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Visualizzazione dei post da novembre, 2012

Gad Lerner : L’ebraismo italiano ora non si chiuda a riccio

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  Considerare gli organismi comunitari degli ebrei italiani come una mera appendice del governo israeliano è un errore che da tempo ne mortifica la potenzialità culturale e spirituale. Di nuovo ieri il presidente della Comunita’ di Roma, Riccardo Pacifici, ha protestato all’unisono con l’ambasciatore d’Israele contro la scelta governativa italiana di appoggiare il riconoscimento Onu dello Stato palestinese. Naturalmente la scelta di Monti (e Napolitano) e’ condivisa pienamente da molti ebrei italiani, compreso il sottoscritto, anche se la nostra voce trova scarso riconoscimento all’interno della Comunità. Siamo favorevoli a una pressione internazionale su Netanyahu perchè la sua chiusura alla trattativa con i palestinesi moderati a nostro parere danneggia gravemente Israele, oltre che metterlo dalla parte del torto. Perchè crediamo negli ideali di giustizia e guardiamo con preoccupazione a una destra israeliana che ignora il punto di vi

Qui, nella Striscia di Gaza, non moriremo in silenzio di Musa Abumarzuq

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  The Guardian 18.11.2012 http://www.guardian.co.uk/commentisfree/2012/nov/18/we-in-gaza-right-to-defend Qui nella Striscia di Gaza non moriremo in silenzio Se il mondo non difenderà i palestinesi contro Israele, noi avremo il diritto di difenderci, scrive il vice capo dell’ufficio politico di Hamas. di Musa Abumarzuq L'ultima aggressione israeliana sulla Striscia di Gaza ha spinto molti paesi europei e gli Stati Uniti a ribadire la loro posizione di costante supporto all'aggressore. William Hague, ministro degli esteri della Gran Bretagna, Cathy Ashton, l'Alto Rappresentante dell'UE per gli affari esteri, e Barack Obama, hanno sostenuto che i razzi di Hamas sono stati responsabili della crisi e che Israele ha il diritto di difendere i propri cittadini. Se avessero controllato i fatti, si sarebbero resi conto che è stato Israele ad iniziare gli attacchi. L'escalation è cominciata quando un incursione militare israeliana a Gaza, l'8 novembre, ha

Scontri in Cisgiordania e la rabbia per Gaza è diretta contro Abbas

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Scontri in Cisgiordania: la rabbia per Gaza è diretta contro Mahmoud Abbas Autorità Palestinese accusata di non aver preso iniziative e di cooperare con le forze di sicurezza israeliane contro i manifestanti di Rebecca Collard Nei nuovi scontri scoppiati domenica in Cisgiordania i giovani palestinesi hanno lanciato pietre contro i soldati israeliani che hanno risposto con gas lacrimogeni. Ma la rabbia in Cisgiordania non è diretta solo contro Israele: molti hanno anche dato la colpa all'Autorità palestinese per la mancata adozione di misure sull'offensiva di Gaza e per la cooperazione con le forze di sicurezza israeliane contro i manifestanti. Polizia dell’AP che cerca di impedire il lancio di pietre da parte di manifestanti contro una torretta dell’esercito di Israele all’ingresso principale di Bethlehem. Hazem Abu Helal è stato arrestato per avere partecipato ad una protesta al checkpoint di Bet El vicino a Ramallah dopo che diverse manifestanti donne eran

Intervista a Menachem Klein

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  Nena News 30.11.2012 http://nena-news.globalist.it/Detail_News_Display?ID=42734&typeb=0&Menachem-Klein-Netanyahu-e-isolato Menachem Klein: Netanyahu è isolato INTERVISTA I l premier ha minacciato e intimato, convinto che i paesi più importanti avrebbero messo nell'angolo Abu Mazen. Non è andata così e ora ne paga le conseguenze Gerusalemme, 30 novembre 2012, Nena News - Tanti sono rimasti sbigottiti quando Yigal Palmor, il portavoce del ministero degli esteri israeliano, ieri in tarda mattinata ha fatto sapere che Israele non attuerà rappresaglie economiche contro l'Autorità nazionale palestinese in risposta alla decisione di Abu Mazen di chiedere l'adesione all'ONU di uno Stato palestinese osservatore. Dopo i mesi, e soprattutto le ultime settimane, in cui i ministri del governo di destra guidato da Benyamin Netanyahu non hanno smesso per un attimo di minacciare ritorsioni, all'improvviso arriva un segnale di «moderazione». Vuoi veder

Domande e risposte a Noam Chomsky

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Di Noam Chomsky e David Samuels 26 novembre 2012 Lei è cresciuto in un ambito familiare che era pesantemente influenzato da Ahad Ha’am, [7] il padre del Sionismo culturale . Mio padre era un grande simpatizzante di Ahad Ha’am. Ogni venerdì sera, leggevamo l’ebraico insieme e spesso la lettura era costituita dai saggi di Ahad Ha’am. Era il personaggio fondatore di quello che  è stato chiamato sionismo culturale, intendendo  dire che ci dovrebbe essere una rinascita sionista in Israele, in Palestina che dovrebbe essere un centro culturale per il popolo ebraico. Scriveva in ebraico, il che era insolito, perché allora l’ebraico era la lingua della preghiera e della Bibbia. Considerava gli Ebrei principalmente come una comunità della Diaspora  che aveva necessità di un centro culturale che avesse una presenza fisica, ma era ben disposto verso i palestinesi. Infatti scrisse dei saggi molto aspri dopo una visita in Palestina, nei quali criticava il modo in cui i n

SI allo Stato palestinese come osservatore: 138 si - 9 No 41 astensione

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La Palestina è stata riconosciuta dall'Assemblea Generale dell'Onu Stato osservatore permanente: 138 sì, 9 contrari, 41 astenuti.   Articolo 2 Gad Lerner  : Condivido la scelta del governo italiano di votare a favore dello Stato palestinese all'Onu. Netanyahu va posto di fronte ai suoi errori 3 Hanno votato contro:  The "no" votes: US, Israel, Panama, Palau, Canada, Marshall Islands, Nauru, Czech Republic, Micronesia. 4   ­The UN General Assembly is discussing the Palestinian Authority’s bid for non-member observer status. The Palestinian leader, President Mahmoud Abbas, will voice an official request for the status upgrade, followed by a debate and vote. Many nations, including France, Spain, China, and Russia have pledged to uphold the request. Opponents of the upgrade include the US, Israel and some other countries.

Uno dei grandi combattenti della sinistra israeliana vuole la pace. E la Knesset?

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Uno dei grandi combattenti della sinistra israeliana vuole la pace. E la Knesset? Robert Fisk – 28 novembre 2012 Il vecchio Uri Avnery ha 89 anni ma è ancora un combattente. In realtà il famoso scrittore è ancora uno dei grandi combattenti della sinistra israeliana, che ancora reclama la pace con i palestinesi, la pace con Hamas e uno stato palestinese entro i vecchi confine del 1967, chilometro più, chilometro meno. Egli crede ancora che Israele possa ottenere la pace domani o la settimana prossima. Se solo Netanyahu lo volesse. “La disgrazia di essere un ottimista incorreggibile” è come egli descrive la sua condizione difficile. O forse un illusionista? E’ ancora lo stesso personaggio in cui mi sono imbattuto la prima volta trent’anni or sono, mentre giocava a scacchi con Arafat tra le rovine di Beirut. Ora con i capelli e la barba bianchi, a ruggire le sue parole – un pochettino sordo al giorno d’oggi – con la stessa rabbia e lo stesso senso dell’umorismo di s

La sofferenza di Sderot di Robert Fisk

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 Pensavo di aver trovato il villaggio di Huj in questo fine settimana, ma il cartello stradale diceva “Sederot”. Il mondo lo conosce come Sderot, la città israeliana dove cadono i razzi di Hamas. Persino Barack Obama è stato qui. Ma Huj ha molto a che vedere con questa piccola storia. Secondo i calcoli sulla mappa, si trova, da lungo tempo distrutto, nei campi che si estendono da uno sciatto centro ricreativo in prossimità dell’ingresso a Sderot, una serie di ville dimesse su un piccolo anello stradale dove i bambini israeliani giocano nel pomeriggio dello Shabat [sabato]. Gli abitanti di Huj erano tutti palestinesi arabi mussulmani e, ironia delle ironie, andavano molto d’accordo con gli ebrei della Palestina. Dobbiamo essere grati allo storico israeliano Benny Morris per aver scoperto la loro storia, che è tanto tetra quanto è piena di dolore. Il giorno del fato di Huj si presentò il 31 maggio 1948, quanto il settimo battaglione della brigata israeliana Negev,

Combattenti per la pace – Newsletter N. 1

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Combattenti per la pace – Newsletter N. 1 Redazione 28 novembre 2012 1 Combattenti per la pace – Newsletter N. 1 di Combatants for Peace – ottobre/novembre 2012 Homepage della newsletter in parte riadattata. Chi siamo? Il movimento dei ‘Combattenti per la Pace’ (Combatants for Peace) è stato fondato congiuntamente da palestinesi e israeliani che hanno preso parte attiva al ciclo della violenza, gli israeliani da soldati dell’esercito israeliano (IDF) e i palestinesi prendendo parte alla lotta violenta per la libertà palestinese. Dopo aver impugnato le armi per così tanti anni ed essendoci visti reciprocamente unicamente attraverso il mirino di un’arma, abbiamo deciso di riporre le nostre armi e di combattere per la pace. Cessate il fuoco! Manifestazione bi-nazionale per la cessazione di tutte le ostilità a Gaza e nel Sud di Israele “Per ricordare costantemente le parole del poeta Yehuda Amic