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Roberto Della Rocca : La societa' israeliana oggi non e' diversa

La societa' israeliana oggi non e' diversa, purtroppo, dalle altre societa' moderne capitaliste: materialista, individualista e superficiale, con l'aggravante del conflitto mediorientale e del conflitto religioso.Il membro del parlamento che vuole radere al suolo la corte suprema di ieri l'altro, l' ultraortodosso omofobo accoltellatore di ieri e le belve fondamentaliste (ebraiche) che hanno bruciato vivo un bambino stanotte sono ulteriori segnali, e ne abbiamo avuti molti, che siamo malati.E' vero, ci sono cose, da preoccupanti a orribili, in tutto il mondo, ma qui Io vivo e qui cresco la mia famiglia, qui voglio una societa' piu' partecipante, piu' moderata, piu' accogliente per il diverso, piu' sana. Noi, maggiorita' "normale" e troppo silenziosa, non vogliamo riconoscere i segni della malattia, non e' simpatico sentirsi dire dal dottore che non sei sano. Ma non si parla di colesterolo alto, si parla

Giorgio Bernardelli :Gli israeliani e la Bibbia

La Porta di Jaffa Gli israeliani e la Bibbia di Giorgio Bernardelli In una società molto più stratificata rispetto a come la si dipinge, qual è oggi il rapporto tra gli ebrei israeliani e la Bibbia? Alcuni risultati interessanti emergono da un sondaggio condotto nelle scorse settimane in Israele in vista della Tanach Conference, l’annuale seminario biblico promosso dall’ Herzog Academic College di Alon Shvut. Intanto dall’indagine emerge che il 95 per cento degli intervistati dichiara di averne una copia in casa (anche se c’è comunque un 6 per cento che precisa di non essere sicuro di sapere esattamente dove si trovi…). Per dare un termine di paragone, la più recente indagine sugli italiani e la Bibbia - condotta l’anno scorso - stimava la presenza di una Bibbia nell’82 per cento delle case nel nostro Paese: un percentuale alta, ma non quanto in Israele. Se poi si passa alla conoscenza dei contenuti e al sign

Fra Pizzaballa: «Non abbandoniamo la Terra Santa!»

Fra Pizzaballa: «Non abbandoniamo la Terra Santa!» Le guerre in Medio Oriente e gli attentati dei gruppi fondamentalisti che hanno insanguinato anche i Paesi d’Occidente, i pellegrinaggi in Terra Santa conoscono un calo consistente. Si stima che solo dall’Italia, nell’ultimo anno, la diminuzione stia stata di oltre il 40 per cento. Con il pubblico appello che qui pubblichiamo, il Custode di Terra Santa ci esorta a ritornare ai Luoghi Santi. *** Da tempo, soprattutto a causa della paura ingenerata dalle guerre in Medio Oriente e dagli attentati perpetrati da gruppi fondamentalisti che hanno insanguinato anche i Paesi d’Occidente, i pellegrinaggi in Terra Santa conoscono un drammatico calo. Si stima che solo dall’Italia, nell’ultimo anno, la diminuzione stia stata di oltre il 40 per cento. A fronte di qualche timido segnale di ripresa, il timore di recarsi in questa Terra benedetta resta grande. Sapendo di interpretare la voce delle varie comunità cristiane ch

Uri Avnery :Dopo l’accordo sul nucleare, Israele dovrebbe diventare il miglior alleato dell’Iran

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  Dopo l’accordo sul nucleare, Israele dovrebbe diventare il miglior alleato dell’Iran di Uri Avnery E’ la tesi del grande statista e pacifista Uri Avnery, leader del gruppo Gush Shalom, sostenitore della pace fra israeliani e palestinesi. Secondo Avnery, l’Iran desidera solo essere una potenza regionale e del mondo islamico, capace di commerciare con tutti, grazie alla sua raffinata e millenaria esperienza. Di fronte, rivolti al passato, vi sono le monarchie e gli emirati del Golfo. L’Iran può essere un ottimo alleato contro Daesh. Gli abbagli di Netanyahu e dei politici e media israeliani. (Traduzione dall’inglese di AsiaNews). Tel Aviv (AsiaNews) – E se l’intero dramma fosse soltanto un tentativo d’inganno? E se gli scaltri persiani non pensassero per nulla a costruire una bomba atomica, ma usassero la minaccia per giungere al loro vero scopo? E se Benjamin Netanyahu fosse stato raggirato per diventare l’involontario e principale collaboratore delle ambizioni irani

Tasse dell'Anp troppo alte: chiude la centrale elettrica di Gaza - video

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Tasse dell'Anp troppo alte: chiude la centrale elettrica di Gaza Tensioni tra Hamas e Autorità palestinese soffocano la Striscia askanews.it Gaza (askanews) - La popolazione palestinese di Gaza, già duramente provata dalla guerra dei 50 giorni dell'anno scorso, è ora costretta a scontare le aspre tensioni che dividono Hamas, al potere nella Striscia, e l'Autorità nazionale palestinese stanziata in Cisgiordania. L'unica centrale elettrica di Gaza ha cessato la produzione per le dispute tra le due organizzazioni politiche palestinesi a causa delle tasse per il combustibile necessario alla produzione di energia. Oggi le relazioni sono al minimo storico, nonostante un governo di unità nazionale di facciata che avrebbe dovuto centralizzare l'amministrazione dei territori. Gaza è costretta a fare i conti con la peggiore crisi umanitaria mai registrata a seguito del conflitto del luglio-agosto 2014 e ha il denaro contato

Un anno fa la guerra a Gaza: Caritas, pericolo nuovo conflitto

Un anno fa la guerra a Gaza: Caritas, pericolo nuovo conflitto U n anno fa la guerra a Gaza: Caritas, pericolo nuovo conflitto it.radiovaticana.va Esattamente un anno fa Gaza viveva drammatici giorni di guerra, la terza nella zona. L’8 luglio 2014 infatti le forze israeliane diedero il via all’operazione militare ‘Margine di protezione’ in risposta al lancio di razzi e colpi di mortaio da parte di Hamas e di altri gruppi palestinesi armati della Striscia. In 51 giorni di conflitto, fino alla tregua raggiunta in Egitto a fine agosto, morirono oltre 2.200 palestinesi, di cui - riferisce un rapporto delle Nazioni Unite - 1463 erano civili e un terzo di questi bambini; 73 le vittime israeliane, perlopiù militari, e 1.600 feriti. Ma come si vive oggi a Gaza e nella Striscia? Risponde padre Raed Abusahlia, direttore generale di Caritas Gerusalemme, intervistato da Giada Aquilino: R. – Un anno dopo la fine della guerra, a Gaza e nella Striscia, niente è ca

Nella diaspora ebraica aumenta il disagio verso Israele

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World Jewry becoming ever more uncomfortable with Israel, major study finds   Most Diaspora Jews don’t believe current government is sincere in quest for peace; feel entitled to a say in country’s security policy, new JPPI research highlight   timesofisrael.com Raphael Ahren Sintesi personale L'ebraismo mondiale  trova sempre più difficile sostenere Israele a causa del  permanente conflitto con i palestinesi La tendenza sta erodendo il sostegno della diaspora per lo Stato ebraico, avverte il rapporto del  Policy Institute think tank, che sarà pubblicato ufficialmente la prossima settimana. Mentre la maggior parte degli ebrei concorda con le necessità di Israele di difendersi legittimamente  con le guerre e ritiene che  il suo esercito rispetti  elevati standard morali, vi è una crescente disagio per alcune politiche israeliane   secondo il rapporto di 100 pagine dal JPPI   Gli ebrei della Diaspora non sono convinti che Isra

Israele: etichettatura dei prodotti provenienti dai Territori occupati. Direttiva UE

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1Il  presidente del consiglio in visita in Israele ha preso posizione sulle iniziative di sensibilizzazione sul commercio di prodotti israeliani, assimilando tutto e qualsiasi cosa a forme di boicottaggio, dicendo: "chi boicotta Israele boicotta sé stesso." A parte il fatto che il premier dimentica di distinguere tra Israele e territori occupati in violazione del diritto internazionale, proprio negli stessi giorni giunge la notizia della decisione dei mInistri degli esteri dell a UE di procedere con l'etichettatura i prodotti provenienti dalle colonie già prevista dalle "linee guida" relative. Sicuramente una forma di pressione ed informazione per i consumatori che potranno decidere o meno se acquistare tali prodotti, che pare essere sostenuta almeno sulla carta anche dall'Italia. Sulla carta perché ad oggi a differenza di altri stati membri l'Italia non ha ancora fatto un passo per sperimentare metodi di etichettatura. Mentre lo Europan

Italia : Salvare i migranti ci costa 11 euro a testa all’anno

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Da inizio anno fino al 9 giugno sono arrivati sulle coste italiane 55mila migranti. Degli 11 euro che spendiamo, ai migranti arrivano 66 centesimi Redazione       Salvare i migranti ci costa 11 euro a testa all’anno Da inizio anno fino al 9 giugno sono arrivati sulle coste italiane 55mila migranti. Degli 11 euro che spendiamo, ai migranti arrivano 66 centesimi linkiesta.it (Getty Images/ALBERTO PIZZOLI) Uno dei principali argomenti di dibattito sulla gestione dell’immigrazione è il costo del recupero in mare e dell’accoglienza dei 55mila migranti arrivati dall’inizio dell’anno sulle nostre coste. La Fondazione Ismu ha fatto i calcoli: 11 euro a testa all’anno per ogni italiano . Come undici caffè, due pacchetti e mezzo di sigarette, un biglietto e

Israele : spaccatura tra la sicurezza israeliana e Netanyahu riguardo al negoziato con l'Iran

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  Israel Security Establishment Breaks With Bibi on Iran Deal Israel’s political leaders have lined up against the Iran deal. Not so its security establishment, which is urging Benjamin Netanyahu to work with the U.S. rather... forward.com  Sintesi  personale Una profonda spaccatura  sta emergendo ' tra establishment della sicurezza israeliana. e il  primo ministro Benjamin Netanyahu. . Un piccolo ma crescente gruppo di ex-funzionari  critica la posizione di Netanyahu  sulla  questione iraniana   e generali che lo sotengono pubblicamente si contano sulle dita . Hanno posizioni diverse,ma tutti  sono  d'accordo che Israele dovrebbe lavorare con l'amministrazione Obama,  piuttosto che mobilitare il Congresso contro la Casa Bianca Chi sono questi critici? Essi comprendono:  un ex capo dell'intelligence militare, Amos Yadlin , Yitzhak Ben-Yisrael ,  Israele Ziv , Dov Tamari ; Ami Ayalon , Efraim Halevy . E ce ne sono altri.

Arash Karami :I parlamentari iraniani considerano un errore la visita di Hamas in Arabia Saudita

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          Iran MPs: Hamas visit to Saudi Arabia a 'mistake'  Sintesi personale Il supporto delle organizzazioni  palestinesi è stato uno dei principi immutabili della Repubblica Islamica dal 1979. Nel suo ultimo discorso il leader supremo Ayatollah Ali Khamenei ha  dichiarato che ,anche in presenza  di un accordo sul nucleare, il sostegno  ai  " gruppi di resistenza "dovrebbe continuare. Tuttavia non è un segreto che, da quando i disordini  sono iniziati in Siria nel 2011, le relazioni tra Hamas e l'Iran si sono deteriorate . L'Iran ha spinto il gruppo militante sunnita  a sostenere politicamente Bashar al-Assad, mentre Hamas è stato sulle difensive , negando le accuse di sostenere l'opposizione armata al regime siriano  . Contemporaneamente  Khaled Meshaal ha lasciato  Damasco nel 2012 per il Qatar, uno dei principali sponsor dell' opposizione armata ad Assad.   È comprensibile quindi che,quan

Fulvio Scaglione : Migranti, così l'Unione scarica sull'Italia i suoi problemi

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        Migranti, così l'Unione scarica sull'Italia i suoi problemi L'emergenza immigrazione è un'emergenza dell'Europa, non del nostro Paese, in crisi economica ma di transito per altri Stati. Ma di fronte a questa inconfutabile realtà, l'Europa a trazione Nord-Est che fa? Scarica su di noi l'emergenza e ci... famigliacristiana.it La pessima Europa odierna, quella trainata dai Paesi del Nord e dell'ex Est, ha dato nuova prova di sé inviando una delegazione di 18 eurodeputati a controllare le procedure che l'Italia applica nell'accoglienza dei migranti e richiedenti asilo. Ufficialmente non è così, ovvio. Scopo della missione, sulla carta, è "facilitare l'attuazione degli schemi di riallocazione" dei migranti negli altri Paesi della Ue, ma tutti sanno che in realtà vengono a farci le pulci per i sommari o scarsi controlli che esercitiamo nei confronti di chi arriva. Sotto speciale

Haaretz: Israele stato dei settler ,non stato di diritto

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   Sintesi personale Il governo di Israele è nel bel mezzo di una lotta internazionale per contrastare un accordo nucleare con l'Iran, mentre la sua economia è minacciata da un boicottaggio ufficiale e non ufficiale . In queste circostanze Israele ha deciso che il modo migliore per rafforzare la sua lotta , sia quello di approvare la costruzione di centinaia di nuove unità abitative negli insediamenti in Cisgiordania. Il Consiglio pianificazione dell'Amministrazione Civile ha approvato il progetto di costruire 886 unità abitative in Cisgiordania, riciclare 179 unità abitative costruite illegalmente 20 anni fa, approvare la costruzione di centinaia di unità abitative vicino a Beit El, oltre a due strutture abitative all'interno di esso che l'Alta Corte di Giustizia ha ordinato di demolire . Inoltre nuove unità abitative dovrebbero essere autorizzate a Ma'aleh Adumim, Giv'at Ze'ev, Psagot e Beit Aryeh. Secondo il ra

Carlo Rossella : RENZI-ZELIG . 'il discorso in israele di renzi stato l’opposto di quello tenuto a ramallah'

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Contributo di Carlo Rossella raccolto alle 5:30 del mattino La migliore vignetta della giornata è quella di Vauro su Renzi, pubblicata dal “Fatto quotidiano”. Vauro è un vignettista coraggioso, davvero bravo. E lo si capisce dal modo in cui ha rappresentato Renzi-Zelig. La vignetta descrive la verità. Il nostro premier è italiano in Italia, francese in Francia, greco in Grecia, russo in Russia, arabo con gli arabi. E ieri alla Knesset, Parlamento che ha sempre ospitato sempre discorsi di leader seri e accreditati, Renzi è stato israeliano con gli israeliano. E domani che andrà in Siria sarà siriano? E in Turchia, sarà turco? Anche se in quel ruolo abbiamo già ammirato Totò in “Un turco napoletano”.     RENZI NETANYAHU Il nostro premier-zelig si identifica con l’uditorio che lo ascolta. Non vuole deluderlo, non dice nulla che possa dispiacerlo. Vuole essere amato, stimato, applaudito. E poco importa che il discorso da lui tenuto alla Knesse