di Carlo M. Miele
Osservatorio Iraq, 6 luglio 2010
Nel carcere di Megido le autorità israeliane farebbero regolarmente ricorso a cani e bastoni allo scopo di umiliare e terrorizzare i prigionieri A riferirlo sono alcuni detenuti palestinesi, che hanno raccontato la propria drammatica esperienza ai funzionari del ministero dei Detenuti dell’Autorità nazionale palestinese (Anp). La scorsa settimana – si legge in un comunicato ufficiale del ministero – le guardie della prigione sono entrati dopo la mezzanotte all’interno di diverse celle e hanno lanciato gas lacrimogeni e colpito i detenuti con bastoni, causando ferite a diversi di loroe guardie – si legge nel testo, citato dall’agenzia di stampaMa’an – si sono difese dalle accuse affermando di essere alla ricerca di alcuni telefoni cellulari. Ma la vera ragione dei raid sarebbe stata quella di “umiliare i prigionieri”. Il comunicato del ministero riporta anche la testimonianza di Musa Khouli, detenuto palestinese originario di Tulkarem, secondo cui i raid nella prigione israeliano di Megido avvengono da tempo, ma si sono intensificati nell’ultimo periodo.
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