Mel Frykberg :Detenzione amministrativa e prigionieri palestinesi

 1   “Sono tanto preoccupata per mia figlia;finirò per ammalarmi”, dichiara Yehiya al-Shalabi. “ Ho paura di quello che le stanno facendo. Lei non ha fatto nulla per meritarlo. Se hanno qualcosa contro di lei, perché non la portano in tribunale?”
Hana al-Shalabi, la figlia 27 enne di Yehiya, sta languendo in Israele in detenzione amministrativa da più di due anni. E’ la prigioniera politica palestinese che  sconta da più tempo una detenzione amministrativa.
Hana al-Shalabi, la figlia 27 enne di Yehiya, sta languendo in Israele in detenzione amministrativa da più di due anni. E’ la prigioniera politica palestinese che sta scontando la più lunga detenzione amministrativa.Secondo il suo avvocato, la giovane donna di Jenin, nel nord della West Bank, non sa perché i soldati l’abbiano arrestata diversi anni fa. Come non sa per quanto tempo resterà rinchiusa in prigione o di quale imputazione verrà accusata. Shalabi, come altri 200 prigionieri palestinesi circa, è in carcere ad Hasharon. Un funzionario militare israeliano di alto grado ha appena rinnovato l’ordine di detenzione amministrativa nei suoi confronti per la quarta volta. La politica israeliana della “detenzione amministrativa” afferma che i prigionieri politici palestinesi possono essere detenuti per sei mesi senza processo o accuse dirette contro di loro. Il provvedimento di fermo può essere rinnovato ogni sei mesi. Secondo la versione ufficiale, i militari israeliani applicano la politica della detenzione amministrativa quando dispongono di informazioni “classificate e segrete” contro i prigionieri palestinesi. Sia al prigioniero che al suo avvocato è vietato vedere le informazioni classificate, e quindi non sono in grado di contrastare le accuse o di mettere in discussione coloro che le hanno fatte. La politica di detenzione amministrativa viene utilizzata quando le autorità israeliane hanno dei “testimoni segreti”, come nel caso di confidenti palestinesi, o hanno ottenuto in modo clandestino informazioni, che non starebbero in piedi in un tribunale civile israeliano, ma sono norma per il procedimento in tribunali militari israeliani. 
Nessun processo equo 
“E’ un modo incivile e razzista di svolgere un processo e nessun paese civile al mondo utilizza metodi del genere. Inutile dire che il sistema legale israeliano non si sarebbe mai comportato allo stesso modo con un ebreo israeliano. Anche i coloni che compiono atti di terrorismo contro i palestinesi nella West Bank non sono trattati alla stessa stregua,” ha affermato Qadura Fares, presidente del Circolo di Ramallah dell’Associazione Palestinese dei Prigionieri. “Ai detenuti amministrativi non viene fornito un giusto processo. Il procuratore militare israeliano e il giudice militare sono sostanzialmente d’accordo. E’ molto raro che un giudice sia in disaccordo con il procuratore militare,” ribadisce. Negli anni 1970, Ali Jamal. Anche lui di Jenin, ha trascorso sette anni in detenzione amministrativa. Fino ad oggi, detiene il record per la più lunga detenzione amministrativa. “A quel tempo,” spiega, “i tribunali militari israeliani facevano valere per le condanne le confessioni dei prigionieri palestinesi. Ma Jamal non aveva confessato, tanto che furono cambiate le leggi per permettere che “confessioni e dossier segreti” venissero utilizzati dall’IDF per condannare i prigionieri politici.Per arrestare Hana al-Shalabi più di due anni fa, i soldati arrivarono nel bel mezzo della notte. “Hanno saccheggiato la casa e mi hanno aggredita quando ho cercato di impedire loro di prendere mia figlia,” ha raccontato Yehiya al-Shalabi. “Mia figlia aveva terminato gli studi ed era occupata con il matrimonio. Era molto diligente e se ne stava a casa per la maggior parte del tempo, ad eccezione di quando ci aiutava a star dietro alle nostre colture agricole. Al di fuori non aveva alcuna vita sociale e in nessun caso si occupava di politica.” D'altronde, diversi anni fa, le forze speciali israeliane avevano assassinato il fratello 24enne di Hana, dopo averlo accusato di essere membro della Jihad Islami, ha riferito Yehiya. “Gli avevano sparato e lo avevano ferito. Ci ha telefonato mentre giaceva a terra gravemente ferito. Ma prima che potesse finire la telefonata, la squadra della morte era entrata e gli aveva sparato più volte alla testa e negli occhi da una distanza ravvicinata.” Le condizioni della detenzione amministrativa sono dure, così come lo sono per tutti i prigionieri palestinesi. 
Confessioni tramite coercizione 
“Sono costretti a fare confessioni per mezzo dell’umiliazione fisica e verbale, torture, ricatti affettivi come quelli di far venire parenti anziani o ammalati, trattenuti in ostaggio fino a quando il prigioniero non confessa, “ dice Fares. Imani Nafa, di 47 anni, ha trascorso dieci anni in una prigione israeliana, dal 1987 al 1997, durante la prima intifada palestinese in quanto donna giovane. Nafa le aveva provate tutte. Aveva finito l’università e lavorava come infermiera. Ma venne coinvolta politicamente e aveva progettato di fare un attacco contro soldati israeliani sparando e lanciando bombe. Nafa è stata catturata e tenuta in una cella sporca, angusta e senza finestre. Luci fluorescenti venivano tenute accese in continuazione, provocando una deprivazione sensoriale e l’incapacità di distinguere tra il giorno e la notte. “Venni picchiata e tenuta in posizioni stressanti, per diversi giorni, anche se ammanettata, nell’impossibilità di muovermi. Sono stata privata del sonno e quando ho finito l’interrogatorio sono stata costretta a bere dallo scolo della mia cella e mangiare cibo ammuffito”, ha raccontato Nafa. “Mi venne detto che se avessi collaborato con loro, spiando gli altri detenuti, mi avrebbero liberata, ma se mi fossi rifiutata sarei stata tenuta in carcere per un tempo molto lungo e trattata con durezza”. 
torture sui palestinesi

3  Israele accusato di violare la legge internazionale da due ong  Lo Stato d'Israele è colpevole di detenere 335 palestinesi illegalmente, in violazione del diritto internazionale e delle convenzioni in difesa dei diritti dell'uomo. 
Questo è quanto sostiene un rapporto, reso noto oggi, diffuso da due organizzazioni non governative israeliane, B'Tselem e HaMoked.Accuse gravissime quelle che le due ong muovono al sistema giudiziario israeliano, ritenuto colpevole in molti dei casi monitorati di detenzione ingiustificata senza processo che si protrae per anni.''I militari israeliani detengono per lunghi periodi cittadini palestinesi solo in base a un sospetto, senza informarli rispetto alla loro situazione, privandoli della possibilità di difendersi e senza notificargli gli atti a loro carico o la data di scadenza dei termini di detenzione'', denunciano gli esperti delle due organizzazioni.Questo tipo di carcerazione, chiamata 'detenzione amministrativa' dalla giustizia israeliana, viene definita dagli attivisti israeliani un inaccettabile ''limbo giuridico'', nel quale tanti palestinesi sono stati sprofondati.Il governo israeliano, dal canto suo, si è sempre difeso giustificando questa procedura con i gravi motivi di sicurezzagravi motivi di sicurezza nazionale che gravano sul Paese.
4   GIOVEDÌ 22 NOVEMBRE 2007  Editoriale Haaretz: i prigionieri palestinesi merce di scambio politico  SINTESI
In Israele i palestinesi incarcerati sono circa 10000, in questo momento il numero di quelli che saranno liberati dipende da un calcolo politico e ciò deforma l'immagine di Israele come Stato di diritto. L'impressione è che ciò che conti è avere un numero di prigionieri sempre disponibile per eventuali scambi I palestinesi sono rapiti di notte dalle loro case, e, spesso, le prove contro di loro sono inconsistenti, Quando non ci sono prove ,la gente viene incarcerata per un tempo definito dalla necessità. Un esempio sono i parlamentari di Hamas, rapiti dopo la cattura del soldato Gilad Shalit
Durante gli anni 90, Israele ha liberato circa 10.000 prigionieri secondo gli accordi di Oslo, ma le prigioni sono state subito riempite . 
I Prigionieri sono un serbatoio dei circuiti integrati di contrattazione tra il potere militare , giudiziario e politico: il negoziato è una distorsione delle regole di giustizia Se ci sono migliaia di prigionieri che non creano alcun rischio per la sicurezza, sarebbe meglio liberarli appena possibile, , invece,di tenerli in carcere in attesa di un evento  Articolo

5  Israele rispetti i diritti dei detenuti palestinesi   Relazioni esterne - 03-07-2008 - 20:09

Commenti

Post popolari in questo blog

Hilo Glazer : Nelle Prealpi italiane, gli israeliani stanno creando una comunità di espatriati. Iniziative simili non sono così rare

Israele : Anche la scuola di Anata ora ha l’energia elettrica!

Betlemme : il Muro e la colonizzazione. Testimonianze