Carlo Strenger : La cecità strategica dei politici di destra in Israele
Sintesi personale
Il Medio Oriente , a questo punto preoccupa tutti, non solo Israele . La primavera araba finora si è disintegrata nel caos , violenti regimi islamisti e dittatori massacrano il proprio popolo come in Siria e in modo inaccettabile in Egitto . Nel frattempo il mondo si prepara per mano degli Stati Uniti ad attaccare la Siria e permane la domanda se Assad cercherà di estendere la sua guerra coinvolgendo Israele .Tutto questo sembra rafforzare le posizioni tradizionali della destra di Israele . Netanyahu ha avvertito da decenni che uno Stato palestinese potrebbe diventare una base per gli estremisti islamici Spesso questo è sembrato frutto della sua retorica esagerata , ma pochi mesi fa i soldati israeliani hanno osservato jihadisti legati ad Al -Qaeda al confine siriano . Il Sinai è invaso da gruppi estremisti che fanno sembrare Hamas moderato .Il Campo della pace israeliano ha sofferto di una serie di grandi problemi negli ultimi dieci anni . Dalla seconda intifada , l' elettorato israeliano è comprensibilmente diventato diffidente per i rischi che comporta la pace . Visti i recenti sviluppi nel mondo arabo , gli israeliani si chiedono perché Israele dovrebbe fidarsi di vicini di casa capaci di simili atrocità verso le proprie popolazioni .In tali circostanze le preoccupazioni del Campo della pace sembrano quasi pittoresche : la sua insistenza sul fatto che l'occupazione mina la democrazia di Israele è vista come debolezza schizzinosa , dato che Israele si trova in un angolo pericoloso del mondo e i recenti sviluppi nel mondo arabo sembrano dar ragione a chi la pensa così . Quindi , secondo loro, le sottigliezze della libertà di parola e di uguaglianza di fronte alla legge sono un lusso che solo i liberali eccessivamente sensibili possono avere, liberali che non si preoccupano della sicurezza di Israele e non capiscono .Gli avvertimenti che Israele ad un certo punto dovrà pagare un prezzo pesante per l'occupazione non solo moralmente , ma strategicamente ed economicamente non vengono ascoltati . Sì , Israele è regolarmente condannato per l'espansione degli insediamenti , ma alla fine , nulla di veramente brutto è accaduto . Gli israeliani sono giunti alla conclusione che il campo della pace grida al lupo e che lo status quo della occupazione può essere mantenuto indefinitamente .Questa posizione è stata difesa con grande chiarezza nella recente intervista di Ari Shavit con l'ex Segretario di Gabinetto Zvi Hauser . Egli sostiene che la linea di Netanyahu dal 2009-2013 ha avuto successo in quanto ha mantenuto la stabilità economica e politica con relativa calma sul fronte della sicurezza .Hauser semplicemente sorvola sul fatto che durante il secondo mandato di Netanyahu la posizione internazionale di Israele ha raggiunto un tasso di impopolarità senza precedenti . I motivi principali sono stati : la legislazione anti liberale della Knesset e l'espansione degli insediamenti . Il mondo libero vede la retorica roboante di Netanyahu che continua a insistere sul tema dell'Olocausto come manipolazione a buon mercato e si pone una domanda molto semplice : come è possibile che l'espansione degli insediamenti di Israele possa proteggere Israele dalle future testate atomiche iraniane ?Hauser , come la maggior parte degli israeliani , non è preoccupato . Sembra pensare che l'Occidente nel lungo periodo non punirà né abbandonerà Israele . La Likud - Beiteinu sembrano essere completamente disinteressati a qualcosa di simile alla politica estera al punto che noi non abbiamo nemmeno un ministro degli esteri a tempo pieno . Naftali Bennett ha in tutta serietà sostenuto che Israele dovrebbe tagliare i legami con l'Unione europea per le sue nuove linee guida contro la cooperazione con le organizzazioni implicate nell'occupazione in Cisgiordania . Netanyahu , Bennett e Hauser soffrono di cecità strategica . Non sto dicendo questo perché vedo un futuro roseo per il Medio Oriente . I dieci anni di studio sulle cause del terrorismo , soprattutto nella nostra zona , mi hanno insegnato la profondità della crisi prolungata del mondo arabo . La maggior parte dei paesi arabi non si stanno muovendo verso le democrazie liberali di tipo occidentale e forse non lo farà mai ,anche se i palestinesi potrebbero rivelarsi una delle eccezioni .Proprio perché il Medio Oriente sta vivendo un periodo di caos prolungato , i legami strategici di Israele con l' Occidente sono più importanti che mai . Abbiamo bisogno dell'aiuto e della cooperazione occidentale nella lotta prolungata contro l'Islam radicale che amplierà i suoi attacchi sia contro Israele sia contro l'Occidente . Tale aiuto si basa su vedere Israele come parte del mondo libero . E questo significa che continueremo ad essere analizzati con gli standard morali dell' Europa e degli Stati Uniti e non certo della Siria o dell' Egitto .Ma Israele si sta alienando il mondo libero. Mentre la maggior parte dei politici occidentali e diplomatici è molto in sintonia con le preoccupazioni israeliane per la propria sicurezza , non vede come l'espansione degli insediamenti possa garantire la sopravvivenza a breve e lungo termine di Israele . Considera l'occupazione come colonizzazione illegittima di terre che non sono state e non saranno mai una parte legittima di Israele . Inoltre pensano che la colonizzazione israeliana della West Bank aggravi il conflitto tra Occidente e Islam .L'opinione pubblica in Europa si sta rivoltando contro Israele vista come una potenza coloniale anacronistica . Le nuove linee guida dell'UE contro qualsiasi forma di cooperazione con le organizzazioni israeliane e le aziende a est della Linea Verde sono solo l'inizio . I principali uomini d'affari, alcuni di loro amici stretti di Netanyahu , lo hanno recentemente avvertito che un ulteriore deterioramento delle relazioni con l'UE rovinerà l'economia israeliana .Peggio : membri anziani della sicurezza degli Stati Uniti hanno detto ripetutamente che il sostegno degli Stati Uniti per Israele sta creando problemi strategici se Israele non ferma l'occupazione e non raggiunge un accordo con i palestinesi . Questo non è in alcun modo collegato alla visione del mondo di Obama : in via ufficiosa ho sentito simili valutazioni da membri anziani dell' Amministrazione di Bush.Naturalmente esponenti della destra di Israele considereranno questo argomento come un altro esempio di liberali come Crying Wolf . Essi sostengono che le turbolenze in atto nel mondo arabo evocheranno più simpatia per Israele e che questo è il momento di approfondire la presa di Israele in Cisgiordania .Ma tutti ricordano come la storia del lupo è finita: Il lupo è venuto . Sì , il mondo libero è preoccupato dalla Siria e dall' Egitto , ma questo non ha cambiato il suo atteggiamento verso l'occupazione e Israele subirà sempre di più un trattamento simile al Sud Africa , se non modificherà la sua politica in Cisgiordania . Il campo della pace non proverà piacere nel dire ; ' Ve l'avevamo detto , ' perché pagheremo il prezzo insieme a tutti gli altri israeliani .
by Carlo StrengerThe strategic blindness of Israel’s right-wing politicians
With the Mideast headed for a period of protracted chaos, Israel's strategic relationship with the West is more important than ever; the occupation is jeopardizing these ties.
The Middle East at this point worries pretty much everybody, not just Israel. The Arab Spring has so far disintegrated into chaos, violent Islamist regimes and dictators who massacre their own people, on a horrific scale in Syria and in an unacceptable way in Egypt. Meanwhile the world is bracing for the U.S. to attack Syria – and the question is whether Assad will try to extend his civil war that is already spilling across his borders by drawing Israel into the resulting mess.
All this seems to reinforce the traditional positions of Israel’s right-wingers. Netanyahu has warned for decades that a Palestinian state could become a terror base for Islamic extremists. Often this sounded like so much more of his overblown rhetoric, but a few months ago, Israeli soldiers were watching Jihadists associated with Al-Qaida across the Syrian border – you didn’t even need binoculars, they were so close. Sinai, too, is flooded with extremist groups that make Hamas look moderate.
Israel’s peace camp has suffered from a number of great problems in the last decade. Since the second intifada, Israel’s electorate has understandably become wary of taking risks for peace. Given the latest developments in the Arab world, Israelis justifiably ask why Israel should trust neighbors capable of such atrocities towards their own populations.
Under such circumstances the peace camp’s concerns look almost quaint: its insistence that the occupation undermines Israel’s democracy is seen as squeamish weakness. Israel’s right argues that Israel is located in a dangerous corner of the world, and recent developments in the Arab world seem to strengthen their point. Hence, they argue, the niceties of freedom of speech and equality before the law are luxuries that only overly sensitive liberals can bicker about, who either don’t care about Israel’s security concerns or don’t understand them.
The peace camp’s warnings that Israel will at some point pay a heavy price for the occupation not only morally, but strategically and economically have started to sound hollow. Yes, Israel is regularly condemned for settlement expansion, but in the end, nothing really bad happened. Israelis have come to the conclusion that the peace camp is just crying wolf and that the status quo of the occupation can be maintained indefinitely.
This position has been defended with great clarity in Ari Shavit’s recent interview with former Cabinet Secretary Zvi Hauser, who is intelligent, articulate and urbane. He argues that by and large Netanyahu’s 2009-2013 term was successful because it maintained economic and political stability along with relative calm on the security front.
Hauser simply does not address that during Netanyahu’s second tenure Israel’s international standing has reached an unprecedented low. The primary reasons were the Knesset’s anti-liberal legislation and settlement expansion. The free world sees Netanyahu’s bombastic rhetoric that keeps harping on the Holocaust theme as cheap manipulation, and it asks a very simple question: how on earth does Israel’s settlement expansion protect Israel from future Iranian atomic warheads?
Hauser, like most Israelis, is not worried. He seems to think that the West in the long run will neither punish nor abandon Israel. And even if Europe will dislike Israel, the U.S. will stand by us no matter what. This reflects the position of Israel’s right: Likud-Beiteinu seems to be completely disinterested in anything resembling foreign policy to the point that we don’t even have a full-time foreign minister (which, incidentally, might be preferable to having Lieberman return to the position). And Naftali Bennett has in all seriousness argued that Israel should cut ties with the EU because of its new guidelines against cooperating with organizations and businesses in the West Bank.
Israel’s right as represented by Netanyahu, Bennett and Hauser suffers from strategic blindness. I am not saying this because I see a rosy future for the Middle East. Ten years of studying the causes of terrorism, primarily in our area, have taught me about the depth of the Arab world’s protracted crisis. Most Arab countries are not headed towards Western-style liberal democracies anytime soon – and maybe most of them never will – even though Palestinians may turn out to be one of the exceptions.
Precisely because the Middle East is headed for a period of protracted chaos, Israel’s strategic ties to the West are more important than ever. We will need the West’s help and cooperation in the protracted fight against radical Islam that will expand its attacks both on Israel and the West. Such help is based on Israel’s being seen as part of the free world. And this means that we will continue to be measured by the moral standards of Europe and the U.S., and not by comparison to either Syria or Egypt.
But Israel is alienating the free world. While most Western politicians and diplomats I speak to are highly sympathetic to Israel’s security concerns, they simply do not see how settlement expansion is assuring Israel’s short- and long-term survival. They see it as illegitimate colonization of land that has never been, and will never be a lawful part of Israel. In addition they think that Israel’s colonization of the West Bank is worsening the conflict between the West and Islam.
Public opinion in Europe is turning against Israel that is seen as an anachronistic colonizing power. The EU’s new guidelines against any cooperation with Israeli organizations and businesses east of the Green Line are just the beginning. Leading business people, several of them close friends of Netanyahu, have recently warned him that further deterioration of the relations with the EU will ruin Israel’s economy.
Worse: senior members of the U.S. security establishment have said repeatedly that U.S. support for Israel is becoming a strategic liability for the U.S., if Israel does not stop the occupation and reach an agreement with the Palestinians. This is by no means connected to Obama’s worldview: off the record I heard similar assessments from senior members in G.W. Bush’s administration years ago.
Of course Israel’s right-wingers will see this argument as just another instance of liberals crying wolf. They will argue that the ongoing turmoil in the Arab world will evoke more sympathy for Israel, and that this is the moment to deepen Israel’s hold on the West Bank.
But everybody remembers how the wolf story ended: The wolf did come. Yes, the free world is preoccupied by Syria and Egypt, but this hasn’t changed its attitude toward the occupation, and Israel is bound for the full South Africa treatment within a decade if it won’t change course in the West Bank. The peace camp and I will derive very little pleasure from 'we told you so,' because we will pay the price along with all other Israelis.
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