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Antonio de Lellis : Quando visiti la Palestina

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  il muro Q uando visiti la Palestina il muro ti entra dentro. Vivi un istante di dramma inconsolabile, di una ingiustizia tagliente, di una speranza attiva.   Vivi nel racconto carico di forza di chi sta soffrendo, nel sorriso acceso delle donne, negli occhi neri e profondi dei bambini e delle bambine, nella simpatia di chi lotta. Vivi l’accoglienza di un popolo fiero e antico, di uno sguardo stanco e mai arreso, nell’operositá di donne colme di dignità. Quando visiti la Palestina il muro ti entra dentro.  Vivi la lotta nonviolenta nell’orgoglio di generazioni che guardano al cielo, che hanno mani ruvide e del colore rossastro della terra, perseveranti come la roccia, ovunque presente, come il vento che ti frusta il volto. Vivi la sprezzante presunzione di chi occupa la terra, condizionando il giorno e la notte nella umiliazione e nel sangue. Vivi lo stato di occupazione, i militari dappertutto , le assurde costruzioni di coloni aggressivi e potenti. Quando visiti la Pal...

Luca Balduzzi Una famiglia, un muro

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  Tag   il muro Fuori concorso alla 77.ma Mostra del cinema di Venezia il primo lungometraggio del regista palestinese Ameen Nayfeh. Un'opera sulle barriere fisiche e psicologiche imposte alla sua gente nella terra in cui è nata. I duecento metri che danno il titolo al lungometraggio d’esordio del regista palestinese Ameen Nayfeh – presentato alla settantasettesima Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, nel cartellone delle Giornate degli autori – sono quelli che separano la casa in cui abitano Mustafa e sua madre da quella in cui vivono sua moglie Salwa e i loro tre bambini. Questi duecento metri, però, dividono anche la Cisgiordania da Israele, e sono dominati dal muro che gli israeliani hanno costruito per separarsi dai palestinesi. Mustafa può attraversare quel muro esclusivamente quando ha la fortuna di trovare un lavoro e di ricevere, di conseguenza, un permesso di transito. Ma non è assolutamente detto che i documenti in regola siano sufficienti. ...

La barriera di separazione è un'illusione - e Israele lo sa di Meron Rapoport e Oren Ziv

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articolo qui  sintesi personale  Ogni israeliano ebreo ,che si reca nelle aree controllate dai palestinesi della Cisgiordania e incontra i soldati in uscita ,conosce la loro domanda scioccata.   "Cosa facevi  lì, a Ramallah ?!"   , come se se si fosse  appena tornati da una terra selvaggia, come se si fosse usciti  vivi dall'inferno stesso. La barrie ra di separazione, un tratto di muro di cemento e recinzioni metalliche che Israele ha iniziato a costruire negli anni 2000 durante la Seconda Intifada, ha contribuito notevolmente a questa percezione, condivisa dalla maggior parte degli ebrei israeliani.   Come se la barriera riuscisse a separare gli israeliani dai palestinesi, noi qua e loro là, oltre le montagne dell'oscurità.   Come se la barriera "funzionasse". Le decine di migliaia di palestinesi che sono   entrati   liberamente   in Israele attraverso le recenti brecce nella barriera, in molti casi sotto gli occhi attenti de...

il presepe di Bansky a Betlemme.

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Banksy, tra gli artisti contemporanei più famosi e apprezzati al mondo, ha realizzato un presepe nel suo piccolo albergo a Betlemme, in Palestina. L’albergo, che si chiama Walled Off Hotel, esiste da quasi tre anni e raccoglie al suo interno diverse opere dell’artista. La nuova scena della natività mostra Gesù bambino, Maria, Giuseppe, il bue e l’asinello davanti a un muro di cemento, che ricorda quello fatto erigere dal governo di Israele per isolare la Cisgiordania dal resto del territorio israeliano. Nel muro c’è una breccia – che simboleggia la cometa che annunciò la nascita di Gesù – prodotta da un lancio di mortaio. Sul muro sono anche riportati alcuni graffiti con le scritte “Love” e “Paix”. il muro La scena di una mangiatoia, posta davanti a blocchi di cemento, la stella cometa è un colpo di mortaio Informazioni su questo sito web AVVENIRE.IT La foto. Il presepe di Banksy a Betlemme che fa riflettere