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Abir Kopty : i Palestinesi sono ancora colpevoli?

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Sintesi personale Per molti anni Israele e i membri della comunità internazionale hanno affermato che i palestinesi "non si assumano le loro responsabilità . Non fanno altro che lamentarsi, accusano Israele di tutto e sanno organizzare solo attentati suicidi. "Questo è ciò che abbiamo ascoltato. Ora tali false dichiarazioni non hanno più valore. Oggi, il governo palestinese ha istituzioni statali, una società stabile, un'economia più forte. Inoltre, secondo i funzionari israeliani ,gli attentati suicidi sono stati sostituiti dalla protesta non violenta contro l'occupazione. Il modello Bilin è stato copiato a Naalin, Sheikh Jarrah, Nabi Saleh e Deir Nezam. Ma Israele è seccato. Quello che i palestinesi stanno facendo va contro tutte le convenzioni che Israele ama presentare a se stessa e al mondo, ed è per questo che le forze di occupazione preferiscono reprimere con maggior forza le manifestazioni non violente rispetto a quelle violente, Israele non

Uri Avnery : il tiro mancino di Israele e lo scandalo sessuale palestinese

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Questa settimana il governo israeliano ha giocato un tiro mancino a Mahmoud Abbas. Da mesi ormai, Abbas ha fatto arrabbiare il premier Netanyahu. Ha rifiutato di avviare “negoziati di pace” mentre gli insediamenti in Cisgiordania e nella parte orientale di Gerusalemme continuano ad espandersi. Tutti sanno che i negoziati proposti sono privi di significato e non condurranno da nessuna parte. Netanyahu ne ha bisogno per stornare le pressioni degli Stati Uniti. Barack Obama ne ha bisogno per sfoggiare qualche risultato, per quanto piccolo possa essere. Ma Abbas sa che il suo consenso aiuterebbe Hamas a presentarlo come un collaborazionista.Ora Netanyahu ha deciso di dare una lezione ad Abbas. Per tre giorni, giorno dopo giorno e programma dopo programma, Channel 10 (la seconda rete televisiva più importante di Israele) ha trasmesso scioccanti “rivelazioni” riguardo a scandali sessuali e finanziari che coinvolgono i vertici dell’Autorità Nazionale Palestinese. Una persona che è stata

Amira Hass L’amica israeliana

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Appena mi ha vista scendere le scale, il mio vicino – che stava salendo – ha fatto un ampio sorriso. “Che c’è di così divertente?”, gli ho chiesto. È un ingegnere e sta lavorando alla costruzione di una nuova città palestinese a nord di Ramallah. Un tempo era membro di uno dei tanti gruppi palestinesi di sinistra, poi è diventato religioso. Non ci siamo mai dati la mano: la moglie e le figlie sono coperte dalla testa ai piedi, e il loro stile di vita è rigidamente musulmano. Non abbiamo rapporti molto stretti. E allora, che c’era di così divertente?“Un funzionario dell’amministrazione civile (un ramo dell’esercito israeliano che vigila sugli affari palestinesi) ha approvato il nostro progetto urbanistico”, ha detto. Il funzionario gli ha fatto molte domande. Lui, prima di rispondere, lo ha informato della sua vicina israeliana che vive al quinto piano.Di recente anche un’altra palestinese, cittadina israeliana, ha fatto il mio nome davanti a un israeliano in uniforme. Tornava a casa do

Palestina, nasce il primo telefono amico per gay e lesbiche

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Sono donne in una comunità tradizionalista come quella araba. Sono palestinesi in uno stato, Israele, dove spesso vengono sottorappresentati. Sono omosessuali in una società, quella palestinese, che ritiene “haram” (proibito) il loro orientamento. Per venire incontro alle necessità della comunità lesbica e gay palestinese, in Israele come nei Territori, è nato in questi giorni un telefono amico che parla arabo. Un servizio inedito che «non è importante solo per l’idioma», ha spiegato all’Ansa Radir, coordinatrice di Aswat, organizzazione con sede a Haifa impegnata per i diritti delle donne omosessuali arabe che assieme all’Associazione per la Diversità sessuale nella società palestinese di Gerusalemme (Alqaws) ha promosso questa nuova help-line. «Finora mancava un supporto che potesse rispondere alle esigenze di gay e lesbiche che vivono in un contesto culturale e sociale molto diverso da quello israeliano», ha continuato Radir raccontando la sua esperienza: «Quando ero adolescente e m

Gideon Levy Israele non è una democrazia. Salvo per gli ebrei

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Come parlare di pace e costruire colonie ? »di Gideon Levy Nato nel 1955, a Tel-Aviv, giornalista israeliano e membro della direzione del quotidiano Haaretz, Gideon Levy denuncia implacabilmente le violazioni commesse contro i Palestinesi e il ricorso sistematico ad una violenza che disumanizza i popoli, aizzati l’uno contro l’altro. Gideon Levy occupa un posto particolare nella stampa israeliana, quello del critico feroce. I suoi editoriali e le sue cronache nel quotidiano Haaretz sono altrettanti atti d’accusa contro la politica di occupazione e colonizzazione del suo paese, Israele, contro i territori palestinesi. E’uno dei pochi giornalisti che si sono espressi contro la guerra a Gaza. Di passaggio a Parigi, dove presentava la raccolta di suoi articoli pubblicata da Éric Hazan [1], ha dedicato un ampio spazio di tempo a L’Humanité. Quando leggiamo i suoi articoli, ci diciamo che lei va giù pesante nella critica ad Israele, molto più di quanto non possa permettersi la maggior par

Dubai : l'assassinio di Mahmoud al Mabhouh.

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1Fonte israeliana Sebbene il governo israeliano non abbia ufficialmente né confermato né smentito di essere coinvolto nell’assassinio dell’esponente di Hamas Mahmoud al-Mabhouh, molti commentatori della stampa israeliana hanno espresso una generale soddisfazione per l’esito dell’ “operazione”. Ma vi è anche chi ha lanciato un allarme ed ha posto una serie di interrogativi sulle conseguenze che azioni di questo genere potrebbero comportare – come ha fatto ad esempio l’editoriale qui proposto, apparso sul quotidiano HaaretzSe c’è Israele dietro l’assassinio, avvenuto il mese scorso, dell’alto funzionario di Hamas, Mahmoud al-Mabhouh, si può presumere che chiunque abbia cercato di appropriarsi di un po’ di gloria ora lo rimpianga. Le indagini della polizia di Dubai potrebbero presentare al governo e alla comunità dell’intelligence di Israele difficili interrogativi, anche se il governo non si è assunto la responsabilità dell’assassinio, che la stampa straniera attribuisce al Mossad.