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“Lettera al di là del muro”. I bambini profughi palestinesi si raccontano

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I bambini e le bambine dei campi profughi palestinesi si raccontano in “Lettera al di là del muro”. Il libro contiene le lettere più belle e toccanti, raccolte e selezionate da educatori locali e italiani nei campi profughi di Shu’fat e Qualandia alle porte di Gerusalemme. I bambini scrivono ai loro coetanei israeliani e italiani, nati “dalla parte fortunata del muro”, affinchè non ci sia più bisogno di muri, ma solo di ponti. “La mia colpa è essere palestinese? Essere bambina costretta a vivere in questo posto occupato? O forse la mia colpa è non riuscire a togliermi di dosso questa occupazione?” si chiede Marah, 14 anni. “La pace sia con voi... invio questa mia lettera a chi ha un cuore che possa sentire il problema della Palestina occupata”. (Rana, 12 anni). Il libro nasce dall’esperienza degli operatori di Vento di Terra Onlus in Palestina , impegnati nel supporto ai centri educativi dei campi profughi dell’area di Gerusalemme Est. Ha una sezione introduttiva sulla questione pale

L'arcivescovo Fouad Twal,: "SE VOGLIAMO ALTRO ODIO CONTINUIAMO L'ASSEDIO

Cosa può dirci della situazione dei cristiani nei Territori? I Territori palestinesi sono ancora sotto occupazione con centinaia di check-point e posti di controllo: la vita è dura, durissima e il fatto di non vedere una soluzione, un futuro chiaro in questo presente così difficile peggiora le cose. E questo malgrado l'arrivo di tanti pellegrini, ai quali siamo molto grati. Ma a causa di motivi politici, economici, di ricongiungimento familiare in tanti continuano ad emigrare anche adesso: la nostra minoranza cristiana rimane minoranza. Che cosa sa della parrocchia di Gaza? Gaza è una catastrofe: non c'è altro modo di definirla. Gaza è una vera, bella fabbrica di odio, di rancore, di sfiducia. Se vogliamo ancora più violenza, continuiamo con questo modo di fare: opprimiamo un intero popolo! Anche se alcuni «responsabili» possono scegliere un comportamento irresponsabile, deve essere chiaro che schiacciare un milione e mezzo di persone con questo atteggiamento non avrà altr

Zeev Sternhell : sionismo coloniale

Sintesi personale Hebron è una vergogna nazionale, un vero e proprio peccato criminale :l' apartheid, come Boaz Okun ha scritto nel settimanale Yedioth Ahronoth la scorsa settimana, è già qui.Ma non solo a Hebron: La situazione nei territori, in generale insieme con il furto di terre private, sono la testimonianza del fallimento dello stato di fronte all'arroganza del colono e alla sua determinazione a non sottostare a vincoli etici e giuridici, favorendo il consolidarsi di una quotidiana cultura della violenza Secondo il rapporto di Peace Now gli insediamenti occupano oltre il 90% di terre private palestinesi Vorrei precisare che in tre articoli scritti nei mesi di maggio e giugno del 2001,ho spiegato la mia posizione per quanto riguarda i coloni: La vita degli ebrei che vivono su entrambi i lati della Linea Verde è "ugualmente prezios a . La limitazione della libertà di circolazione è un disastro storico, ma per ora ci sono persone che vi abitano la

1967 Fuga degli ebrei italiani da Tripoli: testimonianza

Nel giugno del 1967 circa 6mila ebrei italiani fuggirono da Tripoli. La guerra dei 6 giorni, la violenta reazione in Libia al conflitto, la morte di 17 persone li costrinse alla fuga in Italia.Tra quei 6mila ebrei, alcuni di nazionalità italiana, c’era anche il tredicenne Yoram Ortona, oggi consigliere della Comunità Ebraica di Milano e dell’UCEI, l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Che ricorda quei giorni in questa intervista. PeaceReporter - Fuga da Tripoli L'OLOCAUSTO NASCOSTO DEGLI EBREI LIBICI

Ali Waked : famiglia palestinese intrappolata nella propria casa dall'IDF

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Sintesi personale La Mitzvah di questo giorno festivo richiede alle famiglie di risiedere nella loro sukkah per sette giorni, ma per alcuni palestinesi Sukkot significa essere costretti a vivere in una piccola stanza per giorni,come è accaduto a a una famiglia palestinese di Hebron, sottoposti ad un trattamento vergognoso."Un soldato stanziava nel corridoio vicino alla camera e non potevamo chiudere la porta. Egli non ha tenuto conto del fatto che abbiamo bisogno di dormire, o che vi sono donne in casa. Non si respirava più , iMia figlia piccola si è sentita male e mi è stato impedito di farle prendere un po' d'aria sul balcone. Non ci hanno permesso neanche di dissetare la pecora in cortile. Sono stati tre giorni di inferno l'IDF ha negato Hebron: Palestinian family says trapped by army

Cosa avrebbero detto i media se....

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fossero stati bambini palestinesi?

Lahore, Conferenza degli Ulema: gli attacchi suicidi sono “non-islamici”

Lahore, Conferenza degli Ulema: gli attacchi suicidi sono “non-islamici Un conferenza che raduna accreditati dottori islamici pakistani, riunita a Lahore, ha dichiarato ieri che gli attentati suicidi sono “non-islamici e vietati”, ricordando che solo lo Stato ha l’autorità di proclamare il jihad (guerra santa), non anche individui o gruppi. Il Consiglio Muttahida degli Ulema, durante la conferenza a Jania Naeemia, ha persino lanciato unanime una fatwa (editto) contro la recente ondata di attentati esplosivi suicidi che hanno ucciso centinaia di persone nel Paese. L’arcivescovo Lawrence John Saldanha, presidente della Conferenza episcopale cattolica pakistana, ha plaudito e sostenuto questa fatwa. Ad AsiaNews ha spiegato che “nessuna religione approva il terrorismo e le esplosioni suicide”. Anche Malik Rehman, consigliere del Primo ministro per gli Interni, ha lodato questa fatwa e ha auspicato che possa dissuadere gli estremisti suicidi. I chierici sono, però, critici verso il govern

Akiva Eldar : Israele i Balcani sono arrivati

E’ difficile immaginare che un politico di mestiere e un brillante avvocato come Ehud Olmert non abbia capito che, una volta che il primo ministro di Israele abbia apertamente puntato il timone in direzione di un accordo con i palestinesi entro i confini del 1967, nessun dirigente palestinese si accorderà per qualcosa di meno. Come la sua probabile erede, Tzipi Livni, Olmert sa che non ha alcun senso continuare a mercanteggiare. Entrambi sono giunti alla conclusione che il vecchio gioco dell’ interminabile processo di pace che non conduce a nulla è ormai arrivato alla fine. Il ‘mantra’ che recita “se faranno delle concessioni, otterranno qualcosa in cambio, se non faranno concessioni, non otterranno niente”, che Benjamin Netanyahu ha ripetuto con arroganza di fronte ai palestinesi, ha cambiato direzione: se Israele lascia i territori, tutti i territori, otterrà uno stato ebraico. Se Israele non concede i territori, inclusa Gerusalemme Est, otterrà in cambio ‘i Balcani’.Ma Olmert e la L

Foto di un palestinese ucciso dall'esercito : 1947-48

Tel Aviv, 16 ottobre  - L'Ansa riferisce che il quotidiano israeliano Yedioth Ahronot pubblica oggi due foto dell'esecuzione sommaria di un anziano palestinese scattate tra il 1947-48. Non si conoscono né la data, né il luogo esatto dell'episodio.Nella prima, l'uomo, bendato e legato, viene scortato da due miliziani ebrei verso l'esecuzione. Nella seconda, l'anziano si appoggia col mento su un bastone mentre sta per essere passato per le armi. Il giornale ha annunciato che domani pubblicherà l'immagine che ritrae il cadavere dell'anziano in una pozza di sangue. Le foto sarebbero state proprietà di un ex alto ufficiale delle forze armate israeliane deceduto di recente. Palestinesi fucilati, stop alle immagini. La Nakba ritorna tabù   Leggi tutto...  

PAOLA CARIDI :I frutti amari di Acco

Acco, per ora, sembra calma. Ma attorno ad Acco la tensione cresce: ieri l’ala militare del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, le brigate Abu Ali Mustafa, ha minacciato di assassinare Avigdor Lieberman, il capo del partito Ysrael Beitenu, uno degli esponenti più in vista della destra israeliana. Lieberman è salito agli onori della cronaca per affermazioni sugli arabo-israeliani bollate come razziste dalla minoranza palestinese d’Israele. Ha anche parlato della possibilità di trasferimenti di popolazione araba da Israele verso i Territori. Lieberman aveva fatto parte anche della coalizione del governo di Ehud Olmert, che peraltro era intervenuto sulla questione più ampia degli arabo-israeliani la scorsa domenica (“There is no doubt that for many years there has been discrimination against the Arab population that stemmed from various reasons”, aveva detto ai rappresentanti della minoranza palestinese d’Israele. Grazie, Andrea)Se questo è il retroterra, le minacce di ie

La terra delle arance tristi (G. Kanafani; 1958)

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Entrai furtivamente nella stanza, inosservato, e il mio sguardo cadde sul viso di tuo padre che mostrava ancora le tracce della sua rabbia e della sua impotenza. Vidi sul tavolino la rivoltella nera e, accanto, un'arancia: era rinsecchita e dura.  continua qui La terra delle arance tristi (G. Kanafani; 1958)

di Eitan HaberIsraele – Il declino dell’Occidente ci mette in pericolo

La storia sta prendendo forma proprio sotto i nostri occhi; possiamo anche chiamarla una tragedia. Il mondo occidentale, di cui Israele fa parte, sta perdendo il suo potere politico, militare ed economico. Sebbene sia ancora forte, la direzione che ha imboccato è quella che porta al collasso ed alla disintegrazione. George W. Bush lascerà la Casa Bianca a gennaio, e farebbe bene a non incontrarsi con gli storici nel prossimo futuro. Lo farebbero a pezzi. Nelle attuali circostanze, possiamo dire che, almeno per il momento, il dibattito su cos’è che plasma la storia – la realtà o le persone – è giunto ad una conclusione. In questo caso, non vi sono praticamente dubbi: le persone. E soprattutto, il leader del mondo libero occidentale, il quale merita molte lodi per il suo vigoroso appoggio ad Israele, passerà alla storia come uno sciocco. Possiamo sfregarci gli occhi per l’incredulità: non molto tempo fa l’America era al culmine della sua potenza politica, militare ed economica. Gli Stati

L'amore ai tempi della barriera di separazione

A metà fra Shakespeare e Kafka, il quotidiano israeliano Haaretz racconta oggi l'incredibile storia di amore e burocrazia di A., israeliana di Tel Aviv e M., palestinese di Gaza. Che oltre 25 anni fa, sfidando il conformismo, si innamorarono. E, a differenza di Giulietta e Romeo, riuscirono a coronare il loro sogno d'amore impossibile con le nozze. Matrimonio benedetto dal cielo, peraltro, con ben cinque figli. Almeno fino a qualche anno fa. Nel 2000, infatti, con lo scoppio dell'Intifada di al Aqsa, la famiglia, che risiede in Israele, inizia a passare i primi guai. A M., che non ha mai chiesto nè ottenuto la cittadinanza israeliana, viene concesso di restare, in deroga alle nuove leggi, grazie a una norma sull'unità familiare che lo dispensa dal rimpatrio coatto. Dopo qualche tempo, però, è la stessa A., in rotta con il marito, a sollecitare il ministro dell'Interno israeliano perché non gli rinnovi il permesso di residenza. A. che oggi non sa darsi pace di quell

Scoperta sul Volga la capitale dello stato ebraico dei Cazari

Scoperta sul Volga la capitale dello stato ebraico dei Cazari Agli antichi Cazari, che adottarono l'ebraismo come religione ufficiale oltre mille anni fa e che dominarono un ampio territorio fra il Caucaso e il mar Caspio dal settimo al decimo secolo, Arthur Koestler dedicò un libro combattivo e controverso, «La tredicesima tribù», nel quale ipotizzava che gli ebrei ashkenaziti fossero in realtà i discendenti di questa popolazione, costretti ad abbandonare le loro terre a causa delle devastazioni mongole e a rifugiarsi nell'Europa orientale. Finora tuttavia la capitale del loro regno, Itil, citata nei resoconti dei viaggiatori medievali, non era stata individuata, anche perché in epoca sovietica le ricerche su questo stato ebraico precedente a quello russo erano state fortemente scoraggiate. Dopo scavi durati nove anni, però, gli archeologi dell'università russa di Astrakhan sono adesso riusciti a portare allo scoperto i resti dell'antica città, fra cui le fondamen

Aluf Benn : una situazione schizofrenica

Il muro di separazione edificato in Cisgiordania divide la società israeliana in due mondi radicalmente diversi relativamente alla percezione della realtà e dei problemi da affrontare. Da una parte ci sono coloro che provano disagio di fronte alla crisi di Wall Street, alla mancanza di leadership ed alla minaccia iraniana. Pochi di essi si preoccupano per quel che sta succedendo in Cisgiordania, e di sicuro nessuno si reca da quelle parti. I palestinesi sono dimenticati, quando non si verificano attacchi suicidi; i coloni sono visti come una società bizzarra; e le trattative di pace portate avanti da Ehud Olmert appaiono come un’iniziativa del tutto secondaria. Dall’altra parte del muro, nel Paese dei Coloni, le cose vengono viste molto diversamente. Là nessuno si preoccupa per la crisi finanziaria o per Ahmadinejad, ma piuttosto per la sopravvivenza. I coloni sono furiosi con lo Stato che ha smantellato gli insediamenti di Gush Katif nella Striscia di Gaza, con l’esercito, la