Quegli otto ebrei catturati e uccisi mentre fuggivano dall’Iran
Falafel cafè
Voci e suoni da Israele e West Bank
Cadaveri
senza corpo. Omicidi senza assassini. Otto su undici sono morti. Uccisi
nel tentativo di lasciare il loro Paese. Che, nel frattempo, era
diventato il loro inferno in Terra. Dopo anni di indagini e inviati in
territorio nemico, l’Istituto per l’intelligence e le operazioni
speciali – meglio conosciuto come Mossad – è riuscito a fare luce sulla
sparizione misteriosa negli anni Novanta di alcuni ebrei iraniani.
Sugli
undici scomparsi, otto sono stati uccisi lungo i confini della
Repubblica islamica «mentre lasciavano il Paese, probabilmente per
venire in Israele». Il dossier, voluminoso, è stato presentato nei
giorni scorsi al primo ministro Benjamin Netanyahu. Resta il giallo
degli altri tre, la cui fine è ancora ignota.
Si chiude
così, almeno per una parte dei parenti, uno dei capitoli più drammatici
degli ebrei nati e cresciuti in Iran. L’indagine è stata voluta del
premier stesso che ha incaricato David Meidan, suo consigliere e
coordinatore delle operazioni di negoziazione e rilascio di prigionieri
israeliani, di tirar su una squadra investigativa per dare una risposta a
chi, da anni, chiedeva informazioni sulla sorte dei propri cari.
La storia è
rimasta nascosta a lungo. Nel 1994 e 1997 undici ebrei con passaporto
iraniano, in quattro gruppi, hanno tentato di abbandonare il Paese
camminando per giorni. Ma quando i loro parenti, in Israele e negli
Stati Uniti, hanno cercato di mettersi in contatto, non hanno avuto
risposte. Dopo anni di battaglie e richieste al Parlamento israeliano e
all’ufficio del primo ministro, Netanyahu ha dato l’ok alle ricerche nel
1999.
«Dalle
informazioni che abbiamo ricevuto da una fonte attendibile possiamo dire
che gli otto iraniani spariti nel 1994 sono stati sicuramente fermati
dalle autorità di Teheran e assassinati», hanno raccontato dal Mossad.
«Si sta lavorando sugli altri tre ebrei spariti, tutti partiti nel 1997,
di cui non si sa ancora nulla». L’intelligence israeliana non ha
fornito altre informazioni. Non ha spiegato, per esempio, chi abbia
catturato gli otto del 1994 e chi li abbia uccisi.
Quello che
si conosce sono i nomi. Babak Shaoulian-Tehrani aveva 17 anni al momento
della sparizione. Abitava a Teheran. Come Shahin Nik-Khoo (19) e Omid
Solouki (17). Salari Behzad, 21 anni, e Farad Ezati-Mahmoudi (22)
vivevano a Kermanshah. Homayoun Bala-Zade (41) e Rubin Kohan-Mosleh (17)
e Ibrahim Kohan-Mosleh (16), invece, avevano casa a Shiraz. Sono tutti
morti, secondo il Mossad. Che ora cerca di capire se anche i tre di cui
non si sa ancora nulla – Syrous Ghahremani, 32 anni, Ibrahim Ghahremani
(61) Nourollah Rabi-Zade (52) – siano stati uccisi anche loro oppure
sono prigionieri o fuggiti chissà dove, chissà come.
Quegli otto ebrei catturati e uccisi mentre fuggivano dall’Iran
© Leonard Berberi
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