Amira Hass : L’ANP tratta il proprio popolo come se fosse il nemico
L’ANP
tratta il proprio popolo come se fosse il nemico
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carlo…
zeitun.info
La
politica israeliana produce l’impoverimento e la disoccupazione in
Cisgiordania, ma affrontarli ricade sulle spalle dell’ANP, cuscinetto
tra il principale responsabile ed il popolo.
“Dove vivi? Non sai che cosa sta succedendo?”
“ Mi sto occupando delle demolizioni.”
“Lascia perdere le demolizioni; i checkpoints circondano tutte le città.”
“Vuoi dire che l’esercito pensa ancora che questo sia un deterrente?”
“ Non si tratta degli ebrei; stamattina
tutti i servizi dell’Autorità Nazionale Palestinese hanno installato dei
checkpoints alle uscite dalle città e all’ingresso di Ramallah/El
Bireh, per impedire agli insegnanti di partecipare ad una manifestazione
contro il mancato rispetto degli accordi salariali firmati con loro nel
2013. Dove siamo arrivati? Dove siamo arrivati?”
Ieri i servizi di sicurezza dell’ANP
hanno installato cordoni di posti di blocco nelle enclaves dell’area A,
dove Israele consente alla polizia palestinese di portare armi. Hanno
fatto scendere gli insegnanti dagli autobus e li hanno minacciati di
confiscare le loro carte di identità. Gli autobus affittati per il
trasporto degli insegnanti sono stati fatti tornare indietro. Ai
tassisti è stato detto che avrebbero perso le loro licenze se avessero
trasportato i dimostranti.
Chi è riuscito a raggiungere l’enclave
di Ramallah e El Bireh è incappato in ulteriori checkpoints ed è rimasto
bloccato in lunghe file di auto che non si muovevano. Nella stessa
Ramallah il personale di sicurezza ha bloccato le vie tra il palazzo del
Consiglio Legislativo Palestinese e l’ufficio del Primo Ministro.
Alle 11 di ieri mattina circa 1000
insegnanti si erano già radunati nella piazza Mahmoud Darwish, di fronte
all’ufficio del Primo Ministro. Altre centinaia stavano arrivando a
piedi dalle strade vicine in un flusso senza fine. Lentamente la piazza
si è riempita.
“Noi, che riusciamo a superare i
checkpoints israeliani, non possiamo superare quelli dell’ANP?” hanno
detto gli insegnanti che arrivavano dalla zona di Hebron. “Non li
abbiamo visti mettere dei checkpoints per impedire all’occupante
(l’esercito israeliano) di invadere i nostri villaggi e le nostre case,”
ha detto un ascoltatore irato ad una stazione radio locale.
Le proteste e gli scioperi parziali sono
ricominciati circa due settimane fa. Fin dalla metà degli anni ’90 gli
insegnanti del settore pubblico hanno cercato di spiegare all’ANP che i
loro salari e sussidi umilianti offendono gli studenti ed il futuro
dell’intera società palestinese. Martedì scorso circa 20.000 persone
hanno preso parte ad una manifestazione di insegnanti a Ramallah. I
servizi di sicurezza dell’ANP hanno arrestato circa 20 insegnanti e due
dirigenti e li hanno rilasciati dopo due giorni. L’accusa dell’ANP che
la manifestazione fosse organizzata da Hamas è stata accolta con sdegno
dagli insegnanti.
Giovedì è stato raggiunto un accordo con
i rappresentanti dei sindacati degli insegnanti, che è affiliato
all’OLP (Organizzazione per la Liberazione della Palestina, ndt.) e
dipende da Fatah, il partito principale dell’ANP [e di Abu Mazen,ndt].
Ma gli insegnanti hanno respinto l’accordo, che non era retroattivo.
Sabato e domenica gli altoparlanti della moschea hanno diffuso ordini di
rientrare a scuola, ma lo sciopero è continuato.
La protesta degli insegnanti ha portato
in piazza più gente di qualunque protesta contro l’occupazione
israeliana negli ultimi cinque mesi, da quando è iniziata la
sollevazione dei singoli individui [la cosiddetta “Intifada dei
coltelli”, ndt]. Nella situazione permanentemente provvisoria instaurata
dagli Accordi di Oslo, Israele continua a determinare le condizioni di
non sviluppo nel territorio palestinese, attraverso il controllo dei
confini, della vasta area della Cisgiordania nota come Area C e della
libertà di movimento dei palestinesi. Ma la responsabilità di affrontare
l’impoverimento e la mancanza di lavoro ricade sulle spalle dell’ANP,
il cuscinetto tra il principale colpevole ed il popolo.
I manifestanti lo sanno bene, ma
conoscono anche l’iniqua distribuzione del reddito nazionale,
indipendentemente da quanto ciò sia dovuto alle restrizioni israeliane.
Vedono le eccessive risorse destinate ai servizi di sicurezza, gli
sprechi e la corruzione, il clientelismo e gli esorbitanti stipendi dei
principali dirigenti. Non si aspettano niente dall’occupante. Ma certo
hanno qualcosa da chiedere al subappaltante che si autodefinisce
governo, autorità nazionale e movimento di liberazione.
“L’ANP è impazzita,” ha detto al
telefono un insegnante di Nablus che non è riuscito a superare i
checkpoints. “Lei ed i suoi servizi di sicurezza si comportano come se
il popolo fosse il nemico.”
(Traduzione di Cristiana Cavagna)
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