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Visualizzazione dei post da aprile, 2011
Gideon Levy :il regno distruttivo di Avigdor Lieberman
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1 Sintesi personale Dimenticate i sospetti contro di lui, dimenticare che egli è stato condannato per aver aggredito un bambino; abbiamo a che fare con un mediocre, un politico distruttivo . E' vero che terrorizza il primo ministro ed è famoso in tutto il mondo. Ma il bilancio reale del suo lavoro è molto meno impressionante dell' immagine costruita per lui dai suoi sostenitori e soprattutto dai suoi avversari.Egli può solo cavalcare il populismo, incitare e fomentare l'ostilità dei deboli contro i più deboli. E 'un inarticolato politico che non ha mai fatto un discorso impressionante, che non ha realizzato nulla con il suo nome, eppure è visto come un ministro di successo. A noi piacciono i politici "teppisti belligeranti", gli "uomini forti" ,Lieberman. dice ciò che la maggior parte di noi pensa. Avremo sempre un'alta considerazione di lui perchè noi siamo Lieberman The destructive reign of Avigdor Lieberman - Haaretz Daily
Carlo Strenger : la riconciliazione palestinese e Israele
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Sintesi personale la posizione di Israele finora è sempre stata che Hamas non può essere partner di accordi di pace.Questa è una visione decisamente miope: Hamas è parte del tessuto della società palestinese e sperare che sparisca è del tutto irrealistico .La storia dimostra che tutti i processi di pace includono i partiti radicali come è avvenuto nell'Irlanda del Nord per l'IRA. Naturalmente il riavvicinamento tra Fatah e Hamas solleva gravi interrogativi. Abbas e Fayyad hanno utilizzato la loro attuale posizione di forza per costringere Hamas ad attraversare il Rubicone: riconoscere il diritto di Israele ad esistere e rinunciare al terrorismo?E 'da sperare che Fatah abbia dato indicazioni chiare per un tale cambiamento. Abbas e Fayyad sicuramente sono consapevoli che, se Hamas non cambia la sua politica ufficiale nel prossimo futuro, Fatah può mettere in pericolo il più grande successo fino ad ora raggiunto : il riconoscimento delle Nazioni Unite di uno St
Hamas e il riconoscimento di Israele entro i confini del 1967 :articoli
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1 Stampa israeliana: Hamas pronta a riconoscere Israele Lo rivela il Jerusalem Post, citando fonti del movimento islamico in CisgiordaniaSe la notizia venisse confermata dai fatti, sarebbe una svolta epocale. Aziz Dwaik, presidente dell'Assemblea Legislativa palestinese e leader di Hamas in Cisgiordania si sarebbe pronunciato a nome del partito islamista per il riconoscimento d'Israele.Lo scrive oggi il quotidiano israeliano Jerusalem Post, secondo cui Dwaik si sarebbe espresso a favore del cambiamento sostanziale dello statuto di Hamas, nel quale si prospetta la distruzione 'dell'entità sionista' come fine dell'attività del movimento. La dichiarazione, secondo le fonti del giornale israeliano, sarebbe stata rilasciata da Dwaik al miliardario britannico David Martin Abrahms, intimo amico del ministro degli Esteri britannico David Milliband, in un incontro avvenuto ieri nella città di Hebron, in Cisgiordania. Abrahms, senza alcun mandato ufficiale, ha in
Moni Ovadia : la solidarietà parolaia. Gli insulti a Paola Concia e a Ricarda Trautman
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La deputata del PD Paola Concia e la sua compagna Ricarda Trautman, mercoledì scorso sono state aggredite da un omofobo nazifascista che le ha apostrofate con la violenza di queste parole: «Lesbiche di merda, ai forni crematori vi dovrebbero mandare (...) fate schifo!». Immediatamente sono arrivati a Paola Concia, attestati di solidarietà bipartisan. La ministra alle pari opportunità signora Carfagna ha detto: «Chiedo scusa a Paola Concia, a nome degli italiani perbene e del governo, per le offese ricevute». Il sindaco della capitale, Alemanno ha stigmatizzato l'ignobile aggressione così: «L’imbecillità umana non sembra avere limiti. Dalla città di Roma la più ferma condanna a queste espressioni troglodite». Ma che belle parole! Che nobili sentimenti. Non so se il polimorfo premier Berlusconi abbia commentato, magari privatamente: « La lesbica che c'è in me, freme per l'indignazione!». Peccato che nel nostro paese, al di là della solidarietà parolaia, la verità dei fatti,
Amira Hass : Suheil torna a Gaza
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All’inizio non ho riconosciuto il ragazzo che mi salutava nell’affollata piazza El Manara. Poi mi sono accorta che si era tagliato i lunghi capelli ricci. Insieme a lui c’era un altro ragazzo, anche lui di Gaza. “Indovina dove me ne vado?”, mi ha chiesto Suheil con un sorriso a trentadue denti. “A Gaza”.Sei anni fa, quando aveva 18 anni, Suheil ha ottenuto un permesso israeliano per attraversare i 70 chilometri che separano la Striscia di Gaza dalla Cisgiordania. Qui ha terminato gli studi all’università di Bir Zeit e poi ha trovato un lavoro, ma non è mai diventato uno “in regola” Come sanno bene i miei lettori più fedeli, Israele ha progressivamente separato la società di Gaza da quella della Cisgiordania. Tra le altre cose, il governo israeliano ha negato alle autorità palestinesi il diritto, garantito dagli accordi di Oslo, di autorizzare i cambi di residenza tra Gaza e Cisgiordania. Inoltre, ha introdotto un “permesso di soggiorno”, difficile da ottenere, per i cittadini d
Aluf Benn :il "negazionismo" di Abu Mazen e gli sforzi di Netanyahu per perdere tempo
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Sintesi personale Netanyahu è forte, nessuno sta minacciando il suo potere. Ogni tanto è gravato da una crisi, come il raid flottiglia,un congelamento qui, qualche costruzione di insediamenti lì, il tempo passa senza che conceda un pollice alla Cisgiordania. Le loro dichiarazioni ricordano la linea ufficiale dei governi di Golda Meir e Abba Eban:gli insediamenti non sono la causa del conflitto, i palestinesi istigano e sostengono il terrorismo, Israele lotta contro "una campagna di delegittimazione", che mira a smantellare lo stato e inviare gli ebrei in Polonia e in Marocco.La scorsa settimana Lieberman ha mostrato ai giornalisti una copia della tesi di dottorato del presidente dell'Autorità palestinese Mahmoud Abbas 'dove cercava di mimetizzare la portata della Shoah. Lieberman ha scagliato il libro sul tavolo, dicendo che il lavoro di Abbas 'paragonava il sionismo al nazismo. Tale persona, Lieberman ha urlato, non può essere un partner per colloqui
Comunità Cattolica di Gaza: le parole del Parroco in memoria di ViK
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DON HERNANDEZ (PARROCO), “ARRIGONI MOLTO ATTACCATO A QUESTA TERRA” “Un uomo profondamente attaccato a questa terra e alla sua gente, impegnato a difenderne i diritti e la dignità”: con queste parole il parroco della Striscia di Gaza, padre Jorge Hernandez, ricorda la figura di Vittorio Arrigoni, il volontario, attivista e giornalista, assassinato la scorsa settimana nella Striscia e del quale oggi si è celebrata la memoria prima del rientro della salma in Italia. “Conoscevo Vittorio – dice al SIR il parroco – lo avevo incontrato alcune volte, l’ultima verso Natale dello scorso anno, era venuto a trovarci in parrocchia. Avevamo parlato delle sue lotte per il popolo e lo avevo invitato ad essere sempre prudente. Quando è stato ritrovato il corpo sono andato in ospedale e ho pregato per lui”. (segue) 12:01 - GAZA: DON HERNANDEZ (PARROCO), “ARRIGONI MOLTO ATTACCATO A QUESTA TERRA” (2) Per padre Hernandez “le enormi manifestazioni di affetto degli abitanti di Gaza” per Arr
Miryam Marino :Risposta alle dichiarazioni di Vendola
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E' fin troppo facile rispondere alle dichiarazioni allucinanti che tu caro Vendola che saresti un politico di sinistra, hai rilasciato incontrando l'ambasciatore di quel paese razzista e di apartheid che è Israele. E' di tutta evidenza che esprimi egregiamente quel crollo di valori di giustizia, umanità, libertà che investe i partiti di sinistra, così ci rendiamo conto che abbiamo veramente bisogno di un Egitto come ci augurava Omar Barghuti e di ricominciare a ricostruire, senza di voi, una vera sinistra giacchè persone come te possono essere semmai definite "sinistre" non di sinistra. Ma entiamo nel merito delle tue dichiarazioni: La prima cosa che salta agli occhi è che ti sei arruolato nella campagna mediatica sionista in preparazione a Torino per presentare Israele come un paese normale, anzi, come diresti tu all'avanguardia nelle più lodevoli iniziative. Cito le tue parole "Un paese che ha trasformato aree desertiche in luoghi produttivi
Abdullah Gul :La pace mancante nella rivoluzione araba : il conflitto israeliano-palestinese
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L’ondata di insurrezioni in Medio Oriente e Nord Africa è di portata storica pari a quella delle rivoluzioni del 1848 e del 1989 in Europa. I popoli della regione, senza eccezione, non si sono ribellati solo in nome di valori universali, ma anche per riconquistare l’orgoglio nazionale e la loro dignità, per lungo tempo repressi. Ma che queste insurrezioni conducano alla democrazia e alla pace, piuttosto che alla tirannia e al conflitto, dipenderà dalla capacità di mettere a punto un duraturo accordo di pace israelo-palestinese nella cornice di una più ampia pace arabo-israeliana.La situazione dei palestinesi è stata la principale causa di disordini e conflitti nella regione, e viene utilizzata come pretesto per l’estremismo in altri angoli del mondo. Israele, più di qualsiasi altro paese, dovrà adattarsi al nuovo clima politico nella regione. Ma non deve temere; la nascita di atri regimi democratici nella regione intorno a Israele rappresenta un’assicurazione perfetta per la s
Egidia Beretta Arrigoni, “Vittorio non è mai stato così vivo”
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Bisogna morire per diventare un eroe, per avere la prima pagina dei giornali, per avere le tv fuori di casa, bisogna morire per restare umani? Mi torna alla mente il Vittorio del Natale 2005, imprigionato nel carcere dell’aeroporto Ben Gurion, le cicatrici dei manettoni che gli hanno segato i polsi, i contatti negati con il consolato, il processo farsa. E la Pasqua dello stesso anno quando, alla frontiera giordana subito dopo il ponte di Allenby, la polizia israeliana lo bloccò per impedirgli di entrare in Israele , lo caricò su un bus e in sette, una era una poliziotta, lo picchiarono “con arte”, senza lasciare segni esteriori, da veri professionisti qual sono, scaraventandolo poi a terra e lanciandogli sul viso, come ultimo sfregio, i capelli strappatagli con i loro potenti anfibi. Vittorio era un indesiderato in Israele . Troppo sovversivo, per aver manifestato con l’amico Gabriele l’anno prima con le donne e gli uomini nel villaggio di Budrus contro il muro della vergogna, in
C'ERA UNA VOLTA UN RAGAZZO DI NOME VITTORIO ARRIGONI da Ashraf Al Shakah
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Caro Federico, figlio mio, c’era una volta un ragazzo di nome Vittorio Arrigoni, il cui spirito - nato nel Nord Italia a Besana in Brianza - vagava tra Napoli e Haifa, finché ha scelto di vivere a Gaza da dove ci ha lasciato. Vittorio ha scelto di vivere nel mezzo della tragedia. I teneri corpi martoriati dalle nuove tecnologie delle armi di “difesa” - dalle bombe a grappolo e al fosforo oltre ai tradizionali strumenti di morte - questi corpi salivano al cielo, forse terrorizzati da questa prematura partenza ma rassicurati, perché i loro cuori - come quello di Vittorio – hanno scelto di portare la fiaccola dell’amore nella Striscia. La maggior parte dei suoi abitanti è stata sradicata dagli aranceti, dai villaggi e dai paesi, la sua gente è stata schiacciata in un limbo, in attesa di vivere l’inferno, l’inferno dell’assedio e dell’occupazione dei fratelli e dei vicini. Vittorio si recava con i contadini nei campi al limite delle zone di confine; fiero, Vittorio offriva il