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Amira Hass : per la polizia palestinese nella West Bank, è ancora Israele a dettare legge.

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   Una cronaca della settimana scorsa, che in ebraico era intitolata “Disperdere una manifestazione con un profumo francese”, ha riferito di una visita fatta al quartier generale dell’EUPOL COPPS, l’Ufficio di Coordinamento della Polizia dell’Unione Europea per il Supporto della Polizia Palestinese, che, nella West Bank, addestra le forze della polizia civile. L’iniziativa è stata loro, e il profumo, a quanto risulta, è stato Jean Paul Gaultier. Jean Frederic Martin, uno dei due francesi che addestrano le Forze Speciali di Polizia Palestinese, (divisione anti-sommossa), lo ha fatto presente a seguito di una relazione sui principi e sui metodi operativi che costituiscono la base del programma di addestramento messo a punto dal suo collega e da lui (che affronta, tra le altre cose, i diritti umani e in che modo il concetto si è sviluppato nel tempo fin dall’epoca della Magna Carta.) Con lo stesso tono deciso usato per tenere la sua presentazione sui metodi non-letali di controllo dei dis

HUMAN RIGHTS WATCH CONDANNA OBAMA SU COLONIE

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    Roma, 20 febbraio 2011, Nena News (nella foto una colonia israeliana in Cisgiordania sovrastante un villaggio palestinese) – Human Rights Watch denuncia che «Il veto americano contro una risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle NU che esortava Israele a interrompere le politiche illegali che promuovono le colonie nella Cisgiordania occupata, compresa Gerusalemme Est, mette a repentaglio l’applicazione del diritto internazionale». Le Convenzioni di Ginevra di cui Israele e’ firmatario, proibiscono il trasferimento della popolazione civile di un paese nel territorio che esso occupa. «Il Presidente Obama nei suoi discorsi dice al mondo arabo che si oppone alle colonie ma non accetta che il Consiglio di Sicurezza dell’Onu dica a Israele di fermarle in termini giuridicamente vincolanti», ha affermato Sarah Leah Whitson, Direttore di Human Rights Watch-Medio Oriente. La Quarta Convenzione di Ginevra del 1949 proibisce esplicitamente ad una potenza occupante di trasferire la sua popo

Im Tirzu’s Iranian connection

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  ronen Shoval, Im Tirzu’s chairman, claims to be an uber-patriot. So why does he partner with a company dealing with enemy countries? By Itamar Sha’altiel and Yossi Gurvitz.  An earlier version of this report appeared  here  (Hebrew). As part of their vendetta against human rights organizations, Im Tirzu published a report, which  pretends to investigate  the source of those organizations’ funding. It was said before that the whole report is based on Google searches and public statements by the HR organizations themselves; and Google is, indeed, an excellent investigative tool. For instance, Google allows us to find the connection between Ronen Shoval, the chairman of Im Tirzu, and funds originating in enemy countries. A reader, who prefers to remain anonymous, sent us some links which tell most of the story. Let’s start at the beginning: Ronel Shoval is Director of Strategic Marketing in a company called “ Accells ,” whose CEO is Eduardo Shoval, Shoval Junior’s father. Ac

Eli AshkenaziPer spianare una strada per i Cohanim, gli alberi di eucalipto se ne devono andare.

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   Uri Sayda è nato a Tiberiade 74 anni fa. Egli racconta che i grandi alberi di eucalipto che se ne stavano eretti in Hayarden Street fino alla settimana scorsa, facevano parte della sua infanzia, oltre che della sua città natale. “Questo è quanto, è finita, questo è il prezzo del progresso,” afferma. “Ci hanno detto che stanno ampliando la strada per farla a quattro corsie, e che non c’è nulla da fare. All’apparenza, non avevano scelta.” I tre alberi sono stati sradicati la settimana scorsa. Altri, molto più piccoli, saranno spostati altrove. Ma secondo un documento redatto da Israel Antabi, il vice direttore generale del comune e capo dell’ufficio di ingegneria e progetti, gli alberi non sono stati rimossi per un piano di realizzazione di una strada a quattro corsie. Il progetto prevede di spianare una strada per i Cohanim – ebrei che, secondo la consuetudine, osservano determinate riserve tra le quali quella di evitare i cimiteri. Secondo il documento, “Tiberiade è un’antica cit

lan Pappe La rivoluzione d'Egitto e Israele: "pericolosa per gli ebrei"

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     La visione di Israele è che se hanno davvero successo, le rivolte tunisine ed egiziane, sono pericolose, molto pericolose. Gli arabi istruiti – non quelli di loro vestiti da “islamisti”, il numero considerevole che parla un inglese perfetto, i quali desiderano che la democrazia venga espressa chiaramente senza ricorrere all’ “anti-Occidente” – sono pericolosi per Israele. Gli eserciti arabi che non sparano ai manifestanti sono tanto negativi quanto molte altre immagini che hanno agitato ed entusiasmato così tante persone nel mondo, anche in Occidente. Perfino questa reazione mondiale è negativa, molto negativa. Sembra che l’occupazione Israeliana nella West Bank e nella Striscia di Gaza e i suoi apartheid politici nello stato appaiano come le azioni di un tipico regime Arabo. Per un po’ non si è saputo dire cosa pensasse l’ufficiale israeliano. Nel suo primo messaggio di senso comune ai suoi colleghi, il Primo Ministro Benjamin Netanyahu ha chiesto ai suoi ministri, generali e p

Amira Hass : la leggerezza del Cairo

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C’era qualcosa di più leggero nell’aria del Cairo quando sono arrivata il 13 febbraio. Mi sono chiesta se era solo la mia immaginazione, ma la sensazione che questa immensa città si fosse liberata da una pesante cappa di piombo è cresciuta giorno dopo giorno ed è stata confermata dalle persone con cui ho parlato.“Perfino il Nilo è diventato azzurro”, scherzava la gente dopo le dimissioni di Mubarak. Un azzurro virtuale, perché questo fiume è grigio come prima, e come sempre la sua vastità rima con generosità. Con generosità e pazienza il fiume ha inghiottito molti candelotti di gas lacrimogeno. “Il ponte era il posto migliore per resistere agli attacchi della polizia”, mi hanno raccontato. “Da lì potevamo buttare tutti i candelotti nel fiume”.Anche gli automobilisti sembrano un po’ più educati. Non è solo una mia fantasia: lo dicono persone che vivono qui da sempre. Un’inaspettata buona educazione e una nuova reciproca cortesia sono nate durante le tre settimane di rivolta. Il giorno

CISGIORDANIA, MANIFESTAZIONI CONTRO IL VETO USA (video)

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1    Ramallah, 21 febbraio 2011, Nena News – Almeno 3000 palestinesi hanno marciato domenica a Ramallah, in Cisgiordania per protestare contro il veto imposto dagli Stati Uniti venerdì, in sede di Consiglio di Sicurezza ONU,  alla risoluzione di condanna alle colonie israeliane nei territori palestinesi sotto occupazione. Una risoluzione sponsorizzata da un’ampia schiera di paesi (oltre 120, inclusa l’Unione Euroepa e alcuni membri della Nato) e che in sede di voto all’ONU ha visto gli Stati Uniti imporre il veto contro 14 voti in favore. Intonando slogan come “Get Out, Obama!”, i manifestanti hanno marciato per le vie di Ramallah, concentrandosi sulla piazza principale, Al Manara. Il veto imposto dagli USA  rappresenta un ulteriore disprezzo  per il rispetto e l’applicazione della legalità internazionale e dei diritti umani. Inoltre simboleggia il sostegno incondizionato ad un paese, Israele, che continua ad agire in totale impunità. Le dichiarazioni dell’ambasciatore USA presso l’ON

Scrittore inglese Ian McEwan partecipa alla protesta a Sheikh Jarrah insieme a David Grossman

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   1  Il famoso   scrittore britannico Ian McEwan  è arrivato nel quartiere di Sheikh Jarrah per partecipare ,insieme a Davi Grossman, alla protesta contro l'insediamento ebraico di Gerusalemme est,.Egli ha sottolineato che i veri eroi sono le centinaia di israeliani e palestinesi che ogni settimana lottano insieme  contro questo scandalo Author McEwan protests in Jerusalem 2     Grossman alla manifestazione per Sheikh Jarrah M i piace di più stare qui che a casa.,spero che sia solo l'inizio di un movimento sempre più in espansione. L'opinione pubblica è apatica , in cerca di scuse per non far nulla . Di fronte a questa indifferenza è incoraggiante vedere quante persone sono giunte oggi per protestare .La società israeliana è bloccata dall'ansia e dalla mancanza di fiducia nel cambiamento. E' un insulto osservare quanto poco siamo capaci di fare per aiutare noi stessi" 1,000 rally in Sheikh Jarrah Sheikh Jarrah e Gerusalemme EST : mappa , video, articoli  

Moni Ovadia: memorie di uno snob

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   Io sono snob: penso che la Costituzione repubblicana uscita dalla Resistenza antifascista ed elaborata dai Padri della Repubblica sia una Carta straordinaria creatrice viva di democrazia, libertà e uguaglianza, credo che invece la costituzione di Arcore, sia solo il delirio di un piccolo uomo gonfio di denari che scambia se stesso per uno statista e scambia l’adulazione dei suoi cortigiani per consenso politico. Sono snob: credo che la fortuna delle donne dipenda dalla straordinaria ricchezza dei loro talenti di esseri umani coniugati con le mirabili risorse interiori che appartengono alla specificità femminile. Sono snob: credo che la bellezza non sia un involucro più o meno curvilineo e siliconato da mettere in vendita al mercato della carne, ma il miracolo di una complessità che declina personalità, gesti, sguardi, intensità vitale, erotismo, movimento e che si combina in un’indecifrabile alchimia. Sono snob: credo che i volti illuminati di donne che lottano per affermare dignità

Roberto Benigni canta l'inno di Mameli - Sanremo 2011 - Itali...

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Paola Caridi :Sheykh Qaradawi a Tahrir (invisiblearabs)

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    Torna dopo trent’anni d’esilio, e subito parla alla folla riunita a piazza Tahrir al Cairo, nella cosiddetta marcia della vittoria. Sheykh Yussuf al Qaradawi fa il suo rientro pressoché trionfale in Egitto, ma cerca di mantenere un linguaggio che salvaguarda il senso della rivoluzione del 25 gennaio. Unità. Ricorda più volte, stamattina, di fronte a una piazza Tahrir gremita come lo era stata la settimana scorsa, il popolo egiziano unito in tutte le sue diversità, musulmani e cristiani insieme, ricorda le forze armate, i ragazzi, e persino Tareq al Bishri, designato come capo del comitato che si occuperà delle necessarie riforme costituzionali.  Al Jazeera  araba, com’era prevedibile, ha fatto la diretta da Tahrir.Il rientro di sheykh Yussuf al Qaradawi ha suscitato e susciterà ancora polemiche e critiche. Lontano dall’Egitto per trent’anni, conosciuto come il  Global Sheykh  o come lo sheykh di Al Jazeera, Qaradawi ha indubbiamente un’influenza forte non solo su quella maggioranz

VIDEO: AL- ARAKIB, DISTRUZIONE IN 18 MOSSE

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   Gerusalemme 18 febbraio 2011 – (foto Active Still e Negev Coexistence Forum) – Per la 18sima volta dalla fine di luglio, le tribù beduine del villaggio di Al – Arakib, nella zona desertica del nord del Neghev (Israele) si sono viste sradicare e distruggere le loro abitazioni dai bulldozer delle forze di sicurezza israeliane; mentre a meno di un chilometro dal villaggio dal novembre dello scorso anno, il Fondo Nazionale Ebraico (JFN) ha impiantato un ampio cantiere, iniziando le attività di riforestazione dell’area: un milione di alberelli che trasformeranno il deserto in una verde foresta di Israele, anzi “la foresta della pace”. Così infatti è chiamato il progetto che comporta lo spostamento forzato delle tribù beduine di Al- Arakib, villaggio non riconosciuto da Israele come almeno altri 180.000 beduini, finanziato dalla GOD-TV, un canale televisivo internazionale che fa riferimento ad un gruppo evangelico cristiano degli Stati Uniti e Inghilterra. I fondi donati da GOD-TV (ch

La sete di libertà dell’Egitto è aumentata , anche dopo l’uscita di Mubarak

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La sete di libertà dell’Egitto è aumentata , anche dopo l’uscita di Mubarak    CAIRO- Prima della caduta di Mubarak, i dimostranti in Piazza Tahrir gridavano: “L’esercito e il popolo –  un’unica mano.” Dopo che l’uomo che ha governato per gli ultimi 30 anni è stato rovesciato, coloro che ascoltavano da vicino il popolo hanno notato che il canto era leggermente cambiato: “Il popolo e l’esercito – un’unica mano.”C’era qualcuno dietro questo cambiamento? Si è evoluto da solo, senza intenzioni? E’ stato un segnale che il popolo, questa entità nascosta, che in tre settimane  è cresciuto e si è trasformato in una creatura visibile, vibrante avvertono l’esercito di non dimenticare chi è sovrano? O forse coloro che ascoltano attentamente attribuiscono troppa importanza al diverso ordine delle parole?Non c’è risposta, ma il fatto che ci si ponga la domanda sta a dimostrare quanto il popolo sia orgoglioso che la rivoluzione è stata guidata da una specie di logica interna, una logica collettiva

MJ Rosenberg :Egitto: perchè Israele è così cieco?

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   Gli ultimi decenni hanno dimostrato che i politici di sinistra avevano ragione rispetto alla gradualità del processo di pace.Coloro che come noi sono filo-israeliani, e militano nel campo della pace, non godono per il fatto che è stato  provato che avevano ragione – anche se l’hanno sempre avuta. Il nostro consiglio ad Israele è, di regola, quello di muoversi rapidamente per raggiungere degli accordi con gli Stati arabi e con i palestinesi prima che sia troppo tardi.E la risposta israeliana è che non c’è nessuna urgenza di fare la pace – se non nei termini israeliani – perchè Israele è forte e gli arabi sono deboli.L’esempio più clamoroso di questo fenomeno viene dall’Egitto, quando nel 1971 il presidente Anwar Sadat si era offerto di avviare negoziati per la pace in cambio di un ritiro di due miglia di Israele dalla sponda orientale del Canale di Suez, che Israele aveva conquistato insieme al resto della penisola del Sinai nella guerra del 1967. Imparare dalla storia.L’ammini