Le forze israeliane uccidono 16 persone a Gaza mentre i palestinesi manifestano nel “Giorno della Terra”
Venerdì 30 marzo 2018, Middle East Eye
Più di 1.000 manifestanti feriti mentre i palestinesi rivendicano il diritto al ritorno e la fine del furto di terra.
Secondo
le autorità venerdì le forze israeliane hanno ucciso almeno 16
palestinesi nella Striscia di Gaza assediata, mentre decine di migliaia
manifestavano nei territori occupati e in Israele nel “Giorno della
Terra”.
“Il
giorno della Terra” nasce nel 30 marzo 1976, quando forze israeliane
uccisero sei palestinesi con cittadinanza israeliana durante una
protesta contro la confisca di terre. I palestinesi hanno celebrato
questo giorno negli scorsi 42 anni per denunciare le politiche
israeliane di appropriazione della terra palestinese.
Quest’anno
ciò è avvenuto sulla scia di mesi di rabbia contro la decisione del
presidente USA Donald Trump di spostare l’ambasciata americana a
Gerusalemme, generalmente percepita come il rifiuto da parte degli Stati
Uniti delle rivendicazioni palestinesi su Gerusalemme est come loro
capitale nel contesto della soluzione dei due Stati.
Nella
Striscia di Gaza, dove 1.3 dei 2 milioni di abitanti del piccolo
territorio sono rifugiati, gli organizzatori della protesta hanno
promosso sei settimane di manifestazioni chiamate la “Grande Marcia del
Ritorno” lungo il confine tra l’enclave palestinese assediata e Israele,
che iniziano con il “Giorno della Terra” e culmineranno il 15 maggio
con il “Giorno della Nakba”, che segna l’espulsione dei palestinesi da
Israele nel 1948.
Mentre
il discorso politico israeliano con il primo ministro Benjamin
Netanyahu si sposta ulteriormente a destra, i palestinesi sono diventati
sempre più scettici riguardo alla possibilità di negoziati o di un
miglioramento delle loro condizioni di vita a Gaza, in Cisgiordania, a
Gerusalemme est e nello stesso Israele.
Il
ministero [della Salute di Gaza, ndt.] ha aggiunto che, alla fine del
pomeriggio, più di 1.000 manifestanti sono stati feriti. Un portavoce
della Mezzaluna Rossa palestinese ha detto a MEE di stimare che circa
800 manifestanti di Gaza siano stati colpiti da proiettili veri.
Secondo
il ministero della Salute, ore prima delle proteste un carrarmato
israeliano ha ucciso un contadino gazawi e ne ha ferito un altro.
“Omar
Samour, 27 anni, è stato ucciso da martire e un altro abitante è stato
ferito a est del villaggio di Qarara in seguito al fatto che i contadini
sono presi di mira,” ha detto un portavoce del ministero della Salute
di Gaza. Abitanti del villaggio a sud della Striscia di Gaza hanno detto
che Samour era andato a raccogliere erbe.
Un
portavoce dell’esercito israeliano ha confermato l’incidente: “Durante
la notte due sospetti si sono avvicinati alla barriera di sicurezza,
hanno iniziato a muoversi in modo sospetto e il carrarmato ha sparato
verso di loro,” ha affermato il portavoce.
Il
portavoce di Antonio Guterres ha affermato in un comunicato che il
segretario generale delle Nazioni Unite ha chiesto un’inchiesta
indipendente e trasparente sulle morti e feriti venerdì a Gaza.
“Ha
anche fatto appello a quanti sono coinvolti per evitare ogni atto che
possa portare ad ulteriori vittime, e in particolare ogni misura che
possa mettere in pericolo i civili,” ha detto il portavoce ONU Farhan
Haq.
“Brutale violazione”
Il
ministero della Salute di Gaza ha confermato che almeno 16 manifestanti
palestinesi sono stati uccisi dalle forze israeliane sul confine con
Israele, ed ha identificato alcune delle vittime: Mohammad Kamel Najjar,
29 anni, ucciso nei pressi di Jabalia, a nord di Gaza; Mahmoud Abu
Muammar, 38 anni, nei pressi di Rafah, a sud; Mohammad Abu Amro, noto
artista della Striscia di Gaza; il sedicenne Ahmad Odeh, a nord di Gaza
City; Jihad Farina, 33 anni, a est di Gaza City; Mahmoud Rahmi, 33 anni;
Ibrahim Abu Shaer 22 anni, nei pressi di Rafah; Abd al-Fattah Bahjat
Abd al-Nabi, 18 anni; Abd al-Qader al-Hawajra, 42 anni, ucciso nella
zona centrale di Gaza; Sari Abu Odeh; Hamdan Abu Amsha, nei pressi di
Beit Hanoun, nel nord di Gaza.
L’ong
per i diritti umani “Adalah” ha denunciato l’uso da parte dell’esercito
israeliano di proiettili letali come una “brutale violazione degli
obblighi legali internazionali nella distinzione tra civili e
combattenti,” ed ha chiesto un’inchiesta sulle uccisioni. In un
comunicato l’esercito israeliano ha annunciato di aver dichiarato l’area
di confine della Striscia di Gaza una zona militare chiusa – intendendo
che ogni palestinese che si trovi vicino alla recinzione di confine può
rischiare di essere colpito.
“La
marcia ha raggiunto i suoi obiettivi, ha scosso i pilastri dell’entità
(Israele), ed ha posto il primo mattone sulla via del ritorno,” ha detto
a MEE Ismail Haniyeh, uno dei principali dirigenti politici di Hamas
mentre visitava un campo della protesta a Gaza.
Secondo
il mezzo di informazione israeliano di sinistra “+972 Magazine”, un
gruppo israeliano noto come la “Coalizione delle Donne per la Pace”,
pensa di unirsi alla protesta sul lato israeliano.
“La
distanza tra quello che stiamo sentendo sugli eventi dall’interno di
Gaza e l’istigazione [alla violenza] che stiamo sentendo nei media
israeliani è enorme e non lascia dubbi sulle intenzioni violente delle
autorità israeliane. Speriamo che i nostri timori di una risposta
militare violenta si dimostrino sbagliati, ma indipendentemente da ciò
sabato saremo presenti in appoggio ai manifestanti, che hanno il diritto
di chiedere i propri diritti e la propria libertà,” ha detto Tania
Rubinstein, una coordinatrice del gruppo.
“A
settecento metri da quei soldati c’è il mio diritto e il diritto del
popolo palestinese a tornare a casa dopo 70 anni di espulsione. Non
aspetteremo altri 70 anni,” ha detto a MEE Alaa Shahin, un giovane uomo
palestinese che stava festeggiando il suo matrimonio in un campo di
protesta nei pressi di Jabaliya.
“Conservo
ancora i documenti originali della nostra terra a Nilya, che ho
ereditato da mio padre,” ha detto Yousef al-Kahlout, un insegnante di
storia in pensione che venerdì ha partecipato ad una delle
manifestazioni di Gaza insieme a cinque dei suoi nipoti. “Oggi spiego ai
miei nipoti che loro hanno il diritto di riprenderne possesso se io non
fossi più vivo per realizzare il mio sogno di tornare.”
Mentre
gli organizzatori di Gaza hanno insistito che le manifestazioni
sarebbero state pacifiche, vari incidenti di gazawi arrestati dopo
essere entrati in Israele negli scorsi giorni – compresi tre palestinesi
che stavano portando armi – hanno visto le forze israeliane ansiose di
dimostrare il proprio controllo della situazione.
In
un comunicato l’esercito israeliano ha confermato che stava usando
“mezzi per disperdere disordini” – un termine regolarmente utilizzato in
riferimento a gas lacrimogeni e a bombe assordanti – così come sparando
ai “principali istigatori” della protesta.
La
“Grande Marcia del Ritorno” ha anche visto le forze israeliane
utilizzare droni per lanciare gas lacrimogeni sui manifestanti – una
tecnologia che è stata usata solo poche volte a Gaza dalle forze
israeliane.
Mercoledì
il capo dell’esercito israeliano ha detto che più di 100 cecchini sono
stati schierati sul confine di Gaza in vista delle previste
manifestazioni di massa nei pressi della frontiera. Pesanti pale
meccaniche hanno costruito cumuli di terra sul lato israeliano del
confine ed è stato collocato filo spinato come ulteriore ostacolo contro
qualunque tentativo dei dimostranti di violare il confine nel
territorio israeliano.
Proteste del “Giorno della Terra” in Israele e in Cisgiordania
Nel
contempo venerdì i palestinesi hanno manifestato anche in Israele e in
Cisgiordania per commemorare il “Giorno della Terra”. Nella città a
maggioranza palestinese di Arraba, nella regione della Galilea, nel nord
di Israele, migliaia di persone, compresi parlamentari palestinesi
della Knesset israeliana, sindaci e personalità religiose, sono scesi in
strada.
Prima
del corteo membri dell’”Alta Commissione di Verifica per i Cittadini
Arabi di Israele” della Knesset si sono recati alle tombe dei sei
palestinesi cittadini di Israele che vennero uccisi durante la prima
marcia del “Giorno della Terra” nel 1976, nei cimiteri di Arraba,
Sakhnin e Deir Hanna.
“Israele
sta ancora rubando e confiscando le nostre terre, e l’oppressione
continua contro il nostro popolo all’interno del ’48, nella diaspora e a
Gaza,” ha detto in un discorso il sindaco di Arraba Ali Asleh,
utilizzando una perifrasi per riferirsi alle terre su cui è stato
dichiarato lo Stato di Israele nel 1948.
Secondo mezzi d’informazione palestinesi ci sono stati scontri in alcune città della Cisgiordania, comprese
Un
portavoce della Mezzaluna Rossa palestinese ha detto a MEE che
l’organizzazione ha curato almeno 63 manifestanti in Cisgiordania, la
maggior parte per aver inalato gas lacrimogeno, mentre almeno 10 sono
stati feriti da proiettili di metallo rivestito di gomma.
(traduzione di Amedeo Rossi)..
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