Qui, nella Striscia di Gaza, non moriremo in silenzio di Musa Abumarzuq

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The Guardian
18.11.2012

http://www.guardian.co.uk/commentisfree/2012/nov/18/we-in-gaza-right-to-defend

Qui nella Striscia di Gaza non moriremo in silenzio
Se il mondo non difenderà i palestinesi contro Israele, noi avremo il diritto di difenderci, scrive il vice capo dell’ufficio politico di Hamas.

di Musa Abumarzuq

L'ultima aggressione israeliana sulla Striscia di Gaza ha spinto molti paesi europei e gli Stati Uniti a ribadire la loro posizione di costante supporto all'aggressore. William Hague, ministro degli esteri della Gran Bretagna, Cathy Ashton, l'Alto Rappresentante dell'UE per gli affari esteri, e Barack Obama, hanno sostenuto che i razzi di Hamas sono stati responsabili della crisi e che Israele ha il diritto di difendere i propri cittadini. Se avessero controllato i fatti, si sarebbero resi conto che è stato Israele ad iniziare gli attacchi. L'escalation è cominciata quando un incursione militare israeliana a Gaza, l'8 novembre, ha ucciso un bambino palestinese. Questo è stato seguito da altre incursioni e attacchi israeliani, provocando una risposta da parte dalle fazioni palestinesi.
Nonostante ciò, ci sono stati seri sforzi per calmare la situazione e raggiungere una tregua. Ma è chiaro che Israele aveva un altro ordine del giorno. Prendendo di mira Ahmed al-Jabari, capo della Brigata al-Qassam, ha sabotato gli sforzi egiziani per concludere una tregua tra tutte le fazioni palestinesi e gli israeliani. Ciò è stato confermato sabato dal presidente egiziano.

Con l'avvicinarsi delle elezioni israeliane, il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha voluto usare come merce di scambio il sangue dei palestinesi, soprattutto dopo che la sua alleanza con l'ultra-estremista Avigdor Lieberman non è riuscita a rafforzare la sua popolarità nei sondaggi come aveva previsto. Questa non è la prima volta che gli israeliani lanciano una guerra per un vantaggio elettorale. Shimon Peres lo ha fatto in Libano nel 1996 e l'alleanza Olmert-Livni-Barak lo ha fatto a Gaza nel 2008. Ciò che è importante qui è l'atteggiamento immorale e miope dei governi europei e degli Stati Uniti: hanno travisato i fatti e dimostrato una completa parzialità a favore dell'aggressore.

L'Occidente ha dato copertura politica all'aggressione israeliana e ha incoraggiato la sua leadership a proseguire gli attacchi. Così, agli occhi della nostra gente e a quelli di tutta la regione, i paesi occidentali sono complici. I governi europei, in contrasto con i loro popoli, la cui maggioranza è a sostegno dei diritti dei palestinesi, hanno dimostrato di usare due pesi e due misure e di essere di nuovo ipocriti.

I diritti umani che l'Europa pretende di difendere in tutto il mondo sono negati al popolo palestinese. I governi europei non hanno fatto niente, mentre 1.700.000 abitanti di Gaza sono stati sottoposti, negli ultimi cinque anni, al blocco israeliano – che nega loro cibo, acqua, medicine e determina persino quante calorie dovrebbero essere concesse loro ogni giorno.

Il diritto delle persone di resistere all'occupazione e di affrontare l'aggressione è garantito per tutti i popoli, ma se i palestinesi cercano di esercitare tale diritto diventa immediatamente terrorismo e per questo devono essere perseguitati.Gli attacchi militari israeliani su Gaza non si sono fermati dopo l'ultima guerra di Gaza. Dal 2009, sono stati uccisi 271 palestinesi, rispetto ai tre morti israeliani. Negli ultimi giorni più di 700 palestinesi sono stati uccisi o feriti - più della metà dei quali donne e bambini. Ieri 12 persone di una stessa famiglia sono state massacrate.

Ma l'aggressione israeliana non è solo contro Gaza. Ha proseguito la confisca di terre palestinesi e di espulsioni, a Gerusalemme e in Cisgiordania, nonostante gli sforzi dei leader dell'OLP per raggiungere accordi di pace. Si è moltiplicato di dieci volte il numero di insediamenti dagli accordi di Oslo del 1993. Anche dopo che essersi liberati di Arafat, Israele non ha concesso niente. Ora Lieberman vuole sbarazzarsi di Abu Mazen, presidente dell'Autorità palestinese.

Hamas ha deciso di difendere i diritti del suo popolo con una misura di deterrenza nei confronti di uno degli eserciti più attrezzati e (finanziato dagli) occidentali. Mentre il mondo si rifiuta di difendere i palestinesi, noi ci difenderemo. Il nostro popolo ha il diritto all'auto-difesa e non moriremo più in silenzio.

Hamas non può essere in grado di sconfiggere Israele, ma siamo in grado di tener duro e di paralizzare la vita in una parte importante del paese. Questo è il diritto di tutti i popoli liberi. Gaza e Hamas non sono soli, ed i nemici di Israele sono in aumento. Il mondo arabo sta cambiando. Il popolo palestinese oggi vede in Hamas speranza e leadership.

Israele ha intrapreso un'avventura che non ha calcolato correttamente. Ora ne deve sopportare le conseguenze. Una tregua sarà in base alle condizioni di Hamas, non di Israele. La prima sarà quella di togliere il blocco opprimente della Striscia di Gaza.  (tradotto da barbara gagliardi
per l’Associazione di Amicizia Italo-Palestinese Onlus)

                           

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