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Italy’s new PM backs Israel, sees Iran as major threat

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  Matteo Renzi is Italy’s youngest-ever premier, and he could also be one of the most pro-Israeli. The 39-year-old ambitious leader of the center-left, who was sworn in on Saturday as Italy’s fourth prime minister in four years, may bring Rome, already one of Israel’s key allies in Europe, even closer to the Jewish state. The former mayor of Florence burst onto the national stage in December by winning the primary election of the Democratic Party, the largest force in parliament, and earlier this month used his new position to oust the 10-month-old coalition government of fellow democrat Enrico Letta. His popularity is mostly linked to a reputation as a no-nonsense city administrator and a pledge to jump-start Italy’s sluggish economy by creating jobs and cutting taxes. But the outspoken and fresh-faced Italian politician has also touched on foreign policy matters during his campaign

Gideon Levy : 'Anyone who talks about the murder will be killed'

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  I met Tha’ar Lala, who was gunned down opposite a popular Tel Aviv beachfront site last Friday, when he was a boy. He grew up amid abject poverty and severe violence, torn between his sick mother in Jaffa and his father in Ramallah. At the time, Tha’ar Lala was 13, a handsome boy with a sad, angry look. His sister Renin was a girl of 9, who loved cuddling up with her mother. The firstborn, Ra’ad, 18 at the time, was working in a garage. Y. was a toddler of 3, who slept in a narrow bed with his mother, Samar Rafidi, in their unspeakably meager apartment on the margins of Tel Aviv. Here’s what I wrote at that time: “A double bed for mother and little Y. in the half-room, a stack of mattresses in the other room … There is no sofa,

Valle del Giordano : demolizione case. Foto e testimonianze

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בצלם Mi piace questa Pagina · Oggi · Modificato · "לפני שבוע הרשויות הישראליות הרסו והשחיתו לנו את הכל. הם הגיעו בבוקר עם דחפורים והרסו כל דבר במקום. התחננתי בפניהם שידלגו על הבית שלי, הבית של הנכדים הקטנים שלי, והמכלאה של הכבשים הקטנים. התחננתי גם בפני הבנים שלי שלא יתנגדו כי פחדתי שהצבא יכה אותם או ייקח אותם לכלא. כלום לא הועיל והם הרסו לנו את הכל, גם את הטבון. עברנו לחיות תחת כיפת השמיים, ללא קורת גג. הגברים ניסו לבנות מחדש את המבנים אבל הצב א המשיך להגיע אלינו ומנע את זה. ישנו שני לילות בשטח פתוח. שמנו מזרנים על האדמה והתכסינו במה שיש. הבערנו מדורה אבל בחיי אללה שהיא לא הספיקה כדי לחמם אותנו. אני מרגישה שהגוף שלנו חייב לנוח. אנחנו, הנשים והילדים הלכנו לישון והגברים נשארו מסביב למדורה לשמור, ומדי שעה באו לבדוק שאנחנו בסדר. במה אשמים הילדים? כל היום הם מתרוצצים בשטח פתוח והם רק מבקשים מקום לישון בערב. ביום השלישי (אחרי שהחיילים הלכו) הקמנו את האוהלים האלה, שקיבלנו מאנשים נדיבים. קיבלנו גם ציוד מהרשויות של מחוז טובאס. כל הדברים שלנו פה בע

Palestina. Quel “lessico deviante” che travolge anche l’Italia

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Palestina. Quel “lessico deviante” che travolge anche l’Italia Comunicazione, informazione, democrazia, diritti. Questo (e molto altro) in poche pagine fondamentali per comprendere l’importanza delle parole, e l’uso strumentale che se ne può fare. E’ “Lessico deviante”, piccolo vademecum di cultura democratica. “Le parole sono importanti”, sosteneva Nanni Moretti in uno dei suoi film più popolari. Non solo perché “chi parla male pensa male”, ma perché quando si entra nel campo dei diritti, delle violazioni e della giustizia, anche il lessico diventa politico . La Palestina sembra lontana, e invece “può essere fuori dall’uscio di casa”, diceva Vittorio Arrigoni. Lo spiega magistralmente Patrizia Cecconi, attivista per i diritti umani di lunghissimo corso e oggi presidente dell’associazione Amici della Mezzaluna Rossa Palestinese, che nella difesa di quei diritti ha speso gran parte della vita, nel suo “ Lessico deviante. Riflessioni sul legame tra man

Il lungo silenzio di Netanyahu con i giornalisti israeliani di Leonard Berberi

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Una delle ultime interviste rilasciate dal premier israeliano Netanyahu a una testata locale (fermo immagine da Canalae 2 / Falafel Cafè) I giorni passano. Gli accordi si fanno e si disfano. I voli ufficiali della Casa Bianca continuano  ad atterrare al Ben Gurion. Perché, alla fin fine, lavorano tutti a quella cosa là, alla pace.  E però in tutto questo c’è lui, «Bibi», che tace, non si fa vedere. Non risponde alle domande.  A quelle dei giornalisti d’Israele. Non si fa intervistare né da Canale 2 , né da  Canale 10 , non replica ai dubbi di Haaretz e nemmeno alle lusinghe degli amici  di Israel haYom . «Bibi» che succede? Sono passati un anno, trentacinque giorni e qualche ora – almeno  a considerare come giorno di calcolo oggi, domenica 23 febbraio 2014 – e  il premier israeliano Benjamin Netanyahu non ha ancora concesso un’intervista  alla stampa dello Stato ebraico. L’ultima risale al 19 gennaio 2013. Poi più nulla.  Nessuna replica alle domande di

I palestinesi esistono di David Benkof

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David Benkof David Benkof ha un master in storia ebraica moderna da Stanford.    Sintesi personale Intensificandosi  i negoziati di pace israelo-palestinesi   gli oppositori di uno stato palestinese hanno rilanciato  Golda Meir che nel 1969 disse :  "non esiste una cosa come un popolo palestinese." quindi   se non ci sono palestinesi, allora non c'è conflitto israelo-palestinese, e quindi non c'è bisogno nemmeno di discutere le politiche della West Bank. Nel mese di dicembre,  il  diplomatico israeliano Danny Ayalon ha pubblicato un video di YouTube su «La verità circa la Palestina", in cui sosteneva che la Palestina è un luogo, non una nazione: "Come l'Antartide, le Amazzoni o il Sahara,  un luogo non crea la  nazione di Antarcticans o Sahraoui.  In un recente saggio Front Page Magazine, Bruce Thornton   ha dichiarato che l'idea stessa di una nazione palestinese non è altro che" un dispositivo per increm

Quel vertice nello studio di fisioterapia tra i politici e il manager di Accenture

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Gianni Alemanno, Fabio Ulissi e Riccardo Pacifici 22 febbraio 2014 1http://roma.repubblica.it/.../quel_vertice_nello.../... Quel vertice nello studio di fisioterapia tra i politici e il manager di Accenture 2 http://www.agoraregionelazio.it/alemanno-e-quellincontro-in-studio-fisioterapia/ Alemanno e quell’incontro in studio fisioterapia www.agoraregionelazio.it 3  Dalle Pmi nasce Banca Medesia archivio.denaro.it Ogni storia ha una genesi. E ogni genesi ha un big bang. Quella del presunto appalto irregolare e del finanziamento illecito ai partiti che vede coinvolti e indagati l'ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno, e l'exgovernatrice del Lazio, Renata Polverini, si consumerebbe in un anonimo pomeriggio tra il febbraio e il marzo 2010 nel quartiere di Vigna Clara. Qui, presso lo studio del fisioterapista di Gianni Alemanno, sarebbe stato organizzato un incontro t

Gideon Levy: Bakri, Bakri

Gideon Levy 24 ottobre 2013 SINTESI PERSONALE   Amiamo i nostri "arabi israeliani" a focaccia , sia nella pita più piccola o più grande , più sottile drusi / lafa libanese . Per noi è hummus ad Abu - Shukri ( " genuino " ) , Koftas a Diana e kebab a Al Barbour - questo è il modo in cui li amiamo . Ecco come abbiamo pootuto scordare  Muhammad Bakri quando ha giocato un ruolo di primo piano in Beyond the Walls . Gli è stato assegnato il premio David. Violin Questo è anche il modo in cui amava  suo figlio Saleh : quando ha recitato   in the Band's Visit . Per questo ruolo ha vinto un premio Ophir Prize l'equivalente israeliano degli Oscar . Questo è il modo in cui amiamo noi stessi : Guardate noi, così illuminati , così egualitari. Attori arabi hanno splendidamente successo nell' unica democrazia . Perché , abbiamo anche Arab Labour - che prende in giro le relazioni ebraiche -arabe  in questo paese - in prima serata . non è questo liberale? Ma

La politica dell' apartheid dell'acqua israeliana sbarca in Italia

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Forze di occupazione israeliane distruggono un serbatoio d'acqua di proprietà palestinesi nel villaggio di Dura, vicino alla città di Hebron, 16 apr 2012. ( Mamoun Wazwaz / immagini APA )  Sintesi personale La politica israeliana di " apartheid dell'acqua "ha fatto una rara apparizione nei media mainstream nelle ultime settimane. Martin Schulz  del   Parlamento europeo ha  provocato una reazione furiosa da parte di alcuni politici israeliani quando ha detto alla  Knesset di come coloni israeliani ricevano molta più acqua dei  palestinesi nei territori occupati della Cisgiordania . Anche se Schulz ha citato cifre non precise riportate  da un giovane di Ramallah   il problema di fondo è molto reale. Un rapporto pubblicato dal Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite lo scorso anno ha dichiarato che il colono israeliano medio consuma fino a 400 litri al giorno, mentre un palestinese in Cisgiordania  solo  73 litri e - nel caso