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Visualizzazione dei post da agosto, 2012

Giorgio Bernardelli :I limoni che non coglieremo più

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Ci sono notizie che fotografano da sole una situazione molto meglio di mille parole. Ed è quanto mi è venuto in mente leggendo che chiude il sito bitterlemons.org . Per chi segue questa rubrica si tratta di una vecchia conoscenza: spesso infatti abbiamo rilanciato articoli provenienti da questa esperienza del tutto unica. Bitterlemons  era infatti la versione  on line  del cosiddetto  Track II , il «percorso parallelo», quei contatti informali tra esponenti della società civile, analisti, persino esperti di questioni militari israeliani e palestinesi che hanno sempre fatto da apripista ai negoziati politici veri e propri. Non ci sarebbe stato il processo di pace di Oslo, negli anni Novanta, se non fosse stato a lungo preparato dai contatti sviluppati attraverso il  Track II . E proprio dopo il fallimento di quel negoziato nacque il sito  Bitterlemons : a volerlo furono due figure che avevano vissuto da protagonisti quella stagione, l’analista di studi strategici israelian

Siria.L’altra verità di Daraya la città dell’ultimo massacro

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Uno scambio di prigionieri si è trasformato in una strage con almeno 245 vittime tra cui molte donne e bimbi È quanto alcuni testimoni hanno raccontato al primo inviato occidentale giunto in uno dei luoghi simbolo della rivolta di Robert Fisk DARAYA. La città del massacro, è un luogo di spettri e domande, che ieri riecheggiava dei boati dei mortai e dei crepitii delle armi da fuoco, con i pochi abitanti ritornati che parlavano di morti, aggressioni,  “ terroristi ”  stranieri, e con il suo cimitero di carneficine infestato dai cecchini. Le donne e gli uomini con cui ho potuto parlare, due dei quali avevano perso dei congiunti nel giorno dell ’ infamia a Daraya, cinque giorni fa, hanno raccontato una storia diversa da quella che si sente ripetere in tutto il mondo, il racconto di una cattura di  ostaggi da parte dell ’ Esercito libero siriano e di frenetiche trattative per uno scambio di prigionieri fra gli oppositori armati del regime e l ’ esercito siriano, prima che le forze le

Amira Hass :Comunità immaginaria

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Comunità immaginaria Se non fossi così timida mi sarei alzata dal tavolino, avrei attraversato la veranda dell’hotel Voramar di Benicassim, in Spagna, e sarei andata dal musicista spagnolo Paco Ibáñez a dirgli che, quand’ero adolescente, associavo la sua chitarra e la sua voce a un’immaginaria comunità di ribelli decisi a cambiare il mondo. “Immaginaria” non si riferisce alla potenza delle sue parole e della sua musica, ma al fatto che questa comunità affollava i miei pensieri, i miei libri e i miei dischi. “Immaginaria” non significa “irreale”: è solo una creazione di spazi diversi da quelli convenzionali. “Immaginari” e allo stesso tempo reali sono lo spazio e la comunità creati dal festival reggae Rototom Sunsplash (che è il motivo per cui mi trovo in Spagna). Nato in Italia, dal 2010 il Rototom si svolge in esilio a Benicassim perché la sua festa multietnica e multiculturale non era gradita alle autorità italiane. Forse nella memoria spagnola la dittatura fascista è un ric

Campagna Al Mufaqarah R-Exist

Al Mufaqarah R-esiste - Supporta questa comunità nella sua lotta legittima per continuare a vivere nella sua terra … Il 19 maggio i palestinesi, attivisti israeliani ed internazionali hanno partecipato al lancio della campagna promossa dalla Comunità di Al Mufaqarah e sostenuta dal Comitato di Coordinamento di Lotta Popolare (PSCC) costruendo la prima delle quindici case destinate alla comunità. Per maggiori informazioni sulla campagna (articolo in inglese) http://www.assopacepalestina.org/2012/05/al-mufaqarah-r-esiste/almufaqarah-r-exist_campaign-5/ Sito della Campagna http://almufaqarah.wordpress.com/ Come supportare la campagna Fai una donazione! Video Video sulla lotta del villaggio di Am Mufaqarah Pagina Facebook https://www.facebook.com/events/461757690507746/ Articoli Articolo di una partecipante al viaggio di Aprile 2012 http://www.assopacepalestina.org/2012/06/al-mufaqarah-r-exist/

Bradley Burston :Netanyahu, prima di bombardare l'Iran, dì addio a tutti

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    Netanyahu, prima di bombardare l'Iran, dì addio a tutti Quando la guerra sarà in corso, non importa perché tu abbia insistito nell'arrivare a questo, se si trattava di un bluff che è diventato una guerra, o del tragico desiderio di ottenere un posto nella storia. di Bradley Burston  Al centro commerciale locale, quando ho preso un numero per ricevere il kit di protezione individuale contro le armi di distruzione di massa, dalle dimensioni di una scatola da scarpe, mi sono ritrovato a pensare agli addii. E a Benjamin Netanyahu.                 Il primo ministro Benjamin Netanyahu presiede la riunione settimanale del gabinetto il 12 agosto 2012. Con un attacco retorico, Netanyahu afferma che la minaccia da parte dell'Iran fa sembrare insignificanti tutte le altre. Foto di AP Mi sono ritrovato a pensare alla guerra con l'Iran, la guerra che, se inizierà presto, sarà la guerra di Netanyahu. Mi sono trovato a rapportarmi in modo diverso con tutti quelli che incon

Palestina. Un giorno di 'ordinarie demolizioni' a sud di Hebron

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L'esercito israeliano demolisce i villaggi palestinesi di Susiya e Khirbet Zanuta, mentre il Comitato di Resistenza Popolare organizza una manifestazione nonviolenta in ricordo di Rachel Corrie, in occasione della sentenza sulla sua uccisione. Ecco la denuncia di Operazione Colomba*.  La mattina del 28 agosto 2012, l'esercito israeliano demoliva gran parte del villaggio palestinese di Khirbet Zanuta e tre tende nel villaggio palestinese di Susiya. A pochi kilometri di distanza una manifestazione pacifica organizzata dal Comitato di resistenza popolare delle colline a sud di Hebron protestava contro le politiche israeliane di demolizione e ricordava Rachel Corrie, in occasione della sentenza sulla sua uccisione nel marzo 2003. Intorno alle 7.20 del mattino, un bulldozer e una ruspa, scortati da numerosi mezzi dell'esercito, della Border Police e del District coordination office (la branca dell'esercito israeliano che sovrintende all'amministrazione dei

Vertice dei Non-Allineati: il messaggio dell'Iran

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Marina Forti  Vertice dei Non-Allineati: il messaggio dell'Iran Roma, 30 agosto 2012, Nena News - Il segretario generale delle Nazioni unite, Ban Ki-moon, è arrivato ieri nella capitale iraniana Tehran, e come lui decine di capi di stato e di governo: oggi e domani prenderanno parte alla fase conclusiva del vertice dei 120 paesi aderenti al Movimento dei Non Allineati. «L'Iran ha un ruolo molto importante da svolgere nella regione in particolare per ciò che riguarda la situazione in Siria», ha detto Ban Ki-moon arrivando: «ne discuterò con il Leader supremo \ e con il presidente». Un bel riconoscimento al paese ospite. Ma già il fatto stesso che il vertice si sia tenuto a Tehran e che il segretario dell'Onu ci sia andato nonostante la forte pressione di Israele e degli Stati uniti a non mettervi piede, è una indubbia vittoria diplomatica per l'Iran: un punto a favore nella sua battaglia per riconquistare legittimità internazionale e spazio politico, e dimostrare

Dario Calimani :L’odio di sé

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E adesso si teorizza anche su Moked, con mirata selezione di casistica, l’odio ebraico di sé. La cosa suscita un qualche fastidio in chi non condivide le sue idee e comincia a farsi imbarazzante. Oltretutto, come in una raccolta di figurine, qualche ebreo storicamente vergognoso di sé viene accostato a semplici ebrei critici, magari anche pesantemente critici. Il quadro fa una certa impressione, perché tende a dimostrare che qualsiasi ebreo si opponga alle idee ‘giuste’ di un altro ebreo (che funge da pietra di paragone e modello di perfezione) o si opponga a un certo ‘sistema’ ebraico è di fatto un ebreo che odia se stesso, e non un ebreo che la pensa diversamente o che vuol essere ebreo in modo diverso. Lo sforzo teorizzante sottende la volontà di dimostrare che o si è con Israele ‘senza se e senza ma’ oppure si è odiatori di sé e impliciti traditori della causa ebraica (ne ha scritto Sergio Della Pergola qualche tempo fa su queste pagine – ‘hasbarah’.) È una posizione che suon

ONU: Gaza non "vivibile" entro il 2020, salvo interventi urgenti

Ma’an News 28.082012 http://www.maannews.net/eng/ViewDetails.aspx?ID=514949 Nazioni Unite: Gaza non “vivibile” entro il 2020, salvo interventi urgenti   di Nidal al-Mughrabi   Gaza City (Reuters) – Dal 2020, Gaza non sarà più “vivibile” a meno di interventi urgenti adottati per migliorare l’approvvigionamento idrico, la sanità, l’attività scolastica, ha affermato, lunedì, il rapporto estremamente dettagliato sulla enclave palestinese delle Nazioni Unite. CONTINUA  QUI ONU: Gaza non “vivibile” entro il 2020, salvo interventi urgenti                         

La Siria divide la sinistra araba.

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L'articolo è qui, fin quanto non si stabilizza questo blog  a causa di una formattazione"impazzita" La Siria    divide la sinistra araba

Al Walaje: "Non accettiamo contrattazioni. Restiamo!"

Nena News 27.08.2012 http://nena-news.globalist.it/Detail_News_Display?ID=33044&typeb=0&Al-Walaje--Non-accettiamo-contrattazioni-Restiamo- Al Walaje: "Non accettiamo contrattazioni. Restiamo" Omar Hajajleh del villaggio di Al Walaje vuole restare ad ogni costo sulla sua terra. Un esempio della lotta contro la costruzione del Muro. di Ika Dano Beit Sahour, 27 Agosto 2012, Nena News - "Vendere la mia casa sarebbe come vendere la mia terra, la mia casa è solo un simbolo della Palestina". Omar Hajajlah lo dice con una semplicità disarmante, con un ovvietà che ai visitatori italiani venuti nel villaggio di Al Walaje per capirne gli ultimi sviluppi pare incomprensibile. Omar abita in una casa rimasta fuori dal tracciato del Muro di Separazione che le autorità israeliane hanno pianificato per circondare Al Walaje, villaggio a ovest di Betlemme. Dopo aver rifiutato di abbandonare la propria casa, nel 2010, l'Alta Corte israeliana ha emesso una sentenza in

Gideon Levy :Imparare dalla Mafia

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Imparare dalla mafia   Israele non è la mafia; è legittimato e la mafia non lo è. Comunque vale la pena dare una rapida occhiata alla storia delle famiglie criminali americane, ai film sulla mafia e al classico comportamento mafioso anche solo come esercizio intellettuale     Imparare dalla Mafia

israele, la violenza dei coloni è "terrorismo": lo dicono gli Stati Uniti

Mentre l’attenzione dell'opinione pubblica israeliana è rivolta al possibile attacco all’Iran e la comunità internazionale è concentrata sulla Siria, nei Territori Occupati continua una guerra lontana dai riflettori. Gli attacchi dei coloni, protetti dalle IDF, si protraggono senza sosta. Una violenza dilagante che anche gli Stati Uniti cominciano a chiamare "terrorismo". Israele, la violenza dei coloni è "terrorismo": lo dicono gli Stati Uniti  di Stefano Nanni Soltanto negli ultimi dieci giorni, in Cisgiordania si contano almeno otto episodi di violenza condotti da coloni a danno dei palestinesi. L’esercito israeliano è presente e non interviene, e la vicenda termina con l'arresto o il fermo dei palestinesi coinvolti.   UNA SETTIMANA DI ORDINARIA VIOLENZA Domenica  12 agosto , alcuni coloni provenienti dall’avamposto di Migron hanno attaccato delle automobili guidate da palestinesi, lanciando delle pietre. Secondo l’Alternative Infor