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Video : CISGIORDANIA. Morto palestinese picchiato da soldati israeliani

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Video : Guerra in Siria, la speranza del piccolo Muhammad: salvare Ghouta con i videoselfie

Mio padre è in carcere perché crede in una Palestina libera.

Mio padre è in carcere perché crede in una Palestina libera.   L'occupazione israeliana considera mio padre, l’attivista nonviolento Munther Amira, una minaccia per il sistema di apartheid, perché diffonde speranza nella nostra comunità. Ghaida Amirah - +972mag.com, 21 febbraio 2018 Traduzione di Elena Bellini Sono nata in un’epoca in cui la gente credeva che l’occupazione israeliana sarebbe presto finita. In seguito alla firma degli Accordi di Oslo, mio padre confidava che, prima che io iniziassi la scuola, non ci sarebbe stata più alcuna occupazione israeliana. Sono passati molti anni. Oggi ne ho 23 e mi sono laureata da poco in Giurisprudenza. Ma mio padre, Munther Amira, oggi è in un carcere israeliano. Mio padre è coordinatore del Popular Struggle Committee ed ex Segretario Generale della Palestinian Union of Social Workers and Psychologists (sindacato palestinese degli psicologi e assistenti sociali, n.d.t.). I soldati israeliani l’hanno arrestato più di un me

54 pazienti sono morti in attesa che Israele gli permettesse di uscire da Gaza

Incoraggiato da Trump, Israele stringe la presa su Gerusalemme 54 pazienti sono morti in attesa che Israele gli permettesse di uscire da Gaza Dalla destra israeliana un appello alla deportazione di centinaia di migliaia di persone. E poi? Una Nakba? Israele colpisce Gaza dopo che due soldati sono stati feriti, due palestinesi morti Rapporto OCHA del periodo 30 gennaio – 12 febbraio 2018 ( due settimane) Ali Abunimah 14 febbraio 2018, The Electronic Intifada Cinquantaquattro palestinesi sono morti l’anno scorso aspettando che Israele permettesse loro di lasciare la Striscia di Gaza per curarsi. Una di loro era Faten Ahmed, una ragazza ventiseienne con una rara forma di cancro. E’ morta in agosto mentre aspettava da Israele il permesso di viaggiare per ricevere trattamenti di chemioterapia e radioterapia non disponibili a Gaza. Aveva già mancato otto appuntamenti ospedalieri a c

Bradley Burston :Dalla destra israeliana un appello alla deportazione di centinaia di migliaia di persone. E poi? Una Nakba?

Incoraggiato da Trump, Israele stringe la presa su Gerusalemme 54 pazienti sono morti in attesa che Israele gli permettesse di uscire da Gaza Dalla destra israeliana un appello alla deportazione di centinaia di migliaia di persone. E poi? Una Nakba? Israele colpisce Gaza dopo che due soldati sono stati feriti, due palestinesi morti Rapporto OCHA del periodo 30 gennaio – 12 febbraio 2018 ( due settimane) 13 febbraio 2018, Haaretz Che cosa dovremmo pensare? Che ci sono problemi che possiamo soltanto espellere? Bene, perché no? Per qualcuno, frustrato dalla mancanza di politiche chiare, è un pensiero accattivante. Ma ecco perché no. All’inizio di questo mese un articolo su “Makor Rishon” [giornale israeliano vicino alla destra religiosa ed ai coloni, ndt.], portabandiera ideologico della destra israeliana, affermava: “E’ giunto il tempo per una campagna pubblica per la deportazion

David Grossman: “La letteratura è uno strumento meraviglioso per recuperare il lato umano di cui il conflitto ci ha privati”

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di Daniele Rocchi L o scrittore David Grossman è il vincitore del Premio Israele per la letteratura, riconoscimento conferito dal Paese alle personalità più influenti e rappresentative della società israeliana. “Voce critica su governo e occupazione militare, Grossman ha perso suo figlio, Uri, ventenne, durante la guerra contro il Libano, nel 2006. Due giorni prima - era il 10 agosto 2006 - aveva firmato con altri intellettuali, come Amos Oz e A.B. Yehoshua, un appello al suo governo per il cessate-il-fuoco (Foto: AFP/SIR) È di pochi giorni fa la notizia dell’assegnazione a David Grossman del prestigioso Premio Israele per la Letteratura che viene assegnato dallo Stato alle personalità più influenti e rappresentative della società israeliana. “Dall’inizio degli anni ’80, Grossman è stato al centro della scena culturale israeliana. È una delle voci più profonde, commoventi e influenti della nostra letteratura”, si legge nella motivazione della commissione guidat

Trump crea, poi esaspera, la crisi dei rifugiati palestinesi Di Marjorie Cohn

18 febbraio, 2018 Una delle azioni più importanti che Donald Trump ha intrapreso durante il suo primo anno di presidenza, è stato di riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele, nel dicembre 2017. Quando, come era prevedibile, i Palestinesi hanno reagito ritirandosi dal “processo di pace” guidato dagli Stati Uniti, Trump si è vendicato tagliando di più del 50% l’appoggio finanziario degli Stati Uniti all’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione per i Rifugiati Palestinesi nel Vicino Oriente (UNRWA). “Una sentenza di morte” per i rifugiati di Gaza I tagli degli aiuti all’UNRWA  minaccia seriamente l’accesso dei  rifugiati palestinesi al cibo, all’assistenza sanitaria e all’istruzione. A Gaza, 13 milioni di rifugiati palestinesi che costituiscono il 70% della popolazione di Gaza, dipendono dall’UNRWA per l’assistenza alimentare. La crisi dei rifugiati è stata aggravata dal massacro di Gaza del 2014 a opera di Israele. Creata da u

L’istinto spietato di Netanyahu per la sopravvivenza politica dii Jonathan Cook

L’istinto spietato di Netanyahu per la sopravvivenza politica 21febbraio  2018 Da parte della polizia di accusare il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu con due capi di imputazione di corruzione – ci sono altri casi imminenti – segna un momento pericoloso per Israele e per la regione. Nei tre decenni scorsi, gli scandali di corruzione turbinavano attorno a una serie di leader israeliani. Ehud Olmert, il predecessore di Netanyahu, è stato costretto a dimettersi perché si sospettava che avesse preso dei contanti messi dentro delle buste; in seguito è finito in carcere. Netanyahu, però, è il primo che affronta la possibilità di accuse di reati di corruzione mentre era in carica. Questo è un nuovo terreno politico e Netanyahu non mostra alcun segno di prepararsi ad andarsene in silenzio. Dopo essere stato 12 anni a capo di vari governi, Netanyahu era sulla strada buona per diventare il primo ministro con maggiore anzianità di servizio nella storia