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Visualizzazione dei post da marzo, 2018

COME NASCONDERE UN MASSACRO?

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COME NASCONDERE UN MASSACRO? Pubblicato da ab il 31/3/18 • Inserito nella categoria: Primo Piano , Strillo di  redazione 31 marzo 2018 Media internazionali e nazionali hanno raccontato in modo vergognoso, parziale e profondamente scorretto quanto accaduto ieri a Gaza. Ma i fatti e le immagini parlano più di qualunque menzogna La popolazione palestinese è stata abituata negli anni alla disinformazione per quanto riguarda la narrazione dominante rispetto alle proprie vicende. Quanto accaduto ieri, nel primo giorno della  Great Return March  ha ampiamente superato il limite della vergogna e della decenza e non solo in Italia. I fatti sono abbastanza espliciti ed inequivocabili, quasi 20.000 persone si sono avvicinate alla barriera tra la Striscia e Israele a partire da sei accampamenti lungo il perimetro, invadendo quella  buffer zone , o zona cuscinetto che percorre tutta la frontiera, permanentemente interdetta alla coltivazione e all’accesso. A

Richard Silverstein : 17 abitanti di Gaza uccisi , feriti 1.400. Cronologia , manipolazioni e indifferenza

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  Sintesi personale Questo è uno dei giorni più oscuri negli annali delle relazioni israelo-palestinesi. Un'iniziativa indipendente di Gaza legata alla commemorazione della Nakba e all'assassinio di palestinesi del 1976,chiamata  la Grande Marcia del  Ritorno , ha incontrato il muro di pietra israeliano  . PRIMA  che iniziasse la marcia, Israele aveva  annunciaro che avrebbe usato il fuoco vivo per sopprimere i disordini. Questo è qualcosa di inaudito non solo nei rapporti tra Israele e Palestina, ma negli annali di tutte le lotte coloniali: il colonizzatore / oppressore annuncia in anticipo di uccidere i manifestanti a sangue freddo, manifestanti armati di sassi , di un pneumatico o  di una fionda. Israele sapeva di poterla fare franca grazie all'appoggio dell'amministrazione americana Jason D. Greenblatt ✔ @jdgreenblatt45 Hamas is encouraging a host

Fulvio Scaglione : Israele e Palestina La violenza non serve

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Israele e Palestina La violenza non serve - L'Editoriale Bergamo Come in tutto ciò che accade in Medio Oriente, anche nelle manifestazioni che i palestinesi della Striscia di Gaza hanno lanciato lungo il confine con Israele si celano significati che vanno ben oltre il fatto in sé. Le tendopoli che Hamas ha allestito per ospitare gli attivisti, e da cui avrebbe dovuto dispiegarsi la marcia per occupare simbolicamente una striscia di territorio israeliano, volevano ricordare i sei palestinesi uccisi dall’esercito israeliano, il 30 marzo 1976, mentre cercavano di difendere le loro terre dall’esproprio. E sono la base diciamo così «morale» su cui costruire il mese e mezzo di proteste che condurranno al 15 maggio, il giorno della Nakba (catastrofe), ovvero la data della proclamazione dello Stato di Israele nel 194

Yemen: il racconto di una operatrice di Save the children, “scene strazianti e apocalittiche”i Patrizia Caiffa

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  A tre anni dall'inizio del conflitto — 29 marzo 2018 Yemen: il racconto di una operatrice di Save the children, “scene strazianti e apocalittiche” di Patrizia Caiffa Conseguenze “disastrose” per la popolazione. “È una guerra civile con dinamiche simili a quella della Siria: le potenze internazionali combattono per il controllo del territorio – spiega Ceccaroni – . Gli interessi geopolitici ed economici in ballo sono molto grandi ma le conseguenze sul campo sono disastrose”. Save the children, l’organizzazione che dal 1919 opera a tutela dell’infanzia in tutto il mondo, è presente nello Yemen da una trentina d’anni. Prima operava per lo sviluppo del Paese; da tre anni ha dovuto concentrare il proprio lavoro sull’emergenza derivante dal conflitto, tramite staff locali presenti in tutto il territorio: distribuzione di alimenti altamente nutritivi, acqua e servizi igienici, cure sanitarie, assistenza a mamme e bambini. A tre anni dall’inizio della guerr

Jack Khoury : Gaza footage shows protester shot in the back while running away from Israeli border wall

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16 killed, dozens wounded as thousands gather on Gaza-Israel border for 'March of Return' Israeli Arab NGO blasts Israel for 'unlawful' use of snipers on Gaza border UN chief calls for independent investigation into Palestinian deaths at Gaza border

Le forze israeliane uccidono 16 persone a Gaza mentre i palestinesi manifestano nel “Giorno della Terra”

Venerdì 30 marzo 2018, Middle East Eye Più di 1.000 manifestanti feriti mentre i palestinesi rivendicano il diritto al ritorno e la fine del furto di terra. Secondo le autorità venerdì le forze israeliane hanno ucciso almeno 16 palestinesi nella Striscia di Gaza assediata, mentre decine di migliaia manifestavano nei territori occupati e in Israele nel “Giorno della Terra”. “ Il giorno della Terra” nasce nel 30 marzo 1976, quando forze israeliane uccisero sei palestinesi con cittadinanza israeliana durante una protesta contro la confisca di terre. I palestinesi hanno celebrato questo giorno negli scorsi 42 anni per denunciare le politiche israeliane di appropriazione della terra palestinese. Quest’anno ciò è avvenuto sulla scia di mesi di rabbia contro la decisione del presidente USA Donald Trump di spostare l’ambasciata americana a Gerusalemme, generalmente percepita come il rifiuto da parte degli Stati Uniti delle rivendicazioni palestinesi su Gerusalemme est com

B’Tselem: Gaza non è “zona di guerra”, sparare ai manifestanti è un crimine

9 marzo 2018, B’Tselem – Il Centro di informazione israeliano sui diritti umani nei Territori Occupati: Prima delle manifestazioni palestinesi programmate per l’inizio di domani (venerdì) a Gaza, gli ufficiali israeliani hanno ripetutamente minacciato di rispondere con l’eliminazione fisica. Ignorando completamente il disastro umanitario a Gaza di cui Israele è responsabile, stanno interpretando la protesta in termini di rischio per la sicurezza, rappresentando i manifestanti come terroristi e riferendosi a Gaza come a una “zona di guerra”. Informazioni frammentarie riferite dai media indicano che: i soldati avranno l’ordine di sparare a chiunque si muova entro i 300 metri dalla recinzione; cecchini spareranno a chiunque la tocchi; si sparerà anche in circostanze che non siano una minaccia mortale [per i soldati]. In altre parole sparare per uccidere i palestinesi che partecipano alle dimostrazioni. Le forze israeliane da tempo hanno già sparato per u

Hasbara che va e hasbara che viene : la zona cuscinetto di Gaza. Precisazione sul confine

1 la zona cuscinetto , terra fertile di Gaza, è stata definita all'interno, erodendo campi ,aranceti, coltivazioni di ortaggi ai contadini. Se l'attraversano Israele spara. Perchè non è stata costruita all'interno di Israele come sarebbe stato logico ? chi ha deciso questo escludendo da ogni trattativa i residenti?  In ogni caso non è un confine  I rapporti di Intercept , basati su resoconti di testimoni oculari, affermano che i cecchini israeliani hanno abbattuto i manifestanti lontano dalla recinzione. In altre parole, non stavano proteggendo il confine di Israele Il primo abitante di Gaza ucciso ieri era un contadino che lavorava nei suoi campi. È stato colpito da un carro armato israeliano.   Akiva Eldar : L'IDF limita la pesca e l'accesso ai campi a Gaza, Denuncia dell'OCHA  anno 2010   l'IDF limita l'accesso al 17 per cento del territorio di Gaza. I pescatori sono completamente privati dell' 85 per cento dello spazio

Gad lerner su quanto è accaduto a Gaza

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Gad Lerner 5 h · Pensare che i palestinesi di Gaza se la sono cercata, che Hamas li manda a morire perché non ha più una strategia, che tanto la loro protesta non ha sbocchi politici... davvero triste questo Pesach 2018 di un establishment israeliano che sa usare solo la forza

L'ultima composizione di Mohamad Abu Amr , giovane artista, ucciso oggi a Gaza

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 Il giovane artista palestinese, Mohamad Abu Amr, ha disegnato questa immagine soltanto ieri, giovedì 29 marzo, oggi è stato ucciso dai soldati israeliani a Rafah, Gaza. Nella sua composizione si legge in arabo "Io ritorno"

Alberto Negri : La nuova Jihad si sta riorganizzando, ed è più pericolosa che mai

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La nuova Jihad si sta riorganizzando, ed è più pericolosa che mai In Europa episodi tragici (e isolati), in Italia ne abbiamo qualche testimonianza, ma la Jihad è viva ovunque. In particolare tra le file di coloro che dovrebbero… linkiesta.it   Improvvisamente è tornato in Italia e in Europa il jihadista della porta accanto. Dopo gli eventi sanguinosi di Trebes in Francia, gli arresti degli ultimi giorni a Foggia, Torino e Latina, con lo smantellamento della rete di Anis Amri -autore dell'attentato a Berlino del dicembre 2016 ucciso pochi giorni dopo dalla polizia nel milanese- hanno riportato l’attenzione sulla minaccia del terrorismo. Nonostante il crollo dello Stato Islamico in Siria e in Iraq, l’ideologia del Califfato rimane viva nei suoi seguaci: anche in quelli presenti in Europa. Lo stesso ministro uscente degli interni Marco Minniti ha dichiarato che “il jihad in Italia non è mai stata così pericoloso”. Dovevamo aspettarce