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Rubinstein: Abu Mazen non ha nulla da offrire..verso uno stato unico?

La lotta di Abu Mazen contro il governo di Hamas è principalmente politico-legale . Ha stabilito “un governo di emergenza che ora si è trasformata in “in un governo di transizione.„ Il nome non è importante. Ciò che conta è che questo governo non può ricevere l'approvazione del Parlamento, il cui il lavoro è stato paralizzato., visto che la maggioranza dei parlamentari di hamas sono a Gaza o nelle prigioni israeliane . Per dare validità alle sue decisioni Abu Mazen ha deciso di convocare a Ramallah tutti i rappresentanti movimenti palestinesi della diaspora invitando Naif Hawatmeh , fondatore del DFLP , movimento nazionalista palestinese. Per mezzo di tali manovre politiche e legali, Abu Mazen ed i suoi stanno provando ad unire tutte le fazioni nazionaliste,contro Hamas . Malgrado il fatto che Abu Mazen goda dell'appoggio internazionale e del supporto arabo, le probabilità di riuscita sono scarse Il motivo è ben noto: Abu Mazen e Fatah non hanno niente da dare al

Mahmud Darwish :fa paura di Hamas la mancanza di cultura

qui L'avvento di Hamas a Gaza «non mi fa paura da un punto di vista politico. Mi fa paura invece da un punto di vista culturale. La loro tendenza è di imporre i propri principi su tutti. Credono in una democrazia "buona per una volta soltanto", per giungere alle urne e al potere. Pertanto sono un disastro per la democrazia. (La loro) è una democrazia antidemocratica»: lo afferma il poeta nazionale palestinese Mahmud Darwish in una lunga intervista al quotidiano Haaretz di Tel Aviv. L'incontro con la giornalista israeliana, che lo ha visitato a Ramallah (Cisgiordania), ha preceduto di pochi giorni la prima apparizione negli ultimi anni in Israele di Darwish, che è nato in un villaggio della Galilea e che si è autoesiliato nel 1970. Domenica Darwish sarà a Haifa per leggere una ventina di poesie, accompagnato dal musicista Samir Jubran (liuto) e dalla cantante Amal Murcus. I biglietti, nota il giornale, sono andati a ruba. Darwish ritiene che per i palestinesi «la situa

Intanto in Francia gli Hezbollah sono ufficialmente invitati

Mentre Israele si domanda se la guerra libanese ha rafforzato o indebolito gli Hezbollah partecipano come rappresentanti ufficiali a un incontro per discutere sul futuro del Libano., acquistando una posizione strategica importante come alleati dell'Iran. Naturalmente con il beneplacito dell'Arabia Saudita http://www.haaretz.com/hasen/spages/881446.html

LA TRAPPOLA MORTALE DELL'IDENTITà

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La trappola mortale dell'identità Sono ebreo e sono contro l'occupazione israeliana. Mi capita spesso di discutere con amici e conoscenti ebrei ma queste discussioni non hanno mai portato da nessuna parte, non ho mai convinto nessuno. A qualunque argomentazione storica, etica o solo di buon senso, mi rispondono con un'altra argomentazione che a loro modo di vedere legittima o giustifica l'azione del governo israeliano. Mi sono chiesto a lungo perché la maggior parte degli ebrei difende Israele incondizionatamente arrivando persino a negare l'evidenza. Poi una sera a cena, commentando i recenti fatti, dico a un mio amico: comunque Fini è pur sempre meglio di Sharon (sottintendendo che Fini è sì un politico di destra, magari ex-fascista, amico di gioventù della Mambro, ma Sharon è pur sempre un criminale). E lui risponde: no, perché almeno Sharon è ebreo. Ecco infine svelato cosa muove gli animi: il meccanismo di identificazione. Una volta ho chiesto a Peretz Kidron

YEHOSHUA: Israele scelga di negoziare con la Siria

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Per lo Stato ebraico è il momento di scelte importanti: non basta colmare le lacune delle forze armate, bisogna portare avanti una coraggiosa trattativa con la Siria Ricordo perfettamente quando fui informato che la prima guerra del Libano stava per iniziare. Era un venerdì pomeriggio del 1982. Ero con una cinquantina di insegnanti che, come me, erano soliti tenere lezioni ai soldati quale parte del loro servizio di riservisti. Chissà perché ci avevano convocato già il primo giorno di guerra, nemmeno fossimo esperti di qualche arma segreta e indispensabile anziché possedere solo capacità oratorie. Un ufficiale appena giunto dal quartier generale dell’esercito ci mise candidamente al corrente che stavamo per sferrare un attacco militare contro il Libano e che il nome scelto per quell’offensiva era «Operazione pace in Galilea». Rimasi sbalordito. Qualche mese dopo l’allora primo ministro, Menachem Begin, e il capo dell’opposizione, Shimon Peres, il cui partito aveva votato alla Kne

Gaza: denuncia dell'associazione israeliana Gisha

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GAZA (10 luglio) - L'agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione dei profughi palestinesi (Unrwa) ha annunciato oggi la sospensione di un progetto del valore di 93 milioni di dollari per la costruzione nella Striscia di Gaza di case, scuole e acquedotti: «Siamo costretti a fermare i nostri lavori semplicemente perché ci manca il cemento» ha dichiarato John Ging, direttore del progetto a Gaza. La parziale chiusura delle frontiere con Israele, in seguito alla presa del potere con le armi da parte di Hamas, sta mettendo in crisi l'economia della Striscia: «Non basta che venga autorizzato l'ingresso di cibo e medicinali - denuncia Ging - ma occorre ripristinare immediatamente la libera circolazione di tutte le merci». La mancanza di cemento, che normalmente viene importato attraverso i valichi come gran parte delle altre materie prime, sta di fatto bloccando, secondo Ging, anche i lavori di riparazione delle case e dei rifugi danneggiati dai b

Halper : noi ricostruiremo le case dei palestinesi

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.Per commemorare i 40 anni dall’inizio dell’Occupazione di Israele, avete lanciato una campagna in grande stile che prevede la ricostruzione di tutte le case palestinesi demolite. Puoi raccontare?L’Icahd fa parte di una coalizione di gruppi pacifisti israeliani, che svolgono varie attività, all’interno della quale da tempo ci stavamo in qualche modo preparando a questo 40° anniversario. Noi evidentemente volevamo fare qualcosa che avesse a che fare, che enfatizzasse la questione della demolizione delle case. Israele - Palestina - L'analisi di un israeliano che ama il suo ... 2 Diario di uno dei partecipanti al campo dell'ICAHD ] Lunedì, 23 luglio 2007A Hebron le case dei palestinesi hanno le finestre e i balconi chiusi da inferriate per proteggersi dalla violenza dei coloni. “Oh, il muro del mio cuore! Il mio cuore piange, non riesco a tacere… ascoltate, o gente folle, priva di intelligenza, che ha occhi ma non può vedere, ha orecchie ma non può sentire… che non prova

Shlomo Ben Ami :"Israele ora tratti con Hamas

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I tentativi del presidente palestinese Abu Mazen sono lodevoli, ma oggi Israele ha un solo possibile interlocutore politico: Hamas». La liberazione del giornalista della Bbc, favorita dal «governatore» di Gaza Ismail Haniyeh, è una conferma per Shlomo Ben-Ami: «Hamas ha deciso di fare politica e si è messo sulla via del compromesso, è stato un grave errore non riconoscerne la vittoria elettorale». Classe 1943, ministro degli Esteri israeliano del governo Barak durante le trattative di Camp David, ex ambasciatore in Spagna, docente di Storia contemporanea all'Università di Tel Aviv, Shlomo Ben-Ami è un uomo di negoziato estraneo ai sofismi diplomatici. La villetta dove vive a Kefar Sava, due piani e un cortile senza pretese nell'hinterland di Tel Aviv, lo rappresenta: spartana, molti libri e pochi mobili, nessuna concessione al design. Su un tavolino l'edizione italiana del suo libro, «Palestina. La storia incompiuta. La tragedia arabo-israeliana» (Corbaccio).Perché il gover