Covid-19, Ebola, Hiv… da dove arrivano i virus Cartina



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  • L'Italia delle due sponde

La carta inedita della settimana anticipa il nuovo numero di Limes    di Laura Canali

Per la versione integrale della carta, scorri fino a fine articolo.
In questi giorni difficili, la carta è consultabile gratuitamente da tutti.


La carta inedita della settimana è un’anticipazione dal nuovo numero di Limes dedicato al coronavirus.


La carta rappresenta i paesi dove per primi si sono manifestati gli agenti patogeni più pericolosi per l’essere umano.


I patogeni presi in considerazione (virus, batteri e protozoi) sono responsabili di ventidue malattie nell’uomo che sono state dichiarate endemiche in diverse parti del mondo, incluso il nuovo coronavirus. Tutte quelle prese in esame sono zoonosi, ovvero malattie infettive che si trasmettono dagli animali all’uomo o viceversa, direttamente o indirettamente, tramite altri organismi vettori o alimenti infetti. La trasmissione avviene in seguito al cosiddetto spillover, o salto di specie: un processo che permette ai patogeni di evolversi in modo da poter infettare la specie umana, riproducendosi.


Nel caso del virus Sars-CoV-2, responsabile della pandemia in corsoil salto di specie è avvenuto in Cina. La malattia infettiva respiratoria cui è stato dato il nome di Covid-19 è apparsa per la prima volta nel novembre 2019 a Wuhan, capitale della provincia di Hubei. L’ipotesi più accreditata è che le prime persone siano state contaminate nel contesto del mercato ittico di Huanan, un wet market dove i consumatori acquistano abitualmente carne fresca non confezionata e non sottoposta a controlli alimentari adeguati. A facilitare la diffusione del virus sarebbero stati i pangolini, piccoli mammiferi insettivori a rischio d’estinzione tra gli animali più contrabbandati al mondo, che a loro volta sarebbero stati infettati dai pipistrelli.


Nel 2002 un mercato simile nella provincia cinese di Guangdong era stato al centro della diffusione di un altro coronavirus: quello responsabile della Sars (acronimo inglese per Severe acute respiratory syndrome). In quel caso, nonostante il patogeno avesse nei pipistrelli il proprio serbatoio naturale, a fungere da vettore erano stati gli zibetti, un piccolo mammifero la cui carne viene venduta come cibo in alcuni mercati asiatici.


Alla Cina vengono fatti risalire anche diversi sottotipi del virus influenzale di tipo A, responsabili dell’influenza aviaria. Il primo virus, A(H5N1), si è manifestato nell’uomo ad Hong Kong nel 1997, quando un focolaio di 18 casi ha causato sei morti in quella che era da poco diventata una regione amministrativa speciale cinese. Fino ad allora, il virus era stato osservato solo negli uccelli tra cui polli e anatre. L’H5N1 ricomparve a Hong Kong nel 2003, colpendo per prima una famiglia di ritorno da una vacanza nella regione di Fujian. Un altro sottotipo, l’H7N9, responsabile di 615 decessi e oltre 1500 casi dal 2013, comparve nella regione di Shanghai prima di contagiare Anhui, Jiangsu, Zhejiang, Pechino e Henan. Anche in questo caso, il primo focolaio fu un wet market. La ripetuta identificazione di tali mercati come luoghi privilegiati di propagazione delle zoonosi ha portato in questi giorni le Nazioni Unite a chiedere che i wet market vengano vietati definitivamente.


Restando in Asia, una febbre emorragica dall’origine inspiegabile colpì per la prima voltatremila truppe Onu stazionate in Corea negli anni Cinquanta. All’epoca si sospettava che il principale vettore epidemiologico fossero i roditori: un’intuizione confermata due decenni dopo. Nonostante questo genere di virus sia presente in tutto il mondo nei roditori selvatici, gli sarebbe stato comunque dato il nome hantavirus, dal fiume Hantaan, che attraversa la Corea. Il contatto con oggetti contaminati da roditori contagiati è responsabile anche della febbre di Lassa, che ha origine in Nigeria.


Nel 1998, nella località malese di Nipah si registrò invece per la prima volta il virus che ne prende il nome, responsabile di una malattia virale che può evolvere in stress respiratorio acuto, gravi encefaliti, convulsioni e coma. Nonostante il numero di casi da allora sia rimasto molto basso, l’Onu ha inserito il virus Nipah nella lista di malattie sulle quali è prioritario fare ricerca per sviluppare un vaccino. Le altre sono, oltre al nuovo coronavirus, la febbre emorragica Congo-Crimea, l’ebola, la malattia da virus Marburg, la febbre di Lassa, la già citata Sars e la Mers (Middle East respiratory syndrome coronavirus), la febbre della Rift Valley e la febbre Zika. Moltissimi di questi patogeni si sono manifestati per la prima volta in Africa. Salvo la Mers – appartenente alla stessa sottofamiglia di Sars e Covid-19 e passata all’uomo dai dromedari – tutte le altre hanno origine nell’Africa subsahariana.


Oltre a quelle segnalate come particolarmente pericolosi dall’Organizzazione mondiale della sanità, la carta include i paesi d’origine di alcune altre zoonosi, soprattutto quelle trasmesse da zanzare e zecche. Nella prima categoria rientra la Chikungunya (Tanzania), febbre seguita da poliartite cronica che può durare anche anni causata da zanzare infette della specie Aedes aegypti (che trasportano anche febbre gialla e Dengue) e dalle cosiddette zanzare tigre. Nella seconda troviamo l’encefalite da virus Powassan, la malattia di Lyme e quella da virus Bourbon, tutte originarie dell’entroterra nordamericano.


In Messico ha avuto inizio l’influenza suina, prima malattia a essere dichiarata endemica nel XXI secolo. Causata da una variante del virus influenzale suino H1N1, lo stesso dell’influenza spagnola del 1918, il virus era passato all’uomo per via del contatto con suini infetti, ma non con l’ingestione di carne di maiale. Secondo l’Oms da aprile 2009 a luglio 2010 l’H1N1 ha colpito 651.449 persone, con un numero di decessi che nel maggio del 2010 si assestava a 18.036. L’Oms dichiarò l’inizio della pandemia l’11 giugno e la sua fine il 10 agosto 2010.


Individuato per la prima volta negli Stati Uniti nel 1981, il virus Hiv deriva dall’analogo virus dell’immunodeficienza degli scimpanzè. Il salto di specie sarebbe avvenuto in Africa, nella zona dei Grandi laghi o in Camerun, prima del 1959. Dal 1982 al 2018 circa 75 milioni di persone hanno contratto l’Hiv e circa 32 milioni di persone sono decedute a causa dell’Aids.


Testo di Viola Stefanello.
Carta di Laura Canali presente nel prossimo numero di Limes, Il mondo virato.
Per leggerlo su questo sito a partire da martedì 14 aprile, abbonati a Limesonlin




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