"Ospedali di Gaza, dramma di un'infanzia ingabbiata"
Ma i tassisti devono disperatamente trovare il carburante. In mattinata si apre uno spiraglio: dopo la quinta notte di bombardamenti contro obiettivi di Hamas, Israele ha riaperto alle merci il valico di Karni per permettere la ripresa di rifornimenti carburante, di derrate alimentari e medicinali. Ma la gente di Gaza non si fa illusioni: attende il peggio e si prepara a resistere. Panetterie e supermarket sono presi d'assalto da centinaia di donne che cercano di accaparrarsi generi di prima necessità in grado di soddisfare il bisogno delle loro famiglie, almeno per alcuni giorni. «Ho comprato 6 chili di farina per fare il pane in casa, latte in polvere per i miei bambini e un po' di scatolette. Certo, è poca cosa, ma sappiamo resistere e quello che ad altri basterebbe solo per qualche giorno, a noi palestinesi invece basta per settimane», dice Zahira, 41 anni e 5 figli, uscendo dall'«Al-Ein Supermarket» a Rimal, sul lungomare di Gaza City. «La strategia di rendere d