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Mahmud Darwish :fa paura di Hamas la mancanza di cultura

qui L'avvento di Hamas a Gaza «non mi fa paura da un punto di vista politico. Mi fa paura invece da un punto di vista culturale. La loro tendenza è di imporre i propri principi su tutti. Credono in una democrazia "buona per una volta soltanto", per giungere alle urne e al potere. Pertanto sono un disastro per la democrazia. (La loro) è una democrazia antidemocratica»: lo afferma il poeta nazionale palestinese Mahmud Darwish in una lunga intervista al quotidiano Haaretz di Tel Aviv. L'incontro con la giornalista israeliana, che lo ha visitato a Ramallah (Cisgiordania), ha preceduto di pochi giorni la prima apparizione negli ultimi anni in Israele di Darwish, che è nato in un villaggio della Galilea e che si è autoesiliato nel 1970. Domenica Darwish sarà a Haifa per leggere una ventina di poesie, accompagnato dal musicista Samir Jubran (liuto) e dalla cantante Amal Murcus. I biglietti, nota il giornale, sono andati a ruba. Darwish ritiene che per i palestinesi «la situa

Intanto in Francia gli Hezbollah sono ufficialmente invitati

Mentre Israele si domanda se la guerra libanese ha rafforzato o indebolito gli Hezbollah partecipano come rappresentanti ufficiali a un incontro per discutere sul futuro del Libano., acquistando una posizione strategica importante come alleati dell'Iran. Naturalmente con il beneplacito dell'Arabia Saudita http://www.haaretz.com/hasen/spages/881446.html

LA TRAPPOLA MORTALE DELL'IDENTITà

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La trappola mortale dell'identità Sono ebreo e sono contro l'occupazione israeliana. Mi capita spesso di discutere con amici e conoscenti ebrei ma queste discussioni non hanno mai portato da nessuna parte, non ho mai convinto nessuno. A qualunque argomentazione storica, etica o solo di buon senso, mi rispondono con un'altra argomentazione che a loro modo di vedere legittima o giustifica l'azione del governo israeliano. Mi sono chiesto a lungo perché la maggior parte degli ebrei difende Israele incondizionatamente arrivando persino a negare l'evidenza. Poi una sera a cena, commentando i recenti fatti, dico a un mio amico: comunque Fini è pur sempre meglio di Sharon (sottintendendo che Fini è sì un politico di destra, magari ex-fascista, amico di gioventù della Mambro, ma Sharon è pur sempre un criminale). E lui risponde: no, perché almeno Sharon è ebreo. Ecco infine svelato cosa muove gli animi: il meccanismo di identificazione. Una volta ho chiesto a Peretz Kidron

YEHOSHUA: Israele scelga di negoziare con la Siria

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Per lo Stato ebraico è il momento di scelte importanti: non basta colmare le lacune delle forze armate, bisogna portare avanti una coraggiosa trattativa con la Siria Ricordo perfettamente quando fui informato che la prima guerra del Libano stava per iniziare. Era un venerdì pomeriggio del 1982. Ero con una cinquantina di insegnanti che, come me, erano soliti tenere lezioni ai soldati quale parte del loro servizio di riservisti. Chissà perché ci avevano convocato già il primo giorno di guerra, nemmeno fossimo esperti di qualche arma segreta e indispensabile anziché possedere solo capacità oratorie. Un ufficiale appena giunto dal quartier generale dell’esercito ci mise candidamente al corrente che stavamo per sferrare un attacco militare contro il Libano e che il nome scelto per quell’offensiva era «Operazione pace in Galilea». Rimasi sbalordito. Qualche mese dopo l’allora primo ministro, Menachem Begin, e il capo dell’opposizione, Shimon Peres, il cui partito aveva votato alla Kne

Gaza: denuncia dell'associazione israeliana Gisha

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GAZA (10 luglio) - L'agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione dei profughi palestinesi (Unrwa) ha annunciato oggi la sospensione di un progetto del valore di 93 milioni di dollari per la costruzione nella Striscia di Gaza di case, scuole e acquedotti: «Siamo costretti a fermare i nostri lavori semplicemente perché ci manca il cemento» ha dichiarato John Ging, direttore del progetto a Gaza. La parziale chiusura delle frontiere con Israele, in seguito alla presa del potere con le armi da parte di Hamas, sta mettendo in crisi l'economia della Striscia: «Non basta che venga autorizzato l'ingresso di cibo e medicinali - denuncia Ging - ma occorre ripristinare immediatamente la libera circolazione di tutte le merci». La mancanza di cemento, che normalmente viene importato attraverso i valichi come gran parte delle altre materie prime, sta di fatto bloccando, secondo Ging, anche i lavori di riparazione delle case e dei rifugi danneggiati dai b

Halper : noi ricostruiremo le case dei palestinesi

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.Per commemorare i 40 anni dall’inizio dell’Occupazione di Israele, avete lanciato una campagna in grande stile che prevede la ricostruzione di tutte le case palestinesi demolite. Puoi raccontare?L’Icahd fa parte di una coalizione di gruppi pacifisti israeliani, che svolgono varie attività, all’interno della quale da tempo ci stavamo in qualche modo preparando a questo 40° anniversario. Noi evidentemente volevamo fare qualcosa che avesse a che fare, che enfatizzasse la questione della demolizione delle case. Israele - Palestina - L'analisi di un israeliano che ama il suo ... 2 Diario di uno dei partecipanti al campo dell'ICAHD ] Lunedì, 23 luglio 2007A Hebron le case dei palestinesi hanno le finestre e i balconi chiusi da inferriate per proteggersi dalla violenza dei coloni. “Oh, il muro del mio cuore! Il mio cuore piange, non riesco a tacere… ascoltate, o gente folle, priva di intelligenza, che ha occhi ma non può vedere, ha orecchie ma non può sentire… che non prova

Shlomo Ben Ami :"Israele ora tratti con Hamas

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I tentativi del presidente palestinese Abu Mazen sono lodevoli, ma oggi Israele ha un solo possibile interlocutore politico: Hamas». La liberazione del giornalista della Bbc, favorita dal «governatore» di Gaza Ismail Haniyeh, è una conferma per Shlomo Ben-Ami: «Hamas ha deciso di fare politica e si è messo sulla via del compromesso, è stato un grave errore non riconoscerne la vittoria elettorale». Classe 1943, ministro degli Esteri israeliano del governo Barak durante le trattative di Camp David, ex ambasciatore in Spagna, docente di Storia contemporanea all'Università di Tel Aviv, Shlomo Ben-Ami è un uomo di negoziato estraneo ai sofismi diplomatici. La villetta dove vive a Kefar Sava, due piani e un cortile senza pretese nell'hinterland di Tel Aviv, lo rappresenta: spartana, molti libri e pochi mobili, nessuna concessione al design. Su un tavolino l'edizione italiana del suo libro, «Palestina. La storia incompiuta. La tragedia arabo-israeliana» (Corbaccio).Perché il gover

G.Levy: falciare l'erba a Nablus

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FONTE Cosa fanno per 21 ore, imprigionate in una sola stanza, 28 persone tra cui numerosi bambini, alcuni molto piccoli? Come passano il tempo che si trascina? Come calmano ibambini che piangono e sono terrorizzati? Come curano la nonna dalla salute fragile? Proibito accendere la luce, proibito accendere la tivù, proibito parlare. Soldati armati all’entrata della camera. I cellulari confiscati. Provate ad immaginare la scena. E’ permesso andare alla toilette ma solo dopo aver avuto l’autorizzazione, I pannolini usati si ammucchiano in un angolo della stanza. Due donne sono state autorizzate ad andare a cucinare, ma solo dopo lunghe trattative.continua Diari e altro

Jeff Halper per icahd : Israele e l'apartheid

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N ETANYAHU SCEGLIE LO "IMMAGAZZINAMENTO” Sabato 01 Agosto 2009 09:26 Jeff Halper 25 maggio 2009  Dopo il suo incontro con il Presidente Obama il Primo Ministro di Israele Netanyahu avrebbe pronunciato le magiche parole “due stati”? Tutta Israele stava con il fiato sospeso, ma lui non l'ha fatto. La distanza fra i due comunque è tanta che neppure quelle parole l'avrebbero potuta colmare. Obama è alla ricerca -io ritengo sinceramente, forse urgentemente- di una risoluzione del conflitto israelo-palestinese, che egli comprende essere una pre-condizione per andare avanti su questioni mediorientali più grandi e pressanti. Netanyahu, che rifiuta persino l'idea di quel mini-stato palestinese a malincuore accettato da Barak, Sharon e Olmert, persegue uno stato permanente di “immagazzinamento” in cui i Palestinesi vivano eternamente in un limbo di “autonomia” definito da un Israele che li racchiuda e li controlli. Il pericolo, di cui dovremmo essere tutti consapevol

Uri Avnery:40 brutti anni di occupazione

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Quando tiriamo le somme di tutti i danni che l'occupazione ci ha fatto –anche a noi, non solo alle vittime dirette, gli abitanti dei territori occupati – non dimentichiamoci di questo. L'occupazione corrompe la memoria nazionale. Infanga non solo il presente, ma anche il passato,non solo agli occhi del mondo, ma anche ai nostri stessi occhi.CONTINUA Uri Avnery: 40 brutti anni

Pontoniere:Come vincere al qaeda

Gli attacchi di Londra e Glasgow dimostrano che l'isolamento sociale delle minoranze etniche ha prodotto una immagine oppressiva dell'Occidente che rende antagoniste le masse giovanili emarginate delle metropoli occidentali e i discendenti degli immigrati. E mentre c'è ancora la possibilità di sventare gli attacchi, sarebbe velleitario illudersi di poter eliminare del tutto il pericolo di una loro riuscita. Le tecnologie per scoprire coloro che trasportano esplosivi ci sono già e vanno usate a pieno campo. Però il terrorismo islamico non si vince solo adottando l'opzione militare e rafforzando le misure di sicurezza. Non si può fare politica internazionale usando solo la cartina di tornasole della guerra al terrorismo, questo non è un mondo a una sola dimensione. Bisogna rompere il fronte dell'alienazione. È necessario stabilire un dialogo con i rappresentanti eletti delle popolazioni medio-orientali. E sebbene sia impossibile eliminare del tutto il terrorismo di is

G.Levy: Blair go Home

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Dopo aver accolto con gentilezza l'ospite dovremmo dirgli : Andate a casa, non siete l'uomo giusto . Non sprechi il suo tempo e non getti via le sue aspettative, perché saranno deluse . La sua missione è condannata al fallimento. Il suo trionfo storico in Irlanda del Nord non aiuterà "il poodle del Bush ."né farà dimenticare la sua responsabilità in Iraq . Bush parla di pace e si oppone ostinatamente a qualsiasi colloquio con la Siria pertanto Blair non può essere un mediatore onesto. L'uomo che ha attivamente appoggiato il boicottaggio del governo di unità nazionale contribuendo al colpo militare di Hamas a Gaza, non ha le mani pulite Un uomo che non intende avere alcun contatto con Hamas non può fare la pace visto che non accetta la metà dei rappresentanti della nazione palestinese. La pace ,signor Primo Ministro,si fa con nemici amari : rifiutare ciò rende impossibile alcun risultato prima ancora di cominciare .. Forse restando qui si renderà conto de

Ragazzino di 15 anni ucciso a Hebron:aveva una pistola giocattolo

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Un portavoce militare ha comunicato che la vittima del soldato israeliano a Hebron non è un uomo ma un ragazzino di 15 anni che impugnava una pistola giocattolo. Le truppe israeliano hanno visto un gruppo di uomini armati e hanno aperto il fuoco, per poi constatare che l'uomo ucciso era un ragazzino e che l'arma era effettivamente una pistola giocattolo . COMMENTO Naturalmente nessuno pagherà per questo errore, come nessuno ha mai pagato per la tortura dell'asino...per carità....sono arabi...sono terroristi...vero Israele

La destra Israeliana e l'opzione giordana

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1 L'idea di una confederazione giordana-palestinese ,rifiutata dal re Abdullah,è accettata favorevolmente dai neoconservatori Usa . L'istituto di Hudson ospiterà una delegazione di ex funzionari giordani e palestinesi per discutere di questa eventualità. Un'indagine eseguita recentemente da Palestinian Center del Dott. Khalil suggerisce che 42 per cento dei Palestinesi sosterrebbero una confederazione, mentreil 52 per centodei plestinesi si oppone. Questa opzione che vede la destra israeliana di Netanyahu e quella americana lavorare segretamente , non è stata resa pubblica per non irritare Bush e Rice In Israele anche Peres si dichiara favorevole e R. Giuliani ha espresso l'esigenza di trovare nuove vie affidandosi ai giordani Allegati 2 PeaceReporter - Peggio di Camp

Akiva Eldar: con amici come questi

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Pesanti nuvole si addensano sul vertice di oggi nell’assolata Sharm el-Sheikh. I fratelli Musulmani a Gaza, in Giordania, ed in Egitto, aleggeranno sui quattro leader che prenderanno parte ai colloqui, così come i fanatici del Jihad mondiale. L’Iran e Hezbollah saranno con loro dall’altro lato, mentre il fronte religioso israeliano di estrema destra attenderà in un angolo. E’ difficile dire quale poltrona di quale leader sia più traballante, e predire da quale parte giungerà il prossimo demone – dalla Siria, che ancora una volta è rimasta esclusa; da al-Qaeda, che sta alzando la testa in Iraq per dare uno sguardo all’orizzonte; o dall’opposizione egiziana, che subodora la debolezza della leadership e sta accumulando le forze in vista della battaglia per l’eredità. E chi giunge tristemente da questa parte? Gli Stati Uniti, la superpotenza che fa la parte del leone nel panorama delle responsabilità del deterioramento della situazione in Medio Oriente. Chi è rimasto a casa? Il presidente