Scoperta sul Volga la capitale dello stato ebraico dei Cazari



Agli antichi Cazari, che adottarono l'ebraismo come religione ufficiale oltre mille anni fa e che dominarono un ampio territorio fra il Caucaso e il mar Caspio dal settimo al decimo secolo, Arthur Koestler dedicò un libro combattivo e controverso, «La tredicesima tribù», nel quale ipotizzava che gli ebrei ashkenaziti fossero in realtà i discendenti di questa popolazione, costretti ad abbandonare le loro terre a causa delle devastazioni mongole e a rifugiarsi nell'Europa orientale. Finora tuttavia la capitale del loro regno, Itil, citata nei resoconti dei viaggiatori medievali, non era stata individuata, anche perché in epoca sovietica le ricerche su questo stato ebraico precedente a quello russo erano state fortemente scoraggiate. Dopo scavi durati nove anni, però, gli archeologi dell'università russa di Astrakhan sono adesso riusciti a portare allo scoperto i resti dell'antica città, fra cui le fondamenta di una grande fortezza di forma triangolare. «È una scoperta importantissima - ha dichiarato uno degli archeologi, Dmitrij Vasilev - perché finalmente potremo conoscere meglio la cultura dei Cazari, le loro tradizioni, i loro riti funerari». All'apice della loro fortuna, i Cazari, una popolazione seminomade di origine turca, controllavano una parte di quella che è oggi la Russia meridionale, le regioni occidentali del Kazakhstan, l'Ucraina orientale, l'Azerbaijan e i territori del caucaso settentrionale. Secondo le cronache del tempo Itil (un nome che secondo Vasilev indicava forse il fiume Volga, su cui la città era costruita) era un centro multietnico e multireligioso dove convivevano cristiano, ebrei, musulmani e pagani. A spingere l'élite cazara ad abbracciare la religione ebraica fu, secondo Evgenij Satanovskij, direttore dell'Istituto per il Medio Oriente di Mosca, una decisione politica, il modo migliore per rimanere indipendenti dagli stati vicini, che erano cristiani o musulmani.

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