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Visualizzazione dei post da agosto, 2018

Ugo Tramballi : profughi , Bombay ,Martin Luther King

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PROFUGHI E MAGLIARI http://ugotramballi.blog.ilsole24ore.com/  I numeri dell’UNHCR, l’Agenzia Onu per i profughi, sono un dato statistico e matematico, non l’opinione di un circolo culturale liberal. I profughi solo 68,5 milioni, cioè l’1% della popolazione mondiale. Nella storia, da che si conta il problema con approssimazione scientifica, non ce ne sono mai stati così tanti. Di questi, 40milioni sono sfollati all’interno del loro stesso paese; 25,4 sono profughi e 3,1 milioni richiedenti asilo. Circa la metà dei profughi vengono solo da tre paesi: Siria (6,3 milioni), Afghanistan (2,6), Sud Sudan (2,4). L’Italia, compresi i buoni cattolici di Rocca di Papa, si è divisa per 130 eritrei. Ma la Giordania e l’Uganda ospitano più di un milione di profughi ciascuno. Facendo un calcolo sulla demografia nazionale però, il record è del Libano: i profughi sono il 25% della popolazione. E questo, secondo gli esperti, è il “punto di rottura” per la stabilità di un paese. Nel 20

Alberto Negri : l'Italia , la Libia, l'UE,la Cina

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 1  [L’analisi] L'Unione Europea non è la matrigna cattiva e noi non siamo Biancaneve L’italiano medio crede ormai fermamente che l’Unione europea sia la matrigna cattiva che gli propina ogni giorno una mela avvelenata. Ma questa è la favola di Biancaneve cui si aggrappano i nostri politici, certo non da oggi, per mascherare i loro fallimenti. Una versione della storia smentita anche dalla Corte dei Conti. Quanto ci costa davvero l'Unione europea? E soprattutto cosa c'è di vero nell'affermazione che l'Italia versa 20 miliardi l'anno al bilancio dell'Unione europea?  In realtà l'Unione spende in media circa 12 miliardi l'anno in Italia. Nel 2015, l'Unione europea ha speso da noi 12,3 miliardi e nel 2016 la cifra è stata di 11,6. Ma i versamenti dal ministero del Tesoro italiano al bilancio comunitario sono stati nel 2015 di 14,2 miliardi di euro e nel 2016 di 13,9 miliardi. I dazi doganali incassati per conto dell'Uni

Moni Ovadia Accusare di anti-semitismo chi critica la politica di Israele è un’infamia | Anna Polo intervista Moni Ovadia –

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serenoregis.org     Accusare di anti-semitismo chi critica la politica di Israele è un’infamia | Anna Polo intervista Moni Ovadia – Centro Studi…       Moni Ovadia, uomo di teatro e di cultura impegnato da tempo nella ricerca di una soluzione del conflitto israelo palestinese e per questo vincitore nel 2005 del Premio Colombe per la Pace; gli abbiamo chiesto la sua opinione sulle recenti vicende. Chi critica la politica di Israele e in particolare le violazioni dei diritti umani dei palestinesi viene spesso tacciato di anti-semitismo. Come si può a tuo parere sfatare questa accusa? Innanzitutto denunciandola per quello che è: un’infamia, una bieca propaganda per tappare la bocca degli uomini liberi, una viltà per impedire qualsiasi discorso sull’ingiustizia subita dal popolo palestinese e anche una forma di corto-circuito psicopatologico, di paranoia. E’ come se chi la formula vivesse nella Berlino del 1935 e non in un paese armato fino

A Idlib la posta in gioco è chi comanderà in Siria. E la battaglia è già iniziata (di U. De Giovannangeli)

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huffingtonpost.it       A Idlib la posta in gioco è chi comanderà in Siria. E la battaglia è già iniziata (di U. De Giovannangeli)       Le navi da guerra russe che supportano le forze lealiste siriane. La risposta americana. Oltre 2,5 milioni di civili che si preparano alla fuga. La battaglia di Idlib è iniziata. Le forze in campo sono enormi, senza precedenti neanche ad Aleppo e nella Ghouta orientale. I governativi hanno schierato fra i 100 e i 150 mila uomini, tra i quali i miliziani di Hezbollah, una volta e mezza il contingente che ad aprile spazzò via i ribelli alla periferia di Damasco. A Idlib si gioca il futuro della Siria . Ed è per questo che nessuno degli attori esterni che hanno internazionalizzato la guerra siriana, entrata nel suo ottavo anno, si prepara ad intervenire. Direttamente o per interposte milizie. La battaglia finale perché, eccezion fatta per

Né Ashkenaziti né Sefarditi: gli Ebrei italiani sono un mistero - JoiMag

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joimag.it Né Ashkenaziti né Sefarditi: gli Ebrei italiani sono un mistero - JoiMag Ashkenaziti, Sefarditi, Mizrahim, ma anche Bukhari, Falashà e Romanioti. Sono numerosissimi i gruppi che compongono la Diaspora ebraica. Tuttavia gli Ebrei italiani, gli Italkim, rappresentano un’eccezione unica e con una grande storia. Spesso si sente parlare di due categorie di Ebrei: Ashkenaziti e Sefarditi . Alcuni alludono anche a un terzo gruppo, i Mizrahim , per indicare gli Ebrei che vivevano in quei territori che oggi sono Iraq, Siria, Yemen, Iran, Georgia e Uzbekistan. Ma questa divisione in gruppi può risultare molto più complicata di quello che può sembrare a un primo sguardo. Ci sono tre modi di intendere la classificazione degli Ebrei; uno di questi si basa sulla geografia. Questo approccio applica l’etichetta “Ashkenazita” agli Ebrei che hanno gli antenati che provengono dal territorio che nella letteratura rabbinica medievale era chiamato