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Video : Natale a Gaza pregando per una vita normale

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  Video   “Siamo qui per incoraggiare la nostra gente e pregare insieme per la pace”. Alle porte del Natale, la visita del Patriarca di Gerusalemme alla comunita’ cattolica di Gaza, per la prima volta dopo la guerra  2  Il patriarca latino di Gerusalemme, Fouad Twal, celebra una messa con la comunità comunità della Striscia Per la prima volta a Gaza, dopo la guerra, oggi il patriarca latino di Gerusalemme, mons. Fouad Twal, ha celebrato una messa nella chiesa della Sacra Famiglia, dove la comunità cattolica conta circa 180 fedeli. Lo riferisce la Radio Vaticana.  Twal ha rinnovato così la tradizionale visita nei giorni precedenti al Natale, anche se quest’anno il suo arrivo e lo stesso Natale hanno un sapore diverso nel quartiere di Gaza che porta i segni recenti della violenza.  Molti dei cristiani locali, spiega sempre l’emittente pontificia, sperano anche di poter festeggiare il Natale a Betlemme tra pochi giorni se le autorità israeliane concederanno i permess

Una città : la zona E1 e lo Stato palestinese

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la zona E1 e lo Stato  palestinese Il governo israeliano ha deciso di andare avanti con la costruzione di nuovi insediamenti, soprattutto nell’area nota come E1. Londra e Parigi si sono dette pronte al ritiro degli ambasciatori da Israele. Perché è così importante la zona “E1″? Ecco la spegazione di Jeff Halper che su questo pericolo metteva in guardia già dieci anni fa. “… voglio partire da una considerazione di tipo urbanistico: l’unica strada che mette in comunicazione il nord col sud, e che permette ai palestinesi di andare dalla zona settentrionale del West Bank alla zona meridionale e che è indispensabile a qualsiasi stato per una gestione razionale del territorio, per il movimento di beni e persone, altrimenti non si può nemmeno parlare di un vero stato; ebbene l’unica via accessibile ai palestinesi per spostarsi da nord a sud si trova appunto tra Ma’alei Adumim e Gerusalemme. Oggi Israele, attraverso la progettazione urbana, ha definito un’

Una Città : La salvezza di Israele? La fine dell’occupazione

Una Città   La salvezza di Israele? La fine dell’occupazione Nell’ultimo numero di Dissent, Susie Linfield (che dirige il “Cultural Reporting and Criticism program” alla New York University, dove insegna giornalismo), ha dedicato un lungo e denso articolo a un interrogativo: l’occupazione israeliana è la lineare conseguenza del Sionismo o ne è piuttosto il tradimento? Susie inizia il articolo ricordando una recente cena in centro a Manhattan, in cui, parlando di un famoso giornalista, un ospite l’ha definito, con un disprezzo un tempo destinato ai fascisti, un “sionista”. Al che la Linfield si è inserita nella conversazione dicendo: “Beh, lo sono anch’io. Credo in uno stato per il popolo ebraico”. “Gli altri ospiti -accademici di sinistra, persone intelligenti, brave persone, alcuni dei quali non solo mi piacciono, ma li adoro- mi hanno guardato sbalorditi”. Ne è seguito un silenzio imbarazzato. L’episodio le è tornato alla mente leggendo il recente libro di Peter Bei

Una democrazia 'veramente" ebraica: l'ideologia del Likudiano Moshe Feiglin

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di  Tomer Persico   SINTESI PERSONALE  Le prossime elezioni in Israele introdurranno  molte facce nuove alla Knesset , tra queste vi  sarà  Moshe Feiglin, capo di un gruppo chiamato leadership ebraica . Ha tentato, senza successo fino ad oggi, di essere eletto alle elezioni primarie del Partito Likud in un posto abbastanza importante al fine di diventare un MK .   Qui di seguito cercherò di esaminare  il pensiero  di Moshe Feiglin per quanto concerne la democrazia. Per esempio, nel capitolo (che contiene diversi articoli) dal titolo "Lo Stato ebraico - Democrazia e  regime" scritto nel 2005, "La guerra dei sogni" (Milkhemet Ha'Khalomot) Feiglin si esprime così Se la terra di Israele è  veramente un valore supremo nazionale per te, dovresti capire  che la democrazia deve adattarsi al paese, non il paese alla democrazia [...] Lo Stato di Israele è stato creato per il popolo ebraico e la sua democrazia si suppone debba servire il popol

Gerusalemme : Israele: via libera a 1500 case per coloni.Proteste

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    Il Ministero dell'Interno approva il progetto di allargamento della colonia di Ramat Shlomo, a Gerusalemme. Abbas potrebbe rivolgersi all'Onu.Israele torna all'attacco. Nonostante le dure critiche da parte della comunità internazionale, il Ministero degli Interni di Tel Aviv ha approvato ieri la costruzione di 1.500 nuove unità abitative per coloni a Gerusalemme Est . L'obiettivo è espandere l'insediamento illegale di Ramat Shlomo, il cui allargamento era stato già annunciato nel 2010 durante la visita del vicepresidente americano Joe Biden. Il ministro degli Interni, Eli Yishai, ha espresso grande soddisfazione per il via libera al piano, ritenendolo la risposta alla presunta mancanza di abitazioni per i cittadini ebrei. Plausi anche dal Comune di Gerusalemme: il vice sindaco, Yossi Deitch, ha definito il piano di costruzione "la soluzione parziale alla mancanza di appartamenti e all'equilibrio demografico della città". Eppure l&#

Hebron : Palestina. “This must be the place”, la petizione per salvare Masafer Yatta

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  Palestina. “This must be the place”, la petizione per salvare Masafer Yatta Palestinesi, israeliani e internazionali insieme per chiedere l’abolizione della ‘Firing Zone 918’ nelle colline a sud di Hebron, nella Cisgiordania occupata. “E’ questo il momento di agire”, scrivono i promotori dell’appello. Che lanciano una petizione per salvare un’area sotto attacco. L’appello  Questa storia parla di libertà, emancipazione e giustizia. Tutto ha avuto inizio tredici anni fa, quando le autorità israeliane decisero di evacuare, per “esigenze militari”, una vasta area nelle colline a sud di Hebron (Cisgiordania), denominata “Firing Zone 918” . Dopo la demolizione dei dodici villaggi palestinesi presenti nell’area e la deportazione dei loro abitanti, circa un migliaio, le comunità palestinesi della zona dovettero decidere come reagire: se attraverso la violenza o la nonviolenza. Con l’aiuto di alcuni attivisti e avvocati israeliani, i palestinesi furono così corag

Diritti umani in Palestina. Intervista a Riccardo Noury

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  “Difendere i diritti umani in un contesto di occupazione significa essere persone sospette. Sospettate di fare altro da quello che è un lavoro legittimo, la cui importanza è riconosciuta a livello internazionale da atti, trattati, dichiarazioni riguardanti le attività degli human rights defenders". Ne sanno qualcosa tre Ong palestinesi, oggetto di un raid notturno delle IDF. Intervista al portavoce di Amnesty International Italia. di Stefano Nanni Nella notte di martedì 11 dicembre, a Ramallah, gli uffici di tre Ong palestinesi sono stati letteralmente messi a soqquadro. Addameer – organizzazione di sostegno e supporto ai prigionieri palestinesi - , l’Unione dei comitati delle donne e la Rete delle Ong palestinesi son state oggetto di “un’irruzione brutale” da parte delle IDF, secondo il Palestinian Human Rights Organizations Council. Un’irruzione durata un’ora, nella quale sono stati portati via 11 computer, un hard disk, due videocamere e due server, soldi

Perché è stato ucciso il diciassettenne Muhammad

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pubblicata da We are all on the Freedom Flotilla 2 - News Perché è stato ucciso il diciassettenne Muhammad 13 dicembre 2012 Un giovane palestinese stava andando dal fornaio per comprare una torta per il suo compleanno. Una donna della Polizia di frontiera, che gli ha sparato, ha sostenuto che il ragazzo puntava una pistola giocattolo contro la testa di un altro soldato di Noam R. Ieri, Muhammad Ziad Awad Salaymah, di Hebron, ha festeggiato il suo 17° compleanno. Sua madre lo ha mandato a comprare una torta per la festa programmata e, quando ha lasciato la sua casa per andare dal fornaio, è stato fermato a un checkpoint dell’Esercito, dove è stato colpito a morte da un ufficiale dell’Unità della Polizia di frontiera. Questi sono i fatti. Da qui, ognuna delle parti ha una diversa versione. La donna poliziotto di frontiera, il cui nome è stato pubblicato ieri e censurato oggi, sostiene che Muhammad ha estratto una pistola dalla tasca, ha afferrato uno

L' ambasciatore di Israele in Irlanda e il caso di Maria e Gesù a Betlemme

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  Una cosa è avere a che fare con il razzismo e l'odio diffuso qui in Israele / Palestina. Ma  tutto cambia  quando sostengo con i miei soldi delle tasse un imbecille che pretende di rappresentare me e diffonde il suo veleno all'estero ( e non per la prima volta ).L'idiota che ha scritto  sulla pagina ufficiale di Facebook dell'Ambasciata d'Israele in Irlanda dovrebbe essere rimosso dal suo incarico. Un pensiero per Natale ... Se Gesù e  Maria fossero  vivi oggi  probabilmente sarebbero  linciati a Betlemme dai palestinesi ostili. Solo un pensiero ....... Lo stesso vale per l'uomo, Boaz Modai , che dirige la missione. UPDATE: Il post è stato rimosso dalla pagina di Facebook. Sono sicuro che non ci saranno scuse  e nessuna testa  rotolerà . Solo un altro atto di vigliaccheria, suppongo.   UPDATE II: L'Ambasciata ha emesso un comunicato di "scuse": L'immagine di Gesù e Maria con un commento sprezzante sui palestinesi è stat

Ungheria, l’estremismo di destra minaccia gli ebrei

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Andrea Mollica La deriva radicale della società ungherese assume forme sempre più minacciose per le minoranze residenti nel paese magiaro. Dopo la proposta shock di un leader del terzo partito ungherese, Jobbik, che aveva chiesto al governo di compilare una lista dei servitori dello stato di origine ebrea, possibile minaccia per la sicurezza del paese, nuovi episodi confermano l’intorpidimento del clima. Nei giorni scorsi un parlamentare appena fuoriuscito da Jobbik, Balázs Lenhardt, ha bruciato in piazza una bandiera di Israele. Il gesto è stato compiuto nel corso di una manifestazione svoltasi di fronte alla sede del ministero degli Esteri a Budapest, nel corso della quale sono stati lanciati slogan indecenti come ” Sporchi ebrei” oppure “Mandate gli ebrei ad Auschwitz.” Il parlamentare che ha dato alle fiamme la bandiera di Israele aveva lasciato lo scorso mese il partito di estrema destra Jobbik, perché aveva posizion

Stefano Jesurum, : Odio di sé, odio degli altri

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  Non ho mai amato l’espressione “odio ebraico di sé”, soprattutto quando viene usata – cioè quasi sempre – senza avere la più pallida idea di che cosa intendesse Theodor Lessing nel suo Der jüdische Selbsthass. La trovo ambigua e violentissima, volgare, aggressiva. Da tempo, poi, nei “dibattiti” che si leggono sui social network, viene maneggiata come una clava, accusa per antonomasia che alcuni ebrei lanciano ad altri ebrei colpevoli di non pensarla come loro. Bel modo di discutere. Paradossalmente, finirà che qualcuno dovrà evocare a propria difesa la legge Mancino, sì proprio quella che punisce l’incitazione alla violenza e all’odio per motivi razziali, etnici o religiosi. Stefano Jesurum, giornalista Articolo

Siria, i palestinesi si riprendono Yarmouk

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  Il presidente palestinese Mahmoud Abbas ha condannato la violenza del presidente siriano Bashar Assad contro i ribelli e contro i palestinesi del campo profughi di Yarmouk ,dove circa 25 persone sono state uccise durante i bombardamenti .Ha aggiunto che l'Autorità palestinese segue con grande preoccupazione ciò che sta accadendo in Siria .Ha evitato di parlare contro il regime siriano ,affermando che Ramallah non interferirà negli affari interni di altri regimi ed ha esortato "tutte le parti coinvolte nel conflitto siriano ad astenersi dal danneggiare la nostra gente nei campi profughi e a non coinvolgerli nel combattimento."Ha invitato la comunità internazionale a proteggere i palestinesi in Siria. Il primo ministro palestinese Salam Fayyad ha condannato l'attacco  dichiarando  che Assad dovrebbe "tenere  fuori" della guerra   i civile del paese.  Il Segretario Generale del Comitato Esecutivo dell'OLP Yasser Abed Rabbo  lo ha de