Israele annuncia attacchi informatici di 26 milioni di dollari contro il Movimento BDS

Israele annuncia attacchi informatici di 26 milioni di dollari contro il  Movimento BDS e gli utenti musulmani dei media sociali in Occidente
Di Sarah Lazare
23 febbraio 2016
Il governo di Israele sta programmando di versare 26 milioni di dollari per quest’anno in un’operazione segreta informatica  per attaccare e sabotare il movimento globale per i diritti umani denominato Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS), stanziando  grandi somme per le compagnie tecnologiche per spiare gli attivisti musulmani negli Stati Uniti e in Europa.
Questa iniziativa è stata riferita la settimana scorsa dal giornalista dell’Associated press, Daniel Estrin, che ha detto ad AlterNet che il mese scorso era stato personalmente invitato a un forum privato sulla tecnologia informatica per    programmatori israeliani.
BDS è un movimento internazionale per boicottare, disinvestire da Israele e a imporgli sanzioni fino a quando non rispetterà  le convenzioni legali internazionali. Innescato dalla richiesta delle organizzazioni della società civile palestinese nel 2005 esperte in tattiche globali simili a quelle imposte  per far cadere l’apartheid in Sudafrica, BDS ha attirato l’appoggio internazionale da parte di artisti, studiosi, studenti, e da coloro che si impegnano in campagne per i diritti umani. Il Comitato Nazionale del Boicottaggio ha di recente sostenuto che le massicce risorse che Israele sta dedicando a contrastare il movimento BDS, dimostra che “il nostro ‘soft power sta avendo un impatto reale”, e con un ottimo motivo: perfino la candidata alla presidenza Hillary Clinton,  ha pubblicamente attaccato il BDS e ha promesso di combatterlo.
Le informazioni di Estrin circa la costosa iniziativa di contrastare il movimento crescente inserita nel bilancio di Israele di quest’anno, sono confuse nei dettagli. Estrin descrive uno schema tratteggiato da “alcuni tra i massimi custodi di segreti, comprese Sima Shine una  ex altissima funzionaria del Mossad, dell’agenzia  di intelligence israeliana, e Sima Vaknin-Gil, che di recente ha lasciato il suo incarico di   capo censore militare responsabile degli obblighi di non pubblicazione per i segreti di stato.” Il Ministero israeliano per gli Affari Strategici e la Diplomazia Pubblica, di cui è ora a capo Sima Vaknin-Gil, e anche il Ministero degli Affari Esteri di Israele, sono coinvolti nell’iniziativa.
Tra coloro che hanno orchestrato l’iniziativa di spionaggio anti-BDS c’è Elad Ratson, un funzionario del Ministero degli  Esteri non esattamente famoso per il suo stile diplomatico. Ratson ha preso l’abitudine di sfogarsi sui media sociali, usando anche immagini minacciose di attacchi con bombe inviate ad almeno un sito web francese che combatte contro l’islamofobia.
Secondo il rapporto di Estrin sull’Associated Press, Ratson identificava gli utenti dei media sociali musulmani su suolo straniero come obietti chiave del piano di spionaggio:
Molti attivisti che usano internet per fare campagne di propaganda contro Israele sui
media sociali, sono esperti di tecnologia, sono musulmani di seconda e terza generazione in Europa e negli Stati Uniti che hanno motivo di lagnanze  contro l’Occidente e che guidano campagne online anche contro i governi europei e il governo degli Stati Uniti”, ha detto Elad Ratson che segue  l’argomento per conto del Ministero degli Esteri israeliano e che  ha parlato al forum del mese scorso sulla sicurezza informatica.
Ha detto che spesso creano un codice che permette agli attivisti di fare “esplodere”    migliaia di messaggi da account dei social media – creando l’impressione che molte persone che protestano condividano online lo stesso messaggio anti-israeliano o anti-occidentale.
Contattato per email, Estrin dell’Associated Press ha detto che il piano segreto israeliano di sabotare  BDS era stato svelato a una conferenza alla quale “erano presenti anche altri giornalisti”, ma ha rifiutato di dire se esso era aperto a tutti i membri della stampa. Ha riferito  molte delle domande poste da AlterNet a Eltson che ha definito “una persona simpatica.”
Ratson non ha risposto immediatamente a una domanda sottoposta ai  media sociali circa chi  esattamente  cadrà nella rete e per quali motivi.
In un periodo di  accresciuta allerta per i Musulmani in Europa e negli Stati Uniti, il piano di Israele sta già suscitando allarme. “Questi  sforzi sono un tentativo cinico da parte di Israele  di sfruttare l’atmosfera anti-musulmana negli Stati Uniti per promuovere   il diffuso piano di azione di zittire le critiche  a Israele, su qualsiasi piattaforma appaiano,” ha detto ad Alternet Rahul Saksena, legale dello staff dell’organizzazione di Palestine Legal (un’associazione che protegge i diritti civili e costituzionali dei cittadini statunitensi che parlano apertamente a favore della libertà palestinese, n.d.t.)
Abbiamo visto degli studenti, e in particolare studenti palestinesi presi di mira da gruppi  di pressione   Israele per avere esercitato il loro diritto legale di difendere i diritti umani palestinesi. Questa iniziativa accrescerà sicuramente il regime di sorveglianza contro di loro usando modi molto duri.”
Estrin, da parte sua, non ha sollevato preoccupazioni per i diritti civili nel suo articolo sul prendere di mira i musulmani. Inoltre, l’inviato ha evocato lo spettro dello “Stato Islamico” all’improvviso, fondendo l’organizzazione terroristica globale con i musulmani che criticano la politica estera occidentale.
Nel suo articolo Estrin ha scritto:
Ratson ha detto che i giganti dei media sociali stanno cominciando  chiudere account di  utenti provocatori. Questo mese in  una dichiarazione Twitter ha detto che fino dalla metà del 2015 ha chiuso più di 125.000 account che stavano “minacciando o promuovendo atti terroristici, primariamente collegati all’ISIS, il gruppo Stato Islamico. Ha però detto che gli attivisti islamisti stanno semplicemente trasferendosi sui siti “Darknet”  (rete sicura) (https://it.wikipedia.org/wiki/Darknet) non visibili su Open Internet.
Per quanto imperfetto possa essere stata la sua inquadratura , il rapporto di Estrin chiarisce una cosa: il giro di vite israeliano è pronto ad aumentare la sua campagna fino a livelli senza precedenti. Un numero sconosciuto di compagnie israeliane di tecnologia minacciano di scatenare un’ondata di attacchi informatici, compresi “astuti algoritmi per ridurre questo circolo  di attivisti online che esercitano un’influenza” e anche una raccolta di intelligence forense, come scoprire  firme digitali o semantiche seppellite nella codifica degli attivisti in modo i tecnici possono seguire e restringere la loro attività online.”
Quegli atti di sabotaggio avranno luogo a fianco di una marea  di “contenuti che fanno apparire Israele  sotto una luce  positiva a Israele.”
La piattaforma Firewall Israel, sponsorizzata da un gruppo di esperti collegato al governo, noto come Reut Institute, “sta costruendo una piattaforma online per aiutare gli attivisti pro-Israele di tutto il mondo a comunicare riguardo al attivismo anti-israeliano nelle loro comunità,” afferma l’articolo.
Come fece notare nel 2010 il giornalista Ali Abuminah, l’istituto Reut ha fatto pressioni in maniera aggressiva sul governo israeliano 6 anni fa per accettare una strategia di sabotaggio a cui ci si riferisce come “Rete di delegittimazione” che è “composta dall’ampio movimento decentralizzato e informale di attivisti di tutto il mondo per la  pace e la giustizia, i diritti umani e BDS (boicottaggio, disinvestimento e sanzioni).” Secondo l’argomento del gruppo di esperti,  parafrasato da Abunimah: “Le sue iniziative comprendono proteste contro i funzionari di Israele in visita alle università, la  Settimana dell’Apartheid Israeliana, l’attivismo a base religiosa e sindacale e il “lawfare”, cioè l’uso della  giurisdizione universale per creare un responsabilità legale per i presunti criminali di guerra israeliani.”
I materiali dell’istituto Reut che arrivano fino al giugno 2015, dimostrano che il gruppo di esperti chiede specificamente la sorveglianza delle comunità musulmane. L’istituto dice che la “delegittimazione di Israele” è stata principalmente spinta dalla cosiddetta ‘alleanza rosso-verde’ tra la sinistra radicale e i gruppi musulmani, che ha di fatto costruito coalizioni con gruppi  tradizionali”  In modo inquietante,  il Reut continua a sostenere che proprio la presenza dei musulmani in Europa pone una minaccia demografica a Israele: scrive che “in Europa la crescita   demografica della comunità musulmana sta trasformando la sfera pubblica contro Israele e gli ebrei.”
Sarah Lazare è una cronista di AlterNet.  Ex cronista  di Common Dreams,  Sarah ha partecipato all’editing del libro: About Face: Military Resisters Turn Against War. Seguitela suTwitter: @sarahlazare.
Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo
www.znetitaly.org
Fonte: https://zcomm.org/znetarticle/israel-ann



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