Israele:: sotto inchiesta l'organizzazione New profile...possiamo diffonere la notizia?



1Haaretz, il più antico quotidiano israeliano, ha di recente dato ampio spazio alla notizia che Menachem Mazuz, il procuratore generale di Israele, ha richiesto alla polizia di avviare un'indaginedi tipo penale sull'organizzazione New Profile, responsabile di aver fornito ai giovani israeliani "dritte" per evitare il servizio di leva.Israele: pugno duro contro i renitenti alla leva
2 Appello Ebrei contro l'occupazione Noi della rete Ebrei Contro l’Occupazione denunciamo la deriva illiberale e razzista dello Stato di Israele, che molto preoccupa chi abbia a cuore giustizia, libertà e pace. Dopo la strage compiuta a Gaza dall’esercito israeliano, sotto la guida del governo del partito Kadima presieduto da Olmert, la deriva militaresca, razzista ed illiberale di Israele è proseguita con il nuovo governo della coalizione di destra, presieduta da Netanyahu. I propositi decisamente razzisti sono ora apertamente dichiarati, soprattutto dal ministro degli affari esteri, il signor Lieberman, e sembrano diffusi largamente tra i giovani delle scuole medie superiori, quelli che si apprestano ad entrare nell’esercito. Due fatti particolarmente gravi:1) la persecuzione dell’associazione pacifista New Profile, di cui alcuni membri sono stati fermati e perquisiti ed i loro computers sequestrati. Dopo liberati, sono stati diffidati dal comunicare tra loro e con altri. 2) la preannunziata legge che proibisce il racconto e la commemorazione della Nakba (la Catastrofe), la cacciata di oltre 700mila palestinesi dalle loro case e dalle loro terre avvenuta nel 1948-49, e, a diversa intensità, in tutti gli anni successivi fino ai nostri giorni. Il ricordo della Nakba viene vietato a tutti, Israeliani Arabi ( il 20% circa della popolazione) ed Ebrei, l’80% circa. La pena prevista per i contravventori sarà di tre anni di carcere! Si vuole cioè stabilire che la fondazione dello Stato Ebraico, che ha coinciso con la cacciata dei Palestinesi arabi dalle loro case e la completa distruzione di centinaia dei loro villaggi (detta, a buona ragione, El Nakba dai Palestinesi) è una festa per i vincitori, e gli sconfitti e chi difende i loro diritti non debbono aver libertà di parola, per non rovinare la festa. Questo atteggiamento inumano, e le leggi atrocemente ingiuste che lo attuano, suscitano la indignazione nostra e di chiunque abbia senso di giustizia, e desiderio di veder la pace finalmente instaurata tra il Mediterraneo ed il Giordano. L’avvento della pace richiederà comunque molto tempo, forse generazioni, dopo tanti decenni di ingiustizie, guerre e persecuzioni: per questo crediamo che sia urgente iniziare il disarmo delle inimicizie e del disprezzo subito: subito dare inizio al cambiamento radicale di atteggiamento umano verso le vittime delle ingiustizie da parte dei persecutori.Continua qui
3 Pubblichiamo l’inizio di una lettera di Dorothy Naor, israeliana di New profile Per dire, avete mai sentito qualcuno insistere per la demolizione della casa della famiglia di Eden Natan Zada (un soldato israeliano), che il 4 agosto 2005 ha condotto un autobus in direzione della comunità araba di Shfaram, e quando ha raggiunto la cittadina ha preso il fucile e ha ucciso quattro passeggeri e ferito altri. Perfino Ariel Sharon l’aveva definito un terrorista. Eppure per quel che ne so, nessuno ha proposto di far pagare le conseguenze di quell’atto alla famiglia. Nessuno ha pensato di di suggerire che la casa di quella famiglia venisse demolita. Certo che no. Continua qui

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