Akiva Elder Il potere ubriaco di Netanyahu
sintesi personale
La disputa israelo-palestinese, un conflitto nazionale che rischia di
trasformarsi in una guerra religiosa, ha aggiunto cinque israeliani e
quattro palestinesi alla lista di vittime nelle ultime due settimane. Israele, percepito da lungo tempo come un'isola di stabilità in un mare tempestoso, sembra sempre più come una zattera affondata .
Ubriaco di potere Israele si sta evolvendo dall'essere un patrimonio
strategico nella lotta globale contro il
terrorismo in un fornitore di materiale di prima qualità per la jihad globale.
Quando la sua ubriacatura di potenza esplode nei siti santi sia al
Giudaismo che all'Islam, si ha un eccellente materiale incendiario
per gli zeloti.
Ben Caspit ha sollevato la tesi che il primo ministro Benjamin Netanyahu abbia deliberatamente ritardato la rimozione dei rivelatori di metalli
dal monte Tempio il 25 luglio per alimentare le fiamme e distogliere
l'attenzione pubblica e i media dalla marea di indagini
poliziesche contro di lui. Nel 1996 Netanyahu ha approvato l'apertura delle gallerie del Muro Occidentale , un errore costata la vita a 17 israeliani e decine di palestinesi.
Caspit si chiedeva se Netanyahu temesse che la rimozione dei rivelatori
metallici dal monte Tempio sarebbe stata interpretata come una dimostrazione di debolezza e spingere gli elettori di destra nelle braccia del
presidente HaBeyit HaYehudi Naftali Bennet,ma il partito di Bennett non era nemmeno nato nel 2010 quando Netanyahu
ha flesso i suoi muscoli in Turchia e ha coinvolto Israele nell'imbroglio dei Mavi Marmara
Non si può escludere la possibilità che le indagini in corso sulla corruzione e la pressione di destra abbiano influenzato iNetanyahu.
I migliori professionisti della difesa e della diplomazia di Israele,
come i capi delle forze armate, la Shin Bet ,
hanno fallito nel tentativo di menzionare i danni dell'occupazione
e dello stallo con i palestinesi
La crisi del Monte dei Templi sottolinea il difetto fondamentale ai vertici del potere e la conseguente perdita di speranza
L' Assenza di un ministro degli esteri a tempo pieno
(Netanyahu ne esplica le funzioni ), evidenzia come non ci sia nessuno nel Governo con l'esperienza e il prestigio necessario per analizzare le
implicazioni regionali e internazionali derivanti dal deterioramento del fragile status quo sul monte del Tempio . Il contributo del ministro della Difesa Avigdor Liberman a tali eventi si concentra sull'incitamento contro i membri arabi Knesset . Liberman ha stupito i vertici della sicurezza quando ha dichiarato il 23 luglio che Israele non ha bisogno del coordinamento con l'Autorità palestinese. Il ministro della sicurezza pubblica Gilad Erdan dimostra attitudine per la piromania.
Ha considerato gli incendi (novembre 2016) come atti
terroristici nazionalisti (la polizia non ha confermato questa ipotesi). Ha dichiarato che un insegnante beduino israeliano sparato a morte dalla polizia era un attivista dello Stato islamico .
Ha informato a maggio il presidente degli Stati
Uniti Donald Trump di un presunto " attacco terroristico " che era stato già definito dalla polizia come un incidente stradale.
Il commissariato della polizia Roni Alsheikh, ex colonizzatore della
Cisgiordania, è in in competizione con Erdan su chi spara più
velocementee La sua decisione di installare i rivelatori di
metallo sul monte del Tempio, è avvenuta senza coordinare una tale mossa
potenzialmente esplosiva con i custodi musulmani del sito (Waqf).
Durante le discussioni il 19 luglio, due giorni prima dell'orrendo assassinio della famiglia Solomon , la Shin Bet e le forze armate hanno raccomandato di rimuovere i metal detector e di trovare una soluzione per la crisi.
Come nel caso dei permessi di costruzione per l'espansione della città
palestinese della Cisgiordania di Qalqilya all'inizio di quest'anno, la
raccomandazione dei professionisti è stata sospesa .
Nè furono seguite le riserve espresse dalla Shin Bet per la decisione del 2015 di bandire il Movimento islamico in Israele.
Il capo dello Shin Bet, Yoram Cohen, aveva avvertito che si sarebbe rafforzata l'organizzazione, rendendo più difficile
monitorare gli attivisti e prevenire gli attacchi terroristici
E, infatti, la Shin Bet non ha avuto sentore dell'attacco del 14 luglio dei
tre residenti arabi della città di Umm al-Fahm, dove ha sede l'organizzazione .
Un vicino dei tre terroristi, Khaled Fa'ur, disse a Shlomi Eldar
che, dopo la decisione di metterlo fuori legge , il movimento non era più apertamente attivo nelle moschee della città,
ma questo non escludeva la possibilità di attività clandestine.
I residenti della città, compresi i religiosi, non avevano rilevato
alcun segno che indicasse la radicalizzazione da parte dei tre membri
della famiglia Jabarin. Questo non è colpa dei residenti di Umm al-Fahm. La colpa è esattamente dei politici populisti e negligenti che hanno spinto il movimento islamico in clandestinità .
L'anno scorso, in occasione della Giornata della Memoria
dell'Olocausto, un intervento del vice capo del personale, il maggiore
Yair Golan, ha generato rabbia .
Il generale ha osato dire che "se c'è una cosa spaventosa nel
ricordare l'Olocausto è accorgersi che quanto si stava sviluppando in quegli anni , in Europa , in particolare in Germania, 70, 80 e 90 anni fa,era presente in Israele nel 2016 . "
Egli ha continuato: "Nella Giornata di Ricordo dell'Olocausto vale la
pena di riflettere sulla nostra capacità di sradicare i primi segni di
intolleranza, violenza e auto-distruzione che si presentano sulla via
del degrado morale Non c'è niente di più facile e più semplice della paura e della
minaccia.
Non c'è niente di più facile e più semplice che comportarsi come
bestie, divenendo moralmente corrotti e santificare questo "Due mesi fa Golan si è ritirato . Questo governo preferisce falsi profeti obbedienti ai coraggiosi profeti della verità.
Non ci sono segni di sobrietà all'orizzonte, né segni che qualcuno stia cercando di contenere la dipendenza dal potere. Finché l'occupazione continua il prossimo attacco terroristico è solo una questione di tempo.
Fintanto che il governo attuale è al potere, possiamo essere certi che il prossimo attacco comporterà un'altra crisi locale, accompagnata da onde d'urto regionali e
da un'ulteriore erosione della posizione strategica di Israele.
Netanyahu's power drunk government
The Israeli-Palestinian dispute, a national
conflict that risks turning into a religious war, has added five
Israelis and four Palestinians to its list of victims over the past two weeks. Israel, long perceived as an island of stability in a stormy sea, is looking increasingly like a sinking raft.
Drunk with power, it is evolving from being a strategic asset in the
global fight against Islamic zealotry and terrorism into a provider of
top-grade material for sedition by global jihad. When its inebriation
with power erupts at sites holy to both Judaism and Islam, it provides
excellent incendiary material for the zealots.
Ben Caspit raised the chilling prospect that Prime Minister Benjamin Netanyahu deliberately delayed removing the metal detectors
from the Temple Mount on July 25 to feed the flames and divert public
and media attention away from the growing tide of police investigations
against him. However, not a single policeman went after Netanyahu in
1996, when he approved the opening of the Western Wall tunnels
— a mistake that cost the lives of 17 Israelis and dozens of
Palestinians. Caspit wondered whether Netanyahu was afraid that removing
the metal detectors from the Temple Mount would be interpreted as a
display of weakness and push right-wing voters into the arms of HaBayit
HaYehudi Chairman Naftali Bennett. But Bennett’s party had not even been
born in 2010 when Netanyahu flexed his muscles at Turkey and embroiled
Israel in the imbroglio of the Mavi Marmara — a flotilla that sought to break the Israeli-imposed blockade of the Gaza Strip.
One cannot discount the possibility that the corruption probes and
right-wing pressure affected Netanyahu’s judgment. However, the
installation of the metal detectors (following the July 14 shooting
death at the site of two Israeli policemen) was not a momentary lapse,
the result of personal or political circumstances. Israel’s top defense
and diplomacy professionals, such as the heads of the military, the Shin
Bet and the foreign service, have failed time and again in their
efforts to minimize the damage of the occupation
and the stalemate with the Palestinians and to limit the influence of
political and personal considerations on government decision-making. The
Temple Mount crisis exposes a fundamental flaw in the system of checks
and balances at the top echelons of power — an essential element in a
violent conflict and loss of hope for its resolution.
Absent a full-time foreign minister
(Netanyahu serves also in that capacity), there is no one at the
Cabinet level with the expertise and prestige to present the regional
and international implications of a move such as undermining the fragile
status quo on the Temple Mount. The contribution of Defense Minister
Avigdor Liberman at such events focuses on incitement against Arab Knesset members. Liberman astonished the security establishment when declaring July 23 that Israel can manage without security coordination
with the Palestinian Authority. Public Security Minister Gilad Erdan is
proving repeatedly to have a fondness for pyromania. He turned a series
of wildfires (November 2016) into a wave of nationalistic terror acts
(police did not corroborate this assumption); he declared that an
Israeli Bedouin teacher shot to death by police was an activist of the Islamic State. He took the opportunity of a reception for US President Donald Trump in May to tell the guest about a supposed “terror attack” that had already been ruled by police to be a traffic accident.
Police Commissioner Roni Alsheikh, a former West Bank settler, is
competing with Erdan to see who shoots faster from the hip. The latest
example was his decision to install the metal detectors at the Temple
Mount, without coordinating such a potentially explosive move with the
site’s Muslim custodians (Waqf). In discussions July 19, two days before
the horrifying murder of the Solomon family at their home in the
Halamish settlement, the Shin Bet and the military recommended removing
the contentious devices and finding a face-saving solution
to the crisis. As was the case with the building permits for the
expansion of the West Bank Palestinian town of Qalqilya earlier this
year, the recommendation by the professionals to approve the plan was shelved.
A similar fate befell the reservations expressed by the Shin Bet over the November 2015 decision to outlaw the northern branch
of the Islamic Movement in Israel. Then-Shin Bet chief Yoram Cohen
warned against the move, saying it would strengthen the organization,
make it harder to monitor its activists and those whom it incites, and
limit the ability to foil terror attacks. The security Cabinet did not
heed Cohen’s advice (including the defense minister at the time, Moshe
Ya’alon).
And, in fact, the Shin Bet did not get wind of the plot hatched by
three Arab residents of the town of Umm al-Fahm, where the northern
branch is headquartered, to murder the two police officers at the gates
to the Temple Mount on July 14. The three members of the Jabarin family
managed to stockpile deadly weapons, case the scene of the crime and
plan the execution uninterruptedly. They were motivated by the
religious-nationalist incitement washing over the biggest Arab town in
central Israel, in which the head of the Islamic Movement, Sheikh Raed
Salah, has been involved for years.
A neighbor of the three terrorists, Khaled Fa’ur, told Shlomi Eldar
that since the decision to outlaw the northern branch, the movement had
not been openly active in the town’s mosques, yet he did not discount
the possibility of clandestine activities. The town’s residents,
including religious ones, had not detected any sign pointing to
radicalization by the three Jabarin family members. This is not the
fault of the residents of Umm al-Fahm. The blame lies squarely with the
populist, negligent politicians who pushed the Islamic Movement
underground.
Last year, on Holocaust Remembrance Day, an address by the deputy
chief of staff, Maj. Gen. Yair Golan, generated anger on the political
right. The general dared say that “if there is one thing that is scary
in remembering the Holocaust, it is noticing horrific processes that developed in Europe — particularly in Germany — 70, 80 and 90 years ago, and finding remnants of that here among us in the year 2016.”
He continued, “On Holocaust Remembrance Day, it is worthwhile to
ponder our capacity to uproot the first signs of intolerance, violence
and self-destruction that arise on the path to moral degradation.”
Directing a barely veiled hint at the political echelons, Golan said,
“There is nothing easier and simpler than fear-mongering and
threatening. There is nothing easier and simpler than in behaving like
beasts, becoming morally corrupt, and sanctimoniousness.” Two months
ago, Golan retired. He knew there was no hope of being named the next
chief of staff. This government prefers obedient false prophets to brave
prophets of truth.
There are no indications of sobriety on the horizon, nor any signs
that anyone is checking into rehab to treat the addiction to power. As
long as the occupation continues, the next terror attack is only a
matter of time. As long as the current government is in power, we can
rest assured that instead of measured damage control, the next terror
attack will result in another local crisis, accompanied by regional
shockwaves and additional erosion of Israel’s strategic position.
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