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Visualizzazione dei post da agosto, 2009

IL MURO DI ISRAELE E LE RISORSE IDRICHE

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La barriera, che Israele costruisce dalla fine del 2002, consiste in una striscia di terra, larga 35 - 50 metri. Ha i bordi delimitati da filo spinato; all'interno vi è una serie di trincee e di piste di osservazione, fra le quali passano strade per le pattuglie. All'interno vi è il "Muro" stesso, che può arrivare a otto metri di altezza. In punti diversi, questo è o un vero muro, o una barriera a protezione elettronica, con sensori a contatto che possono scattare ad ogni movimento. Si impiegano anche tecniche di osservazione aggiuntive, come macchine fotografiche, strumenti per la visione notturna e radar. La lunghezza complessiva del Muro, come pianificato attualmente, è intorno a 700 chilometri, con un costo di costruzione a chilometro intorno a 2 milioni di euro Nella sezione nord, la prima fase di costruzione del Muro amputa dal resto della Cisgiordania 16 villaggi; a più di 30, oltre che alle cittadine di Tulkarem e Qalqilya, sono state espropriate aree signific

Akiva Eldar : congelare anche Gerusalemme

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Allegati Gerusalemme est: articoli e video Uri Blau: colonie fuorilegge (da Haaretz) e loro espansione Akiva Eldar : articoli Congelare anche a Gerusalemme Se c’è una qualche verità nelle notizie che scaturiscono dal viaggio del Primo Ministro Benjamin Netanyahu in Europa – che gli Stati Uniti hanno acconsentito che Israele continui a costruire a Gerusalemme Est – si sarebbe dovuto leggere titoli quali “Obama si è ritirato dal processo di pace nel Medio oriente.” Parafrasando la frase famosa di Moshe Dayan, secondo la quale è preferibile avere Sharm el-Sheikh senza pace piuttosto che la pace senza Sharm el-Sheikh, sarebbe meglio che Obama congelasse il processo di pace senza scongelare la costruzione di colonie a Gerusalemme Est, piuttosto che scongelare il processo e lasciare che Gerusalemme venga esclusa dalla pretesa di un congelamento delle costruzioni, fatta eccezione che per i quartieri ebraici. Dal punto di vista degli arabi, e non solo dei palestinesi, sarebbe meglio

Soldato dell'IDF sospettato di aver ucciso palestinese ancora non è stato accusato

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Sintesi personale Il 13 gennaio 2009 Yassir Tamizi, un residente del villaggio di IDNA, fu fermato da una pattuglia di riservisti nella zona di Hebron e condotto,bendato e ammanettato, a Tarkumiya . Il soldato di guardia , spaventato da Tamizi che si ribellava all'arresto , perché preoccupato per suo figlio di 7 anni , sparò contro di lu due o tre colpi di fucile ferendolo mortalmente Fu avviata un'indagine,ma dopo sette mesi non è stato emesso nessun atto di accusa contro il militare e gli ufficiali coinvolti nonostante "l'incidente" evidenziasse gravi carenze etiche e professionali.. Secondo la guardia Tamizil era riuscito a liberarsi delle manette scagliandosi contro di lui . Il soldato ha rifiutato di parlare con haaretz IDF soldier who killed Palestinian still hasn't been charged For IDF brigade, 'Hebron is like Wild West and army is the law' IDF general orders

Amira Hass Birra e divise

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Il posto, un ristorante all’aperto di Ramallah, ha cominciato a riempirsi dopo le nove di sera, un’ora dopo che la gente aveva consumato il pasto che rompe il digiuno del Ramadan. Presto un grande schermo ha mostrato la serie tv più popolare di questo periodo, La porta del vicino , e le voci degli attori – trasmesse da potenti altoparlanti – hanno sovrastato le nostre. Molte delle donne ai tavoli indossavano l’hijab (velo) e anche il più tradizionale gilbab (tunica). Il cameriere ci ha servito birra e vino. Ripeto: birra e vino.Tre anni fa nessuno avrebbe osato tanto durante il Ramadan (nella vicina El Bireh non si vendono bevande alcoliche, da molto prima che Hamas vincesse le elezioni). Miliziani e religiosi – scommetto più vicini alle Brigate dei martiri di Al Aqsa di Al Fatah che ad Hamas – usavano la fede e le armi per far vedere chi comandava e per intimidire chi aveva da ridire sulla loro idea di resistenza. Un venditore di alcolici cristiano mi aveva raccontato che aveva paura

Hamas e la Shoah , Israele e la Nakba

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Commento : negare in Israele la Nakba , negare a Gaza l'Olocausto : non vedo la differenza tra i due estremismi . Entrambi bendano lo sguardo dell'Altro , entrambi strumentalizzano la tragedia reciproca. Intollerabile l'uso politico del dolore e la sua non universalizzazione Articolo Gianna Pontecorboli New York - Insegnare ai bambini di Gaza quel tragico capitolo di storia che costo' la vita a sei milioni di ebrei sessant'anni fa? Quando i responsabili dell'Unrwa, l'agenzia dell'Onu che amministra 221 scuole per duecentomila bambini di Gaza si misero, qualche mese fa, ad aggiornare la sezione dei diritti civili nei libri di testo per gli studenti, inserire un riferimento all'Olocausto apparve una buova idea per cercare di favorire il dialogo. Quietamente, i responsabili dell'agenzia dell'Onu cominciarono a introdurre l'argomento nelle loro conversazioni con alcuni rappresentanti locali. Ma adesso, l'idea rischia di sollevare

Gaza : liberi di morire..documentario di Gianluca Grossi

Il giornalista freelance Gianluca Grossi, da anni attivo in Medio Oriente, ha girato nella Striscia di Gaza un documentario che ha documentato come l'area sia oggi un immenso campo a cielo aperto trovandosi in ottima compagnia con l'ex Presidente degli Stati Uniti Jimmy Carter il quale aveva pubblicato un libro "Palestine. Peace non Apartheid" la cui campagna promozionale è stata documentata dal film di Jonathan Demme Man From Plains .La Fondazione Monte Verità (www.monteverita.org), che ha sede ad Ascona in Svizzera, nell'ambito del suo programma culturale ed in particolare nel suo Forum Diritti Umani, da anni si occupa di informazione, denuncia e discussione su conflitti e infrazione dei diritti fondamentali dell'uomo ha proiettato il documentario ed è andata oltre. Ha infatti deciso di lanciare un appello in favore di Hassam, un pompiere ventottenne palestinese colpito dall'esercito israeliano mentre cercava dei feriri in un'abitazione a Gaza, L

Il Mosè di Puglia

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Nel pieno dell’italia fascista, Donato Manduzio, un bracciante pugliese riceve in dono da un compaesano una Bibbia che aveva ottenuto da un predicatore pentecostale. Leggendo la Bibbia, l’uomo si appassiona e si identifica coi personaggi e con la storia. Decide di chiamarsi Levi e si attiene scrupolosamente alle prescrizioni indicate nel Deuteronomio, Festeggia il sabato e non mangia cibi vietati. Celebra le feste ebraiche e raccoglie intorno a sé un nucleo di seguaci, in un’ Italia che si appresta a consumare il suo più grande crimine contro una minoranza che era stata fedele al proprio paese e che si era illusa sino all’ultimo che bastasse amare e immolarsi per la patria per esserne accettati – in un paese sperduto della Puglia, un bracciante che lavora duramente la terra, si scopre ebreo. Avendo ricevuto in dono una Bibbia, l’aveva cominciata a leggere con passione. Il Mosè di Puglia « Sottoosservazione's Blog

Nahalin, villaggio palestinese tra i confini di Israele e il Muro di Separazione: cittadini palestinesi prigionieri nella loro terra.

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Il villaggio di Nahalin è uno dei più chiari esempi del sistema di Apartheid che Israele ha realizzato nei Territori palestinesi occupati. Si trova a 20 chilometri a sud-est da Betlemme, 9 000 abitanti, ed ha la sfortuna di trovarsi nella cosiddetta “seam zone” , cioè tra i confini armistiziali dello Stato di Israele e il Muro di Separazione, costruito quasi interamente all’interno della Cisgiordania. Una volta completato infatti, il Muro annetterà circa il 10% dei Territori palestinesi, e Nahalin rientra all’interno di questo progetto. C’è però un problema: Israele non vuole quei 9 000 palestinesi, vuole mantenere il più possibile l’ebraicità dello Stato. Ragion per cui agli abitanti non verrà data la cittadinanza israeliana, ma manterranno la carta di identità dei palestinesi della Cisgiordania.Questo significa che gli abitanti di Nahalin non potranno accedere in Israele (come tutti i palestinesi della Cisgiordania e di Gaza), e avranno anche molte difficoltà ad entrare nei Territori

UNA MATTINATA PIENA DI ODIO

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Passano due minuti. Una famiglia di ortodossi sale su per il viottolo. Il marito, vestito di nero, domanda a Ilan, il regista: "Senti, in questo quartiere abitano ebrei e arabi?" “Sia palestinesi, sia ebrei" ha risposto Ilan, "ma la maggioranza è palestinese"."Questo è temporaneo", ha detto l'ortodosso, arginando le preoccupazioni; "presto non ci rimaranno più arabi, qui".Guardo Ilan e Michael. Era passato appena un quarto d'ora da quando eravamo arrivati; non avevamo intervistato nessuno sull'atteggiamento verso gli arabi, sul conflitto israelo-palestinese o sul futuro di Gerusalemme. Eravamo solo stati in piedi, come dei pali, in mezzo alla strada. L'odio ci si è riversato addosso, come un fiume nell'oceano. Liberamente, spontaneamente. "Senti", ho chiesto ad Ilan. "Incontreremo qualcuno che ci dica qualcosa di positivo, di umano, qualcosa di buono sull'umanità?" “Lascia perdere l'umanità&quo

di HELENA COBBANUn pioniere del Sionismo rinuncia al Sionismo

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Non avevo mai incontrato Dov Yermiya, un attivista del pacifismo israeliano che ora ha 94 anni. Ma avevo letto il libro da lui pubblicato nel 1983 nel quale scrisse con angoscia delle torture e altri gravi maltrattamenti di civili di cui era stato testimone diretto durante l’invasione del Libano dell’anno precedente. Ce l’ho nelle mie mani ora.Ho appena appreso, da una lettera aperta pubblicata da Uri Avnery, che Yermiya ha recentemente rinunciato all’ideologia e alla pratica del sionismo con queste commoventi parole:“Io, un Sabra (ebreo nato in Israele) di 95 anni, che ha arato i campi, piantato alberi, costruito una casa e allevato figli, nipoti e pronipoti, e versato il proprio sangue nella battaglia per la fondazione dello Stato di Israele, dichiaro con la presente che rinuncio alla mia fede nel sionismo che ha fallito e che non sarò leale con questo stato fascista e le sue folli visioni, che non canterò più i suoi inni nazionalisti, che starò sull’attenti solo nei giorni di cordo

Akiva Eldar : gli arabi non possono pagare il prezzo della Shoah

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Allegati Tutu: «Ho rivisto l'apartheid nei check-point della Cisgiordania» Tutu to Haaretz: Arabs paying the price of the Holocaust Desmond Tutu :il mondo non critica Israele a causa dell'Olocausto Tutu, Pinter, Loach, Leigh, Eno ad Israele:«Faccia ammenda» Veramente D. Tutu paragonò Israele a Hitler? Giovedì scorso, l’insigne Arcivescovo del Sud Africa, Desmond Tutu, ha dichiarato ad Haaretz: "La lezione che Israele deve apprendere dall’olocausto è che giammai potrà procurarsi sicurezza per mezzo di barriere, muri ed armiCommentando la dichiarazione fatta giovedì in Germania dal Primo Ministro Benjamin Netanyahu, secondo la quale la lezione dell’olocausto consisterebbe nel fatto che Israele sarebbe obbligato a difendere se stesso, sempre, Tutu ha fatto notare che "in Sud Africa, cercarono di proteggersi dalla canna di un’arma. Inutilmente. Poterono assicurarsi sicurezza solo quando i diritti umani di tutti furono riconosciuti e rispettati."Il

Neve Gordon*Boicotta Israele

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allegatoGideon levy The last refuge Boicottaggio prodotti delle colonie Naomi Klein, Noam Chomsky, and Neve Gordon : Si chiama Ezra Nawi Di Neve Gordon: la barriera di separazione ha alienato i due popoli favorendo chi vuole che l'altro sia un eterno nemico Neve Gordon:Sharon, i coloni porteranno Israele all'autodistruzione Neve Gordon: Hamas è una scusa, Neve Gordon: il sionismo privatizzato Neve Gordon - Recensioni di Libri Caffe' Europa nei giornali israeliani di questa estate ci sono articoli pieni di rabbia a causa della spinta internazionale per un boicottaggio di Israele. Dai festival del cinema israeliani sono stati ritirati film, Leonard Cohen è criticato in tutto il mondo per la sua decisione di esibirsi a Tel Aviv, e l'Oxfam ha tagliato i propri legami con una portavoce di celebrità, un'attrice britannica che sostiene tra l'altro i cosmetici prodotti nei territori occupati. Chiaramente, la campagna di utilizzare le stesse tattiche che