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Fulvio Scaglione :Gerusalemme, la storia, il giusto futuro La città a tutti sacra

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Fulvio Scaglione giovedì 27 ottobre 2016 Se tre indizi fanno una prova, come diceva Agatha Christie, tre risoluzioni dell’Unesco che fanno? Dopo il primo di aprile e il secondo della settimana scorsa, è infatti arrivato il terzo documento dell’Unesco. A dispetto delle polemiche, delle iniziative diplomatiche e della veemente protesta della stessa Irina Bokova, direttrice generale dell’Unesco, il risultato non è cambiato: alla forte critica per la «gestione» dei luoghi santi di Gerusalemme da parte dello Stato occupante Israele, si affianca un’evidente tentativo di attribuire alla sola fede islamica una sorta di monopolio degli stessi luoghi. Ricorre qua e là, nelle risoluzioni, la solita righetta in cui si dice che certo, va da sé, il Monte del Tempio e Gerusalemme in generale sono cari alle tre religioni. Ma il tono e la terminologia usati non lasciano spazio a troppi dubbi. Queste risoluzioni, emesse per di più dall’agenzia dell’Onu che s

Ehud Ein-Gil e Daniel Blatman rispondono a Benny Morris : Israele ha perpetrato una pulizia etnica nel 1948

Israele ha messo in atto una pulizia etnica nel 1948. Le parole di mio padre lo testimoniano di Ehud Ein-Gil Haaretz – 20 ottobre 2016 Lo storico Benny Morris ha ragione quando menziona l’ “atmosfera favorevole al trasferimento” che ha attanagliato Israele dall’aprile 1948, ma sbaglia quando sostiene che quest’atmosfera non si… Haaretz – 20 ottobre 2016 Lo storico Benny Morris ha ragione quando menziona l’ “atmosfera favorevole al trasferimento” che ha attanagliato Israele dall’aprile 1948, ma sbaglia quando sostiene che quest’atmosfera non si è mai trasformata in una politica. Alla vigilia della proclamazione dello Stato [di Israele], un reparto di soldati della brigata “Givani” attaccò il villaggio di Al-Qubab. Yitzhak Engel, il sergente maggiore del primo battaglione della compagnia C, descrisse l’attacco nel libro di Avraham Eylon in ebraico “La brigata Givati nella guerra di Indipendenza”. “Nel pomeriggio del 14 maggio, mentre erava

Benny Morrisi : “Pulizia etnica” e propaganda filo-araba

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Di Benny Morris Haaretz – 22 ottobre 2016 Gli indiretti confronti fatti da Daniel Blatman con i crimini tedeschi contro gli ebrei ed altri non riflettono un modo serio di scrivere di storia. E’ un peccato che i miei critici Daniel Blatman e Ehud Ein-Gil non leggano con attenzione, ammesso che leggano; mi riferisco ai loro articoli su Haaretz in cui sostengono che Israele ha perpetrato una pulizia etnica. Se Blatman avesse letto il mio libro “La nascita del problema dei rifugiati palestinesi, 1947-49”- pubblicato in inglese nel 1988 e in ebraico nel 1991, con un’edizione aggiornata in inglese nel 2004 – avrebbe visto che le mie opinioni sulla storia del 1948 non sono affatto cambiate. Le mie conclusioni sulla nascita del problema dei rifugiati palestinesi non sono cambiate in questi libri, né nel mio libro “1948”, che è stato pubblicato in inglese nel 2008 e in ebraico nel 2010. Qualche palestinese è stato espulso (da Lod e Ramle, per esempio), a qualcun a

Terremoto nell'Italia centrale: Ussita è finita

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Terremoto In Tempo Reale ha aggiunto 2 nuove foto . 32 minuti fa · Queste Immagini arrivano da Camerino (MC), non troppo dall'epicentro della scossa di magnitudo 6.0 delle 21.18. Il sindaco di Ussita : " Il paese è finito". 6 ottobre 2016 "Sono crollate parecchie case. Il nostro paese è finito". Lo ha detto il sindaco di Ussita, Marco Rinaldi in relazione all'ultima e più forte scossa di terremoto. Il sindaco ha affermato che "è crollata anche la facciata della chiesa" e che si è "spaccato il terreno. La frazione di Casali non la possiamo raggiungere". Rinaldi ha poi detto a Rainews24 che "la situazione è estremamente difficile, è stata terribile e lunga, di una violenza inaudita. Il più forte terremoto della mia vita". "Dobbiamo spostare - ha aggiunto - 25 anziani di una casa di riposo, già ospitati in un hotel" - 

Moni Ovadia : «La verità del documento dell'Unesco»

Il Manifesto : Moni Ovadia : «La verità del documento dell'Unesco» Le parole sono importanti! sentenziava Nanni Moretti in una scena da culto di una sua memorabile pellicola, dando ratifica all'affermazione con un sonoro ceffone vibrato ad una giornalista colpevole di esprimersi con un eloquio mediocre ed improprio. al tempo di quell'accoratorato grido di dolore del geniale cineasta molta acqua è passata sotto i ponti. Abusare perversamente le parole è diventata pratica comune che non provoca reazioni di sofferenza; in questi giorni, il nostro capo del governo si è prodotto in una tecnica di perversione del senso, sostituendo la parola italiana condono con l'anglicismo di sonorità meno sconcia voluntary disclosure. L'ordine del discorso e la scelta delle parole possono diventare particolarmente insidiosi quando si parla di Israele, governo israeliano, israeliani, ebrei e via dicendo. A me è capitato di sentirmi apostrofare con il termine "antip

La vita disegnata di Amal, rifugiata palestinese in Libano

La vita disegnata di Amal, rifugiata palestinese in Libano “Che si viva dentro o fuori un campo per rifugiati, si dovrà combattere per i propri diritti civili. Ognuno di noi ha la sua storia, ma tutti condividiamo la stessa realtà. Questo è il messaggio universale dei miei disegni”. Amal Ziad Kaawash è un’illustratrice palestinese e fa parte dei quasi 500mila profughi che vivono in Libano. Ha creato il personaggio di Meiroun per rappresentare la condizione delle donne e la realtà dei rifugiati. Il video di Valerio Maggio. Libano, i diritti dei profughi palestinesi e i fantasmi della Guerra civile   Libano: bloccata legge sul lavoro palestinese   La musica rompe gli stereotipi nei campi profughi palestinesi in Libano   FOTO: La protesta dei profughi palestinesi in Libano    Libano. Storia di Mohamed Primo Maggio : Il lavoro negato ai Palestinesi del Libano   Hamas programma un attacco dai campi profughi del Libano contro Israele?

Giorgio Berruto : Omofobia giudaica in rete

  “Il peggior peccato per l’ebraismo dopo l’idolatria”? L’omosessualità, naturalmente. Dopo che domenica 11 settembre si è celebrato in Italia, a Roma, il primo matrimonio ebraico secondo il rito reform tra due uomini, per alcuni giorni sui più attivi e frequentati gruppi Facebook dell’ebraismo italiano è stato questo il più diffuso argomento di discussione. Di discussione, a onor del vero, ce n’è stata poca: di insulti, di rigurgiti omofobi più o meno consapevoli, più o meno in cerca di giustificazione presso il Dio degli ebrei, invece, ne ho visti centinaia. Centinaia. “Avrebbero dovuto pensare che qualcun altro avrebbe potuto offendersi e risentirsi”, sono le parole di un consigliere Ucei, una persona che, almeno in teoria, sarebbe chiamata a rappresentarci. Ci sono inviti a trascinare di fronte al Bet Din (tribunale rabbinico) i “criminali”; anzi, no - chiosa qualcheduno che deve ritenersi straord

Franco Segre : Passato e Futuro

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Vivere nel passato. Vivere per il futuro. Sono due atteggiamenti e mentalità che si trovano spesso in contrasto tra loro e dividono le singole persone, o le famiglie, i gruppi o le relative ideologie in due nette categorie di pensieri e di interessi: i cosiddetti “conservatori”, che valorizzano il tempo trascorso, che vivono nei loro ricordi, che rimpiangono ciò che è stato, nella convinzione che contenga dei beni irripetibili, definitivamente perduti; i cosiddetti “progressisti”, che nutrono piena fiducia e speranza nell’avvenire, ma tendono a guardare solo avanti, operando spesso in modo avventato per ignoranza e superficialità e trascurando le esperienze della storia, delle tradizioni, della dinamica dei progressi compiuti. In mezzo c’è il presente, che è difficile identificare e quantificare come intervallo di tempo, in quanto è piuttosto un insieme di istanti che si susseguono con continue mutazioni, tra