Un treno per Mauthausen




 


La Fiorentina perde male ed esce dall’Europa, ma voglio raccontarvi quello che è successo quando ho preso la metro per tornare nel centro di Londra.
Una ventina di ragazzotti mi ha riconosciuto e ha cominciato a cantare “David Guetta, c’è un treno per Mauthausen che ti aspetta”, un motivetto che deve andare di moda tra loro, visto che non c’è stato bisogno di accordare i suoni per far partire il coretto vergognoso.
Vergognoso non per me, che da decenni convivo con “l’ebreo di merda” che scatta come riflesso condizionato dalle menti più annebiate: sei anni fa l’insulto partì per esempio da un importante rappresentante del tifo, oggi salito di rango, che aggiunse anche di voler venire in radio a staccarmi la testa.
La vergogna è per questi dementi con cui mi piacerebbe avere un confronto e che quasi certamente non sanno bene cosa sia successo a Mauthausen  o  ad Aiuschwitz, o a Dachau, o a Treblinka.
Ma lo vorrei avere questo incontro davanti alla lapide che in via Farini ricorda i fiorentini che sono partiti con quei treni che loro oggi vogliono per me e che non sono più tornati.
E’ un po’ come con quelli/e che si dichiarano assolutamente non antisemiti, ma che spesso quando ti parlano ogni tanto tirano fuori queste parole: “ma voi ebrei…”: una forma di razzismo strisciante che non sopporto.
Magari qualcuno di quei ragazzi e di quelle ragazze, di quei signori e di quelle signore che su quel treno sono stati costretti a salire tifava pure per la Fiorentina, che già esisteva.
Fiorentini/e ebrei/e come me, che sono non ho nessun legame particolare con la Comunità ebraica, mentre invece come cittadino provo nausea ad avere a che fare con questa gente.
Aspetto con orgoglio il prossimo coro: continuate pure così, vigliacchi.

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