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Scritto da Paola Canarutto,: grave carenza di acqua in Cisgiordania

Grave carenza d'acqua in Cisgiordania B'Tselem, la celebre organizzazione israeliana per i diritti umani, riporta periodicamente sulla grave, e cronica, carenza idrica in Cisgiordania. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, la quantità minima d'acqua necessaria pro capite, per usi personali e domestici, è di 100 litri/dì. Ma in Cisgiordania il consumo medio è di soli 66 litri (da cui va detratto quanto si usa per il bestiame). Attualmente, a Nablus e nelle colline a sud di Hebron, i palestinesi ottengono poco più di 50 litri al giorno. Altrove, è ancora peggio: 38 litri a Jenin, 30 a Tubas. (In Israele il consumo/dì è superiore a 220 litri al giorno, 3 volte maggiore di quello medio in Cisgiordania; ma conteggiando l'acqua per uso industriale, è di 330 litri/dì). Dopo 41 anni di occupazione israeliana, più di 200.000 palestinesi non sono connessi alla rete idrica. Persino dove la connessione c'è, l'acqua arriva, per lo più,

Israele. Rapporto sulle disuguaglianze tra arabi ed ebrei

Israele. Rapporto sulle disuguaglianze tra arabi ed ebrei Israele ha più di 7 milioni di abitanti, il 20 per cento sono arabi. Gli ebrei israeliani vivono in media tre anni e mezzo in più dei loro concittadini arabi. E la differenza, nel caso delle donne, diventa addirittura di quattro anni. Ad affermarlo è il rapporto sull'Indice di uguaglianza, pubblicato da Sikkuy, Associazione per il raggiungimento dell'uguaglianza civile in Israele. Il rapporto, che si riferisce alle condizioni di vita nel 2007, analizza gli elementi di disuguaglianza esistenti tra concittadini ebrei e arabi in fatto di educazione, condizione abitativa, welfare, salute e occupazione. Disuguaglianza che, secondo i curatori del lavoro, si sarebbe aggravata rispetto alla situazione del 2006. Vita e morte: oltre al divario nelle aspettative di vita (i cittadini ebrei israeliani vivono, come si è detto, in media tre anni e mezzo in più degli arabi), il rapporto denuncia anche un grave gap nelle

Jeff Halp Jeff Halpe Lo stoccaggio di un “popolo di troppo”: i palestinesi

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I l termine “stoccare”, pertanto, pur riferendosi ad un fenomeno reale, ha anche il significato di preavvertire. Dobbiamo procedere nel nostro sforzo di far finire l'Occupazione israeliana, anche se questo significa, alla fine, creare una Palestina/Israele autentica, o una più ampia confederazione regionale, piuttosto che una soluzione di apartheid-con-due-stati o uno stoccaggio vero e proprio. Guardare alla Palestina come ad un microcosmo di una più vasta realtà globale di stoccaggio ci rende capaci di identificare in modo più efficace gli elementi che compaiono altrove e di comprendere il modello che Israele sviluppa, per opporvisi meglio. In ogni caso, il nostro linguaggio, e l'analisi che questo genera, devono non solo essere onesti e privi di inutili riguardi: devono anche mantenersi al corrente delle intenzioni politiche e dei “fatti sul terreno”, che si espandono sempre più rapidamente. continua qui Lo stoccaggio di un “popolo di troppo”: i palestinesi 2

Siniora: nessun piano per disarmare gli hezbollah: il vero problema è l'occupazione israeliana:

Sintesi personale "Queste armi sono il risultato dell'occupazione. Israele ha invaso il Libano nel 1982 utilizzando il pretesto di distruggere l'Organizzazione per la Liberazione della Palestina. Che cosa è successo? L'OLP non è stato smantellato, ma l'occupazione ha portato alla nascita degli Hezbollah", ha detto il primo ministro.Quindi il vero problema risiede nella continua occupazione israeliana della terra libanese.La maggior parte del parlamento libanese sostiene che il governo dovrebbe assumere il controllo delle armi e assumere il potere di decidere quanto concerne la guerra o la pace .ma gli Hezbollah rifiutano il disarmo in quanto sostengono di voler difendere il paese da Israele Commento: inutile sottolineare che il problema è del governo libanese, sostenuto da tutta la comunità internazionale 'No plan to disarm Lebanon's Hezbollah'

Coloni contro l'IDF, incendiano campi palestinesi, ucciso un ragazzino palestinese dall'IDF

1 Gli incidenti di ieri sono iniziati quando centinaia di soldati e agenti di polizia hanno distrutto l'avamposto illegale di Yad Yair, presso la colonia di Dolev, a Ramallah. In reazione i coloni del posto hanno attaccato a sassate i soldati della riserva che avevano partecipato all'operazione e hanno forato i pneumatici delle loro automobili private. Nelle ore successive le violenze dei coloni si sono estese in altre zone della Cisgiordania. Israele - Palestina - Barak Ordina Misure Più Severe Contro I Coloni Che Si Oppongono Agli... 2 VIDEO / IDF thwarts terror attack near Yitzhar settlement Cisgiordania, quattordicenne palestinese ucciso da soldati israeliani 2Sintesi personale (solo elementi essenziali)I coloni Di Yitzhar hanno incendiato centinaia di oliveti nella zona di di sicurezza dei palestinesi Gli abitanti di un villaggio, inoltre, accusano l'IDF non solo di non aver fat

Mel Frykberg: i bambini palestinesi giocano con la morte

RAMALLAH, West Bank, 19 settembre 2008 (IPS) - Nel suo ultimo rapporto pubblicato ad agosto, l’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA) esprime preoccupazione per la protezione inadeguata nei confronti dei minori palestinesi. “In uno degli episodi più gravi, lo scorso luglio, Ahmad Husam Yousef Mosa, un bambino palestinese di dieci anni, è stato ucciso con un colpo di proiettile alla testa dalla polizia di frontiera israeliana dopo una manifestazione contro il blocco nel villaggio di Ni’lin, West Bank centrale”, segnala il rapporto. Il giorno dopo, è stata dichiarata la morte cerebrale del 15enne Yousef Ahmad A'mira, anch’egli colpito alla testa da distanza ravvicinata con diversi proiettili di metallo rivestiti di gomma, sempre dalla polizia paramilitare israeliana di frontiera. “Altri 44 ragazzi sono rimasti feriti questo mese, tutti tranne uno nella West Bank. Due giovani sono stati uccisi e altri feriti nel corso di alcuni scontri intestini

Mohammed Omer : reportage da Gaza

1 È giunto ormai alla terza settimana lo sciopero indetto a Gaza dal sindacato degli insegnanti palestinesi - un ente non ufficiale sostenuto dal governo del presidente dell’Autorità palestinese (AP) Mahmoud Abbas nella West Bank”Un funzionario mi ha detto che ero stato licenziato perché non avevo aderito allo sciopero”, ha raccontato all’IPS Mussa al-Astal, un insegnante di scienze sociali della scuola secondaria di Khan Younis, una città a sud della striscia di Gaza. Astal dice anche di aver visto il proprio nome sulla lista di un sito web affiliato a Fatah. Continua qui MEDIO ORIENTE: Gli insegnanti intrappolati tra Fatah e Hamas 2 MEDIO ORIENTE: Nessuno vince nella guerra del silenzio obbligato Mohammed Omer Mancano tante cose a Gaza, lo si vede camminando per le strade e i negozi. Cibo e medicine non possono entrare a causa del blocco imposto da Israele; ma anche i giornali, che un tempo erano parte del paesaggio cittadino.

Uri Avnery Il Mofaz conosciuto - la sconosciuta Livni

Leggi tutto... Un partito spaccato al suo interno e travolto dai guai giudiziari del premier dimissionario. Con spettatori interessati l'«alleato» laburista Barak e il leader del Likud Netanyahu pronti a giocarsi le carte di governo. E con i palestinesi di Abu Mazen costretti a sperare in Tzipi Analogie e differenze fra i due candidati del Kadima in un paese in cui l'unico vero partito è l'esercito Oggi i rappresentanti del Kadima eleggeranno il sostituto di Ehud Olmert, che poi diverrà primo ministro. La scelta possibile è tra due candidati: Tzipi Livni e Shaul Mofaz. Due politici che non potrebbero essere più diversi. Innanzitutto sorge il problema dell'antagonismo uomo-donna: per la prima volta nella storia di Israele, c'è un confronto diretto di genere (quando la defunta e non compianta Golda Meir fu eletta primo ministro nel 1969, dopo la morte improvvisa di Levy Eshkol, non aveva rivali). Il loro percorso riflette i lati opposti della società israeliana. Mofaz

Jeff Halper da Gaza: “Siamo noi a opprimere”

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Commento : diamo rilievo nei forum, nelle chat , nei commenti ai blog a questi uomini e donne coraggiose che hanno capito che solo la soluzione palestinese potrà permettere a Israele un nuovo cammino e soprattutto passare dalle deviazioni messianiche e cabalistiche proprie della circoncisione di Amir alla circoncisione della luce,e attraversare ilmar Rosso sconfiggendo il Golem devastante da lei stessa creata. I pollicioni si specchino tra loro nel loro Narciso deviato. Vergognosa, per me antisemita e antisionista, il silenzio di tanti media , non perchè non sanno, ma per quieto vivere, intanto, purtroppo, gli estremisti dell'una e dell'altra parte sono all'opera stupidamente, follemente ,inutilmente Jeff Halper da Gaza: “Siamo noi a opprimere” Rompere il silenzio a Hebron

Barbara Spinelli Palestina, morte di uno Stato

Salam(e)lik, già Sherif's Blog: Palestina, morte di uno Stato Cercare le ragioni di una follia omicida è sempre impresa equivoca, anche se aiuta a capire quel che succede. Nell’immediato rischia di scompigliare l’azione, addirittura di paralizzarla: subito dopo l’attentato dell’11 settembre, ad esempio, il governo Usa decise di reagire immediatamente invece di ricostruire il perché dell’omicidio di massa, e in questo fu sostenuto da un gran numero di Stati, non solo alleati. Ma poi viene sempre il momento in cui conviene mettersi al lavoro e provare a comprendere la genesi della violenza: per evitare errori futuri, per apprendere qualcosa dalla storia che si fa, per capire che di tale storia non siamo oggetti ma soggetti, capaci di scelte libere, difficili e non caotiche. Se c’è del metodo in ogni follia dobbiamo studiare l’uno e l’altra: follia e metodo, violenza e sua ragion d’essere. Questo vale anche per la guerra civile dell’ultima settimana a Gaza. Rinunciare a studiarne la

Israele:: sotto inchiesta l'organizzazione New profile...possiamo diffonere la notizia?

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1Haaretz , il più antico quotidiano israeliano, ha di recente dato ampio spazio alla notizia che Menachem Mazuz, il procuratore generale di Israele, ha richiesto alla polizia di avviare un'indaginedi tipo penale sull'organizzazione New Profile , responsabile di aver fornito ai giovani israeliani "dritte" per evitare il servizio di leva. Israele: pugno duro contro i renitenti alla leva 2 Appello Ebrei contro l'occupazione Noi della rete Ebrei Contro l’Occupazione denunciamo la deriva illiberale e razzista dello Stato di Israele, che molto preoccupa chi abbia a cuore giustizia, libertà e pace. Dopo la strage compiuta a Gaza dall’esercito israeliano, sotto la guida del governo del partito Kadima presieduto da Olmert, la deriva militaresca, razzista ed illiberale di Israele è proseguita con il nuovo governo della coalizione di destra, presieduta da Netanyahu. I propositi decisamente razzisti sono ora apertamente dichiarati, soprattutto dal ministro degli affari

Zvi Bar'el,:il grande fallimento chiamato Afghanistan

Sintesi personale Non sono più chiari gli obiettivi di questa guerra contro i talebani . Sette anni fa gli Usa si proponevano la sconfitta dei fondamentalisti e la cattura di Bin Laden e dei suoi collaboratori,ma l'attuale situazione ricorda quella dei sovietici del 1980 ,le similitudini sono impressionanti : oggi come allora è stato ottenuto un nuovo governo, troppo debole,però, per guidare il paese, ieri come oggi uccidere il maggior numero di Talebani è diventato un obiettivo, anche se i militari della coalizioni morti sono in costante aumento Il Presidente afgano Hamid Karzai ha dichiarato che la sicurezza del suo regime si basa sulle forze americane di sicurezza, visto che l'esercito afghano è inaffidabile. e la corruzione dilaga , tralasciando di menzionare che il fratello è un noto rivenditore di droga. Non di secondaria importanza è il ruolo del Pakistan L'ondata di attentati ha spinto il governo a criminalizzare l'organizzazione dei taleba