Post

Tel Aviv : 27 maggio Marcia per la Pace (video)

Immagine

Fulvio Scaglione : Da Obama a Trump, il solito errore: inchinarsi ai sauditi e prendersela con l’Iran

Immagine
Da Obama a Trump, il solito errore: inchinarsi ai sauditi e prendersela con l’Iran Il presidente Usa va in Israele e in Arabia Saudita a “normalizzare” i rapporti con alleati storici. Attinge alla cassaforte saudita che finanzia anche il terrorismo.… tinyurl.com/mgyuf56 | Di Fulvio Scaglione 23 Maggio 2017 - 11:31 Il viaggio di Donald Trump in Israele si è caratterizzata fin da subito per una serie di passi dal forte valore simbolico. Prima fra tutti la visita al Muro Occidentale, il cosiddetto “muro del pianto”, luogo sacro agli ebrei, con cui la Casa Bianca direttamente respinge le polemiche sulla “ebraicità” di Gerusalemme innescate da alcune recenti risoluzioni Unesco e indirettamente prende posizione sullo status della Città Vecchia di Gerusalemme, che i palestinesi ancora considerano capitale del loro futuro Stato. Un gesto politic

alberto Negri : Gran Bretagna, centinaia i foreign fighters tornati in patria per colpire

Immagine
            Gran Bretagna, centinaia i foreign fighters tornati in patria per colpire Se fosse confermata la pista jihadista, questo attentato era tra le tragiche eventualità da mettere in conto. Dopo l'attentato del lupo solitario ilsole24ore.com Se fosse confermata la pista jihadista, questo attentato era tra le tragiche eventualità da mettere in conto. Dopo l'attentato del lupo solitario Khalid Masood al Parlamento britannico, in cui vennero uccise quattro persone prima che il terrorista fosse eliminato, l’intelligence inglese aveva rivelato che oltre 400 cittadini britannici, andati a combattere a fianco dell'Isis in Siria e Iraq, erano tornati in patria. Questo faceva già temere che in Gran Bretagna si era raggiunta la massa critica di terroristi “islamisti” - come aveva tenuto a sottolineare il premier Theresa May non usando l'aggettivo islamico - pronti a colpire con attacchi più simili a quelli del 30 n

Mahmoud Abbas: ‘non è un conflitto di religioni. Il problema è l’occupazione’.

Immagine
http://www.asianews.it/…/Mahmoud-Abbas:-%E2%80%98non-%C3%A8… ISRAELE - PALESTINA - USA Mahmoud Abbas: ‘non è un conflitto di religioni. Il problema è l’occupazione’. Oggi l’incontro fra Abbas e il presidente Usa Donald Trump. Il presidente dell’Autorità palestinese chiede la fine dell’occupazione e degli insediamenti. Per… asianews.it Oggi l’incontro fra Abbas e il presidente Usa Donald Trump. Il presidente dell’Autorità palestinese chiede la fine dell’occupazione e degli insediamenti. Per Trump, il problema è il terrorismo. La Cisgiordania sciopera a sostegno dei prigionieri in digiuno da più di un mese. Bernard Sabella: serve leadership politica, non armi, e capire le cause del terrorismo per sconfiggerlo. Betlemme (AsiaNews/Agenzie) – “Non c’è un conflitto fra le religioni. Il problema fondamentale è l’occupazione e gli insediamenti. Ed essere riconosciuti

Commissione Giustizia e Pace: La questione della normalizzazione in Terra Santa

Immagine
    Commissione Giustizia e Pace: La questione della normalizzazione COMUNICATO STAMPA – Di seguito riportiamo il comunicato stampa emesso dalla Commissione Giustizia e Pace sulla normalizzazione nel… lpj.org       ASSEMBLEA DEGLI ORDINARI CATTOLICI DI TERRA SANTA La questione della «normalizzazione» Che cosa significa “normalizzazione” nel contesto israelo-palestinese? In sintesi, per “normalizzazione” si intende l’istaurazione di rapporti con lo Stato di Israele, le sue istituzioni e i suoi cittadini, “come se” la situazione attuale fosse normale e, quindi, ignorando la guerra, l’occupazione e la discriminazione ancora in corso, o si voglia consapevolmente occultandole oppure dando loro una posizione marginale. La questione della “normalizzazione” costituisce una parte importante del dibattito politico nel mondo arabo di oggi, soprattutto in Palestina, sull’atteggiamento da adottare nei confronti dello Stato di Israele. L’oppo

Fulvio Scaglione Due motivi per cui il discorso di Trump in Arabia Saudita è grottesco

Immagine
4 Due motivi per cui il discorso di Trump in Arabia Saudita è grottesco Trump, proprio come Obama, si appresta a inondare l’Arabia Saudita con carichi di armi che faranno felici i terroristi e i poteri forti statunitensi. Il commento tpi.it/mondo/stati-un…  Filosofare sul “nuovo corso” per il Medio Oriente disegnato da Donald Trump nel viaggio in Arabia Saudita, soprattutto paragonandolo alle strategie proposte a suo tempo da Barack Obama, è un esercizio di rara futilità. L’uno e l’altro presidente, infatti, hanno un problema di discrasia tra le parole e i fatti. Obama ebbe rapporti a dir poco freddi sia con il saudita re Salman sia con il premier israeliano Netanyahu. Ma nel 2009 compì il suo primo viaggio all’estero proprio in Arabia Saudita – come Trump – e già nel 2010, poco dopo aver ricevuto il premio Nobel per la Pace, siglò con l’Arabia Saudita la più grande singola vendita di armi a un singolo paese della storia deg

Video :20 maggio 2017 a Milano

Immagine

Zarif: Trump ‘succhia’ i soldi dell’Arabia saudita

Immagine
È la prima reazione di Teheran al discorso tenuto dal presidente Usa a Riyadh, davanti a 35 capi di Stato. Per Trump e re Salman l’Iran “sostiene, arma e addestra terroristi, milizie”. Fra Usa e sauditi firmati contratti per circa 400miliardi di dollari in forniture di armi e sicurezza. Riyadh (AsiaNews/Agenzie) – Il ministro iraniano degli esteri Mohammad Javad Zarif ha denunciato in un tweet ieri sera gli attacchi contro l’Iran nel discorso di poche ore prima del presidente Usa Donald Trump a Riyadh, suggerendo che le sue parole servono a “succhiare soldi dall’Arabia saudita”. Il discorso di Trump, che accusava l’Iran di essere sponsor del terrorismo, è stato pronunciato davanti a 35 capi di Stato, fra cui le monarchie antidemocratiche del Golfo. In una prima reazione di Teheran, Zarif dice con ironia: “L’Iran, che ha appena tenuto delle vere elezioni, è attaccato dal presidente degli St

Alberto Negri: la guerra che verrà

Immagine

Gaza è rimasta al buio

Immagine
      Gaza è rimasta al buio La chiusura dell’unica centrale elettrica della Striscia, il mese scorso, sta rendendo ancora più dura la vita delle circa 2 milioni di persone che vivono a Gaza. Ospedali costretti ad interrompere interventi chirurgici e carenza delle riserve d’acqua vita.it | Di Ottavia Spaggiari       La chiusura dell’unica centrale elettrica della Striscia, il mese scorso, sta rendendo ancora più dura la vita delle circa 2 milioni di persone che vivono a Gaza. Ospedali costretti ad interrompere interventi chirurgici e carenza delle riserve d’acqua A Gaza la difficoltà di accesso all’ energia elettrica non è una novità ma da un mese a questa parte la situazione sta continuando a peggiorare. Lo riporta la BBC , secondo cui la popolazione non ha accesso all’energia elettrica per un periodo che si aggira tra le 16 e le 20 ore al giorno. L’unica centrale elettrica di Gaza era st

Gaza sull'orlo di un “collasso del sistema ”

Immagine
   Di Ali Abunimah 18  maggio  2017 Gaza è sull’orlo di un “collasso del  sistema”, mentre si aggrava la crisi dell’elettricità, avverte il Comitato della Croce Rossa. “Una grave carenza di corrente e di combustibile ha raggiunto un punto critico a Gaza,  mettendo a rischio servizi essenziali che  comprendono l’assistenza sanitaria, il trattamento delle acque di scarico  e la fornitura idrica,” ha detto l’ICRC martedì (International Committee of the Red Cross – Comitato Internazionale della Croce Rossa). “L’ICRC non diffonde spesso dichiarazioni,” ha commentato il Direttore dell’Osservatorio per i Diritti Umani per Israele e la Palestina, Omar Shakir, “quando lo fanno, ascoltate.” L’ICRC ha aggiunto che senza un intervento immediato, “si sta profilando una crisi della sanità pubblica e dell’ambiente.” Attualmente a Gaza le persone hanno soltanto sei ore di elettricità al giorno, dato che l’unica centrale elettrica funzionante non ha nessuna fornitu

Robert Fisk : Il vero scopo del viaggio di Trump in Arabia Saudita

Immagine
9 maggio 2017 Donald Trump si mette in viaggio venerdì (oggi, 19 maggio, n.d.t.), per creare la fantasia di una NATO araba. A salutarlo a Riyadh, ci saranno dittatori in abbondanza, autocrati corrotti, e dei  criminali e decapitatori. Ci sarà almeno un presidente zombie: il comatoso, morto vivente Abdelaziz Bouteflika dell’Algeria che non parla più e, quanto pare, non sente più e, naturalmente, un presidente totalmente folle, Donald Trump. Lo scopo, tuttavia, è semplice: preparare i musulmani sunniti del Medio Oriente alla guerra contro i musulmani sciiti. Con l’aiuto di Israele, naturalmente. Perfino per coloro che sono abituati alla follia della leadership araba – per non parlare di quegli occidentali che  devono ancora comprendere che  lo stesso presidente statunitense è completamente fuori di testa, il vertice arabo-musulmano (Sunnita) in Arabia Saudita è quasi al di là della comprensione. Devono arrivare dal Pakistan e dalla Giordania, e dalla Turchia, dall’E