Israele. Rapporto sulle disuguaglianze tra arabi ed ebrei


Israele. Rapporto sulle disuguaglianze tra arabi ed ebrei
Israele ha più di 7 milioni di abitanti, il 20 per cento sono arabi.
Gli ebrei israeliani vivono in media tre anni e mezzo in più dei loro
concittadini arabi. E la differenza, nel caso delle donne, diventa
addirittura di quattro anni. Ad affermarlo è il rapporto sull'Indice
di uguaglianza, pubblicato da Sikkuy, Associazione per il
raggiungimento dell'uguaglianza civile in Israele.
Il rapporto, che si riferisce alle condizioni di vita nel 2007,
analizza gli elementi di disuguaglianza esistenti tra concittadini
ebrei e arabi in fatto di educazione, condizione abitativa, welfare,
salute e occupazione. Disuguaglianza che, secondo i curatori del
lavoro, si sarebbe aggravata rispetto alla situazione del 2006.
Vita e morte: oltre al divario nelle aspettative di vita (i cittadini
ebrei israeliani vivono, come si è detto, in media tre anni e mezzo in
più degli arabi), il rapporto denuncia anche un grave gap nelle
percentuali di mortalità infantile che, nel caso dei bimbi arabi tocca
l'8,5 per mille; nel caso dei bimbi ebrei si ferma al 3,4.
Nel campo del welfare la distanza tra i due gruppi è evidente: i
cittadini arabi ricevono infatti solo il 49 per cento dei contributi a
cui avrebbero diritto. Lo Stato di Israele, secondo il rapporto,
investe in media 508 shekel, circa 100 euro, su ogni cittadino ebreo e
solo 348 shekel, circa 68 euro, su ciascuno cittadino arabo. Il 65,7
per cento dei ragazzi arabi vive al di sotto della soglia di povertà,
situazione che si verifica «solo» per il 31,4 per cento dei coetanei
ebrei.
La causa di queste disparità, secondo il rapporto, andrebbero
individuate nella politica fiscale israeliana e nei tagli al welfare.
Il governo subordina il trasferimento di fondi a un'autorità locale al
corrispondente contributo versato da quella stessa autorità allo
Stato. Si crea così un circolo vizioso: i comuni più poveri, in
casi quelli arabi, non riescono a versare un contributo al bilancdel welfare e così perdono i fondi statali di cui avrebbero bisogno.

Nel campo dell'educazione il panorama è variegato: da un lato si
registra una crescita dei successi negli esami di ammissione
scolastici sia tra gli studenti arabi, sia tra gli studenti ebrei.
D'altra parte gli abbandoni scolastici sono dell'8 per cento tra gli
arabi e della metà, il 4 per cento, tra gli ebrei.
L'unico primato dei cittadini arabi si registra in campo abitativo: il
93 per cento degli arabi israeliani infatti dichiara di avere una casa
di proprietà, contro il 70 per cento degli ebrei israeliani. Tuttavia
il numero medio di persone per stanza nelle comunità arabe è di 1,42,
contro lo 0,85 delle famiglie ebraiche che dispongono del 50 per cento
di metri quadri a persona in più rispetto agli arabi.
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