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Visualizzazione dei post da 2017

Figlia mia: queste sono lacrime di lotta _ Ahed Tamimi

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        Figlia mia: queste sono lacrime di lotta Il padre di Ahed Tamimi: sono orgoglioso di mia figlia. È una combattente per la libertà che, nei prossimi anni, guiderà la resistenza al dominio israeliano di Bassem Tamimi  – 29 Dicembre 2017 Anche questa notte, come ogni notte da quando decine di soldati nel cuore della notte hanno invaso la nostra casa, mia moglie Nariman, mia figlia di 16 anni Ahed e Nur, la cugina di Ahed, la trascorreranno dietro le sbarre. Anche se questo è il primo arresto di Ahed, le vostre prigioni non le sono sconosciute. Mia figlia ha passato tutta la vita all’ombra pesante della prigione israeliana – dalle mie lunghe incarcerazioni durante la sua infanzia, ai ripetuti arresti di sua madre, a quelli di suo fratello e dei suoi amici, passando per la minaccia implicita che rappresenta la presenza permanente dei vostri soldati nelle nostre vite. Il suo arresto era quindi solo questione di tempo. Un’inevitabi

Michele Giorgio : Gaza, escalation all’orizzonte

Il lancio di razzi ieri da Gaza verso il sud di Israele potrebbe aver avuto come obiettivo le cerimonie in corso per il compleanno del sergente Oren Shaul, un militare scomparso durante l’offensiva israeliana “Margine Protettivo” del 2014. Sui media locali questa ipotesi, presa in considerazione dalle autorità militari, è stata data con ampio spazio. Dei tre razzi lanciati solo uno è riuscito a superare il sistema difensivo Iron Dome, ed è caduto, senza causare danni alle persone, in un kibbutz di Shar HaNegev. A breve distanza erano in corso le cerimonie in onore del soldato, interrotte dalla sirena di allarme e seguite dalla corsa precipitosa dei familiari di Shaul e degli altri partecipanti verso i rifugi. Il clamore è stato enorme e ad esso hanno contribuito i filmati messi in rete del momento in cui è scattato l’allarme. La reazione di Israele è stata immediata. Aerei e artiglieria hanno preso di mira presunte postazioni di Hamas a Gaza e la scorsa notte si at

Amira Hass :A Nabi Saleh, i palestinesi non sono legalmente biondi

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 sintesi personale Biondi, ecco come gli israeliani ricordano i bambini di Nabi Saleh, che non salutano con fiori e cioccolato i soldati armati che invadono le loro case. Quindi, per cominciare ecco tre fatti. Uno, ci sono anche bambini con i capelli castani e gli occhi verdi. Due, Israele ha rubato e sta continuando a rubare la terra e le sorgenti del villaggio, attraverso l’insediamento di Halamish. E tre, come ho scritto in passato, il popolo di Nabi Saleh è un vero burlone. Scherzano su quasi tutto (Bassem Tamimi, poche ore dopo l’arresto di sua figlia, Ahed: “I sionisti hanno finito di intervistarmi, ora ho tempo per te.” Durante la seconda intifada un  poliziotto di frontiera ha fermato Abd al-Rahman, un uomo del villaggio, mentre stava guidando su una strada che era vietata ai palestinesi, gli ha intimato l’alt  e ha chiesto il suo indirizzo: Nabi Saleh è stata la risposta. “ Sì, abbiamo trascorso alcuni giorni lì in un posto militare e  in una casa che abbiamo se

Un Israele di orgoglio e vergogna, Roger Cohen sul NYTimes

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Sintesi personale N el 1919 Ben Gurion, che 29 anni dopo sarebbe diventato il primo ministro fondatore di Israele, escluse la possibilità di pace. Parlando in pubblico disse:"Tutti vedono le difficoltà nelle relazioni tra ebrei e arabi ma non tutti vedono che non c'è soluzione a questo problema. La pace non è possibile, c'è un abisso tra le due posizioni, noi vogliamo la Palestina come nostra nazione, gli Arabi la vogliono per loro come loro nazione.  Quasi cent'anni la premonizione di Ben-Gurion in questa frase è chiara, Oggi Gerusalemme, città contesa, è adornata con manifesti che dicono "Dio benedica Trump, Da Gerusalemme DC (Capitale di Davide sic) a Washington DC". Il riconoscimento precipitoso di Gerusalemme come capitale di Israele, i suoi confini da determinare, gli ha fatto conquistare nuovi amici in Israele anche se ha avvelenato il conflitto Israelo-Palestinese. Una cosa è sicura del 2018, non porterà la pace in Terra Santa

Anshel Pfeffer Opinion: 2017, l'anno peggiore in assoluto per le relazioni tra Israele e il mondo ebraico

sintesi personale Ventinove anni fa , Yitzhak Shamir, il primo ministro di estrema destra nella storia di Israele, inaugurò un governo centrista.  Due mesi prima, il Likud aveva vinto per poco le elezioni e la sua coalizione "naturale" di partiti nazionalisti e religiosi deteneva una piccola maggioranza alla Knesset.  Ma dopo lunghe settimane di discussioni con i suoi potenziali partner della coalizione, Shamir stupì  i suoi sostenitori  ed esperti, scegliendo  Shimon Peres laburista e formando un governo di unità nazionale.  A quel tempo  molti credevano che la principale motivazione di Shamir fosse la sua riluttanza a consegnare  ai  suoi rivali i posti chiave  nei vari ministeri  (David Levy e Ariel Sharon), costringendolo  a fare un ristretto governo di destra. Ma anni dopo Shamir ha dato una spiegazione molto diversa . Ha specificato, infatti,  che nei negoziati di coalizione, i tre partiti ultra-ortodossi, di cui aveva bisogno per formare una coa

Anshel Pfeffer Opinion: 2017, the worst year ever for relations between Israel and the Jewish world

Opinion: 2017, the worst year ever for relations between Israel and the Jewish world *** haaretz.com Twenty-nine years ago this week, Yitzhak Shamir, the most right-wing prime minister in Israel’s history, inaugurated a centrist government. Two months earlier, Likud had narrowly won the elections and its "natural" coalition of nationalist and religious parties held a small Knesset majority. But after long weeks of wrangling with his potential coalition partners, Shamir astonished his supporters, and the pundits, by turning to Labor’s Shimon Peres and forming a national unity government. At the time, many believed that Shamir’s main motivation had been his reluctance to give his rivals within Likud (David Levy and Ariel Sharon) key ministerial posts, which he would have been forced to do in a narrow right-wing government. Benjamin Netanyahu, Israel's prime minister, gestures as he speaks during a news conference at the Europe

Gideon Levy : La voce della prossima generazione palestinese

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Sintesi personale Gideon Levy Opinion The Voice of the Next Palestinian Generation Una sala conferenze presso l'Università australiana di Adelaide, circa un mese fa.  L'evento: una discussione aperta tra il diplomatico palestinese di lunga data Afif Safieh e la nascente stella palestinese Ali Abunimah , co-fondatore  del sito web di Electronic Intifada.  L'umore era carico, molto teso;  era uno scontro di idee tra palestinesi - a favore e contro l'Autorità palestinese;  uno stato o due, boicottaggi .  È stato uno scontro personale e anche uno scontro generazionale, paralizzante.  Il dibattito ha sollevato questioni di lunga data nei circoli palestinesi, nei territori e ancor più nella diaspora.  È imbarazzante pensare che Israele non abbia nemmeno iniziato discussioni del genere.  Sono molto necessarie. Safieh è un alto diplomatico palestinese.  Ha servito come ambasciatore a Mosca, Washington, L'Aia e Londra.  Era nel  Consiglio Rivo

Gideon Levy Opinion The Voice of the Next Palestinian Generation

  Opinion The Voice of the Next Palestinian Generation  A lecture hall at Australia’s University of Adelaide, about a month ago. The event: An open discussion between longtime Palestinian diplomat Afif Safieh and the rising Palestinian star Ali Abunimah, co-founder of the Electronic Intifada website. The mood was charged, very tense; it was an intra-Palestinian clash of ideas — for and against the Palestinian Authority; one state or two, boycotts. It was a personal clash and also a generational confrontation, just as transfixing. The debate raised issues long brewing in Palestinian circles, in the territories and even more so in the diaspora. It is embarrassing to think that Israel hasn’t even begun such discussions. They are sorely needed. Safieh is a senior Palestinian diplomat. He has served as ambassador to Moscow, Washington, The Hague and London. He sat on Fatah’s Revolutionary Council and was very close to Yasser Arafat, who once sent him to deliver a letter to 25 African lea