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Visualizzazione dei post da luglio, 2017

Israele : Rifiuta il servizio militare e va in carcere: mobilitazione a Duino

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    Trieste, rifiuta il servizio militare e va in carcere - Cronaca - Il Piccolo Un’ex studentessa del Collegio del Mondo Unito nei guai nel suo Paese. Appello alla solidarietà dell’istituto di Duino ilpiccolo.gelocal.it     Noa Gur Golam DUINO AURISINA. In carcere, per aver rifiutato di svolgere il servizio militare nel suo paese natale, Israele. Questa la drammatica situazione nella quale si trova in questi giorni Noa Gur Golam, ex allieva del Collegio del Mondo Unito dell’Adriatico, dove si è diplomata lo scorso anno. La sua richiesta di obiezione di coscienza, spiegano dal Collegio del Mondo unito, dove conservano di lei un bellissimo ricordo di ragazza aperta e pronta al dialogo con tutti, è stata rifiutata e ora sono messi a dura pr

Filippo Landi :Dalla Spianata delle Moschee, la svolta politica e religiosa di Gerusalemme

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 I problemi a Gerusalemme sono lungi dall’essere risolti. Questo è il titolo apparso su un giornale israeliano, all’indomani della decisione di rimuovere i metal detector dagli ingressi alla Spianata delle Moschee. Un titolo da sottoscrivere pienamente. I fatti drammatici e per certi aspetti inusuali, accaduti nelle scorse settimane, hanno avuto un grande merito: quello di svegliare la coscienza assopita degli israeliani e degli europei, dei politici americani come di quelli arabi, riguardo ai “problemi” da decenni esistenti a Gerusalemme e soprattutto rispetto al futuro politico della città. È stato per tutti un brusco ma salutare risveglio. H a fatto comprendere che il “problema” politico, culturale e religioso di Gerusalemme assai difficilmente potrà essere risolto sotto il riduttivo cappello della sicurezza. Un messaggio, innanzitutto, rivolto a Benjamin Netanyahu, il teorizzatore della possibilità di chiudere la partita Gerusalemme attraverso una lenta ma inesorabile erosione

Ancora in attesa di un Gandhi palestinese? Lui/lei è già qui di Zaha Hassan

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Zaha Hassan – 30 luglio 2017, Haaretz Ogni ragazzina della Cisgiordania che attraversa un checkpoint per andare a scuola è una Rosa Parks. Ogni prigioniero che fa lo sciopero della fame è un Mandela, e ogni gazawi che sopravvive nonostante le condizioni disumane è un Gandhi palestinese. La seconda domanda (dopo “Dov’è la Palestina?”) più frequentemente posta a un palestinese-americano è: “Dov’è il Gandhi palestinese?” Gli americani vogliono sapere perché i palestinesi non utilizzano tattiche non-violente per porre fine ai loro decenni di oppressione e di colonizzazione della loro terra. Ovviamente in questa domanda è implicita la premessa, coltivata dalla rappresentazione mediatica dell’ “arabo infuriato” e del musulmano nichilista, così come da campagne lautamente finanziate di sensibilizzazione dell’opinione pubblica che coinvolgono gruppi di lobbysti ed i centri di studio ad essi associati che dipingono tutto il Medio oriente come un covo ribollente

Akiva Elder Il potere ubriaco di Netanyahu

  sintesi personale La disputa israelo-palestinese, un conflitto nazionale che rischia di trasformarsi in una guerra religiosa, ha aggiunto cinque israeliani e quattro palestinesi alla lista di vittime nelle ultime due settimane. Israele, percepito da lungo tempo come un'isola di stabilità in un mare tempestoso, sembra sempre più come una zattera affondata . Ubriaco di potere  Israele si sta evolvendo dall'essere un patrimonio strategico nella lotta globale contro il terrorismo in un fornitore di materiale di prima qualità per la  jihad globale. Quando la sua ubriacatura di potenza esplode nei siti santi sia al Giudaismo che all'Islam, si ha un eccellente materiale incendiario per gli zeloti. Ben Caspit ha sollevato la tesi  che il primo ministro Benjamin Netanyahu abbia  deliberatamente ritardato la rimozione dei rivelatori di metalli dal monte Tempio il 25 luglio per alimentare le fiamme e distogliere l'attenzione pubblica e i media da

"A Gerusalemme, la nostra resistenza non violenta". Intervista a Hanan Ashrawi

A Gerusalemme , la nostra resistenza non violenta". Intervista a ... È stata il volto e l'immagine internazionale della delegazione palestinese che avviò i negoziati di Oslo-Washington. La prima, come donna, ad essere nominata portavoce della Lega Araba. Più volte ministra dell'Autorità nazionale palestinese, parlamentare, paladina dei diritti umani nei Territori palestinesi, Hanan Ashrawi è una delle figure più rappresentative, e indipendenti, della dirigenza palestinese: tra i numerosi riconoscimenti ricevuti, ricordiamo Ashrawi il Mahatma Gandhi International Award for Peace and Reconciliation e Sydney Peace Prize. In questa intervista esclusiva concessa all'Huffington Post, Ashrawi, attualmente nel Comitato esecutivo dell'Olp, riflette sulle giornate di scontri e di sangue che hanno segnato l'ultima settimana a Gerusalemme Est e in Cisgiordania, proiettandosi sul "venerdì della verità", domani, quando migliaia di palestinesi si

Jonathan Cook :Uno stato Gaza-Sinai una possibilità per i palestinesi?

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Uno stato Gaza-Sinai una possibilità per i palestinesi? Gaza è stata al centro di intensi colloqui a porte chiuse nelle settimane recenti col crescere dell’inquietudine tra gli stati arabi per la crisi umanitaria che si sta sviluppando nell’enclave costiera. I palestinesi del luogo stanno soffrendo un’estate torrida con a malapena alcune ore di elettricità al giorno, dopo che l’Autorità Palestinese (PA) di Mahmoud Abbas si è rifiutata di finanziare servizi essenziali. Abbas sta cercando di indebolire i suoi rivali di Hamas che governano Gaza e di affermare la propria autorità. Sullo sfondo si sta approssimando rapidamente una scadenza nefasta. Ci si aspetta che Gaza sia “inabitabile” nel giro di pochi anni, secondo previsioni delle Nazioni Unite. La sua economia è stata distrutta da anni di attacchi militari israeliani e di un embargo congiunto israeliano-egiziano; la sua popolazione è prevalentemente indigente e le sue falde acquifere