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Visualizzazione dei post da febbraio, 2011

L'IDF uccide un operaio palestinese nel Nord di Gaza

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   Un operaio palestinese è stato ucciso e un altro ferito dai colpi dell'esercito israeliano nella striscia di Gaza, lungo la frontiera con Israele. Lo hanno indicato fonti sanitarie palestinesi. "Un operaio palestinese che raccoglieva ghiaia ha trovato il martirio dopo essere stato raggiunto dalle pallottole dalle forze di occupazione israeliane", a nord di Beit Lahiya, vicino alla barriera di sicurezza che separa Israele dal territorio palestinese, ha dichiarato il portavoce dei servizi sanitari a Gaza. "L'esercito israeliano ha autorizzato un'ambulanza (palestinese) a recuperare il corpo  che è stato trasportato in un ospedale di Gaza", ha aggiunto Adham Abou Selmiya. L' esercito apre spesso il fuoco sui palestinesi che si avvicinano alla barriera, nel timore che tentino di collocare esplosivi o infiltrarsi in Israele. Decine di civili, fra cui molti giovani che raccolgono materiali da costruzione, in particolare ghiaia, sono stati uc

Palestina: bambino di 9 anni arrestato dall'IDF

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Soldati israeliani contro un bambino palestinese. Il video fa arrabbiare la Cisgiordania     Occupazione israeliana: di giorno e di notte

Moni Ovadia Chi non vede il mondo

Una delle più celebri canzoni simbolo del grande Bob Dylan si intitolava «Oh, the times they are a-changing», i tempi cambiano, ma la stupidità del potere no. Il “martire” Bettino Craxi non capì nulla di quello che stava accadendo a causa del crollo del muro di Berlino, ovvero che quel muro crollava anche per lui. La stupidità che impedì a Craxi di capire fu figlia della sua arroganza. Per il suo nipotino e sodale Berlusconi il problema di capire non si pone neppure. Craxi, pur con tutte le sue magagne, era un politico e non capì. Berlusconi non può capire perché lui è “nato capito” essendo il più grande statista della storia patria e quindi non si cura di ciò che accade nel mondo, recita una litania di luoghi comuni, dopo avere praticato riti di corteggiamento a tiranni e tirannelli per cui va pazzo. Già la pavida e titubante Europa di fronte al rivolgimento epocale del mondo arabo mostra di coltivare preoccupazioni piccine e di non avere respiro progettuale per una seria politica est

Yeshayahu Leibowitz : uccisione dei bambini arabi da parte dell'IDF

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Due anni dopo, in una lettera alla rivista ebraica americana di sinistra “Tikkun”, il filosofo scriveva: “Negli ultimi due anni, l’esercito d’Israele, equipaggiato con le più moderne armi amerioane, ha eroicamente combattuto e ucciso centocinquanta bambini arabi, dai tre mesi ai quattordici anni. Nessuna spiegazione, nessuna scappatoia, nessun sotterfugio potranno assolvere lo stato d’Israele, dalla maledizione del profeta: “ Vi coprirò di perenne disgrazia e di perenne vergogna, che non sarà mai dimenticata  (Geremia 23, 40)”. tratto da Riflessioni su Yeshayahu Leibowitz

UNICEF : rapporto sulla condizione dei bambini palestinesi a Gaza e Nei Territori Occupati

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http://www.unicef.org/oPt/CAAC_2010_annual_bulletin.pdf CAAC Bulletin Children Affected by Armed Conflict Israel & the occupied Palestinian territory (oPt) 2010 Annual Review Since 2007, a UNICEF-led working group has consolidated efforts to monitor and report on grave violations against children in Israel and the occupied Palestinian territory (oPt). Members of the working group include: Al Mezan Centre for Human Rights, Save the Children, DCI-Palestine, B’Tselem, Palestinian Centre for Human Rights, War Child Holland, OCHA, OHCHR, UNESCO, UNICEF, UNRWA and WHO. The violations that are being monitored include killing and injuries, arrest and detention, ill-treatment and torture, recruitment and use of children by armed forces and groups, attacks on schools and hospitals, displacement, and denial of humanitarian access including access to health and education. The bulletin is published on a bi-monthly basis highlighting trends and patterns in grave violations against children duri

PROVE DI RIVOLUZIONE ALLA LIBANESE

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    Beirut, 28 febbraio 2011, Nena News (foto da timesunion) – Il Paese dei Cedri ha molte peculiarità ed un fragile equilibrio politico, ma é pur sempre un paese arabo e non poteva rimanere immune ai moti che stanno attraversando i paesi del Maghreb e del Medio Oriente. Collegandosi a questa ondata e declinandoli rispetto alla realtà locale, anche in Libano, a Beirut, gruppi di giovani attraverso  facebook,  (“Toppling the Sectarian System in Lebanon toward a Secular one,” “Lebanese Revolution to Topple the Sectarian System,” and “Lebanese People Want to Topple the Sectarian System.”che hanno raccolto 28.000 aderenti), hanno convocato una manifestazione domenica 27 per chiedere la fine del regime settario, considerandola la vera questione democratica che paralizza il paese.In Libano l’intero sistema sociale e politico é costruito sull’appartenenza religiosa e settaria in modo da garantire un precario equilibrio tra le maggiori componenti: i cristiani, i musulmani sunniti ed i musulma

Amira Hass : gli Egiziani non sono tutti uguali

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Una donna di mezza età, senza velo e vestita con un tailleur pantalone, era circondata da sei uomini con la barba e la tunica grigia, segni della loro religiosità. Era venerdì 18 febbraio, a piazza Tahrir, nel mezzo di quello che dovrebbe essere un appuntamento settimanale da ripetere finché non saranno soddisfatte le richieste della rivoluzione. L’enorme adunata – alcuni dicono un milione di manifestanti – era diverse cose insieme. Innanzitutto una preghiera collettiva: rispetto ai giorni della rivoluzione c’erano più persone che pregavano e più sostenitori dei Fratelli musulmani. Era anche una celebrazione della vittoria e un giorno di picnic per le famiglie. E inoltre era un seguito della protesta: alcuni chiedevano di sciogliere il governo provvisorio, altri di rilasciare i rivoluzionari incarcerati e i prigionieri politici. Ovunque c’erano capannelli di persone che discutevano di politica. Quando mi sono avvicinata al gruppetto intorno alla donna con il tailleur, ho sentito che pa

LE PAGINE GIALLE ISRAELIANE PROMUOVONO AZIENDE CHE IMPIEGANO SOLO EBREI

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Annunci di compagnie che precisano di impiegare solo"manodopera ebraica". In violazione alla legge sul lavoro che proibisce qualsiasi discriminazione su base religiosa, etnica, di genere. Ma la Yellow Pages Ltd. se ne lava le mani.    Gerusalemme 24 febbraio 2011, Nena News – Le Pagine Gialle israeliane pubblicano annunci di compagnie, aziende e stabilimenti che esplicitamente promuovono le loro attività commerciali specificando di impiegare “solo lavoratori ebrei”. A diffondere la notizia è stato qualche giorno fa il sito di controinformazione dell’Alternative Information Center, un ‘organizzazione fatta da attivisti e giornalisti sia israeliani che palestinesi che da anni svolge un attento lavoro di informazione e documentazione alternativa al mainstream.Secondo quanto denunciato da AIC, annunci di questo tipo rappresentano una evidente violazione della Legislazione in materia di pari opportunità nel mondo del lavoro, in vigore in Israele, che proibisce appunto qualsias

A Gerusalemme, giovani ebrei assassinano un palestinese al grido di "Morte agli arabi".

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     Il 24 enne palestinese Hussam Rwidy è stato ucciso da un gruppo di nazionalisti ebrei al grido di "Morte agli arabi" mentre questi se ne tornava a casa dal lavoro. Il governo israeliano ha prontamente imposto il silenzio stampa sulla vicenda per la paura di violente reazioni da parte dei palestinesi di Gerusalemme, di Israele e della West Bank.Una volto rimosso il silenzio stampa, mezzi di informazione israeliani ben selezionati hanno fornito la versione della vicenda come di una "rissa tra ubriachi finita male" e la storia non è stata affatto presa in considerazione. VIDEO: http://www.youtube.com/watch?v=DGezLBrQ_XQ&feature=player_embedded WADI HILWEH INFORMATION CENTER - SILWAN Mercoledì 16 febbraio. Hussam Rwidy è stato sepolto oggi alle 01:30 nel cimitero di Bab al-Rahmeh a Silwan. La famiglia si è scontrata con notevoli difficoltà prima che venisse concesso loro il suo corpo da parte del presidio della polizia israeliana, la quale sosteneva di avern

Gaza, raid aereo: inceneriti milioni di dollari di banconote

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Fonti palestinesi hanno comunicato che ieri l'aviazione israeliana ha condotto un raid nella zona di Rafah contro una jeep appena emersa dal deserto del Sinai egiziano, da sempre area in cui si pratica il contrabbando. Il veicolo è stato colpito e le due persone che viaggiavano a bordo, militanti di Hamas, sono rimasti feriti: agenti dell'organizzazione sono accorsi sul posto per recuperare le armi ed i milioni di dollari in contanti che la jeep stava trasportando ma la maggior parte delle banconote era andata in fumo. I servizi di intelligence israeliani sostengono che il contrabbando delle armi dal Sinai ha subito un aumento esponenziale nelle ultime settimane: di fatto con il crollo del regime di Mubarak si è indebolito anche il controllo sulla zona da parte dell'esercito egiziano che deve dare la precedenza a probelmi come il mantenimento dell'ordine di fronte alla crescente inquietudine di bande di beduini armati. http://it.peacereporter.net/articolo/27096/

Anche Hezbollah condanna Gheddafi

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di Marco Di Donato* Che gli sciiti libanesi non abbiano mai avuto troppo in simpatia Muammar Gheddafi non è certamente notizia di ieri. La reciproca antipatia risale al 1978 quando il leader sciita Moussa al-Sadr scompariva misteriosamente mentre era diretto in Libia. Amal ed Hezbollah, così come l'intera comunità sciita libanese, non hanno mai perdonato al colonnello Gheddafi di aver eliminato una delle figure di maggior rilievo per il mondo sciita e da oltre 30 anni non perdono occasione per screditare la sua immagine e contrastare le sue azioni. Quale momento migliore allora per infierire su quella stanca, vetusta ed incollerita figura che pronuncia lunghi e sconnessi discorsi rivolgendosi ad un popolo che ormai non ne vuole più sapere del Libro Verde e di quel ripetitivo oratore da quarant’anni al potere?Hezbollah non ha tardato un attimo a porsi al fianco dei manifestanti di Bengasi e Tripoli. Non ha perduto un'occasione così evidente per contribuire alla caduta del terz

Iraq, Si tinge di sangue la ''Giornata della rabbia''

Osservatorio Iraq, 25 febbraio 2011 “Giornata della rabbia”, ma anche di sangue. E’ salito a 14 morti, finora, il bilancio delle manifestazioni di protesta che si sono svolte oggi un po’ in tutto l’Iraq, a cominciare dalla capitale, dove le forze di sicurezza hanno fatto ricorso agli idranti e ai lacrimogeni per disperdere i manifestanti.Non era una folla oceanica quella che si è raccolta a Baghdad, dove in circa 5.000 sono arrivati in piazza Tahrir, nel centro cittadino, raccogliendo l’appello di un gruppo di organizzazioni non governative, intellettuali, attivisti, circolato attraverso Facebook. Sono volati sassi, scarpe, e bottiglie di plastica all'indirizzo dei reparti antisommossa della polizia e dei soldati che bloccavano il Ponte della Repubblica, attraverso il quale si accede alla Green Zone – la cittadella blindatissima in cui hanno sede le istituzioni governative nonché diverse ambasciate, a cominciare da quella di Stati Uniti e Gran Bretagna.Secondo la testimonianza d