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Il boicottaggio accademico “rafforzerà il sostegno a Israele”Di Noam Chomsky

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Rami Almeghari : Si dice che la sua attuale visita nella Striscia di Gaza sia  da collocare all’interno del tentativo di rompere l’assedio a Gaza. Come mai questa visita ha avuto luogo adesso? Noam Chomsky : è stata una questione organizzativa. Come sapete sono qua per prendere parte ad una conferenza di linguistica presso l’Università Islamica di Gaza e questa per me è una bella occasione per sostenere la rottura di questo assedio. RA: Concorda con le richieste palestinesi  ed internazionali di boicottare Israele tanto dal punto di vista accademico quanto da quello economico? NC: Nel caso del Sud Africa, per esempio, nel quale sono stato coinvolto rispetto al boicottaggio, sono stati estremamente selettivi e questa selezione veniva messa in pratica in modo che potesse essere d’aiuto per le vittime, non per farci sentire meglio, ma per essere d’aiuto alle vittime. La stessa cosa avvenne per il boicottaggio della guerra in Vietnam, nel quale sono stato impegnato.

Possono, i palestinesi, boicottare gli aiuti internazionali?

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The Guardian 18.10.2012 http://www.guardian.co.uk/global-development/poverty-matters/2012/oct/18/should-palestinians-boycott-international-aid Possono, i palestinesi, boicottare gli aiuti internazionali? Gli aiuti internazionali allo sviluppo in Palestina non hanno funzionato, milioni di persone continuano a soffrire nonostante i miliardi di dollari spesi. E' il momento che i palestinesi prendano il controllo della situazione. di Nora Lester Murad Quella degli aiuti è una grande industria globale il cui successo non è affatto scontato. Nonostante alcuni progressi, la povertà non è stata debellata, il cambiamento climatico non è stato arrestato e diritti non sono stati rispettati. Eppure la scarsità dei risultati è attribuita a problemi tecnici, e non vengono esaminate né prese in considerazione le carenze fondamentali nella politica degli aiuti. La Palestina ne è un esempio importante a causa dell'elevato livello di dipendenza dagli aiuti, i numerosi donatori i

Israele: 870 alberi di ulivi distrutti dai settler

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  La raccolta di olive è “l’evento chiave economico, sociale e culturale per i palestinesi”, si legge nel rapporto 2012 dell’OCHA pubblicato il 16 ottobre. Il rapporto ricorda gli obblighi in capo ad Israele nella protezione dei palestinesi e delle loro proprietà e le responsabilità per gli attacchi dei coloni. Nella stragrande maggioranza dei casi, Israele non fa nulla. I coloni hanno tagliato o dato fuoco ad oltre 870 alberi nella prima settimana di raccolta del 2012. L’Ong israeliana Yesh Din ha individuato 162 denunce contro gli attacchi dei coloni dal 2005 ad oggi, di cui solo una ha portato ad indagini contro un sospetto. Il portavoce della polizia israeliana, Micky Rosenfeld, ha definito le inchieste “inaccurate e scadute”. Tuttavia, un rapporto pubblicato recentemente dall’Alternative Information Center cataloga la crescente intensità e la frequenza delle violenze dei coloni in Cisgiordania da maggio ad agosto 2012, dimostrando che “nella realtà i pal

Israele :L’”interesse archeologico” che nasconde l’occupazione di due villaggi palestinesi

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Elena Butti è una studentessa italiana di 20 anni specializzanda in Diritto Internazionale all’ University College Utrecht  in Olanda. La scorsa estate ha trascorso un periodo in Israele e Palestina: il viaggio ha generato in lei un impellente bisogno di raccontare ciò che ha visto. Ci fa piacere pubblicare questo suo articolo. Il villaggio palestinese di  Silwan  si trova alle pendici della città vecchia di Gerusalemme, ma è un villaggio che sta silenziosamente scomparendo. Ad esso è stato tolto anche il nome: se oggi lo si cerca su una mappa di Gerusalemme, a due passi dalla  Dung Gate  che dà accesso alla parte Sud della città vecchia, non lo si trova. Al suo posto, campeggia la scritta: “City of David”, nome del sito archeologico che si trova letteralmente al di sotto di esso e che ogni anno richiama masse di turisti inconsapevoli del dramma che essi stessi finanziano pagando il biglietti di ingresso. A seguito dell’annessione di Gerusalemme Est a Israele nel 19

Paola Caridi (invisiblearabs): Dopo l’emiro, l’escalation. Articoli di ottobre

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Solo poche ore è durato il silenzio su Gaza e sul sud di Israele. Le poche ore della visita – ieri – dell’emiro del Qatar sheykh Hamad bin Khalifa al Thani nella Striscia. Poi, il silenzio è stato rotto – come succede da anni – da suoni che fanno paura. L’escalation militare si è fatta più rapida e intensa. Tanto che da entrambe le parti del confine le scuole sono state chiuse. Non solo nelle cittadine del Negev, da parte delle autorità israeliane. Ma anche a Gaza, per volere delle autorità di Hamas, che stamattina hanno fatto evacuare gli istituti scolastici per timore che i raid potessero colpire, com’era successo nel primo giorno di bombardamenti durante l’Operazione Piombo Fuso, dopo il Natale del 2008, gli studenti in entrata o in uscita dalle scuole. Di nuovo ritorsioni e rappresaglie, dunque, tra raid dell’aviazione israeliana e lanci di razzi delle fazioni armate palestinesi. Il bilancio, a stamattina, è di tre palestinesi uccisi nei raid dell’aviazione israeliana

Marco Ramazzotti Stocke : denuncia per i vertici israeliani

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Roma, 25 ottobre 2012, Nena News - Sequestro, rapina e violenza privata. Questi i reati di cui Marco Ramazzotti Stockel, attivista italiano a bordo della Estelle, accusa i vertici delle autorità israeliane. Il veliero della terza missione della Freedom Flotilla è stato abbordato dalla Marina israeliana in acque internazionali sabato scorso e condotto nel porto di Ashdod. [Vedi VIDEO: The "Unarmed" Israel Piracy@Estelle http://www.youtube.com/watch?v=vBYmIXaQs9U&feature=share ]                                      I 35 passeggeri sono stati arrestati con l'accusa di ingresso illegale in Israele. Marco è stato l'unico ad essere rilasciato e rimpatriato il giorno seguente. L'equipaggio della Estelle, diretta a Gaza nell'obiettivo di rompere il blocco navale unilateralmente imposto da Tel Aviv, ha raccontato di violenze da parte dei soldati israeliani che hanno utilizzato pistole Taser, considerate illegali in molti Paesi del mondo. Di seguito

LA TESTIMONIANZA DI ELIK ELHANAN: Taser, intimidazioni, insulti e botte...

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La Marina israeliana ha utilizzato taser e ha picchiato i passeggeri a bordo della nave per Gaza di Ship to Gaza Svezia il 22 Ottobre 2012 22 Ottobre 2012 "Ora sono sulla via di casa, ma continuo a pensare ai miei compagni, i miei compagni attivisti provenienti dall'estero che sono ancora imprigionati in condizioni difficili e sottoposti a interrogatorio da parte del Servizio di Sicurezza Shabak, tra cui membri del Parlamento da vari paesi", ha detto Elik Elhanan , uno degli attivisti israeliani   a bordo della nave per Gaza "Estelle". Oggi, il giudice ha ordinato la sua liberazione e quella di due altri israeliani detenuti, Yonatan Shapira e Reut Mor. "In un primo momento hanno cercato diaccusarci  di reati  molto gravi, come ad esempio 'aiutare il nemico'. La corte ha respinto questo perchè infondato. Oggi hanno provato  con un articolo di legge chiamato" tentativi di infiltrazione in una parte del Terra di Israel