Post

Attiviste israeliane sostituiscono i minacciosi segnali militari con messaggi alternativi di pace

Immagine
  di Haggai Matar 26 luglio 2013 TESTO DEL CARTELLONE DELL'ESERCITO             TESTO DELLE ATTIVISTE ISRAELIANE   Questa strada conduce nella zona "A"  Le donne dicono no alle regole dell'occupazione   Sotto l'Autorità Palestinese                     Zona civile ; vietato l'ingresso all'esercito!   E' vietato l'ingresso per i                         Questa strada conduce ai   Cittadini israeliani ,                                      Villaggi palestinesi     Pericolo per la vostra vita                        Civili israeliani, non abbiate paura!   E contrario alla legge israeliana.             Venite e visitate i villaggi palestinesi                                                                        Rifiutatevi di essere nemici! Da molti anni ormai, tutte le strade che partono dalle autostrade principali della Cisgiordania, controllate dagli israeliani e dirette verso villaggi e città palestinesi sono dominate da

Paola Caridi : articoli mese di Luglio da invisiblearabs

Immagine
Dei morti di serie B e dell’imbarazzo July 28th, 2013 - 4:34 pm ShareCresce l’imbarazzo internazionale sui sanguinosi scontri di venerdì e sabato al Cairo e ad Alessandria. Cresce l’imbarazzo soprattutto dopo l’ammissione, da parte del ministero della sanità egiziano, che al sit in dei Fratelli Musulmani al Cairo sono stati uccise decine di persone da parte delle forze di sicurezza. Almeno 72, dicono le fonti governative, assieme agli otto morti ad Alessandria. Un massacro, accusano gli islamisti che da un mese protestano a Raba El Adawiya e che parlano di almeno cento morti e di migliaia di feriti, non solo – come dice l’esercito – da lacrimogeni, ma da proiettili. È la dichiarazione del segretario di stato americano John Kerry a dare la misura del l’imbarazzo internazionale. Stop alle violenze. Rispetto per le proteste pacifiche, compresi i sit in in corso, da parte delle forze di sicurezza. Indagine indipendente sugli scontri di venerdì e sabato. Proces

Ne sono stati uccisi quattro? Oppure nove? In Egitto le morti continuano ad accumularsi e pochi vi prestano attenzione

Immagine
  1  Ne sono stati uccisi quattro? Oppure nove? In Egitto i morti continuano ad accumularsi e pochi vi prestano  attenzione Di Robert Fisk 25 luglio 2013 Isra Lufti aveva soltanto 15 anni e gli uomini di fianco alla tenda di color azzurro cobalto dove è morta indicavano le macchie di sangue sulla stuoia con una specie di indifferenza. “Stava scappando dalla sparatoria ed ecco dove è entrato il proiettile,” ha detto uno di loro, indicando il   nitido bucherello nel telo di plastica scadente della tenda. Chiunque abbia sparato contro l’accampamento della Fratellanza Musulmana a Giza all’alba di ieri mattina, è scappato, come al solito. Lui – o loro – sparavano probabilmente dai  campi sportivi  dell’Università del Cairo. In effetti proprio di fronte al luogo del martirio di Isra si erge la grande sala con la cupola, dove, quattro anni fa Obama ha chiesto al mondo musulmano di perdonare i peccati di George W. Bush. Anche quattro membri della Fratellanza hanno trovat

Il villaggio di Qaryut e la colonia limitrofa di Gul

Immagine
Stop The Wall 25.07.2013 http://www.stopthewall.org/2013/07/25/fact-sheet-village-qaryut-and-surrounding-gul-settlement Il villaggio di Qaryut e la colonia limitrofa di Gul   Scheda Informativa della Palestinian Grassroots Anti-apartheid Wall Campaign Il governo di occupazione porta avanti il processo di pulizia etnica nei territori palestinesi sotto lo sguardo del resto del mondo. L’espansione delle colonie avviene a ritmo serrato accanto alla confisca delle terre e gli attacchi quotidiani da parte dell’esercito israeliano e dei coloni contro i cittadini palestinesi e le loro proprietà. Secondo i piani strutturali delle colonie, queste si estendono su di un’area di circa 485 kmq, che costituisce l’8,5% della superficie della West Bank (5.760kmq). La superficie totale del territorio controllato dai militari israeliani è di 49 kmq che rappresenta circa l’1% dell’estensione della West Bank, e la dimens

La comunità internazionale mette in pericolo la pace di Sergio Yahni

Immagine
AIC – Alternative Information Center 23.07.2013   http://www.alternativenews.org/english/index.php/politics/opinions/6807-international-communitary-endangers-peace-process.html     La comunità internazionale mette in pericolo la pace La via verso la pace non emergerà dalle tentazioni del realismo politico, un approccio che ha fallito continuamente nei processi di decolonizzazione. I palestinese non rinunceranno alle loro richieste, come non rinunciarono i vietnamiti, gli algerini e i sudafricani. La via verso la pace nel conflitto israelo-palestinese bypassa le politiche volte a minimizzare i rischi e massimizzare i benefici all’interno di una data relazione di potere. La pace sarà la conseguenza dell’adozione di un approccio basato sui diritti, nel quale il concetto di diritto è chiaramente definito e non negoziabile.   di Sergio Yahni Nonostante 20 anni di negoziati pesantemente sovvenzionati, non c’è

Palestina. “Gaza 36mm”, ascesa e fine del cinema gazawi

Immagine
Palestina. “Gaza 36mm”, ascesa e fine del cinema gazawi Un documentario racconta come, in questa striscia di mondo, la settima arte sia stata eliminata nel giro di 20 anni. Ma anche di quando le sale erano affollate, e Gaza City ospitava la più grande del mondo arabo. Gaza 36mm è piccolo gioiello, per estetica e contenuti. Opera prima come produttore di Ibrahim Yaghi, è stato diretto da Khalil Almuzain, con la collaborazione e partecipazione dei due fratelli Ahmed e Mohamed Abu Nasser, in arte Tarzan & Arab, anche loro attori-registi. L’idea di un documentario sul cinema a Gaza, nasce da alcune constatazioni. Primo: di cinema, a Gaza, non ce ne sono. Secondo, la popolazione della Striscia è divisa in due categorie: chi è nato prima degli anni ’80, ed ha potuto sperimentare il gusto di entrare nel buio di una sala cinematografica; e chi dopo, e in un cinema non ha mai messo piede. La terza, più che una constatazione è una frustrazione:

Akiva Eldar : nessuna sorpresa nella scelta della Corte americana sullo status di Gerusalemme

Immagine
   Sintesi personale No Surprises in US Court Decision on Jerusalem's Status E 'lecito ritenere che non avete mai sentito parlare di Menachem Zivotofsky. In realtà non vi è alcuna ragione particolare per voi di conoscere il nome del ragazzo nato 10 anni fa a Gerusalemme, se non che i suoi genitori hanno intentato una causa al  Dipartimento di Stato degli Stati Uniti. Autore: Akiva Eldar Inviato il: 26 luglio 2013 Tradotto da: Ruti Sinai La richiesta della famiglia  era di riportare  sui documenti  come luogo di nascita  "Gerusalemme, Israele "(  50.000  cittadini americani  sono nati a Gerusalemme) . Lo scopo  della denuncia puntava  a influenzare la politica estera degli Stati Uniti, costringendo il presidente  americano  e la sua amministrazione a  riconoscere entrambe le parti di Gerusalemme come una città dello  stato di Israele e  sua capitale. Questa settimana, il 23 luglio, tuttavia, dopo un lungo processo lega

Gaza: bambini lavorano nei cimiteri per aiutare le loro famiglie

Immagine
   Sintesi personale Mahmoud  ha nove anni e lavora nove ore al giorno  nel  cimitero di Sheikh Radwan  di Gaza City. Fissa il cancello del cimitero in attesa di un  visitatore o  di un corteo funebre. Informazioni su questo articolo utenzione dei cimiteri di Gaza Autore: Rasha Abou Jalal Inviato il: 26 luglio 2013 Tradotto da: Sami-Joe Abboud Mahmoud si impegna  a  mantenere le tombe dei defunti puliti e con   fiori in cambio di una piccola somma. Lo fa per evitare problemi con suo padre, che lo picchia e  minaccia di cacciarlo di casa se non raccoglie abbastanza soldi per la fine della giornata. Secondo i dati dell'Ufficio centrale di statistica palestinese (PCB), " Ci sono circa 65.000 i bambini che lavorano nei territori palestinesi  e  rappresentano il 6% di tutti i bambini nella fascia di età compresa tra i  5 e i 14 anni  Alcuni sono pagati, altri non lo sono. Per la precisione  dal  rapporto annuale pub

Come fare perché il Diritto Internazionale operi a favore dei palestinesi

Immagine
Al- Shabaka Commentary 17.07.2013 http://al-shabaka.org/how-make-international-law-work-palestinians?page=show Come fare perché il Diritto Internazionale operi a favore dei palestinesi. Il Diritto Internazionale non è un insieme di norme immediatamente esecutive che porta automaticamente giustizia. E’ modellato dai politici e usato a scopi politici.   di Ingrid Jaradat Gassner Impiegato in tal modo, il Diritto Internazionale ha contribuito all’oppressione e frammentazione in corso del popolo palestinese. Se combinato con il sistema di riferimento di Oslo in atto, è stato usato in modo selettivo per perseguire una ingiusta formula di terra–in cambio di–pace, mentre occulta la colonizzazione israeliana in corso, la confisca e l’annessione della terra dei palestinesi e l’oppressione del popolo palestinese . Ha tralasciato in modo particolare il diritto al ritorno di milioni di palestinesi che vivono come profughi a giro per il mondo e ha fornito le basi per un sis