Il lungo silenzio di Netanyahu con i giornalisti israeliani di Leonard Berberi
I giorni
passano. Gli accordi si fanno e si disfano. I voli ufficiali della Casa
Bianca continuano
ad atterrare al Ben Gurion. Perché, alla fin fine, lavorano tutti a quella cosa là, alla pace.
E però in tutto questo c’è lui, «Bibi», che tace, non si fa vedere. Non risponde alle domande.
A quelle dei giornalisti d’Israele. Non si fa intervistare né da Canale 2, né da
Canale 10, non replica ai dubbi di Haaretz e nemmeno alle lusinghe degli amici
di Israel haYom.
ad atterrare al Ben Gurion. Perché, alla fin fine, lavorano tutti a quella cosa là, alla pace.
E però in tutto questo c’è lui, «Bibi», che tace, non si fa vedere. Non risponde alle domande.
A quelle dei giornalisti d’Israele. Non si fa intervistare né da Canale 2, né da
Canale 10, non replica ai dubbi di Haaretz e nemmeno alle lusinghe degli amici
di Israel haYom.
«Bibi» che
succede? Sono passati un anno, trentacinque giorni e qualche ora –
almeno
a considerare come giorno di calcolo oggi, domenica 23 febbraio 2014 – e
il premier israeliano Benjamin Netanyahu non ha ancora concesso un’intervista
alla stampa dello Stato ebraico. L’ultima risale al 19 gennaio 2013. Poi più nulla.
Nessuna replica alle domande di chi lo segue da anni, soltanto un sacco di «Todah rabah»
, grazie mille.
a considerare come giorno di calcolo oggi, domenica 23 febbraio 2014 – e
il premier israeliano Benjamin Netanyahu non ha ancora concesso un’intervista
alla stampa dello Stato ebraico. L’ultima risale al 19 gennaio 2013. Poi più nulla.
Nessuna replica alle domande di chi lo segue da anni, soltanto un sacco di «Todah rabah»
, grazie mille.
Mentre, in parallelo, si sottopone quasi a degli interrogatori dalle tv straniere: dalla
Cnn a France 24, passando per i saluti, in cinese, per il capodanno del gigante asiatico.
Riceve addirittura la troupe di Bbc Persian. Saluta i telespettatori iraniani in farsi.
Ma a loro, ai suoi connazionali, no, nessun accenno. Nemmeno un sorriso.
Nemmeno una smorfia da poter appuntare sul taccuino e poi tradurre in una risposta, in una reazione.
Cnn a France 24, passando per i saluti, in cinese, per il capodanno del gigante asiatico.
Riceve addirittura la troupe di Bbc Persian. Saluta i telespettatori iraniani in farsi.
Ma a loro, ai suoi connazionali, no, nessun accenno. Nemmeno un sorriso.
Nemmeno una smorfia da poter appuntare sul taccuino e poi tradurre in una risposta, in una reazione.
La questione, ora, è quasi di Stato. Tanto che una delle tv più seguite del Paese,
Canale 2 ha realizzato addirittura un servizio sul silenzio lungo più di un anno di Netanyahu.
Un servizio polemico. In cui vengono fatti vedere capi di Stato e di governo sottoporsi
alle domande dei giornalisti. A un certo punto viene mostrato anche il presidente
russo Vladimir Putin circondato – accerchiato, quasi – dai cronisti del suo Paese.
E via con interviste ai corrispondenti stranieri in Israele – compreso quello della Rai
, Claudio Pagliara – che dicono, all’unanimità, «questa cosa dalle nostre parti non succede».
Compare anche il dittatore siriano Bashar al-Assad. Un confronto che sa quasi di provocazione.
Canale 2 ha realizzato addirittura un servizio sul silenzio lungo più di un anno di Netanyahu.
Un servizio polemico. In cui vengono fatti vedere capi di Stato e di governo sottoporsi
alle domande dei giornalisti. A un certo punto viene mostrato anche il presidente
russo Vladimir Putin circondato – accerchiato, quasi – dai cronisti del suo Paese.
E via con interviste ai corrispondenti stranieri in Israele – compreso quello della Rai
, Claudio Pagliara – che dicono, all’unanimità, «questa cosa dalle nostre parti non succede».
Compare anche il dittatore siriano Bashar al-Assad. Un confronto che sa quasi di provocazione.
Provocazione che diventa palese quando, a un certo punto, nel servizio tv di Canale 2
compare la classifica delle interviste rilasciate ai media del proprio Paese. Stravince
il presidente americano, Barack Obama, con 95 in tutto il 2013. Segue
la cancelliera tedesca Angela Merkel con 52. Il presidente russo Vladimir Putin si ferma a otto.
Tre in più del siriano Assad. E Netanyahu? Zero.
compare la classifica delle interviste rilasciate ai media del proprio Paese. Stravince
il presidente americano, Barack Obama, con 95 in tutto il 2013. Segue
la cancelliera tedesca Angela Merkel con 52. Il presidente russo Vladimir Putin si ferma a otto.
Tre in più del siriano Assad. E Netanyahu? Zero.
«Cerchiamo di attirare l’attenzione dei nostri colleghi stranieri su questa situazione
imbarazzante e pericolosa», scrive su 972 Mag la cronista politica Tal Schneider.
Che lancia pure il contatore in tempo reale su quanto dura il silenzio del premier israeliano
con le testate locali. «Netanyahu si ostina a descrivere lo Stato ebraico come l’unica
democrazia nel Medio Oriente, ma lui stesso non si fa intervistare da noi e non risponde
alle nostre domande. Esattamente come un dittatore mediorientale qualsiasi, anzi, peggio».
imbarazzante e pericolosa», scrive su 972 Mag la cronista politica Tal Schneider.
Che lancia pure il contatore in tempo reale su quanto dura il silenzio del premier israeliano
con le testate locali. «Netanyahu si ostina a descrivere lo Stato ebraico come l’unica
democrazia nel Medio Oriente, ma lui stesso non si fa intervistare da noi e non risponde
alle nostre domande. Esattamente come un dittatore mediorientale qualsiasi, anzi, peggio».
israeliani
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