Comunità Cattolica di Gaza: le parole del Parroco in memoria di ViK


      DON HERNANDEZ (PARROCO), “ARRIGONI MOLTO ATTACCATO A QUESTA TERRA” 
“Un uomo profondamente attaccato a questa terra e alla sua gente, impegnato a difenderne i diritti e la dignità”: con queste parole il parroco della Striscia di Gaza, padre Jorge Hernandez, ricorda la figura di Vittorio Arrigoni, il volontario, attivista e giornalista, assassinato la scorsa settimana nella Striscia e del quale oggi si è celebrata la memoria prima del rientro della salma in Italia. “Conoscevo Vittorio – dice al SIR il parroco – lo avevo incontrato alcune volte, l’ultima verso Natale dello scorso anno, era venuto a trovarci in parrocchia. Avevamo parlato delle sue lotte per il popolo e lo avevo invitato ad essere sempre prudente. Quando è stato ritrovato il corpo sono andato in ospedale e ho pregato per lui”. (segue)
12:01 - GAZA: DON HERNANDEZ (PARROCO), “ARRIGONI MOLTO ATTACCATO A QUESTA TERRA” (2) 
Per padre Hernandez “le enormi manifestazioni di affetto degli abitanti di Gaza” per Arrigoni sono “il giusto riconoscimento alla sua azione per la difesa dei loro diritti e per l’amore che nutriva per questa gente”. Dopo il rapimento e l’uccisione di Arrigoni, prosegue il parroco,“non ci sono più cooperanti nella Striscia adesso, o almeno ne sono rimasti veramente pochi. Anche un’organizzazione come Medici senza frontiere ha richiamato il suo personale straniero. Agli stranieri presenti a Gaza è stato concesso di uscire con facilità anche sabato che le frontiere sono chiuse. Per quanto ci riguarda abbiamo scelto di continuare il nostro lavoro qui, nelle scuole, ma con molta prudenza e accortezza, evitando, per esempio, di uscire alla sera”. “La situazione sociale ed economica a Gaza resta drammatica, come ho avuto modo di dire altre volte, viviamo in una prigione a cielo aperto con tutti i rischi che questa comporta. Non ci sono miglioramenti. I confini sono sigillati. Si continua a sparare e in questi ultimi giorni i colpi sono arrivati molto vicino alle nostre abitazioni. Tuttavia – conclude – dobbiamo sperare e lavorare per un futuro migliore, come ci insegna la prossima Pasqua”.

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