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Amira hass : With Gaza as Their Model, Palestinian Youth Only See the Steadily Shrinking Horizon

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          Otherwise Occupied //When the model is the Gaza Strip - Israel News Israelis are being killed because their governments keep believing in the sustainability of military rule. haaretz.com The prevailing assumption is failing on a daily basis. The assumption that our regime is normal, as is our life, and that our subjects are getting adjusted, or will become adjusted and will even say, “Thank you, Sir.” In each and every generation and day, we rise up to subjugate and trample them, and they’re almost there – trampled and submissive and normalized, and then they rock the boat. And only because they – those young people, from the privatized uprising – are upsetting the false Israeli normalcy, are they heroes in the eyes of their public, though it has reservations about their choices and isn’t joining them. They are its inarticulate spokespersons, understood and not understood, surprising everyone again and again, although they emulate

Amira Hass : L’ANP tratta il proprio popolo come se fosse il nemico

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            L’ANP tratta il proprio popolo come se fosse il nemico – Zeitun L’ANP tratta il proprio popolo come se fosse il nemico TOPICS:HaaretzGazademolizioniterritori occupatiANPcheckpoint Posted By: carlo… zeitun.info La politica israeliana produce l’impoverimento e la disoccupazione in Cisgiordania, ma affrontarli ricade sulle spalle dell’ANP, cuscinetto tra il principale responsabile ed il popolo. “Dove vivi? Non sai che cosa sta succedendo?” “ Mi sto occupando delle demolizioni.” “Lascia perdere le demolizioni; i checkpoints circondano tutte le città.” “Vuoi dire che l’esercito pensa ancora che questo sia un deterrente?” “ Non si tratta degli ebrei; stamattina tutti i servizi dell’Autorità Nazionale Palestinese hanno installato dei checkpoints alle uscite dalle città e all’ingresso di Ramallah/El Bireh, per impedire agli insegnanti di partecipare ad una manifestazione contro il mancato rispetto degli accordi sa

I limiti del nuovo orientamento israeliano in Siria

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          I limiti del nuovo orientamento israeliano in Siria alla luce dei ruoli di Russia e Iran - Arabpress I limiti del nuovo orientamento israeliano in Siria alla luce dei ruoli di Russia e Iran - Di Amal Shahada. Al-Hayat (24/02/2016). Traduzione e sintesi di Irene… arabpress.eu Di Amal Shahada. Al-Hayat (24/02/2016).  Traduzione e sintesi di Irene Capiferri. L’attuale campagna diplomatica israeliana rivolta agli stati occidentali per un intervento militare diretto in Siria riflette la nuova leadership politica e militare del paese. Finora Israele si è limitato a singole azioni per fermare i gruppi armati che si avvicinano al confine nel Golan, e per impedire il trasferimento di armi dalla Siria ai magazzini di Hezbollah in Libano. Ma ciò che accade ora va in una nuova direzione, dovuta all’imposizione russa sullo scenario con i bombardamenti contro le forze dell’opposizione. La preoccupazione israeliana è che il

Quaresima 2016 a Gaza : oratorio e lavori in corso

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          Quaresima 2016 a Gaza : oratorio e lavori in corso   GAZA – Nella parrocchia della Sacra Famiglia si cammina nella Quaresima, tra via crucis, oratorio per i bambini, aiuto alle famiglie povere e i lavori in corso in canonica. Il nostro reporta… it.lpj.org GAZA – Nella parrocchia della Sacra Famiglia si cammina nella Quaresima, tra via crucis, oratorio per i bambini, aiuto alle famiglie povere e i lavori in corso in canonica. Il nostro reportage. La piccola realtà cristiana della Striscia di Gaza, in queste settimane di Quaresima, è in grande fermento. “ In questo mese di febbraio ben cinque nostri fedeli cristiani sono tornati al Padre ”, ci racconta p. Mario da Silva mentre a piedi si dirige nella chiesa ortodossa di S.Porfirio per assistere ad un funerale. “ Erano persone anziane o malate. La comunità si assottiglia sempre di più. Nei mesi scorsi una trentina sono riusciti a partire ”. Nessuno crede in un cambiamento vic

Israele -Palestina l'IDF avverte sulle ripercussioni negative di una soluzione militare all' Intifada palestinese

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Richard Silverstein   Lede di Maariv: "La paura di una escalation è causata dalla  della mancanza di opportunità politica".  Sintesi personale Unità di intelligence della IDF, AMAN, avverte Netanyahu e il governo  che si sta rapidamente esaurendo l' opzione  militare  per frenare la violenza palestinese che ha portato a 180 morti palestinesi  e  a quasi 30 morti in Israele.    E' possibile,inoltre,  che la fazione di Fatah Tanzim possa guidare la rivolta  e si potrebbe creare  "uno scenario da incubo." L'esercito sollecitai politici a i puntare a una soluzione politica. Purtroppo tali avvertimenti non sono una novità. Le agenzie militari e di intelligence offrono la loro tesi . Poi procedono per aumentare la violenza con le uccisioni mirate e le violazioni del cessate il fuoco  determinando le risposte palestinesi. Sembra che vogliono avere entrambe le cose: presentarsi come una alternativa moderata per i falchi , 

Paola Caridi : Una firma per la libertà

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      Una firma per la libertà     Ci sono tempi. Tempi importanti. Duri. Tempi nei quali non c’è alternativa a dire, e a prendere posizione. Sembra così facile, a distanza. Se soltanto ci si avvicina al Cairo, attraverso uno slancio di empatia che restringe la distanza di migliaia di km tra Italia ed Egitto, si comprende quanto invece sia pericolosa anche una firma. La propria firma sotto il documento dei 500 scrittori, artisti, intellettuali, giornalisti, editori, già arrivati a quota 662 nel giro di due giorni. Il documento è un j’accuse diretto, chiaro, secco al regime di Abdel Fattah al Sisi. Non è la difesa corporativa degli scrittori che protestano perché uno di loro – Ahmed Nagi – è ora detenuto con una pena di due anni da scontare in carcere per oltraggio alla morale pubblica. Non è solo la difesa delle libertà messe in pericolo dal regime. È una presa di posizione contro un sistema autocratico di potere e in difesa del Paese, l’Egi

Un treno per Mauthausen

http://www.davidguetta.it/ D avid Guetta   La Fiorentina perde male ed esce dall’Europa, ma voglio raccontarvi quello che è successo quando ho preso la metro per tornare nel centro di Londra. Una ventina di ragazzotti mi ha riconosciuto e ha cominciato a cantare “David Guetta, c’è un treno per Mauthausen che ti aspetta”, un motivetto che deve andare di moda tra loro, visto che non c’è stato bisogno di accordare i suoni per far partire il coretto vergognoso. Vergognoso non per me, che da decenni convivo con “l’ebreo di merda” che scatta come riflesso condizionato dalle menti più annebiate: sei anni fa l’insulto partì per esempio da un importante rappresentante del tifo, oggi salito di rango, che aggiunse anche di voler venire in radio a staccarmi la testa. La vergogna è per questi dementi con cui mi piacerebbe avere un confronto e che quasi certamente non sanno bene cosa sia successo a Mauthausen  o  ad Aiuschwitz, o a Dachau, o a Treblinka. Ma

"Israele e Palestina cercano narratori" iniziative di dialogo degli artisti

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"Israele e Palestina cercano narratori" La Premio Nobel bielorussa Svetlana Aleksievic GETTY IMAGES/AFP Photo/Daniel Roland L'associazione israeliana Breaking the silence ha già fatto discutere. Nata nel corso della Seconda Intifada, è formata da veterani dell'IDF che desiderano fare luce sui punti oscuri del conflitto israelo-palestinese. Per loro la parola chiave è " occupazione ", come per gran parte della sinistra israeliana. Questo termine può non essere ben accolto da tutti. Per molti si tratta di una " gestione " di terre conquistate dopo una guerra in cui Israele era stato aggredito, dall'Egitto e altri Stati arabi, e aveva rischiato di scomparire (era il 1967). Un'incombenza sgradita e costosa: in termini di vite umane, di tenuta della democrazia - Avraham Burg ha dovuto invocare la costituzione di un "Ministero della Sicurezza Democratica" per poter continuare a dibattere vivacemente come si è

Palestina. Mohammed Al-Qiq, prigioniero della Parola Libera

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          Palestina. Mohammed Al-Qiq, prigioniero della Parola Libera Mohammed Al-Qiq è un giornalista palestinese, arrestato dalle forze di Occupazione israeliana. Che sta morendo di fame e di lotta in un carcere, nel silenzio… osservatorioiraq.it Mohammed Al-Qiq è un giornalista palestinese, reporter per il canale TV SaudiNews Agency Almajd . Nato nel 1982, sposato e padre di due bambini, uno di 1 anno e uno di 4, viveva insieme alla famiglia nel villaggio Abu Qash, nel distretto di Ramallah, in Palestina. Arrestato il 21 novembre alle 2 di mattina, per incitamento a mezzo stampa - con il suo lavoro denunciava la repressione del popolo palestinese per mano israeliana - è stato portato nel carcere di Al-Jalame, nel nord della Cisgiordania, uno dei peggiori centri di detenzione dove per 25 giorni è stato interrogato, legato ad una sedia con gli occhi bendati e torturato.  Oggi è in gravissime condizioni di salute, causa

ISRAELE E TERRITORI PALESTINESI OCCUPATI : rapporto 2015-2016 di Amnesty International

Medio Oriente e Africa del Nord In Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, le forze israeliane hanno ucciso illegalmente civili palestinesi, anche bambini, e detenuto migliaia di palestinesi che avevano protestato o che si erano opposti in altro modo contro lacontinua occupazione militare di Israele, trattenendone centinaia in detenzione amministrativa. Tortura e altri maltrattamenti sono rimasti dilaganti e sono staticommessi nell’impunità. Le autorità hanno continuato a sostenere gli insediamenti illegali in Cisgiordania e hanno imposto rigide restrizioni alla libertà di movimento dei palestinesi, rafforzando ulteriormente le limitazioni in un contesto di escalation della violenza a partire da ottobre, quando da un lato i palesti nesi hanno sferrato attacchi contro civili israeliani e dall’altro le forze israeliane hanno compiuto quelle che sono parse essere delle esecuzioni extragiudiziali. I coloni israeliani stabiliti in Cisgiordania hanno attaccato i palest

Israele annuncia attacchi informatici di 26 milioni di dollari contro il Movimento BDS

Israele annuncia attacchi informatici di 26 milioni di dollari contro il  Movimento BDS e gli utenti musulmani dei media sociali in Occidente Di Sarah Lazare 23 febbraio 2016 Il governo di Israele sta programmando di versare 26 milioni di dollari per quest’anno in un’operazione segreta informatica  per attaccare e sabotare il movimento globale per i diritti umani denominato Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS), stanziando  grandi somme per le compagnie tecnologiche per spiare gli attivisti musulmani negli Stati Uniti e in Europa. Questa iniziativa è stata riferita la settimana scorsa dal giornalista dell’Associated press, Daniel Estrin, che ha detto ad AlterNet che il mese scorso era stato personalmente invitato a un forum privato sulla tecnologia informatica per    programmatori israeliani. BDS è un movimento internazionale per boicottare, disinvestire da Israele e a imporgli sanzioni fino a quando non rispetterà  le convenzioni legali internazionali. Innes