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Visualizzazione dei post da maggio, 2011

Soumaya Ghannoushi Obama, giù le mani dalle nostre rivoluzioni!

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     La prima ondata delle rivoluzioni arabe sta entrando nella seconda fase, che riguarda lo smantellamento delle strutture del potere autoritario e l’inizio del difficile cammino verso il vero cambiamento e la democrazia. Gli Stati Uniti, inizialmente spaesati per la perdita dei loro alleati chiave nella regione, sono ora determinati a dettare il corso e il risultato di queste rivoluzioni in atto. Ciò che ha rappresentato una sfida al potere americano è ora un’ “opportunità storica”, come l’ha definita Barack Obama nel suo discorso sul Medio Oriente la scorsa settimana. Tuttavia egli non intende con ciò un’opportunità per i popoli che si sono sollevati, quanto piuttosto per Washington, nel tentativo di modellare il presente e il futuro della regione, proprio come è avvenuto con il suo passato. Quando Obama parla del proprio desiderio di “rendere il mondo come dovrebbe essere”, non si riferisce alle aspirazioni delle persone, bensì agli interessi americani. E come dovrebbe essere que

Ameer Makhoul: un anno di prigionia

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      È passato un anno dal mio arresto. Il mio “contributo” è modesto se paragonato a quello di altri prigionieri che sono entrati nelle carceri israeliani quattro decenni fa.  È vero, non si dovrebbero fare distinzioni tra le sentenze – come non si dovrebbero fare differenze tra i combattenti per la libertà – perché la sentenza rilasciata da un giudice dell’oppressione è sempre crudeltà, terrore e abuso. Le cose in Palestina accadono seguendo la stessa regola: più dura è l’escalation di terrorismo, oppressione, persecuzione politica e deportazioni, più forti sono la nostra resistenza, la sfida di rimanere e preservare la nostra identità, l’impegno per la nostra causa e i diritti negati. Loro vorrebbero dividerci, attraverso la geografia e il diverso colore delle carte d’identità, ma la nostra forza non sarà mai annullata e la nostra lotta per la liberazione è dentro ognuno di noi. Mentre loro continuano a produrre oppressione, noi produciamo libertà e rompiamo il loro circolo

Il trucco dell'antisemitismo

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Hamas esorta i palestinesi a non mettere a rischio l'apertura egiziana di Rafah

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    Hamas urges Palestinians not to jeopardize Egypt's opening of Rafah crossing Il leader di Hamas Ismail Haniyeh , durante l'inaugurazione al monumento dedicato agli attivisti turchi uccisi ,ha  invitato gli abitanti di Gaza di astenersi dal violare la sicurezza dell'Egitto al fine di mantenere il valico di Rafah aperto: "Rassicuriamo i nostri fratelli egiziani. La  vostra sicurezza è la nostra, la vostra stabilità è la nostra"Gli Usa si  sono dichiarati fiduciosi nella capacità egiziana  di controllare il valico e di impedire il contrabbando   di armi U.S. 'confident' Egypt can provide good security at Rafah border 

Cameron toglie il patrocinio al Jewish National Found

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   Il primo ministro britannico David Cameron ha posto termine, silenziosamente, al suo patronato onorario del controverso Fondo nazionale ebraico (Jewish National Fund - JNF). Il suo ufficio ha confermato la notizia. Per molti anni, i leader di tutti e tre i principali partiti politici britannici diventavano Patroni onorari del JNF per convenzione. Secondo Dick Pitt, un portavoce della campagna 'Stop the JNF', "Cameron era l'unico leader dei tre principali partiti rimasto come Patrono del JNF. Il calo del sostegno politico al JNF ai più alti livelli della struttura politica può essere un segno dell'aumento della consapevolezza nelle sedi del potere che la vigorosa difesa delle attività del JNF potrebbe non essere sostenibile" . La notizia della decisione di Cameron ha raggiunto i palestinesi nei campi profughi, persone la cui terra è sotto il controllo del JNF. Salah Ajarma del campo profughi di Aida a Betlemme era "felice di sentire la notizia che

ISRAELE: SALARI DEI RABBINI, AUMENTI DEL 250%

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      Gerusalemme, 30 Maggio 2011, Nena News – A diffondere un nuovo report sui salari dei rabbini dei distretti municipali è stato il quotidiano israeliano  Ha’aretz . Lo stipendio dei neorabbini aumenterà di fatto del 250%, mentre rimarranno invariati gli stipendi di coloro che già esercitano: a deciderlo è stato il Ministero degli affari religiosi e quello delle finanze. Stanziando circa 2,2 milioni di  shekel. Attualmente i rabbini appena nominati guadagnano tra i 6.000 e i 12.000  shekel  al mese, una cifra che varia in base all’estensione del municipio al quale sono assegnati: ma i colleghi più anziani arrivano a guadagnare oltre 30.000 shekel al mese, e alcuni di loro hanno stipendi che sono ben superiori a quelli di un sindaco. Il nuovo accordo porta i salari dei neorabbini tra i 16.000 e i 29.000  shekel,  (cioè tra i 3300 e i 5800 euro) una somma considerevole, visto che, come fa notare  Ha’aretz  equivale all’80% del salario del direttore generale di un qualsiasi comune.La

Valle del Giordano: vivere senz'acqua corrente. Testimonianza

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     Vita senz’acqua corrente nella Valle del Giordano dove la carenza di acqua è grave. Testimonianza di Meyasar Masa’ed  Meyasar Hasan Tawfiq Masa’ed, madre di nove figli, è residente a Khirbet Yarza nel distretto di Tubas, West Bank.    Mi sposai nel 1969 e venni a vivere a Khirbet Yarza nella Valle del Giordano. Vi abbiamo vissuto fino da allora. Possediamo una casa anche a Tubas ove risiedono i nostri figli e che utilizziamo per la villeggiatura e per le occasioni speciali. Ma dove non possiamo guadagnarci da vivere Mio marito ha qualche appezzamento di terra, ma per lo più il nostro sostentamento deriva dall’allevamento di pecore e capre. L’esercito ha trasformato Yarza in un’area militare e l’utilizza per le sue attività di addestramento, che sono un danno per i residenti. Nel 1993, è stato ucciso mio figlio Ibrahim quando aveva appena nove anni. E’ stato ucciso per disgrazia. Nel 2006, sono stata ferita da un proiettile che mi ha colpito durante le esercitazioni militari.

Hazel Ward :B&B a Hebron: uno spaccato sulla vita quotidiana

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  I palestinesi lottano per guadagnarsi da vivere nella enclave H2 di Hebron dove i coloni ebrei integralisti rendono la loro vita insopportabile.      di Hazel Ward  Pietre, candeggina e perfino gatti morti lanciati nella casa di Mohammed Saadek, non hanno impedito finora agli ospiti di giungere per restare nel suo minuto Bred and Breakfast (B&B) dentro la Città Vecchia di Hebron. Si tratta di una mossa avventurosa in un’area che non è di certo un paradiso turistico, situata nel mezzo di una enclave israeliana strettamente controllata chiamata H2, dove 400 coloni ebrei integralisti vivono nel bel mezzo di una popolazione locale costituita da 6.000 persone. Ciononostante, fin da momento in cui il suo minuscolo B&B ha aperto le porte proprio due mesi fa, le sue due stanze sono state prenotate del tutto, portando alla famiglia Saadeq una gradita fonte di reddito in un’area dove il 76 % della popolazione vive al di sotto della soglia della povertà. Come per centinaia di palestines

Amira Hass :Proteste, scontri, canti e balli

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     “Allah è contro di noi perché il vento soffia nella nostra direzione”. La frase è stata pronunciata da una donna di mezza età, laica fino al midollo, mentre fuggivamo dalle nubi di gas lacrimogeno. “Allah è contro di noi tatticamente, ma con noi strategicamente”, le ha risposto un uomo, non meno laico e appena più anziano di lei. Il fatto che l’uomo prendesse in giro le mummificate formule della sinistra e che noi, tossendo e con gli occhi rossi, trovassimo il suo humour adeguato, testimonia la spensieratezza che c’era a poche decine di metri dall’inquietante barriera di Qalandiya (muro, torretta di guardia e checkpoint). Le ambulanze andavano e venivano, e alcuni uomini correvano portando sulle barelle i giovani che si erano avvicinati troppo al checkpoint.Alla manifestazione di domenica c’erano poche centinaia di persone: “duri e puri” di sinistra, giovani impegnati e ragazzi arrabbiati del campo profughi di Qalandiya. La protesta ha sfidato la richiesta delle autorità palestin

Amira Hass :Visita a due bantustan

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   “Hai sentito il discorso?”, mi ha chiesto il fruttivendolo il 24 maggio verso mezzanotte. Sapevo a cosa si riferiva. E no, non avevo intenzione di ascoltare Netanyahu che parlava al congresso degli Stati Uniti. Non avevo sentito neanche i due discorsi di Obama. Mi bastava averli letti per essere d’accordo con lui: “Non c’è possibilità di miglioramento. Gli israe liani vanno a destra, e noi palestinesi pure”. Ero stata tutto il giorno in due “bantustan”. Il primo è Abu Dis, un’enclave a est di Gerusalemme, nella zona B (controllo civile palestinese e controllo israe liano per la sicurezza). Gli accordi di Oslo proibiscono all’Autorità Nazionale Palestinese di esercitare compiti di polizia nella zona B, perciò i reati abbondano .Il secondo è un quartiere arabo di Gerusalemme, Al Issawiya. Gli abitanti sono residenti israeliani senza cittadinanza. Gran parte dei terreni vacanti sono stati espropriati dalle autorità, privando gli abitanti dei mezzi di sostentamento. Lo scopo della mia

Strenger Carlo : la vittoria di Netanyahu è una sconfitta per Israele

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    Netanyahu si è recato  negli Stati Uniti  al solo fine di fare una buona impressione al Congresso dell' AIPAC. Sa  bene,infatti,   che la   leadership palestinese non  accetterebbe  un accordo senza compromessi su Gerusalemme. Ha confermato, quindi,  quello che sa fare meglio: guadagnare tempo,ma per poco .  A Settembre i palestinesi chiederanno all'ONU il riconoscimento del loro Stato entro i confini del 1967. E' evidente che è impossibile un negoziato con la destra di Netanyahu . L'unica cosa interessante della scorsa settimana è stato come Obama ha giocato le sue carte: vuole essere rieletto nel 2012  e non vuole lo scontro con il forte elettorato cristiano sionista e con l'AIPAC , anche se questa organizzazione non rappresenta più la maggioranza degli elettori ebrei. Ma Obama   vuole essere riconosciuto come  sostenere del cambiamento nel mondo arabo e di uno  stato palestinese. Ergo: ha espresso sostegno per  la Primavera araba  e  per la soluzione dei

Hussein Sa’eydeh :Testimonianza: agricoltori di al-'Uja non possono coltivare i loro campi

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  Hussein Muhammad Hassan Sa’eydeh  è un agricoltore disoccupato di 51 anni, sposato con sei figli e residente a al-‘Uja, nel distretto di Jericho – West Bank Sono un beduino di al-Jiftlik. Faccio parte della tribù dei Sa’eydeh. Nel 1930, la mia famiglia si stabilì ad a-Zur, sulla sponda occidentale del fiume Giordano, dove si dedicarono al pascolo delle loro greggi e si occuparono di agricoltura. C’era acqua in abbondanza. Agli inizi, lavorarono la terra di altri contadini per una percentuale del raccolto. In seguito acquistarono alcuni terreni e ne presero pure in affitto 500 dunam dal governo giordano e li lavorarono. La vita che abbiamo avuto è stata buona e prodiga.  Nel 1967, quando Israele occupò la West Bank, avevo sette anni. A causa della guerra, due terzi della mia famiglia si trasferirono sulla sponda orientale. Mio padre rimase. Israele assunse il controllo dei 500 dunam che avevamo preso in affitto dal governo giordano ed avevamo lavorato per sette anni e ci proib

Vittorio Arrigoni ULTIMA INTERVISTA

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Yoel Marcus e Doron Rosenblum : una vittoria di Bibi come questa e Israele sarà distrutta

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sintesi personale    1  Il primo ministro Benjamin Netanyahu avrebbe potuto leggere la rubrica telefonica sul podio del Congresso e avrebbe  ricevuto la stessa ovazione. Il suo discorso ha utilizzato il consiglio di Moshe Sneh : "alzare la voce se l'argomento è debole" . Egli sostanzialmente non ha modificato la sua opinione espressa nel 2001 nel suo libro: lo stato palestinese sarebbe un disastro strategico, la patria dei palestinesi è la Giordania,ogni ritiro aggraverebbe a situazione. E' evidente  che il discorso da lui tenuto al  Congresso risulta inaccettabile e questo  discorso approfondirà  la frattura tra noi ei palestinesi condizionando le possibilità di  negoziati  positivi. Che cosa si proponeva realmente Bibi?  Alcuni osservatori dicono che voleva fare pressione su Obama in vista della campagna elettorale, ma Gary Rosenblatt, direttore di The Jewish Week, descrive l'incidente della Casa Bianca come una " disastrosa hasbara " . Il rappor