Fulvio Scaglione : Libano, lo show di Hariri
Libano, lo show di Hariri
Che
copione sta andando in scena in questi giorni in Libano? Difficile
saperlo veramente. Resta il fatto che il premier ha rovesciato il banco e
torna la paura per il futuro.
Una
cosa - l’unica, peraltro - è certa. Saad al-Hariri, il primo ministro
del Libano, ha montato uno show d’eccezione. È scappato in Arabia
Saudita, da lì ha dato le dimissioni dicendo di sentirsi in pericolo di
vita, ha fatto un giro del Mediterraneo ed è, infine, tornato in patria,
giusto in tempo per sfilare con le massime autorità e tra due ali di
folla nella Festa dell’Indipendenza, facendo capire che a questo punto
le dimissioni potrebbero benissimo essere ritirate.
Il senso
profondo di tutto questo, con ogni probabilità, è noto solo a lui e a
pochi altri privilegiati. Per esempio, a Mohammad bin Salman (MbS),
giovane figlio di re Salman dell’Arabia Saudita, erede al trono e vero
uomo forte del regno. Vista da fuori, la sceneggiata offre una conferma:
il Libano, purtroppo per i libanesi, sta diventando il terreno dove si
giocherà la rivincita della partita che le monarchie sunnite (più gli
Stati Uniti) hanno perso in Siria nei confronti dell’alleanza sciita
costituita da Assad, l'Iran, Hezbollah (più la Russia).
Pur
tra mille problemi, per primo sono gli oltre un milione di rifugiati
siriani sunniti che ancora vivono in una dozzina di campi d'accoglienza,
il Libano stava vivendo una stagione non banale di riordino
istituzionale. Il Paese si era dato un presidente, Michel Aoun, dopo due
anni di vuoto, aveva approvato la legge di bilancio dopo dieci anni di
esercizi provvisori, era riuscito ad approvare una nuova legge
elettorale. Tanta roba, come si dice. Roba che tornava a profitto degli
sciiti di Hezbollah, presenti nel governo di unità nazionale
presieduto dal sunnita Hariri, ma senza dubbio titolari di azioni assai
più «pesanti» delle sue.
Così Hariri ha sparigliato le carte, fuggendo, dimettendosi e tornando in due settimane, prima che Hezbollah
potesse accreditarsi come figura ad alto tasso di responsabilità
istituzionale. Hariri, però, non ha fatto tutto questo da solo. Si sente
lontano un miglio odore di sauditi e israeliani (ormai grandi amici,
tanto che MbS ha fatto di recente una visita a Tel Aviv, segreta ma
opportunamente pubblicizzata), con il beneplacito degli americani.
D’altra parte non è che Hezbollah e gli iraniani stiano a
guardare. Basta pensare allo Yemen, dove sono attivissimi nel sostegno
ai guerriglieri houthi che stanno portando la minaccia ai confini stessi
del regno saudita.
Per questo le nubi si stanno accumulando sul
Libano, Paese che è reso ancor più infiammabile dalla questione dei
rifugiati. Detestati perché ospiti sgraditi, ma graditi dai sunniti
locali che li vedono come potenziali alleati. Il problema è che il
Libano, oggi, non è solo il Libano: un conflitto finirebbe per
coinvolgere in diversa misura anche Siria, Iran, Russia, Arabia Saudita,
Francia, Regno Unito e Usa, a star stretti. E la giostra del Medio
Oriente farebbe un altro dei suoi tragici giri.
Perché Babylon
Babilonia
è stata allo stesso tempo una delle più grandi capitali dell'antichità
e, con le mura che ispirarono il racconto biblico della Torre di Babele,
anche il simbolo del caos e del declino. Una straordinaria metafora del
Medio Oriente di ieri e di oggi, in perenne oscillazione tra grandezza e
caos, tra civiltà e barbarie, tra sviluppo e declino. Proveremo, qui, a
raccontare questa complessità e a trovare, nel mare degli eventi,
qualche traccia di ordine e continuità.
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Fulvio Scaglione, nato nel 1957, giornalista professionista dal 1981, è stato dal 2000 al 2016 vice direttore di Famiglia Cristiana.
Già corrispondente da Mosca, si è occupato in particolare della Russia
post-sovietica e del Medio Oriente. Ha scritto i seguenti libri: Bye Bye Baghdad (Fratelli Frilli Editori, 2003), La Russia è tornata (Boroli Editore, 2005), I cristiani e il Medio Oriente (Edizioni San Paolo, 2008), Il patto con il diavolo (Rizzoli, 2016). Prova a raccontare la politica estera anche in un blog personale: www.fulvioscaglione.com
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