziati di pace. I palestinesi hanno riconosciuto Israele nel 1993, come parte degli Accordi di Oslo. Quello fu un riconoscimento unilaterale: mentre l’OLP riconosceva lo Stato di Israele, l’altra parte non ha mai riconosciuto lo Stato di Palestina. Se si esamina la questione del riconoscimento palestinese dello Stato ebraico,  c’è da tener presente che Israele non ha mai chiesto alla comunità internazionale di essere riconosciuto come tale.  Non ha chiesto il riconoscimento egiziano o giordano quando ha firmato i trattati di pace con i due Paesi. La verità è che Israele stesso non si definisce

Amira Hass:Intervista alla giornalista di Ha’aretz: “Gli attacchi dei coloni e il Price Tag sono parte di un circolo di violenza istituzionalizzato, che passa per l’esercito, i tribunali e finisce alla Knesset”.

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Intervista alla giornalista di Ha’aretz: “Gli attacchi dei coloni e il Price Tag sono parte di un circolo di violenza istituzionalizzato, che passa per l’esercito, i tribunali e finisce alla Knesset”.  di Chiara Cruciati Gerusalemme, 26 febbraio 2014, Nena News  – “La violenza individuale dei coloni altro non è che parte di un circolo istituzionalizzato che legalizza la brutalità e la erge a strumento di controllo e occupazione”. Amira Hass, giornalista israeliana di Ha’aretz, da 20 anni residente nei Territori Occupati – prima a Gaza, ora a Ramallah – spiega così la campagna del Price Tag, lanciata da gruppi di coloni estremisti in risposta alle decisioni (poche) di evacuazione di insediamenti illegali da parte di Tel Aviv. Una politica che negli ultimi anni si è radicata, con attacchi sempre più frequenti a proprietà e residenti palestinese, e che ha condotto ai risultati sperati dai coloni: “Prendiamo il caso di Hebron – ci spiega la Hass – Oggi [ieri per chi legge,  ndr ]

Foto: la vita dei palestinesi a Hebron, la protesta contro la chiusura di Shuhada Street,la commemorazione per il massacro di 20 anni fa

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PHOTOS: 20 years since Hebron massacr e   Nel 1994 l'esercito israeliano ha risposto al massacro   compiuto da un colono ebreo limitando la circolazione dei residenti palestinesi di Hebron. Due decenni più tardi le restrizioni sono diventate più  pesanti e alcuni degli insediamenti più  estremisti di Israele continuano a crescere nel cuore della più grande città della Cisgiordania. Nella protesta che seguì il massacro altri 25 palestinesi   furono uccisi dalle forze israeliane. Cinque israeliani morirono nelle violenze.   Foto di: Anne Paq, Ryan Rodrick Beiler, Yotam Ronen, e Oren Ziv / Activestills.org           Shuhada Street   era  un centro commerciale affollato, molte porte dei negozi ora sono state chiuse per  ordine militare, dando alla zona l'aspetto di una città fantasma. In alcuni tratti della strada i palestinesi sono esclusi dalla guida, mentre le auto israeliane entrano liberamente.    In altri ai  palestinesi è completamente viet

Foto: attivisti anti-occupazione portano Hebron a Tel Aviv

  Decine di negozianti di  Tel Aviv si sono svegliati Martedì mattina per scoprire che gli attivisti anti-occupazione avevano attaccato falsi ordini militari sulle loro vetrine con l'ordine di chiudere  i negozi per l'intera giornata in commemorazione del massacro di 20 anni fa  avvenuto ad Hebron L'obiettivo era di far capire ai  residenti di Tel Aviv  la segregazione vissuta dai palestinesi nella città .   WATCH: Left-wing activists bring Hebron to Tel Aviv Related: A city of devastation: Hebron 20 years after the massacre In Hebron, terror begets a reign of terror PHOTOS: 20 years since Cave of the Patriarchs Massacre  

Israele : deputato arabo cristiano : Non saremo co-optati come i drusi

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Sintesi personale Bassel Ghattas, un membro del partito Balad, ha detto che Israele sta approfittando del clima di incertezza tra le minoranze cristiane nel Medio Oriente arabo per favorire una legislazione destinata a arruolare arabi cristiani nell' IDF, come ha fatto con la comunità drusa over 60 anni fa. Questo è molto pericoloso . L' 'intero atteggiamento è colonialista in quanto pretende di spiegare     ai nativi ciò che è bene per loro ". Attualmente solo 300 arabi cristiani  si sono arruolati volontariamente nell' IDF e sono 429 donne  hanno scelto il servizio civile. MK Ghattas ha precisato che la coscrizione forzata incontrerà l'opposizione non solo degli arabi cristiani, ma dalla società arabo nel suo complesso. "Già oggi molti giovani si mobilitano contro questa scelta : In definitiva,  una battaglia infuria sopra la coscienza e la memoria collettiva del nostro popolo e noi non resteremo in silenzio." In questo

Striscia di Gaza, la "terapia" del circo

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di Chiara Cruciati | 27 febbraio 2014 I ragazzi dei corsi di circo a Gaza City. (Gaza City) – Vuvu, Polly, Farfur, Suna, Pollypò, Bongo e Iuppidù camminano per la stanza. A coppie, uno di loro muove la mano destra, l’altro segue con il volto il movimento. A destra, a sinistra, sempre più in basso e poi di nuovo in alto. Si muovono con armonia, gli occhi fissi sulla mano che guida la danza. In una stanza di Gaza City, a pochi passi dal mare, si tiene un corso di formazione per clown. Anzi, per futuri formatori di clown. L’idea è venuta a due giovani palestinesi, Majed Kalloub e Ghassan Abunada, da anni clown di professione, giocolieri e artisti circensi. Dietro c’è un progetto nato nel marzo 2011: la prima scuola di circo nella Striscia di Gaza. «

PALESTINESE UCCISO DA SOLDATI ISRAELIANI, ACCUSE E RISCHI

Un giovane palestinese è rimasto ucciso durante un’operazione dell’esercito israeliano a Bir Zeit, a nord di Ramallah, in Cisgiordania. La notizia è stata confermata da fonti ufficiali palestinesi e israeliane, precisando che il corpo senza vita del 25enne Motazz Washaha è stato rinvenuto all’interno di una casa nella quale si era asserragliato. I militari israeliani hanno circondato l’abitazione e ordinato al giovane, sospettato di essere un terrorista, di arrendersi. Secondo la ricostruzione diffusa da fonti palestinesi, i soldati hanno esploso colpi d’arma da fuoco durante l’operazione per difendersi dalle pietre scagliate da un gruppo di giovani radunati attorno all’edificio. La vittima è stata indicata da testimoni locali come un esponente del Fronte popolare di liberazione della Palestina (Fplp). In un comunicato ufficiale l’Autorità nazionale palestinese (Anp) ha accusato Israele di aver “deliberatamente assassinato” Washaha, chiedendo alla comunità interna

L'Aipac vuole censurare questo video?

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sintesi personale Il gruppo contro la guerra CODEPINK afferma che la potente lobby israeliana AIPAC sta minacciando di citare in giudizio  questo clip video, una versione satirica di un video promozionale della conferenza politica dell'  AIPAC. "Il 25 febbraio, l'AIPAC  ha chiamato un membro dello staff CODEPINK minacciando azioni legali in risposta ad un video controverso che egli sostiene è stata fatta dal gruppo  ( comunicato stampa ) . Il video presenta riprese  reali dalle conferenze intervallate da immagini di violazioni israeliane dei diritti dei palestinesi  e da voci fuori campo di presunti  commentatori . Una delle voci  dichiara : "E 'emozionante vedere così tante persone insieme , si capisce  che a volte si devono violare i diritti umani degli altri, se si vuole prendere la loro terra." CODEPINK non conferma , ma il  co-fondatore del gruppo Medea Benjamin ha commentato: E 'assurdo che l'AIPAC  minacci azioni lega

Eravamo ad Al-Khalil e ci siamo ritrovati a Yarmouk

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Dal blog Dentro l'arabo di Claudia Avol Queste riflessioni sono nate in poche ore, quando il mio amico Edoardo Nannotti mi ha proposto di fare un piccolo intervento nella giornata dedicata all’iniziativa Open Shuhada Street : si celebra ogni 25 febbraio, in solidarietà con Al-Khalil (Hebron). Trovate tutto al link, cui non mi voglio sovrapporre visto il grande lavoro che fanno per l’iniziativa. “Ti va di parlare di Al-Khalil e di Israele, stasera? Ci telefoniamo ed intervieni.” Ma io, per parlare dei palestinesi, sentivo di dover parlare di Yarmouk, in Siria. Così questo è quanto, nei dodici minuti più significativi della mia vita, tra qualche linea di febbre e batticuore sono riuscita a dire grazie all’ associazione FucinAsud di Salice Salentino (LE) che mi ha coinvolta nell’ambito del loro bell’incontro pensato proprio per parlare di Open Shuhada Street . “Ci spostiamo a circa 230 km da Al-Khalil, per arrivare nel campo di cui Claudia vuole parlarci stasera”, ha