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Shulamit Aloni :è vero in Israele c'è l'Apartheid

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Noi diamo a tal punto per scontato che gli ebrei siano nel giusto, da ignorare quello che accade proprio davanti ai nostri occhi. E ci risulta del tutto inconcepibile che le vittime ultime, gli ebrei, possano compiere dei misfatti. Ma nonostante questo, lo stato d'Israele pratica una propria silenziosa, ma violenta, forma di Apartheid contro la nativa popolazione Palestinese.Il recente linciaggio condotto dall'Estabilishment ebreo-americana contro l'ex presidente Carter è stato dovuto al suo aver osato pronunciare la verità che tutti conoscono: la verita' sono le armi, il governo israeliano pratica una forma brutale di Apartheid nei Territori Occupati palestinesi. Queste armi hanno girato in ogni villaggio e citta' mettendo recinzioni, posti di blocco e prigioni. Tutto e' pronto per tenere sotto controllo i movimenti della popolazione Palestinese e creare grandi difficolta' nella loro vita. Inoltre, Israele impone il coprifuocho totale ogni volta che

"Ospedali di Gaza, dramma di un'infanzia ingabbiata"

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Ma i tassisti devono disperatamente trovare il carburante. In mattinata si apre uno spiraglio: dopo la quinta notte di bombardamenti contro obiettivi di Hamas, Israele ha riaperto alle merci il valico di Karni per permettere la ripresa di rifornimenti carburante, di derrate alimentari e medicinali. Ma la gente di Gaza non si fa illusioni: attende il peggio e si prepara a resistere. Panetterie e supermarket sono presi d'assalto da centinaia di donne che cercano di accaparrarsi generi di prima necessità in grado di soddisfare il bisogno delle loro famiglie, almeno per alcuni giorni. «Ho comprato 6 chili di farina per fare il pane in casa, latte in polvere per i miei bambini e un po' di scatolette. Certo, è poca cosa, ma sappiamo resistere e quello che ad altri basterebbe solo per qualche giorno, a noi palestinesi invece basta per settimane», dice Zahira, 41 anni e 5 figli, uscendo dall'«Al-Ein Supermarket» a Rimal, sul lungomare di Gaza City. «La strategia di rendere d

Uri Avnery:Olmert e Abu Mazen: il bacio della morte

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L'incontro con Abbas senza la liberazione dei prigionieri o la ripresa delle trattative non fa altro che rafforzare Hamas. Le «occasioni perdute» da Israele. Ora anche di fronte alle aperture della Siria Era dai tempi dell'abbraccio a Gesù di Giuda Iscariota che non si vedeva nulla del genere a Gerusalemme. Dopo essere stato boicottato per anni da Ariel Sharon e da Ehud Olmert, Mahmoud Abbas (Abu Mazen) due settimane fa è stato invitato alla residenza ufficiale del primo ministro israeliano. Qui, davanti alle telecamere, Olmert l'ha abbracciato e baciato con calore su entrambe le guance. Lo sguardo di Abbas era immobile e vitreo. In qualche modo questa scena ci ha fatto venire alla mente un altro incidente relativo ad un contatto fisico politicamente ispirato che avvenne all'incontro di Camp David quando il primo ministro Ehud Barak spinse Yasser Arafat, con forza, nella stanza dove Bill Clinton stava aspettandoli. In entrambi i casi si è trattato di un gesto che int

Moni Ovadia: fermare le armi e il baratro

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Moni Ovadia Se l’escaletion dovesse proseguire, il baratro del conflitto totale si aprirebbe sotto i nostri piedi CONTINUA QUI http://www.peacereporter.net/dettaglio_articolo.php?idc=0&idart=7099

Omicidi mirati l'Alta Corte di Israele pone ferrei limiti

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Editoriale di Haaretz, 18 dicembre 2006 La sentenza dell’Alta Corte di Giustizia sulla legalità degli omicidi mirati non da carta bianca a questi assassini, ne’ aiuta le forze di sicurezza israeliane a compierli. Li rende anzi più difficili, considerato che la decisione fissa per la prima volta ferree regole che rendono gli omicidi mirati un’eccezione che deve essere usata con misura hi si occupa di sicurezza dovrebbe leggere almeno le ultime tre pagine della sentenza, scritta dal presidente della Corte Suprema Dorit Beinisch. Esse contengono una chiara definizione di ciò che è permesso e ciò che è proibito, in pratica un sommario degli argomenti discussi a lungo dall’ex presidente della Corte Suprema Aharon Barak. Nonostante l’Alta Corte non abbia accolto la richiesta di mettere fuori legge gli omicidi mirati, le direttive stabilite assicurano che ogni omicidio che vada oltre questi limiti venga sottoposto al vaglio della magistratura. Se dovesse emergere, anche retrospettivamen

MAGA'.ebrei ed arabi dialogano con musiche

ebrei e arabi dialogano con musiche e immagini 1MILANO - «MAGÀ»: IN ebraico, tocco. Contatto, anche. Quindi, incontro. «Magà»: uno spettacolo - in prima mondiale questa sera alle 21, a Palazzo Reale, nella Sala delle Cariatidi - che non è solo uno spettacolo. «Va letto a due livelli - spiega Alessio Mazzolotti, 31 anni, autore teatrale e televisivo, che l’ha ideato -: uno spettacolo, appunto, costola della grande mostra "Israele Arte e Vita 1906-2006", ma anche un’esperienza, il tentativo di una task force di artisti di tutto il mondo di parlare di luoghi o di situazioni».Mazzolotti, che significa in concreto «parlare di luoghi e situazioni»?«"Magà" ha un altro padre: Yuval Avital, chitarrista, compositore e direttore d’orchestra israeliano. Insieme siamo partiti dalla volontà di creare un ponte fra Oriente e Occidente. E, insieme, tra forme d’arte differenti: musica, cinema, teatro, video art. Ed è nato questo spettacolo, che intende celebrare la vita quotidiana in

Amira Hass: Israele e Apartheid

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1 Famiglie diviseMolti abitanti di Tulkarem e Qalanswa appartengono agli stessi clan e tradizionalmente si sposano tra loroInternazionale 671, 7 dicembre 2006Il messaggio nella segreteria telefonica sembrava urgente: una voce femminile mi implorava di richiamare e spiegava brevemente il problema. Quando le ho telefonato, la donna non ha perso tempo in formalità: "Sono appena tornata dall'ospedale, dove sono stata operata. Lì ho incontrato una giovane di Qalanswa, un villaggio palestinese d'Israele, sposata a un uomo di Tulkarem (città palestinese occupata)".Molti abitanti di Tulkarem e Qalanswa appartengono agli stessi clan e tradizionalmente si sposano tra loro. Da una zona all'altra ci vogliono otto minuti in macchina: questo, perlomeno, prima che fosse costruito il muro di separazione.Dal 1991 i palestinesi non possono entrare in Israele senza un permesso individuale, e dallo scoppio dell'attuale intifada un decreto militare vieta agli israeliani (compresi