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Visualizzazione dei post da 2015

Vijay Prashad : Le vite dei palestinesi sono importanti

Vijay Prashad 29 dicembre 2015 Il 17 dicembre, Naseer stava andando in macchina da Nablus a Ramallah. Una pioggia leggera cadeva mentre si avvicinava al posto di controllo militare israeliano a Huwwara. Davanti a lui c’era un’altra macchina che avanzava cautamente. A circa 50 metri prima di quella macchina c’era un veicolo militare israeliano. La prudenza è all’ordine del giorno in prossimità dei militari israeliani. Non c’era alcun senso nel provocare la loro collera. Naseer mantenne una certa distanza tra le macchine che si muovevano lentamente. Di fianco alla strada, sull’erba fuori del marciapiede, un ragazzo camminava nelle stessa direzione delle macchine. Naseer osservò che il ragazzo sembrava stesse sull’erba per evitare le pozzanghere sul marciapiede. Il veicolo militare israeliano frenò. Un ordine doveva essere arrivato da parte dei soldati. Il ragazzo alzò le mani. Naseer non li sentì, ma vide che lui obbediva. La macchina davanti alla sua cominciò a girare a

Israele, vietato a scuola libro su amore tra ebrea e arabo

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        Dorit Rabin, autrice del libro Gader Haya  (afp) TEL AVIV - È la storia d'amore tra una traduttrice israeliana e un pittore palestinese. Per questo il nuovo romanzo di Dorit Rabiniyan, Borderlife , è stato eliminato dai programmi liceali in Isreale, suscitando non poche proteste e polemiche. La direzione pedagogica del ministero dell'Istruzione, secondo la stampa, ha espresso preoccupazione che la sua lettura fra persone non ancora mature possa spingere a matrimoni misti. Secondo fonti del ministero, una delle ragioni per l'esclusione è che il libro potrebbe "minare" le "identità separate" di ebrei e arabi: "Le relazioni intime fra ebrei e non ebrei, e certamente la possibilità di formalizzarle attraverso il matrimonio e una famiglia - anche se ciò non accade nella storia in questione - sono viste da molti nella società come una minaccia alle identità separate".   I critici hanno parla

Israele : In programma 55mila nuove case per i coloni israeliani nella West Bank

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di Joshua Lapide Il progetto si concentra soprattutto nella zona E1, vicino a Maale Adumim e verrebbe a separare la West Bank da Gerusalemme est. A rischio le possibilità di pace con la soluzione dei due Stati. Gerusalemme (AsiaNews) – Il ministero israeliano per l’abitazione sta pianificando la costruzione di 55.548 nuove case per i coloni nella West Bank. La notizia è stata diffusa dall’organizzazione “Pace adesso (Peace Now)”, in base a dati ricevuti dal governo. Il nuovo piano comprende la creazione di due nuove colonie e il potenziamento di 8300 case nella zona E1. La zona E1 è adiacente alla colonia di Maale Adumim, che formano una specie di cuscinetto a est di Gerusalemme, separando di fatto la parte araba della città santa dalla West Bank. In tal modo si rende più difficile la continuità territoriale di uno Stato palestinese con capitale Gerusalemme est. “L’area di Maale Adumim ed E1 – afferma Peace Now – sono una delle zone più sensibili per la possibilità

Sconfiggere il terrorismo è un dovere degli arabi e dei musulmani

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                      Sconfiggere il terrorismo è un dovere degli arabi e dei musulmani - Arabpress Sconfiggere il terrorismo è un dovere degli arabi e dei musulmani - Di Jihad el-Khazen. Al-Hayat (27/12/2015). Traduzione e sintesi di Federico Seibusi.… arabpress.eu Di Jihad el-Khazen. Al-Hayat (27/12/2015). Traduzione e sintesi di Federico Seibusi. Sembra che Daesh (ISIS) abbia superato la mafia nel derubare le persone; oltre a vendere il petrolio siriano, l’organizzazione stabilisce, nelle regioni che controlla in Iraq e Siria, la zakat  calcolata in base al reddito dei cittadini e impone che ci siano imposte sui salari, sulle entrate dei negozi e dei raccolti agricoli insieme a percentuali su un qualsiasi cittadino locale che possiede dei soldi. Chiunque supporti Daesh come membro è un terrorista e un nemico dell’Islam e dei musulmani prima di un qualsiasi altro nemico. Non c’è dubbio che ci siano

Steven Klein : etichettatura degli ebrei di sinistra. Indossare una stella gialla alla Knesset

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Sintesi personale Quando il governo israeliano ha avvertito che avrebbe costretto le ONG di sinistra ,che ricevono finanziamenti esteri , ad indossare un tag nellla Knesset per essere identificati come tale, non ho potuto fare a meno di pensare alla stella gialla che gli ebrei furono costretti da indossare durante l'Olocausto. Quando il ministro della Giustizia Ayelet Shaked ha presentato il disegno di legge il 1 ° novembre, Uri Breitman ha postato l'immagine di un distintivo giallo con la parola "sinistra" in ebraico incisa su di esso. שקיפות על מתווה הגז וההצבעות בוועדת שרים - כן; שקיפות על התערבותן של מדינות זרות בענייניה הפנימיים של מדינת ישראל - לא.יש שקיפות שהשמאל אוהב ויש שקיפות שהוא שונא; יש הסתה אסורה ויש הסתה מותרת. Pubblicato da איילת שקד su Domenica 1 novembre 2015 Il presidente dell'Unione sionista Isaac Herzog ha protestato in un modo più sottile alla Knesset ,indossando una etichetta con la

Labeling Jews: Left-wing NGOs, Wear a Yellow Star in the Knesset

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                Labeling Jews: Left-wing NGOs, wear a yellow star in the Knesset Only an act that is shocking enough to mobilize Israelis and Diaspora Jewry… Condividi HAARETZ.COM When the Israeli cabinet’s backing of the controversial “Transparency Bill,” which would force left-wing NGOs that receive substantial foreign funding to wear a tag in the Knesset labeling them as such, I could not help but think of the yellow badge Jews were forced to wear during the Holocaust. Nor am I alone. When Justice Minister Ayelet Shaked introduced the bill on November 1, author Uri Breitman posted an image of a yellow badge with the word “leftists” in Hebrew inscribed on it.     שקיפות על מתווה הגז וההצבעות בוועדת שרים - כן; שקיפות על התערבותן של מדינות זרות בענייניה הפנימיים של מדינת ישראל - לא.יש שקיפות שהשמאל אוהב ויש שקיפות שהוא שונא; יש הסתה אסורה ויש הסתה מותרת.     Posted by ‎איילת שקד‎ on Sunday, 1 November 2015 Shaked rebuffed the image

Trieste, ambasciatore Israele scrive al sindaco: “Via il patrocinio dal convegno sulla Palestina”. E il Comune lo toglie

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Trieste, ambasciatore Israele scrive al sindaco: "Via il patrocinio dal convegno sulla... “Chi boicotta Israele, boicotta se stesso”. Parole di Matteo Renzi alla Knesset (il Parlamento israeliano), che Naor Gilon, ambasciatore di Israele in Italia, ha… ilfattoquotidiano.it/2015/12/29/tri… “Chi boicotta Israele, boicotta se stesso”. Parole di Matteo Renzi alla Knesset (il Parlamento israeliano), che Naor Gilon , ambasciatore di Israele in Italia, ha ricordato al sindaco di Trieste Roberto Cosolini in una lettera del 16 novembre, chiedendogli di “intervenire personalmente a ritirare il patrocinio” al convegno internazionale “ Palestina tra diritti negati e prospettive future ” (organizzato dalla Onlus Salaam ragazzi dell’Olivo). Detto, fatto. La retromarcia di Cosolini è immediata: ordina che sia rimosso il logo del Comune dai manifesti dell’evento, pur mantenendo sala e fondi. Ma stavolta, un’istanza di accesso agli atti (da

Turchia: morire in silenzio. Assassinato il mediattivista Naji Jerf,

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                  Siria, morire in silenzio | Q CODE Magazine               29/12/2015 60 views Assassinato in Turchia il mediattivista Naji Jerf, che raccontava Raqqa e la vita sotto Daesh, come due colleghi prima di lui di Alessandro Di Rienzo Un giornalista e filmaker viene ammazzato sulla strada dell’esilio. La notizia è dell’altro ieri e rimbalza su tutti i quotidiani occidentali. Si tratta Naji Jerf, 37enne che ha passato gran parte della sua vita a Damasco. Se avesse vissuto ancora avrebbe passato un altro pezzo della sua vita a Parigi, città che lo attendeva da esule con la moglie e le due piccole figlie. Ad ucciderlo una mano che tutti hanno imputato a Daesh.

Fulvio Scaglione : Padre Azziz, rapito due volte

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            Padre Azziz, rapito due volte Padre Dhiya Azziz, francescano della Custodia di Terra Santa e parroco di Yacoubieh, che nel luglio scorso era stato rapito dai miliziani di Al... famigliacristiana.it/blogpost/padre… Padre Dhiya Azziz , francescano della Custodia di Terra Santa e parroco di Yacoubieh, che nel luglio scorso era stato rapito dai miliziani di Al Nusra, è di nuovo scomparso. Mancano sue notizie dal 23 dicembre, quando stava tornando da Latakieh, dov'era arrivato dopo essere stato in Turchia a trovare i genitori. Il viaggio da Latakieh a Yacoubieh è, di fatto, l'attraversamento di due mondi. Latakieh (o Latakia) è nella zona della Siria ancora controllata dal Governo di Assad ed è sede di una delle due basi russe; Yacoubieh è nella zona controllata da Al Nusra (la versione siriana di Al Qaeda). Una frontiera non scritta ma reale, un fronte di guerra. Nell'attraversarlo padre Dhiya è scompar

Uri Savir : Strategia di Netanyahu per ritardare una soluzione a due stati in cinque punti

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        Netanyahu's five-pronged strategy to delay a two-state solution Sintesi personale Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu continua a porre ostacoli  a  qualsiasi processo politico volto a realizzare una soluzione a due stati, secondo un alto funzionario dell'Unione europea a Bruxelles che visita la regione regolarmente  e ha parlato con Al-Monitor in condizione di anonimato. "Ci sono due aspetti della strategia anti-due stati di Netanyahu", ha detto il funzionario. "Netanyahu tenta di garantire l'impossibilità di uno Stato palestinese, soprattutto attraverso l'espansione degli insediamenti  e allo stesso tempo recita un lungo elenco di motivi affermando che il presidente palestinese Mahmoud Abbas sta sabotando eventuali negoziati. In ogni incontro con Netanyahu scopriamo un altro ostacolo e sentiamo un altro argomento pur di impedire una  soluzi

Gideon Levy: Se avessero ucciso un cammello invece di un 'adolescente palestinese ,Samah Abdallah , gli israeliani sarebbero indignati per la sua morte

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Sintesi personale Se Samah Abdallah fosse stato un cammello, si sarebbe sentito parlare di lei. Se fosse stata un cammello, i soldati che l'hanno uccisa sarebbero in carcere . Se fosse stato un animale e non una palestinese di 18 anni , la sua uccisione avrebbe scioccato molti israeliani. Ma Samah non era un cammello. Era una studentessa che sognava di diventare estetista e viveva nel remoto villaggio di Amuriya . Suo padre, Abed , a causa della tensione sulle strade, quel giornoaveva deciso di accompagnarla in macchina Anche tra i Palestinesi ci sono padri preoccupati come Abed Abdallah. Senza nessun motivo un soldato in una torre di guardia di calcestruzzo fortificata ,ha sparato un proiettile nella testa di Samah mentre sedeva sul sedile posteriore, tra il fratello e la sorella. I soldati inizialmente hanno sostenuto, assurdamente che i passeggeri della vettura avessero un coltello, ma ben presto hanno ammesso che avevano sparato "per error

Gideon Levy : If Slain Palestinian Teen Had Been a Camel, Israelis Would Be Outraged Over Her Death

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          If slain Palestinian teen had been a camel, Israelis would be outraged over her death - Opinion The body of the camel that soldiers killed for a laugh in November was examined by an Israeli veterinarian; no one took witness statements from Samah Abdallah's… haaretz.com If Samah Abdallah had only been a camel, you would have heard of her by now. Had she been a camel, the soldiers who killed her would be in custody for the duration of the proceedings. Had she been an animal, and not an 18-year-old Palestinian, her killing would have shocked many Israelis. But Samah was not a camel. She was a cosmetology student from Amuriya, a tiny, remote West Bank village, who dreamed of becoming a teacher and was studying to be a beautician in the meantime. Her father, Abed, also had a dream: for his daughter to return home safely. And so, because of the tension on the roads that day, November 23, he decided to pick her up in his car after class. It